L'aspirazione alla felicità
La
vita umana deve essere affermata e accettata, perché essa può anche
essere negata. Un bambino può crescere e vivere sano solamente
nell'atmosfera dell'accettazione. Se nasce come figlio "non voluto" in
un'atmosfera di disapprovazione, si atrofizza psichicamente e si
deteriora fisicamente.
Se è benvenuto, se è affermato e amato, impara
anche lui ad accettare e amare se stesso e questo è indispensabile per
il sano sviluppo delle sue potenzialità di vita. L'impronta ricevuta da
bambini si riflette su tutta la vita.
Se
sperimentiamo riconoscimento, accettazione, stima e amore, diventiamo
viventi nel corpo e nell'anima… L'amore rende vivi, la mancanza di amore
uccide.
Noi sperimentiamo l'amore di Dio nell'amore, con l'amore e come
amore di altri uomini.
C'è però qualcosa che è dato soltanto dall'amore
di Dio e che sperimentiamo nella fede: sono l'attenzione a se stessi e
la fiducia in sé che sono elevati nella fiducia in Dio e questo vince
rifiuto, ostilità e offese, perché la fiducia in Dio risveglia la
fiducia in se stessi e libera dall'avvilimento…
Se
i giovani provano disinteresse per la loro vita e sono privi di
partecipazione sociale, si sentono surplus people, dei superflui ed
esclusi dalla vita sociale: la disoccupazione giovanile nega possibilità
di vita.
L'amore per la vita rende le
persone capaci e bisognose di partecipare. La vita umana è mossa
dall'aspirazione alla felicità. È naturale, perché gli uomini sono stati
creati per la gioia dell'amore di Dio.
L'essere dell'uomo acquista il
suo dinamismo dall'aspirazione alla felicità… Questo non è soltanto un
diritto privato, ma anche un diritto pubblico. Ogni uomo ha diritto di
godere di parità e di opportunità per sviluppare le sue potenzialità.
Ma
un uomo non diventa felice per se stesso, ma soltanto con gli altri
uomini. Perciò l'aspirazione alla felicità non è soltanto un diritto di
libertà, ma anche un diritto di uguaglianza.
Jurgen Moltmann Il Dio vivente e la pienezza della vita, edizioni Queriniana 2016