venerdì 23 novembre 2007

CACCIATO DAL CORO PERCHE' GAY

Caro Alberto Ruggin,
è davvero troppo grande l’affronto che hai dovuto subire dal tuo parroco. Si tratta di un’azione incivile e contraria al Vangelo.

Voglio solo dirti che Gesù non ti caccia e Dio ti vuole bene. Non perdere la tua fiducia in Dio per colpa di un prete.

La fede parte dal tuo cuore e nessuno può impedirti di essere quello che sei.

Evviva i tuoi vent’anni, il tuo coraggio, la tua fede. Il tuo parroco potrà solo vergognarsi della sua ignoranza e della sua inciviltà.

Con tanto affetto.
Don Franco

___________________________________________________

Lettera aperta

Caro Alberto,

certamente il tuo parroco non ha capito il grande valore della scelta che hai fatto quando hai deciso di non nascondere pìù la tua omosessualità.

Non c'è infatti nulla di male nell'essere attratti da una persona del proprio sesso. Il male è piuttosto legato all'ipocrisia in cui spesso si vive questa condizione.

Tu hai scelto di abbandonare questa ipocrisia e, così facendo, hai senz'altro fatto la volontà di Dio: Gesù, infatti, nel Vangelo, non condanna mai l'omosessualità, mentre spesso usa parole molto dure nei confronti dell'ipocrisia.

E' quindi dall'abbandono dell'ipocrisia che inizia il cammino di conversione a cui il Signore ci chiama.

Continua a pregare caro Alberto, continua ad animare le liturgie a cui partecipi, ma soprattutto, continua a cantare, perchè il tuo canto, adesso, è senz'altro molto più gradito a Dio.

E vedrai che alla fine, non solo il tuo parroco, ma anche tutti i perbenisti che ora ti condannano, capiranno che anche tu sei fatto a immagine e somiglianza di quel Dio in cui convivono le infinite sfaccettature dell'unico amore.

Gianni Geraci
Presidente del Gruppo del Guado - Omosessuali Cristiani - Milano

___________________________________________________
Padova, il parroco convoca il capo dei chierichetti e gli comunica la decisione
Il giovane era stato ospite dalla trasmissione "Ciao Darwin" condotta da Bonolis

Alberto, 20 anni, fa outing in tivù
Cacciato dal coro perchè gay

di: BEATRICE ANDREOSE
da: www.repubblica.it

ESTE - Capo-chierichetto alla basilica delle Grazie dove è anche stato catechista e cantore alla messa del sabato, domenica mattina e sera. Dopo 7 anni ieri sera Alberto Ruggin, 20 anni, omosessuale, per la prima volta non si è presentato alla messa. Non per sua volontà. A chiedergli di non farsi vedere è stato il parroco don Paolino col quale ieri ha avuto un lungo e difficile incontro. Il parroco lo ha accusato di non avergli mai raccontato nulla della sua omosessualità invitandolo espressamente a non farsi vedere.

Ma le sorprese amare per Alberto, dopo aver confessato in pubblico la sua omosessualità ed aver partecipato alla trasmissione "Ciao Darwin" di Paolo Bonolis in onda martedì sera su Canale 5, non sono finite. Molti conoscenti non lo salutano più per strada. Nemmeno Forza Italia ha accolto la notizia con entusiasmo.

Anzi. Qualche mugugno è stato espresso a chiare lettere ai responsabili del Circolo delle Libertà di cui Alberto fa parte. Ma questi ultimi lo hanno difeso in modo fermo e convinto. La ferita che maggiormente gli brucia è essere stato escluso dalla messa.

"Amare Gesù Cristo per me è la cosa più importante della vita - dice come un fiume in piena - don Paolino mi ha detto che non sono stato sincero con lui. Io ho risposto da cattolico praticante che in confessione ho sempre parlato della mia sessualità e di come la vivo. Sono sempre stato assolto. Mi ritengo riconciliato col Signore".

"Sono deluso da una chiesa che parla di accoglienza e amore - aggiunge - di vicinanza ai bisognosi ma che nella pratica poi dimostra esattamente il contrario".

"Quando insegnavo catechismo ho sempre detto che il 10 per cento dei cattolici praticanti non apre gli occhi su chi sta fuori. Noi non siamo veri cristiani fuori dalla chiesa. C'è gente che ieri mattina non mi salutava più, che si volta da una altra parte, catechisti".

Non è stato accolto calorosamente nemmeno dai forzisti. A difenderlo solo quelli del circolo". In Forza Italia di Este non mi rispecchio: ho come riferimento piuttosto Giancarlo Galan che parla di matrimoni tra omosessuali ed adozioni delle coppie gay".

