giovedì 18 dicembre 2008

"MARCELLO PERA IGNORA TUTTO"

Pietro Citati su Repubblica del 15 dicembre non è tenero con Marcello pera e segnala così il libro appena edito:

"In questi giorni è uscito un libro di Marcello Pero, Perché dobbiamo dirci cristiani (Mondadori p.200, 18 euro). Sostiene che il "dialogo interreligioso" (con l'Islam e qualsiasi altra professione di fede) è oggi impossibile. Vorrei capire meglio. È sempre stato impossibile? Le religioni sono cattedrali essiccate, abitate da morti e da spettri, dove nessuno mette il naso alla finestra, perché teme di esser violato nella sua fede? Nel XII e XIII secolo, la mistica bizantina e quella islamica si influenzarono profondamente, generando un tesoro supremo. Ma Marcello Pera, che ignora tutto sull'Islam classico e ignora persino cosa sia una religione, non sa assolutamente niente di questo.

Molti secoli prima, ebraismo, cristianesimo, manicheismo, buddismo, Islam taoismo ebbero rapporti fruttuosi, fecondandosi a vicenda, persino in Cina. Ancora prima, nel quarto secolo dopo Cristo, Fausto di Milevi (appartenente alla feroce eresia manichea, che i cristiani massacrarono per secoli, bruciandone i libri e le vesti rituali), disse a sant' Agostino: «io ho lasciato il padre e la madre, la moglie, i figli e tutto ciò che il Vangelo chiede di lasciare, e mi chiedi se io accetto il vangelo?...Ho rifiutato l'argento e l'oro e ho smesso di tenere il denaro nella borsa, contento del cibo di ogni giorno, senza curarmi di quello dell'indomani. E tu richiedi se accetto il vangelo?...Tu vedi in me il povero, vedi il pacifico, il puro di cuore, l'uomo che piange, che ha fame, che ha sete, che soffre persecuzioni e odi per la giustizia; e dubiti che accetto il vangelo?»"

Poi Pietro Citati conclude: "viviamo in tempi mediocri…Così può accadere che, in questi tempi, vengano casualmente pubblicati libri di Marcello Pera".