Si chiama comunemente cappellano il prete che esercita il suo ministero in un ospedale, in un carcere oppure in una chiesa succursale della parrocchia.
Poi è diventato molto comune chiamare "cappellani militari" quei preti che, con il pretesto o l'intenzione di assistere spiritualmente le truppe, danno piena legittimazione alle occupazioni militari, come l'occupazione dell'Iraq, benedicono le armi, recitano la preghiera del soldato e si riempiono la bocca di retorica patriottica. Questa è la chiesa in armi di cui ho fornito precise informazioni nel mio libro "L'ultima ruota del carro" (pagg. 47 e ss).
Ora, ecco la sorpresa! Quando la bassissima "sua altezza reale" del nobile(!!!) casato dei Savoia è stato recentemente incriminato per tutte le sue "opere di beneficenza", accanto a lui è comparso, in elegante clergyman, un distinto sacerdote definito "cappellano e padre spirituale di Vittorio Emanuele".
Che sia lui il sacerdote che ha accompagnato "sua altezza" verso le vette dell'onestà, del distacco dal denaro e dal mercato di donne... tutte virtù così profondamente vissute da "sua maestà"?
Certo che, se avere un "padre spirituale" conduce a queste sublimi virtù, forse siamo più fortunati noi che ci accontentiamo di un padre e una madre meno spirituali...
Mi viene un brivido: dovunque abbondano denaro e sporcizia, se scavi un po' vien fuori un cappellano, un padre spirituale.
Mi sorge una domanda: "Che non fosse anche lui parte del gioco e che, per tanti consigli di altissima spritualità e di inarrivabile virtù, non percepisse qualche "spicciolo"?
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