domenica 14 novembre 2021

QUALCUNO HA IL CORAGGIO DI PARLARE

 Quattordici tra preti e suore scrivono ad Avvenire per dire dell’errore di aver fatto da parte delle gerarchie le barricate contro il ddl Zan

Gentile direttore,

siamo operatori pastorali, preti, religiose e laici, che camminano accanto a persone omosessuali, transessuali e molti loro genitori. Sono credenti che testimoniano la fede anche in ambienti laici del mondo lgbt+. 

In loro vediamo una fede genuina, coraggiosa, impegnata. Forte è il desiderio di comunione ecclesiale, nonostante esclusioni e giudizi sprezzanti. Con dispiacere vediamo altri allontanarsi, profondamente feriti da dichiarazioni e parole troppo gelide della nostra Chiesa. Per dire il Vangelo non può esserci il bisogno di parole che feriscono la dignità. Anche nel Magistero sono molti i richiami al rispetto e la condanna contro ogni violenza verso le persone per il loro orientamento. Dalla Homosexualitatis Problema (interessante il n° 10), al Catechismo fino alla Amoris laetitia. 

Conosciamo i dubbi della Conferenza episcopale italiana sul ddl Zan, che poteva essere un dispositivo a protezione di molti concittadini, compresi quelli dalle diverse abilità. Ma ci stanno a cuore le persone, con le quali cerchiamo strade di fedeltà al Vangelo, e il Paese tutto. Come cittadini questa vicenda ci addolora e ci indigna. Abbiamo perso tutti! E il Paese resta incapace di sanzionare violenze e discriminazioni senza pregiudizi. Altre ferite resteranno impunite sulla pelle delle persone per una “conta” politica irresponsabile e lontana dal Paese. 

Come comunità cristiana non ci accada di scivolare nell’abbraccio mortale di qualche forza partitica. Invece, anche nella comunità cristiana parole di approvazione per l’esito della vicenda hanno di nuovo ferito la dignità di tanti, di tutti, perché un Paese più civile è per tutti. Caro direttore, che nel suo giornale la Chiesa tutta possa rispecchiarsi nelle sue diverse sensibilità, anche con le storie di credenti lgbt+ e delle loro famiglie. Tante paure, tanti giudizi, tante false informazioni svaniranno: un contributo alla verità, alla Chiesa e al Paese.

don Fabio Bellentani, Modena; padre Giovanni Belloni, Pime; don Nandino Capovilla, Venezia; don Fabio Coppola, Lamezia Terme; don Fausto Focosi, Ancona; Gianni Geraci, Rho; padre Giorgio Ghezzi, Modugno-Bari; suor Fabrizia Giacobbe, Firenze; fra Paolo Giava rini ofm cap, Bergamo; Mara Grassi e Agostino Usai, Reggio Emilia; don Giovanni Martini, Firenze; don M aurizio Mattarelli, Bologna; don Giorgio Riccoboni, Tr eviso; don Alessandro Sesana, Bergamo; suor Celina Vitali, Bologna; don Antonino Zito, Palermo

(“Avvenire” dell’11 novembre)