giovedì 7 aprile 2022

UN PASSO AVANTI NELLA MEDICINA

Alzheimer, scoperti altri quaranta fattori di rischio

Un passo avanti nel pianeta, per molti versi ancora sconosciuto, dell'Alzheimer.

È stato appena pubblicato su Nature Genetics, la più prestigiosa rivista scientifica internazionale di genetica umana, uno studio che ha identificato 40 nuovi fattori di rischio genetico per la malattia di Alzheimer. Inoltre, ha confermato il ruolo di altri fattori già noti ed è stato possibile generare uno score di rischio per la malattia che potrà essere usato per la sperimentazione di nuovi farmaci.

In particolare, lo studio ha scoperto il ruolo dei geni connessi con il fattore TNF-alpha nella modulazione della malattia: correlato all'infiammazione, potrà essere target per trattamenti specifici che possano rallentare la progressione della malattia.

Infine, sono stati isolati alcuni geni che hanno un ruolo non solo nella malattia di Alzheimer, ma anche in demenze correlate, come la demenza frontotemporale e la demenza a corpi di Lewy.

Non è tutto. La ricerca ha chiarito il ruolo delle cellule microgliali nella progressione della malattia: parliamo di cellule "spazzine" cerebrali che provvedono alla rimozione di proteine anomale potenzialmente neurotossiche, l'attivazione eccessiva di queste cellule può essere causa del danno secondario che si osserva nella malattia.

Hanno partecipato alla ricerca il Centro Alzheimer universitario della Città della Salute di Torino: coordinato dal professor Innocenzo Rainero con la collaborazione dei ricercatori Elisa Rubino, Silvia Boschi e Fausto Roveta, ha selezionato numerosi pazienti piemontesi per lo studio.

Fondamentale la costituzione di un grande network europeo di ricercatori (European Alzheimer and Dementia Biobank - EADB) che, in collaborazione con ricercatori statunitensi e australiani, ha permesso di raccogliere campioni di DNA di più di 110 mila pazienti colpiti da Alzheimer e di confrontarli con quelli di 750 mila soggetti sani.

La malattia di Alzheimer è la principale causa di demenza. È stato calcolato che, a livello mondiale, più di 50 milioni di persone siano affette da demenza e, se non verrà trovata alcuna cura, nel 2050 la prevalenza di tale malattia sarà triplicata.

In Piemonte, ad esempio, ci sono più di 60 mila persone affette da deficit cognitivo grave. I costi sanitari, familiari e sociali per l'assistenza a questi pazienti sono drammatici. Per questo anche questo studio, con le relative scoperte, aumenta la probabilità di nuove terapie, sempre più efficaci. ALE.MON


La Stampa 6 aprile