Le sfide della protesta
Internazionale 17-23 febbraio 2023
Centomila persone hanno manifestato la mattina del 13 febbraio davanti al parlamento israeliano a Gerusalemme contro il progetto di legge per riformare il sistema giudiziario, accusato di aumentare il controllo del potere politico sulla magistratura. Il quotidiano Haaretz spiega che la protesta è stata organizzata mentre il comitato parlamentare per la costituzione, la legge e la giustizia della knesset, il parlamento israeliano, votava due disposizioni del testo presentato dal governo: una consentirebbe ai politici di avere più influenza sulla nomina dei giudici della corte suprema; l’altra renderebbe più facile per una maggioranza parlamentare semplice rovesciare le sentenze del tribunale.
Dopo l’approvazione del comitato, avvenuta nonostante le tensioni con
alcuni esponenti dell’opposizione, le proposte andranno alla knesset per
la prima di tre letture. Non è ancora chiaro quando saranno votate.
Secondo il sito di attivisti israeliani Mekomit, la sfida più
grande di questo nuovo movimento contro il governo di estrema destra
israeliano è come rendere il dissenso “più diretto” e incisivo. Inoltre,
la manifestazione del 13 febbraio si è caratterizzata, come già
successo nelle proteste delle scorse settimane, per la “completa assenza
di cittadini arabi, che in ogni caso non avrebbero trovato il loro
posto nel mare di bandiere israeliane”. Il giornalista Oren Ziv scrive:
“Il fatto che la questione palestinese e i cittadini arabi non compaiano
sul palco e non siano neanche citati nei discorsi è una negazione della
realtà e forse addirittura una negazione di quello che vogliono i
manifestanti, o almeno alcuni di loro”. Intanto il 12 febbraio il
governo israeliano ha approvato la legalizzazione di dieci avamposti di
coloni ebrei nella Cisgiordania occupata.
La decisione è stata presa in
risposta a una serie di attacchi compiuti da palestinesi contro
israeliani a Gerusalemme Est.