mercoledì 11 maggio 2011

IO NON RESPINGO





Mercoledì 18 maggio alle ore 21,00 presso la Chiesa di San Domenico a Pinerolo, in piazza Marconi, ci sarà la presentazione del libro "Voi li chiamate clandestini". Sarà presente uno dei due autori, Antonello Mangano.
La presentazione è promossa dal Comitato pinerolese "Io non respingo"* e sarà il prologo della manifestazione "Africa Afriche. Una maratona di eventi attraverso un'intero continente".

Un`inchiesta da Castel Volturno a Foggia, da Rosarno a Cassibile, sulle terribili condizioni di vita e di lavoro dei migranti. Un viaggio nel Sud invisibile, nelle campagne degli stagionali, dei rumeni, dei maghrebini, degli africani, degli imprenditori senza scrupoli, della `ndrangheta e della camorra. Cosa sappiamo della produzione dei pomodori, dei vini doc, delle arance? Questi tradizionali prodotti italiani sono spesso il frutto di lavoro nero, malpagato e ricattato.

Il libro che smonta uno dopo l`altro i pregiudizi e i luoghi comuni veicolati dalla retorica della "clandestinità", che smaschera quella "filiera lunga" dei prodotti agricoli meridionali fatta di passaggi inutili, mediazioni estorsive e caporalato, un`economia dell`assurdo i cui costi sono pagati dagli anelli più deboli della catena: i lavoratori stranieri e i consumatori finali. Un`inchiesta che vuole ristabilire la verità sulla situazione di lavoratori stretti tra uno Stato sempre più pressante e razzista e una criminalità organizzata violenta e feroce.

Esiste un lavoro sporco, materiale, antico che non vediamo e che rappresenta la base produttiva dell`agroalimentare italiano. Non vogliamo vederlo, perché praticato da una classe di lavoratori in condizione paraschiavile: gli stranieri, in particolare quelli senza documenti o con i documenti in scadenza. Troppo utili per essere cacciati via, ma non al punto da diventare cittadini titolari di diritti.

Da Castel Volturno a Foggia, da Rosarno a Cassibile i migranti lavorano in condizioni spaventose. Nelle situazioni più difficili, hanno dato prove di civiltà, con le rivolte antimafia in Campania ed in Calabria, dove hanno persino denunciato i loro aggressori. Ma la battaglia di civiltà dei lavoratori africani è stroncata sul nascere da quello stesso Stato che ha introdotto il reato di clandestinità e cancellato diritti elementari.

La retorica della "clandestinità" si regge su questi luoghi comuni:


1. sono criminali (sono invece vittime di violenza, specie nel lavoro domestico ed in quello agricolo);

2. portano malattie (invece si ammalano qui, per le spaventose condizioni in cui sono costretti a vivere);

3. i regolari sono quelli buoni, i clandestini cattivi (gli irregolari sono profughi denegati, i lavoratori con un contratto di lavoro scaduto, coloro a cui le Poste hanno spedito un permesso in ritardo; spesso i regolari sono quelli che hanno comprato un documento al mercato nero, o un falso visto turistico);

4. rubano il lavoro (invece sostengono interi settori dell`economia, per esempio quella del Meridione, le cui campagne sarebbero altrimenti abbandonate).

Chi non si è commosso per i palloni cuciti dai bambini asiatici, o per i diamanti africani sporchi di sangue? Ma cosa sappiamo di quanto accade nelle nostre campagne?

Tre proposte per uscirne

1. La regolarizzazione immediata di tutti i lavoratori impegnati in agricoltura, e la fine della farsa del decreto flussi.

2. Un marchio di qualità dei prodotti agricoli, che ne indichi con chiarezza la filiera e certifichi il rispetto dei diritti umani.

3. La prosecuzione dell`esperienza del giorno di sciopero simbolico di tutti gli immigrati, che mostri a tutti gli italiani l`importanza del lavoro degli stranieri e pretenda rispetto da media, imprenditori e politici.


Li chiamate

Voi li chiamate "clandestini`, perché così li chiama  il telegiornale. E confondete migranti e profughi, chi viene per migliorare la propria condizione economica e chi sfugge alle guerre, come quelle in Sudan, Somalia, Afghanistan e Iraq dove Italia e USA hanno un ruolo da protagonisti.

Voi esprimete diffidenza, condanna. Associate luoghi comuni mortali ad un`umanità senza volto, senza voce, ridotta da un "destino sgarbato` ad essere disprezzata ma necessaria, aggredita e vilipesa.

Noi vogliamo svelare il volto dell`emigrazione "dopo Lampedusa` che i telegiornali non raccontano, e che i politici preferiscono trasformare nella barbara e falsa retorica dell`invasione.

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Laura Galesi - Antonello Mangano, "Voi li chiamate clandestini - Come viene prodotto il cibo che state mangiando?", manifestolibri, Roma


*Comitato io non respingo: Amnesty International Pinerolo, Arci Pinerolo, ALPcub, Ass. per l'attuazione della Costituzione, Ass. Viottoli - Comunità di base, Caritas, CGIL Pinerolo, CISL Pinerolo, UIL Pinerolo, Concistoro della Chiesa Valdese di Pinerolo, Arci Stranamore, Arci FareNait Torre Pellice, Federazione della Sinistra, Gruppo Emergency Pinerolo, Gruppo Arcobaleno, Gruppo valore laicità, Legambiente Pinerolo, Partito Democratico, Libera presidio A. Montinaro, Sinistra Ecologia Libertà, Terre di Mezzo, Volontari Chiesa San Domenico