giovedì 22 settembre 2011

VAI OGGI NELLA VIGNA - COMMENTO ALLA LETTURA BIBLICA

Matteo 21,28-32 parabola dei due figli

(Mt 21,28-32) "Che ve ne pare? un uomo aveva due figli; rivoltosi al primo disse: Figlio, va' oggi a lavorare nella vigna. Ed egli rispose: Si, signore; ma non andò. Rivoltosi al secondo, gli disse lo stesso: Ed egli rispose: Non ne ho voglia; ma poi, pentitosi, ci andò. Chi dei due ha compiuto la volontà del Padre?". Dicono: "L'ultimo". E Gesù disse loro: "In verità vi dico: I pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio. E' venuto a voi Giovanni nella via della giustizia e non gli avete creduto; i pubblicani e le prostitute invece gli hanno creduto. Voi, al contrario, pur avendo visto queste cose, non vi siete nemmeno pentiti per credergli".
 
 
Il testo di questa parabola ci viene riportato con parecchie varianti, ma qui riporto il testo più solidamente documentato.
Perchè questi versetti non ci appaiano come il giochetto di due ragazzi irrispettosi verso il padre, occorre tenere presente l'intero capitolo del Vangelo, ciò che precede e ciò che segue.
 
 
      Il contesto polemico in cui è inserita questa parabola dei due figli dissimili (Matteo 21, 28-32) è ben evidente. Gesù, nei versetti che precedono, si trova a confronto con l'incredulità dei sommi sacerdoti e degli anziani del popolo (Matteo 21, 23-27). La parabola, che in Matteo è riferita a loro, non perderebbe nulla del suo vigore, anche se fosse "nata" in un ambiente diverso, cioè rivolta ai discepoli o alla gente.
     Il redattore, esaltando la fede di peccatori e prostitute rispetto ai sommi sacerdoti e agli anziani, nel versetto 32 ha espresso la punta più alta della sua rovente accusa contro le autorità giudaiche.
 
 
PENTITOSI
 
La parabola ci è narrata in modo da far risaltare la contrapposizione tra i due figli e anche la contraddizione tra ciò che si dice e ciò che si fa. Il primo dice di no, ma poi cambia atteggiamento e va. Il secondo dice di si, ma poi non va nella vigna.
Due frasi simmetriche, ma con una variante sostanziale che interrompe il ritmo della prima: "dopo averci ripensato", "pentitosi".
Il primo figlio, quello del no, si caratterizza per questo particolare che viene menzionato con grande rilievo anche letterario: ci ripensa.
Così un no iniziale si trasforma in un sì mentre un sì iniziale , si trasforma di fatto in un no.
Sembra che proprio questo ripensamento occupi un posto centrale nella parabola e apra la via ad un profondo movimento interiore.
 
      DAI NO AL SI'
                 Dunque, si può passare da un no ad un sì!
Non debbo considerare i "no" miei e di altre persone come posizioni immodificabili, come catene indistruttibili. Nella prassi del Regno di Dio, esiste la possibilità di "ripensare", di andare oltre i nostri no, di liberarci dalla prigionia dei nostri rifiuti. La strada è aperta.
     Dio ci chiama oggi, attraverso la voce di Gesù, a lavorare nella sua vigna. Dio non condanna coloro che fanno fatica a credere, che esitano, che hanno paura di dire di sì: "Queste esitazioni, queste resistenze sono umane, soprattutto davanti ad un appello che disturba e che costa; è normale domandarsi se ne valga la pena......
E' dunque permesso non credere subito, non impegnarsi immediatamente, avere paura....... L'essenziale è non far tacere l'appello" (Robert Grimm).
 
   OGGI VAI NELLA VIGNA
        Questa piccola parola "oggi" va messa nella dovuta evidenza: "Noi ascoltiamo la parabola oggi, qui ed ora: essa ci raggiunge là dove siamo; fa irruzione nella nostra vita questo "oggi", come se tutto il resto fosse cancellato: quel passato che è appunto fatto di esitazioni, rinnegamenti, compromessi e peccati............ che alimentano i nostri sensi di colpa" (R. Grimm).
        Dio è Colui che ricomincia sempre con noi: "Se mi hai detto mille no nel tempo passato, ebbene oggi puoi dirmi di sì. Io non sono un Dio contabile, ma il Dio che chiama oggi".
         Sovente il pesante zainetto dei nostri no del passato non ci permette di gustare questo dolcissimo invito, questa breve parola liberatoria e promettente: "Và oggi nella mia vigna a lavorare".
Molto spesso non ci perdoniamo i nostri no e così il nostro cammino è bloccato. Rimaniamo prigionieri dei nostri errori.
 
  DAI SI' AL NO
       Ma in questa parabola c'è anche un chiaro monito a chi dice di sì a cuor leggero e poi lo trasforma in un "no" nei fatti. Nessuno può riposare sugli allori; se il "sì" non viene concretizzato può tradursi in un no.
Ogni giorno mi è chiesto di decidere, di rispondere. Non posso farmi bello dei "sì" di un tempo. Tutto dipende dal fatto che io oggi vada o non vada a lavorare nella vigna.
 
E non basta essere forte di un gruppo o di una comunità cristiana per essere lavoratori della vigna. Qui il "lavorare" va assunto in tutte le dimensioni della responsabilità civica ed ecclesiale.
 
O Dio, Ti prego
      Signore che cammini con noi, grazie della bontà con cui mi aspetti oggi nella Tua vigna.
Tu sei quel meraviglioso "padrone ingiusto" che non conteggia le ore (Matteo 20, 1-16). Tu conosci quante volte ho detto "ni", quante volte ho esitato. La Tua chiamata percorre anche il mio oggi, aldilà dei miei no di ieri e delle mie incertezze di domani.