Alberto si accorge della sua omosessualità in seconda media. E i genitori? "Lo sanno da un anno. Mi hanno risposto che la cosa più importante per loro è la mia felicità". Oggi non canterà in chiesa ma, per tutto il giorno sarà al banchetto in piazza Maggiore proposto dai Circoli della Libertà contro il governo Prodi.

___________________________________________________

Alberto Ruggin, ragazzo modello, discriminato dopo aver confessato di essere gay: Non ho nulla di cui vergognarmi".

da: Il Mattino di Padova

Per Este, cittadina perbenista, bianca per tradizione, ieri mattina è stata una domenica particolare. Uno dei suoi figli, praticante cattolico con grande convinzione, sempre in chiesa e al patronato, giacca e cravatta, senza grilli per la testa e con tanta voglia di far bene, all’improvviso esce dal suo ruolo sociale e sbandiera ai quattro venti di essere omosessuale. E per questo viene ripreso dal parroco delle Grazie e «invitato» a non partecipare più alla messa cantando nel coro.

Nella fredda domenica autunnale ne parlano tutti. Lui è in piazza Maggiore, imperturbabile, con un sorriso per i suoi amici che lo sostengono, a raccogliere firme per mandare a casa il governo Prodi su iniziativa dei Circoli della libertà di cui è fra i fondatori. Al pomeriggio «incassa» una telefonata di solidarietà del presidente nazionale di Gaylib Enrico Oliari. Poi torna in piazza, convinto di non doversi vergognare.

Sino ad una settimana fa Alberto Ruggin è stato un ragazzo come gli altri. Anzi è un giovane che molte mamme estensi vorrebbero avere. Frequenta la chiesa delle Grazie, è catechista da cinque anni, nel coro da sette.

Prima è stato scout e animatore del Grest al Patronato Redentore. Ama il nuoto, che pratica da anni. Nel 2005 si iscrive a Forza Italia ed è tra i fondatori della sezione cittadina dei Circoli della libertà di Michela Brambilla. Compirà 21 anni in dicembre, porta la giacca e cravatta e, dopo la maturità conseguita l’anno scorso al Liceo di Scienze sociali a Montagnana (voto 66/100), va a lavorare col padre Maurizio nella ditta MT che produce ferro battuto in zona industriale ed ha da poco un negozio: Excalibur, in via Cavour.

Da oltre un anno frequenta locali gay padovani. Un amico gli propone di partecipare alla trasmissione «Ciao Darwin» condotta da Paolo Bonolis e Luca Laurenti su Canale 5: la sfida sarà omo contro eterosessuali. Lui accetta e venerdì scorso va a Roma dove registra la trasmissione che andrà in onda martedì sera.

Prima però parla col «Mattino» della sua partecipazione e, con disinvoltura, confessa la sua omosessualità. «Io sto bene, mi hanno chiesto di partecipare al gioco e mi hanno detto di far vedere il meglio di me - dice - Non bisogna vergognarsi di essere quello che si è. Una persona non si giudica per quello che fa sotto le coperte. La vera democrazia si vede quando si ha rispetto delle minoranze. Credo di dar voce a molti altri omosessuali. Ce ne sono anche ad Este. Conosco anche sacerdoti omosessuali, che vivono relazioni nascoste. E’ ora che se ne parli».


Tu hai anche una passione politica per Forza Italia, un partito che certo non brilla per la difesa degli omosessuali.

«Il Veneto e la Lombardia sono le sole regioni dove i gay votano in prevalenza per il centrodestra. E’ ora di finire di dire che i gay sono di sinistra. Poi basta vedere la politica di Sarkozy in Francia. A parte il caso Zapatero, vediamo che anche in Olanda, Belgio, persino in Croazia, Ungheria ci sono i pacs. Apprezzo molto le posizioni di Giancarlo Galan, ma anche di Chiara Moroni o Marco Taradash. Non quelle invece di Forza Italia estense, composta da ex democristiani, piuttosto bigotta se non fascista. A Trentin rispondo che nel mio sito non c’è alcuna foto porno. Oggi si sta dando troppo retta alla Lega, apprezzo di più le esternazioni di Fini. Faccio un appello anche ad Alessandro Zan affinché se ne continui a parlare».

Hai un compagno?

«Frequento da qualche tempo un ragazzo di Padova».

Ma come mai all’improvviso decidi di parlare?»

«Mi sembrava doveroso far sapere che avrei partecipato alla trasmissione di Bonolis. Il caso non l’ho creato io. Tutto sarebbe finito lì se don Paolino non mi avesse imposto di non partecipare al coro. Mi ha detto: “Tu ti siedi tra i banchi e ti batti il petto come tutti gli altri fedeli”».

Nessun commento: