domenica 4 dicembre 2016

Le frasi shock di Laura e Leonardo “Per te uccido anche i miei figli”

SARONNO. «L'omicidio farmacologico è l'omicidio perfetto» spiegava al figlio di 11 anni l'Infermiera Killer. Ne andava molto fiera. Rivendicava il marchio di fabbrica. ai nostri sono omicidi perfetti».
L'anziana madre che «rompeva» e, una volta stroncata coi farmaci, non si poteva «dare in pasto ai maiali» né gettare «nell'umido»: «troppo grossa». E infatti l'hanno cremata. E il marito Massimo Guerra, padre del bambino, uguale. Immaginate perché la scelta della cremazione: per non lasciare tracce. E poi gli altri tre malati terminali ai quali Laura Taroni, assieme al suo amante, Leonardo Cazzaniga, il Dottor Morte, accorciava la vita per sentirsi potente come una dea del male. Una pronta a far fuori persino i figli. «Se vuoi uccido anche i bambini, per te posso fare questo», dice un giorno con voce innamorata a quel viceprimario anestesista per il quale avrebbe sacrificato le sue creature. «No, loro no», replica lui. Loro no, gli altri sì. Gli altri li avevano già sistemati.
Li chiamava "angeli", i suoi figli, Laura Taroni. "L'angelo blu" e "l'angelo rosso". "L'angelo blu" - racconta un investigatore - l'undicenne, era cresciuto a pane e farmaci. Non farmaci somministrati. Farmaci "raccontati". Quelli che la madre infermiera si vantava di iniettare agli anziani pazienti per mandarli in cielo prima del loro tempo. Ne parlava sempre, un'ossessione. Per questo "l'angelo blu" si era appassionato al tema. «Non sai quanto le nostre menti omicide messe insieme siano così geniali», arriva a dire un giorno alla madre, intercettato dai carabinieri. Povero. Potenziale vittima e potenziale complice. Ma la Taroni il figlio lo tiene a bada. «Tua nonna non è possibile». Nel senso: farla sparire così, dopo averla ammazzata. Cosa che peraltro era già successa e sempre per mano dell'Infermiera. L'anziana Maria Rita Clerici, nelle parole della figlia presunta assassina, è solo un ingombro fisico. Un masso da eliminare e spostare. Come la zia Gabriella, odiata pure lei. «Cosa avresti fatto - chiede al figlio - Le avresti fatte sparire così? Non è così semplice, sono grosse! L'umido da noi passa solo una volta a settimana... Non abbiamo più neanche i maiali». L'azienda agricola è quella della famiglia del marito, a Lomazzo. L'uomo al quale, con l'amante, avevano diagnosticato un falso diabete avanzato: la scusa per gonfiarlo di farmaci fino alla morte. L'aldilà, il ben servito, un'altra medaglia al sadismo. «A tua nonna e a tua zia non è semplice - ammoniva l'Infermiera Killer rivolta al più grande dei due figli (l'altro ha 9 anni, frequentano le scuole elementari, il Tribunale per i Minori li ha affidati a una struttura protetta) - A meno che non gli fai tagliare i fili dei freni a tua zia... gli tiri l'olio dei freni».
Troppo piccolo, però, "l'angelo blu", per dare ordini alla morte. "Non sei abbastanza grande per poter...». Mica come 1'amante di Laura, il suo maestro di iniezioni letali. Il Leonardo Cazzaniga che con un collega, in corsia, un giorno, è andato giù piatto: Io sono l'angelo della morte». Gli angeli. Un girone infernale popolato di "angeli". Angeli e demoni. Ecco perché Leonardo e Laura sembrano usciti dalla "setta degli illuminati" del thrillerone planetario di Dan Brown. Al posto delle mura vaticane e delle chiese di Roma, il pronto soccorso dell'ospedale di Saronno. Coi suoi lettini e, forse, i suoi silenzi durati troppo a lungo. Era questo il luogo degli «omicidi perfetti». La morte silenziosa, via endovena. Il delitto farmacologico di cui Cazzaniga e Taroni  - la coppia delle fiale», come ha riferito un testimone - erano diventati profeti. Sicurissimi delle loro azioni. Affatto preoccupati anche quando sanno che i carabinieri gli stanno addosso e hanno acquisito le cartelle cliniche di quegli anziani spinti dall'altra parte a botte di morfina e anestetici  bomba. «Se non trovano le prove non possono fare niente», la tranquillizza lui al telefono. È 1'inizio del 2015: sono passati due anni dall'ultima vittima. «Non possono raccogliere niente, è impossibile». L'anestesista che va matto per i poeti greci. Si sente onnipotente, invincibile. La vita e la morte sono roba sua.
Ma perché è così sicuro di farla franca? La cremazione, certo. Il marito di lei l'hanno cremato, la madre anche. Il filo più robusto che ha portato i carabinieri sulle tracce dell'"Angelo" e della sua amante sta proprio lì, nei familiari della donna. Morti a Saronno, morti non si capisce bene perché e comunque - questo è un dato sicuro - con uno strettissimo rapporto tra decesso e dosi di farmaci somministrate. Sciolto quel filo, pensa Cazzaniga, ormai è fatta. Spiega al telefono alla sua amata infermiera complice: «Tanto che cosa trovano, scusa? I corpi non ci sono. Se non c'è il corpo non c'è l'esame. Se non c'è l'esame non possono dimostrare nulla». No autopsia, no colpe. La "setta degli Illuminati" in camice bianco.
Paolo Berizzi

(la Repubblica 30 novembre)