Quale Europa
Ormai da diversi anni sta avvenendo qualcosa di novum, di mai visto, mai udito, mai sperimentato, che mette in gioco il destino individuale delle persone e collettivo dei popoli: la rivoluzione tecnologica dei media digitali che accanto a inedite possibilità ci consegna – paradossale contrappasso della sua connessione totale e costante – un salto della socialità del noi alla solitudine dell'io; e la rivoluzione sociale dell'immigrazione che alla dimensione della storia affianca ed esalta, imperiose, due nuove dimensioni, la geografia e la demografia. Se calcoliamo che ogni minuto nascono cinquantasette africani, trentadue cinesi, ventinove indiani e meno di un italiano (per l'esattezza due ogni tre minuti) e che meglio di noi non se la passano anche gli altri Paesi europei; se poniamo mente al fatto che all'inizio del Novecento un abitante al mondo su quattro era europeo e che di qui a trent'anni lo sarà uno su quattordici, capiamo bene che tra un secolo, se e quando verrà fatta la vera Europa, gli europei rischieranno di non esserci più. Di fronte a tale prospettiva sarà più saggio e gioverà persistere nel rivendicare i nostri primati oppure stipulare un'alleanza tra il vecchio Occidente e i giovani di Oriente e Sud del mondo?
Ivano Dionigi, Parole che allungano la vita, Cortina Editore