venerdì 26 giugno 2015

“Come 50 anni fa: per gli afroamericani la storia si ripete”

«Lo avevano accolto fra loro. L'assassino era stato il benvenuto in quella chiesa. Accoglienza e odio si sono sfiorati. Ecco perché il massacro di Charleston mi ricorda fatti accaduti 50 anni fa, ai tempi della battaglia per i diritti civili...". Isabel Wilkerson, che nel 1994 fu la prima reporter nera a vincere il Pulitzer, è la storica che nel suo "Al calore di soli lontani" ha raccontato la grande immigrazione degli afroamericani che fuggirono dal Sud per cercare riscatto al Nord. "La storia, per noi neri, non fa che ripetersi...".
E' stata profanata una chiesa: era già accaduto?
«Sì, con le bombe del Ku Klux Klan alla 16th Street Baptist Church di Birgmingham, Alabama, dove morirono quattro bambine. Era il 1963, l'apice della lotta per i diritti civili. Accadde una domenica, nelle ore quiete di una funzione religiosa: proprio come a Charleston".
E' stata attaccata una delle chiese afroamericane più antiche d'America. Si è voluto colpire un simbolo?
«Ne sono certa: il killer era consapevole della sua importanza, l'ha scelta di proposito».
Perché è così importante?
«La sua storia è legata ai movimenti per abolire la schiavitù. Fra i fondatori c'era Denmark Vasey, ex schiavo che era riuscito a riscattare la sua libertà ma non quella della sua famiglia: così studiò un piano per attaccare la piantagione e liberare gli schiavi. Una spia lo tradì: fu ucciso insieme ai compagni, un avvertimento a coloro che sognavano di liberare i neri. La chiesa venne incendiata. Ma risorse... »
La scia di sangue arriva fino a oggi: riesploderà la rabbia dei neri?
«La prima risposta della comunità è stata riunirsi a pregare. Ho ammirato il sindaco, un bianco progressista, che ha immediatamente parlato di crimine d'odio. Lo stesso ha fatto il capo della polizia. Una cosa niente affatto scontata in America oggi. Ma certo la gente è stanca. La lista dei morti è sterminata. Nessuno fa i conti con la storia, con un sistema non scritto di caste che ancora esiste in questo paese... ».
Com'è possibile tutto questo mentre alla Casa Bianca c'è un presidente nero?
«Una persona sola non può cambiare il cuore di tanti. E d'altronde l'ostilità che lui sta sperimentando è un riflesso di quel che accade: la verità è che quelli che ancora non accettano i neri come uguali sono tanti, troppi».
Anna Lombardi

(la Repubblica 19 giugno)