sabato 12 novembre 2022

UN VESCOVO DA DESTITUIRE

 Laici contro il vescovo di Sanremo

"Ha dimenticato Concilio e Costituzione italiana"


Un centinaio di fedeli del Ponente ligure ha scritto una lettera aperta di protesta contro il vescovo di Ventimiglia-Sanremo mons. Antonio Suetta che, in un'intervista rilasciata a diversi mezzi di informazione, commentando il risultato elettorale, ha parlato dell'avvento, con Giorgia Meloni, di un "umanesimo cristiano". Di seguito il testo della lettera.

Mons. Suetta abbiamo tutti letto (del resto questo era il suo obiettivo) il suo intervento riportato da un famoso quotidiano nazionale le cui domande mostrano già una chiara posizione di parte. Le sue affermazioni hanno sorpreso e sconcertato non soltanto il mondo "laico' che lei tanto avversa, ma soprattutto (e questo dovrebbe starle a cuore) quel laicato cattolico che vive con fatica e impegno le straordinarie e profetiche intuizioni del Concilio Vaticano II di cui si celebra in questo periodo la ricorrenza. Un laicato che ha cuore la Chiesa e vuole qui esprimerle il proprio profondo disagio. Se il cittadino Antonio Suetta si fosse fermato all'analisi del voto auspicando i vantaggi di una possibile futura stabilità, perché no. Affermazioni di buon senso di un cittadino italiano che ha cuore la propria nazione. Un cittadino che magari sceglie di confrontarsi con chi non la pensa esattamente come lui.

Dal punto di vista di un vescovo il suo pensiero sulla figura e le scelte di Giorgia Meloni ci ha lasciato davvero perplessi sia nel metodo che nel merito. La sua manifesta soddisfazione deriverebbe dal fatto che quel voto (il 26% per Fratelli d'Italia? Il 44% per la coalizione di destra-centro?) avrebbe fatto emergere «una sensibilità caratterizzante il nostro popolo e la nostra storia, segnati da una tradizione di umanesimo cristiano»: ma davvero lei, "da vescovo" ritiene che una leader sovranista e antieuropeista (povero De Gasperi.) e che vuole chiudere i porti e affondare le navi che portano assistenza ai migranti incarni «l'umanesimo cristiano» e sia in sintonia con il Magistero? Da "pastore" interpreta questo voto come un risveglio di «autentica civiltà politica» e, oltre a descrivere genericamente la sinistra come una sorta di male assoluto, nemmeno troppo velatamente attacca l'Europa e il suo presunto «pensiero unico» e consente che si denigrino pastori e movimenti che si discostano dal suo pensiero (sarebbe facile contrapporre al suo discorso l’intervento del card. Zuppi). Chissà perché ci si immaginava un pastore che unisce tutti («si è vescovi per il gregge» dice papa Francesco) e non solo i fedelissimi escludendo gli altri. Un pastore si occupa della dottrina, certo, ma ascolta e si confronta con il suo popolo, tutto il suo popolo (e non si limita a sentenziare attraverso i media), si fa consigliare dagli organismi pastorali, progetta piani condivisi che creino quel legame auspicato dal Concilio fra Chiesa e mondo contemporaneo, atteggiamento che non è necessariamente relativistico, ma che è fondamentale per evitare l’arroccamento (atteggiamento opposto alle indicazioni del Sinodo della Chiesa italiana!).

Due esempi fra molti che hanno creato malcontento e disagio. Anche e soprattutto fra chi si sente Chiesa e che auspica una Chiesa sinodale che sa camminare unita nonostante le differenze. Pensiamo che denigrare indirettamente la scuola pubblica considerandola non un luogo di formazione ma di perdizione e costruendo dei percorsi di educazione parentale ad hoc, non solo demolisce un sistema educativo ma offende i molti credenti che con impegno vivono in quel contesto la propria vocazione laicale. Ci aspettiamo che un Pastore esprima pubblicamente la sua gioia e la sua soddisfazione per la partecipazione di migliaia di giovani ad un incontro con il Papa e che non si limiti soltanto a lamentarsi del fatto che all'interno di quella straordinaria giornata di riflessione, gioia e preghiera, per due minuti farà capolino il cantante Blanco

Per finire alcune domande dirette: cosa pensa "da vescovo", "da pastore" dei cattolici che con tutte le loro imperfezioni cercano di vivere l’impegno politico e nel mondo del volontariato, magari non riconoscendo nella destra quel «risveglio di civiltà» che lei profeticamente vede ed esalta? Cosa pensa di fascismo antifascismo non essendo il primo mai stato sconfessato da buona parte dei militanti di Fratelli d'Italia? «Dio, patria e famiglia» possono essere valori importanti se considerati in modo disgiunto e declinati laicamente in politica, ciascuno per sé: insieme generano un timore che si stiano facendo passi indietro rispetto ai valori democratici su cui si fonda la nostra Costituzione (scritta con il sangue e la competenza di illustri cattolici). A quelli ci vorremmo attenere da credenti italiani. I nostri più sinceri e fraterni saluti, con l’auspicio che questa lettera possa aprire spazi di discussione all'interno del laicato e della Chiesa locale, proprio mentre ci si appresta a celebrare solennemente il sessantesimo anniversario dell'apertura del Concilio Ecumenico Vaticano II.


Adista 22 ottobre