Unione europea: una nuova politica economica per sopravvivere
26-03-2020 - autori vari
Neanche
di fronte a un disastro l’attuale classe dirigente europea è disposta a
prendere atto che le idee che hanno guidato finora la politica
economica sono profondamente sbagliate. Questa classe dirigente pretende
che tali idee interpretino il modo migliore di far funzionare i
mercati, elevati a mitici giudici di ciò che è giusto e ciò che non lo è
e di fatto sostituiti al processo democratico. Ma proprio la reazione
dei mercati alle prime decisioni dei ministri finanziari e poi della BCE
su come fronteggiare l’emergenza hanno sepolto sotto una valanga di
vendite da panico la palese incomprensione della situazione da parte dei
massimi dirigenti europei, costringendoli a frettolosi tentativi di
riparazione.
Queste
reazioni non sono però servite a convincere leader e tecnocrati della
fallacia delle loro teorie. Gli interventi sono presentati come una
risposta d’eccezione a uno stato di eccezione, senza che questo metta in
questione le regole di funzionamento dell’Unione che – si sottintende –
passata la tempesta riprenderanno a operare pienamente.
Il
Patto di stabilità in un primo momento non era stato nemmeno sospeso,
preferendo affermare che non ce n’era bisogno perché «consente tutta la
flessibilità necessaria». Il whatever it takes di Mario Draghi è stato
dapprima smentito, provocando il crollo dei mercati, e poi ripetuto in
un tentativo di recupero. Ma è stata persa la credibilità, che è la
condizione indispensabile affinché quella frase sia efficace, sia perché
è evidente che sia stata detta solo perché forzata dagli eventi, sia
perché i nuovi provvedimenti annunciati dalla BCE prevedono limiti e
paletti (come la capital key, gli acquisti di titoli sovrani in base
alle quote di capitale della Banca che ogni Stato possiede, seppure
attenuata) e non sono quindi nella logica di «qualsiasi cosa sia
necessaria».
Il
cosiddetto Fondo salva-Stati (Mes) è rimasto ai margini degli annunci, a
riprova che non è in grado di salvare nulla. Si tratta in effetti solo
di uno strumento di disciplina che gli Stati egemoni vogliono usare per
imporre il loro dominio su quelli che cadano in difficoltà. Ne vogliono
fare la chiave di accesso agli interventi della BCE, una chiave che
sarebbe pagata con la “grecizzazione” di chi incautamente vi facesse
ricorso, ossia l’impoverimento del Paese e la sua successiva spoliazione
da parte delle economie più forti.
Nell’immediato è necessario che:
–
la BCE riaffermi con forza che i 750 miliardi di interventi annunciati
rispondono solo alle prime necessità della crisi, e che è disposta ad
interventi illimitati in base a quanto necessario;
–
gli acquisti di titoli pubblici non avverranno più in base alle quote
di capitale della Banca che ogni Stato possiede (criterio che peraltro
non è applicato per le obbligazioni societarie), ma in base alla
necessità di contrastare la speculazione;
– la BCE dichiari che i titoli sovrani detenuti in base ai vari programmi di acquisto saranno rinnovati indefinitamente;
–
la BCE trovi la formula giuridica compatibile con i Trattati per
acquistare a titolo definitivo bond senza scadenza emessi dagli Stati,
con rendimento zero o prossimo allo zero, da collocare poi presso le
Banche centrali nazionali.
Per il futuro è necessario che:
–
i governi UE abbandonino l’idea che la crescita dell’economia possa
essere affidata alle sole esportazioni, continuando a perseguire
indefinitamente una politica di contenimento dei bilanci pubblici e dei
consumi interni;
–
i governi UE prendano atto che l’inserimento del Fiscal compact
all’interno dei trattati europei è stato bocciato dal Parlamento europeo
e quindi quelle prescrizioni vanno lasciate cadere;
– i governi UE concordino che il pareggio di bilancio debba valere solo per le spese correnti;
–
i governi UE prendano ufficialmente atto che la politica fiscale possa
essere usata in funzione anticongiunturale, anche se ciò comporta un
deficit pubblico o un suo aumento;
– i governi UE abbandonino i criteri di sorveglianza basati su parametri inaffidabili come il PIL potenziale e l’output gap.
Le
decisioni necessarie ad assicurare la sopravvivenza dell’Unione europea
non sono naturalmente soltanto queste – valga per tutte l’impellente
necessità di dare vita agli eurobond – e ci sarà modo di discuterne in
futuro, ma ciò che ora importa è che i vertici europei si rendano conto
dei clamorosi errori ripetuti nel tempo e dichiarino di voler seguire
d’ora in poi una strada diversa. Se questo non sarà fatto la crisi sarà
pagata duramente da tutti i cittadini europei e sarà messa a forte
rischio la stessa sopravvivenza dell’Unione.
