lunedì 21 febbraio 2011

RIPORTO IN RITARDO QUESTA LETTERA SIGNIFICATIVA

Caro Gesù Bambino,
c'è una categoria di persone le cui fila si ingrossano sempre più nel nostro Paese: i precari. Quelli cioè che devono pregare per ottenere qualcosa. Operai, disoccupati, inoccupati, cassintegrati, ricercatori, insegnanti, universitari, studenti, immigrati ... messi nella condizione di supplicare quello che spetta loro di diritto.
In questi ultimi mesi molti di essi sono saliti sui tetti, sulle ciminiere, sulle isole, sulle gru, per riaffermare la propria dignità umana e gridare il proprio disagio di precari.
Dai tetti ci sono apparsi non più semplici precari, ma giganti di umanità. Allora ho pensato: se quest'anno Tu dovessi nascere nuovamente, sceglieresti di farlo proprio sui tetti della disperazione e della dignità; e da lì ci chiederesti di aiutarti a "gridare" la nostra speranza, come ci racconta l'evangelista Matteo (10, 27).
E ripenso al racconto dei Vangeli sulla tua nascita: così sobrio e scarno rispetto alle oleografie edulcorate della tradizione, ai presepi di sughero e cartapesta diventati opere d'arte che ci parlano della sensibilità e del gusto di epoche passate, ma non sanno dirci più nulla di Te. E' cosi scarno il racconto della Tua nascita nei Vangeli perché deve essere riempito da noi, perché Tu o ti incarni ogni volta nella storia reale e concreta, tra le pieghe e negli scarti della Storia, quella decisa dai potenti, oppure non vieni proprio.
Perciò nel Presepe della mia parrocchia, questo anno, sei nato sul tetto della stalla, per condividere la disperazione di tanti "invisibili" che sono dovuti salire sui tetti delle fabbriche, delle scuole, delle università, dei laboratori di ricerca, per farsi vedere e sentire. E i Magi sono appollaiati su una gru, come quei fratelli migranti che da Brescia ci hanno fatto vergognare di essere italiani e cristiani.
Separare, dividere, alzare steccati: noi egoisticamente in paradiso, gli altri inesorabilmente all'inferno. E invece, dobbiamo aprire bene i nostri orecchi al Tuo annuncio antico e sempre attuale: ha inizio il melting pot tra l'uomo e Dio, è già incominciato il meticciato di Dio.
E Tu continui a ripeterci, senza stancarti: "Gridatelo dai tetti" ... e dalle gru!
don Vitaliano della Sala (da Adista)