L'Ue rinuncia alla sua anima col nuovo patto sui migranti
MASO NOTARIANNI giornalista attivista
Domani 22/5
Nei
giorni scorsi circa ottomila persone(tra i quali oltre mille
minorenni)hanno attraversato l'anomalo confine di Ceuta tra Marocco e
Spagna.
Anomalo perché è in territorio africano, eredità delle colonie.
Anomalo
perché difeso da muri, reticolati stesi in terra e in acqua che
dovrebbero impedire il passaggio migranti verso l'Europa. Due chilometri
di mare fatti a nuoto ,qualcuno aggrappato a materassini fatti con
bottiglie legate insieme per riuscire a stare a galla, per poi arrivare
su una spiaggia dove dopo aver preso un sacco di botte, seimila di loro
sono stati ricacciati indietro.
Espulsi dal territorio europeo senza che
venisse loro permesso di farsi riconoscere, di poter chiedere lo status
di rifugiato. La più grande deportazione forzata della storia europea
del dopoguerra, in barba all'obbligo che tutti gli stati hanno di
rispettare il diritto d'asilo.
Ancora morti e feriti in nome della
presunta difesa della nostra sicurezza.
Come
la Libia e la Turchia, anche il Marocco utilizza la sua frontiera per
giochi politici ed economici: quando l'Europa elargisce danaro,
questi
paesi accettano di fare il lavoro sporco e di trasformarsi in posto di
frontiera per delega. Quando qualche cosa va storto, nel caso di Ceuta.
Una ritorsione contro la decisione della Spagna di ricoverare in
ospedale il leader degli autonomisti del Sahara occidentale, questi paesi
allargano le maglie utilizzando la vita di esseri umani come strumenti
di pressione. Spagna, Italia e Grecia sono la brutta faccia di una Europa
che cancella le sue tradizioni democratiche progressiste, indifferente
alle sorti donne, uomini e di bambini che vengono lasciati morire in
mare, oche vengono rinchiusi campi di concentramento dove
torture, stupri, schiavismo sono all'ordine del giorno, delegando ad
altri, profumatamente ricompensati, le violazioni di diritti che se
praticate in patria sarebbero inaccettabili. «Le migrazioni sono un
fenomeno complesso e il sistema attuale non funziona», ha detto la
presidente della Commissione europea Von der Leyen.
Non
funziona perché le migrazioni sono un fenomeno insito nella natura
umana, non arrestabile oggi più che ieri perché lo squilibrio tra paesi
poveri e paesi ricchi è mostruosamente grande le vie di comunicazione
sempre più estese.
E perché oggi più che ieri decide di affrontare il
lungo viaggio non ha nulla da perdere e, pur consapevole di rischiare la
vita, sceglie di provarci semplicemente perché non ha alternative.
A
queste persone, ciascuna con un nome una storia sempre drammatica di miseria, di persecuzione o di guerra, la culla della civiltà continua a
rispondere con ferocia e barbarie. Si sta costruendo in questi giorni il
nuovo Patto europeo per l'immigrazione e l'asilo. Un nome che
all'apparenza promette bene, ma che nella sostanza ripropone, con un
ulteriore importante aumento aiuti a quei paesi che si sporcano le mani
al posto nostro come la Libia, il Marocco, la Turchia e la Bosnia, le
politiche peggiori un continente, il nostro, che ha scelto di rinunciare
alla sua migliore storia e alla sua migliore cultura.