Nicola Acocella (univ. Roma La Sapienza)
Massimo Amato (univ. Bocconi)
Davide Antonioli (univ. Ferrara)
Marco Antoniotti (univ. Milano Bicocca)
Roberto Artoni (univ. Bocconi)
Pier Giorgio Ardeni (univ. Bologna)
Lucio Baccaro (Managing Director, Max Planck Institute, Colonia)
Alberto Baccini (univ. Siena)
Giancarlo Bertocco (univ. dell’Insubria)
Paolo Borioni (univ. Roma La Sapienza)
Sergio Bruno (univ. Roma La Sapienza)
Sergio Cesaratto (univ. Siena)
Roberto Ciccone (univ. Roma Tre)
Giulio Cifarelli (univ. Firenze)
Carlo Clericetti (giornalista)
Antonio Cuneo (univ. Ferrara)
Massimo D’Antoni (univ. Siena)
Antonio Di Majo (univ. Roma Tre)
Giovanni Dosi (Scuola Superiore Sant’Anna)
Sebastiano Fadda (univ. Roma 3)
Guglielmo Forges Davanzati (univ. del Salento)
Maurizio Franzini (univ. Roma La Sapienza)
Andrea Fumagalli (univ. Pavia)
Mauro Gallegati (univ. Politecnica delle Marche)
Claudio Gnesutta (univ. Roma La Sapienza)
Dario Guarascio (univ. Roma La Sapienza)
Andrea Guazzarotti (univ. Ferrara)
Andres Lazzarini (univ. of London e Roma Tre)
Riccardo Leoncini (univ. Bologna)
Riccardo Leoni (univ. Bergamo)
Enrico Sergio Levrero (univ. Roma Tre)
Stefano Lucarelli (univ Bergamo)
Ugo Marani (univ. Napoli l’Orientale)
Maria Cristina Marcuzzo (univ. Roma La Sapienza e Acc. Lincei)
Massimiliano Mazzanti (univ. Ferrara)
Marco Missaglia (univ. Pavia)
Francesco Morciano (univ. Pavia)
Mario Morroni (univ. Pisa)
Guido Ortona (univ. Piemonte orientale)
Ruggero Paladini (univ. Roma La Sapienza)
Daniela Palma (Enea)
Gabriele Pastrello (univ. Trieste)
Anna Pettini (univ. Firenze)
Paolo Piacentini (univ. Roma La Sapienza)
Paolo Pini (univ. Ferrara)
Cesare Pozzi (Luiss Guido Carli e univ. di Foggia)
Michele Raitano (univ. Roma La Sapienza)
Simonetta Renga (univ. Ferrara)
Guido Rey (Scuola superiore Sant’Anna)
Umberto Romagnoli (univ. Bologna)
Roberto Romano (economista)
Alessandro Roncaglia (univ. Roma La Sapienza e Acc. Lincei)
Vincenzo Russo (univ. Roma La Sapienza)
Enrico Saltari (univ. Roma La Sapienza)
Roberto Schiattarella (univ. Camerino)
Alessandro Somma (univ. Roma La Sapienza)
Antonella Stirati (univ. Roma Tre)
Pietro Terna (univ. Torino)
Mario Tiberi (univ. Roma La Sapienza)
Leonello Tronti (univ. Roma Tre)
Marco Valente (univ. dell’Aquila)
AnnaMaria Variato (univ. Bergamo)
Andrea Ventura (univ. Firenze)
Antimo Verde (univ. della Tuscia)
Marco Veronese Passarella (Leeds University Business School)
Gennaro Zezza (univ. Cassino)
Aderiscono anche:
Roberto Burlando (univ. Torino)
Riccardo Cappellin (univ. Roma Tor Vergata)
Andrea Coveri (univ. Urbino)
Lucio Gobbi (univ. Trento)
Lia Pacelli (univ. Torino)
Giuseppe Tattara (univ. Venezia)
Fabio Berton (univ. Torino)
Maurizio Zenezini (univ. Trieste)
Enzo Valentini (univ. Macerata)
Alessandro Balestrino (univ. Pisa)
Roberto Balduini (economista, Roma)
Nino Galloni (economista, Roma)
Annaflavia Bianchi (economista, Bologna)
Luca Fantacci (univ. Bocconi)
Elena Cefis (univ. Bergamo)
Alessandra Corrado (univ. della Calabria)
Emanuele Leonardi (univ. Parma)
Federico Chicchi (univ. Bologna)
Angelo Salento (univ. del Salento)
Carmelo Buscema (univ. della Calabria)
Devi Sacchetto (univ. Padova)
Lorenzo Robotti (univ. Politecnica delle Marche)
Luca Michelini (univ. Pisa)
Paolo Paesani (univ. Roma Tor Vergata)
Silvia Lucciarini (univ. Roma La Sapienza)
Fabio Fiorillo (univ. Politecnica delle Marche)
Marilena Giannetti (univ. Roma La Sapienza)
Giulia Zacchia (univ. Roma La Sapienza)
Gianni Viaggi (univ. Pavia)
Francesco Scacciati (univ. Torino)
Stefano Giubboni (univ. Perugia)
Daniela Federici (univ. Cassino)
Francesco Ferrante (univ. Cassino)
Valentino Parisi (univ. Cassino)
Eleonora Sanfilippo (univ. Cassino)
Carlo Devillanova (univ. Bocconi)
Elena Paparella (univ. Roma La Sapienza)