L'attualità di Alberto Barbero
Una riflessione a margine dell'intitolazione della piazza
Giorgio Merlo
La scelta dell’Amministrazione Comunale di Pinerolo di dedicare una piazza ad Alberto Barbero non è una decisione burocratica o meramente protocollare perché, almeno questa è la mia opinione, si tratta di una iniziativa che ha una forte valenza politica, culturale e umana. E questo per almeno tre ragioni essenziali, avendo conosciuto e frequentato Barbero dall’inizio degli anni '80 e sino alla sua prematura scomparsa.
Innanzitutto Barbero, come molte persone della sua generazione, ha concepito la politica e l’impegno pubblico quasi come una “missione”.
Nel mondo cattolico dell'epoca si citava spesso un passo della Octogesima Adveniens, l'enciclica scritta da Paolo VI, quando veniva ricordato che «la politica è la forma più alta di carità». Ecco, Barbero ha interpretato sino in fondo questo richiamo attraverso la sua quotidiana e coerente militanza politica, culturale, sociale e amministrativa. E la sua presenza a Pinerolo e nel Pinerolese come esponente di punta della sinistra democratica lo ha trasformato, quasi da subito, in un riferimento quasi naturale, nonchè autorevole, di quel campo politico e culturale.
In secondo luogo Barbero ha interpretato anche uno “stile’ nel declinare concretamente la sua attività politica e pubblica. Come il suo amico Aurelio Bernardi, che l'aveva preceduto come sindaco di Pinerolo, la politica per Barbero era radicamento territoriale, espressività sociale, elaborazione culturale e confronto e dialogo senza pregiudizi ideologici o personali.
Uno “stile”, lo ripeto, che ha fatto di Barbero un politico rispettato da tutti. Amici ed avversari. Perché, “appunto, aveva un comportamento ” semplicemente lineare e trasparente. E, per dirla con un grande storico cattolico, Pietro Scoppola, ha sempre saputo unire «la cultura del comportamento con la cultura del progetto». E, non a caso, le sue scelte politiche - in particolare quelle legate al governo della Città di Pinerolo ma anche quelle all’interno del suo partito - non erano mai dettate dal mero tatticismo ma, al contrario, erano sempre il frutto e il prodotto di lunghe riflessioni e di un reale confronto con la sua comunità politica.
In ultimo, ma non per ordine di importanza, Barbero ha contribuito - seppur con l’apporto di molti esponenti di altri partiti - a mantenere il dibattito politico e amministrativo locale, e non solo locale, a un livello di qualità e di autorevolezza. Le sue riflessioni, cioè, non erano mai banali o improvvisate.
Insomma, la politica - com'era interpretata da chi si era formato in un'altra epoca storica - non era mai il frutto del pressappochismo, della ricerca del solo potere o, peggio ancora, dei disvalori della pura casualità e incompetenza.
Per queste ragioni, semplici ma essenziali, Alberto Barbero merita di essere ricordato dalla Città di Pinerolo. E questo perché il suo “magistero” politico, culturale e amministrativo conserva una straordinaria attualità e modernità anche nella società contemporanea.
Riforma, 20 dicembre 1924