lunedì 30 marzo 2020

La pagina della BIBBIA
LA SAPIENZA EVANGELICA


Dobbiamo far nascere la novità che è sotto i nostri occhi. Il Signore ci dice: «Guardate l'albero, quando mette le gemme vuol dire che l'estate è vicina». Le gemme sono tante! Ma bisogna guardarle senza complicità - è questo il difficile, è questa la nostra ascetica radicale - con il multiforme spirito di potenza, che si camuffa anche nell'entusiasmo per le novità. Il distacco è la segreta garanzia del fervore perché un fervore appassionato veicola nuove forme di appropriazione. Ci sono molti che amano tutte le novità ma semplicemente perché mettono il piede nella nuova occasione che si apre, senza distacco. Rimarranno delusi. Credevano di over toccato la terra promessa ed era semplicemente un isolotto sperduto. Dobbiamo vivere questo approccio alla novità con distacco: è la sapienza evangelica. Non vi lasciate suggestionare, non date ascolto a chi dice: io sono il Cristo, non andate a vedere le madonne o i santi, i miracoli che ci sono qua e là perché in quei luoghi non c'è nessuno. Dio nasce nelle cose vive non nei templi morti, non nelle statue, non nei crocifissi dove si è come certificata la nostra cupidigia dell'assoluto.

Noi dobbiamo vedere Dio nella freschezza fragile del mattino e quindi, attorno a noi, nelle persone, nelle vicende familiari, nel bambino che nasce, in due che si amano, in due popoli che si incontrano, nelle dittature che cadono. Tutto questo è il Dio che nasce, il regno di Dio che viene. Tutto questo dobbiamo farlo con perseveranza. La parola che mi è rimasta aggrappata all'anima è questa. Non dobbiamo scoraggiarci, ma nemmeno troppo esaltarci quando le cose vanno secondo le nostre aspettative. In questo momento ci collochiamo in tutti i luoghi del crollo del mondo. Sentiamo che il Maestro ci ha detto cose vere; ci sono terremoti, giudizi, tribunali iniqui, uccisioni che sono il segno che il mondo del potere è maledetto, è condannato, finisce perché su di esso è l'ira di Dio ed è l'ira dell'uomo. Non dobbiamo lasciarci sgomentare. Ma insieme godiamo, perché, nonostante tutto, il nuovo regno comincia; il regno di Dio è già tra noi e noi gli diamo un nome, collocazioni geografiche, simboli laici. Tutto questo serve a cogliere questo processo di Dio. Poi certo su di noi si stende la minaccia di cui ci parlano gli scienziati, ma dobbiamo anche ricordarci che questa minaccia non è nata dal fato, è nata anch'essa dalla volontà di potenza. Abbiamo voluto creare un mondo vorace, dedito al consumo e la natura che ci muore sotto gli occhi ci avverte che questa è una via pazza, è una follia. Questo il Vangelo già lo diceva. Una vita vissuta con povertà - senza dare alla parola nessuna accezione ascetica - impostata più sull'essere che sull'avere - tanto per rifarmi ad una endiadi tanto di moda in questi ultimi anni - non avrebbe portato ai disastri che invece abbiamo. È l'uomo abbandonato alla volontà di potenza che distrugge la terra. Tutti i segnali convergono nell'ammonirci sulla necessità di recuperare questa sapienza della fine e del principio.
Ernesto Balducci

(da Qualevita, febbraio 2020)