La
Bibbia nasce come parola dell'uomo che dice Dio, in quanto sente urgere
dentro di sé l'interrogativo sull'origine della propria esistenza e
dell'esistenza di quanto lo circonda e gli consente di vivere. Nasce
come espressione del bisogno dell'uomo, interpellato dal mistero del suo
nascere e del suo morire, colpito dalla meraviglia per la bellezza e
l'orrore di quanto sente e vede nel mondo, di cogliere il senso di tutto
ciò. Nasce dal fatto che egli lo condivide come nascosta presenza di
una sorgente di vita che tutto trascende, nell'ordine del tempo, dello
spazio e in quello del potere. Presenza che gli chiama El (Dio),
Elohim(Dei) , JHWH, o con altri nomi ancora e che percepisce nel suo
pensiero e nel suo operare, non però in quanto frutto del proprio sforzo
di capire e di fare ma come messaggio e stimolo che da oltre gli viene,
proprio come la vita e la morte, qualificandosi dunque come
rivelazione. Nasce, infine, via via, portando con sé le caratteristiche
del contesto sociale, culturale, etico ed esistenziale di colui e di
coloro che la percorrono, la compongono e l' interpretano.
Aldo Bodrato
da Tempi di fraternità numero 1 gennaio 2009