venerdì 3 giugno 2022

IN MOLTI LUOGHI SI CONTINUA A MORIRE DI GUERRA: VITTIME IGNORATE

 I Curdi e gli altri

Vittime ignorate

Quando l’attenzione del mondo si concentra sul dramma del momento, ci ricorda Zerocalcare, in molti luoghi si continua a morire di guerra. Mentre la crisi economica fa aumentare nel silenzio povertà e disuguaglianze

La Russia ha affermato che 959 combattenti ucraini si sono arresi dalle acciaierie Azovstal Mariupol. L’ultimo bastione dell'opposizione nella città che è stata invasa nelle scorse settimane. Non si sa quanti siano ancora dentro. Il vice ministro della Difesa ucraino, Hanna Maliar, ha detto che sarebbero stati restituiti con una "procedura di scambio", ma i funzionari russi hanno affermato che intendono interrogare i soldati e potrebbero accusarli di «crimini commessi dal regime ucraino contro la popolazione civile». La resa è il capitolo conclusivo di uno degli episodi più drammatici della guerra di Vladimir Putin contro l'Ucraina. Mariupol è la città più grande tra la Crimea, che la Russia ha annesso nel 2014, e i territori separatisti sostenuti dalla Russia nella regione del Donbass nell'Ucraina orientale. Volodymyr Zelensky, presidente dell'Ucraina, aveva dato ai combattenti l'approvazione ad arrendersi se la situazione militare fosse diventata disperata. Nelle scorse settimane molte delle loro mogli si erano appellate ai leader mondiali affinché negoziassero una via d'uscita per i loro mariti. Ma i governi ucraino e russo non hanno rilasciato dettagli su come fosse stato concordato il rilascio dei combattenti. 

Nel suo discorso di annuncio dell'evacuazione, Zelensky ha ringraziato il Comitato Internazionale della Croce Rossa, che era stato responsabile delle evacuazioni dei civili. Il significato militare della fine dell'assedio sarà limitato. In linea di principio, libera le forze russe per l'uso nell'importantissima offensiva del paese più a nord, che è stata in gran parte respinta. Il significato propagandistico è maggiore. Il 17 maggio la televisione russa ha presentato la resa ucraina come una vittoria decisiva in quella che il Cremlino chiama la sua campagna di "denazificazione. E mentre la guerra in Ucraina si inasprisce, ci sono altri scontri nel mondo che non si possono dimenticare, perché mietono vittime quotidianamente. Ce lo ricorda Zerocalcare, non solo con l'immagine di copertina, ma pure con una spiegazione nelle pagine successive nel dialogo con Simone Pieranni, in cui traccia un’analisi del perché ci riguardano. E ci dice fra le altre cose: «I curdi per un periodo sono stati gli eroi dell'Occidente e venivano portati in palmo di mano. Quella cosa è archiviata e ora abbiamo Zelenzky e gli ucraini, poi probabilmente a un certo punto anche questa guerra, magari durando a lungo, esaurirà la sua funzione sul mercato e ci si occuperà d'altro. È che quando noi decidiamo di chiudere il sipario su uno scenario non è che sparisce tutto. In questo momento nei territori di cui stiamo parlando la situazione è anche più tragica di prima».

Siamo giustamente concentrati dal 24 febbraio su Kiev, ma non si può dimenticare il dramma di curdi e ezidi. E le mire di Erdogan su queste popolazioni. E gli altri conflitti ancora accesi nel resto del mondo.

La guerra in Ucraina ha alimentato i prezzi dell'energia. E riparte l'inflazione, con i tassi di interesse che crescono, come potete leggere nelle pagine seguenti nel testo di Vittorio Malagutti che spiega come è finita l'era del denaro facile e come arrivano per consumatori e risparmiatori tempi duri. In questo scenario italiano ci sono i politici che si agitano parecchio per il loro posto di lavoro, come svela Carlo Tecce. Il taglio dei seggi scatena la caccia alle poltrone per i 345 parlamentari in esubero. E purtroppo, rispetto alle centinaia di esuberi dichiarati da diverse aziende nell'ultimo mese, per il politico, manco a dirlo, verrà fuori una rete di salvataggio. Operai disoccupati e politici "recuperati". E la disuguaglianza sociale ed economica cresce.

Zerocalcare, L’Espresso 22 maggio