Israele sogna la grande espulsione
Internazionale del 17/02/2023
Amira Hass
L’attuale
governo israeliano è pericoloso per molti ebrei, anche per quelli che
lo hanno votato. Ma prima di tutto è pericoloso per i palestinesi su
entrambi i lati della linea verde, cioè i confini segnati prima della
guerra dei sei giorni del 1967. Potrebbe attuare diversi piani di
espulsione che i suoi ministri più influenti – quello delle finanze
Bezalel Smotrich e quello della sicurezza nazionale Itamar Ben Gvir –
hanno sostenuto apertamente.
Non si accontentano di ciò che hanno fatto i
precedenti governi del Partito laburista e del Likud, imponendo ai
palestinesi il divieto di costruire e concentrandoli nell’Area A della
Cisgiordania, inviandoli alla colonia penale di Gaza e revocandogli lo
status di residenza.
Vogliono la grande espulsione, fuori dei confini
del grande Israele (che comprende anche i territori palestinesi), per
questo è necessario creare caos sul piano politico-militare. In altre
parole, ci vuole una guerra. Durante una guerra sarà più facile ripetere
la nakba(“catastrofe” in arabo), la creazione dello stato ebraico del 1948, con l’esclusione di centinaia di migliaia di palestinesi.
Se
l'espulsione di massa ci sembra fantascienza, ricordiamoci che fino a
poco tempo fa anche parlare di un attacco alla democrazia israeliana a
suon di leggi ci sembrava inverosimile. Dopotutto l'espulsione dei
palestinesi dalla loro terra è diventata parte dell'ideologia israeliana
molto prima che i ministri agissero per indebolire la corte suprema,
che da parte sua non ha mai contrastato l'espropriazione e la
discriminazione degli arabi.
Già prima della
sua fondazione, lo Stato di Israele considerava i palestinesi
un'eccedenza non necessaria, da ignorare nel migliore dei casi e da
eliminare nel peggiore.
Il pericolo di espulsione è concreto, perché la maggior parte degli
israeliani che manifestano contro il governo è convinta che finora
Israele sia stata una democrazia.
Questi manifestanti non vedevano e
ancora oggi non vedono che la loro democrazia per soli ebrei è stata una
giunta militare per i palestinesi. La dittatura di cui parlano è già in
atto da sessant'anni. A mantenerla non sono solo i cittadini israeliani
ebrei e drusi, ma anche gli ebrei della diaspora che la sostengono
emotivamente e finanziariamente, e anche l'occidente, che la tratta con
infinita tolleranza.
Il regime militare israeliano in vigore nei territori occupati è
insieme parlamento, governo, tribunale, carceriere e boia dei
palestinesi. Non c'è mancanza di separazione dei poteri più evidente di
questa. Israele controlla una popolazione conquistata, la priva dei
diritti e, già da prima dell'invenzione delle fake news, sostiene che tutto questo sia legale.
Generazioni
di israeliani, compresa la maggior parte dei manifestanti che scendono
in piazza oggi, sono state addomesticate a considerare le espulsioni dei
palestinesi una cosa naturale.
I
residenti di Masafer Yatta, vicino a Hebron, in Cisgiordania, e il loro
recente sfratto, approvato dalla corte suprema, non gli interessano.
La comunità lgbt renderà difficile l'approvazione di leggi omofobe.
L'emarginazione delle donne nella società susciterà un'opposizione
maggiore di quanto il partito di estrema destra Noam (che fa parte della
coalizione di governo) possa prevedere. I danni provocati dalle
politiche del governo israeliano per gli anziani, i malati, i lavoratori
dipendenti e gli studenti getteranno sgomento anche tra gli
ultraortodossi di Shas e gli elettori conservatori del Likud, il
partito di Benjamin Netanyahu. Ma il male più grave, quello inflitto ai
palestinesi, può contare alla knesset su una maggioranza più
ampia di quella che sostiene il governo. I deputati laburisti Naama
Lazimi e Gilad Kariv, un tempo considerati la speranza progressista,
hanno già dimostrato che la discriminazione dei palestinesi porta
copnsensi. Hanno votato in certi casi con la maggioranza per consentire
la revoca della cittadinanza ai palestinesi israeliani. Si aggrappano a
delle scuse per sostenere altre misure di espulsione. Loro, i loro
elettori e i sostenitori della destra "moderata" di Benny Gantz, Gideon
Saar e Avigdor Lieberman non si sdraieranno sotto le ruote dei camion
per evitare l'incubo che la destra dei coloni sta creando.
Questa non è una profezia.
E' vietato predire su un disastro provocato
dall'uomo come se fosse un luogo che esiste nello spazio e nel tempo.
Questo è un avvertimento, un allarme, un grido di soccorso.