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...e ultimo...
fede e resistenza
SPIRITUALITÀ DELLA LIBERAZIONE E SIGNIFICATO DELLA RESISTENZA_7
Una spiritualità anche per noi?
Una nuova spiritualità può nascere e diffondersi sulla base di una profonda esperienza di fede. La conoscenza della esperienza della chiesa dei poveri in America Latina non può sostituire l'esperienza di fede delle nostre comunità. Essa deve essere soltanto uno stimolo alla nostra ricerca. È dall'interno della problematica posta dalla nostra situazione, molto diversa da quella latinoamericana, che si può cercare cosa significa per noi la sequela di Gesù nell'opzione per i poveri. La riflessione dei teologi latinoamericani può orientare il nostro cammino. Ma sta a noi scoprire modi nuovi di vivere l'intreccio tra la passione per Dio e la passione per l'uomo. È vero che nel nostro contesto si dovrà cercare quale è il significato cristiano della liberazione personale, della problematica della soggettività, senza limitarsi a considerare la dimensione socio-politica della liberazione. Ma possono le nostre comunità abbandonare la ricerca dell'incontro con Dio nei processi storici di liberazione dei poveri? Come evitare da una parte la privatizzazione e dall'altra la politicizzazione del vangelo? Come realizzare una nuova sintesi tra l'esperienza della grazia di Dio e l'esperienza della liberazione, personale e collettiva, degli uomini partendo dai più poveri e abbandonati? ln altre parole, come vivere l'intreccio tra fede, politica e vita quotidiana?
E ancora, c'è anche tra di noi qualcosa di simile alla notte oscura dell'ingiustizia strutturale, di cui si parla in America Latina? La crisi economica internazionale e i problemi che essa pone: inflazione, disoccupazione, emarginazione, crisi del lavoro, ecc.? la generale crisi dei valori, la caduta dei modelli, la mancanza di progetti concreti e credibili...? La restrizione degli spazi politici? L'indifferenza e il boicottaggio dei mass media? la scarsa incidenza della nostra azione nella realtà sociale ed ecclesiale? Come continua a pregare in questa situazione? come rimanere fedeli alla sequela di Gesù nell'opzione per i poveri? Può servirci di aiuto la riscoperta della struttura narrativa del vangelo e della fede? Con quale prassi, con quali simboli e in quale liturgia si può rendere attualmente critica e liberatrice la memoria della vita e della morte di Gesù?
Infine, si può forse dire che il conflitto ecclesiale acquista nella nostra situazione una rilevanza particolare? In che senso? quale è il suo rapporto con l'impegno per la trasformazione della realtà? Come promuovere tra di noi una chiesa di base; una chiesa in cui tutti siano soggetti adulti e responsabili della missione e dell'organizzazione della comunità? una vera chiesa locale anche per le piccole comunità, anche quando manca il ministro ordinato? Come vivere la comunione, il rapporto tra il conflitto ecclesiale e l'unità di fede, in riferimento alla sequela di Gesù nel servizio del Regno di Dio?