sabato 25 febbraio 2023

LA TRANSIZIONE ECOLOGICA ANCORA MOLTO MOLTO LONTANA

 Il petrolio rende come non mai

Internazionale - 20/02/2023

Le Monde, Francia
Il petrolio non è mai stato così redditizio. Le multinazionali del settore hanno annunciato guadagni senza precedenti: nel 2022 hanno realizzato più di 200 miliardi di euro di profitti sfruttando la crisi energetica, una cifra indecente se si considerano le difficoltà che famiglie e aziende devono affrontare a causa dell’inflazione. La legittimità di questi guadagni è ancora più discutibile perché non dipendono da particolari meriti, ma dall’aumento del prezzo dell’oro nero.
   Il 10 febbraio la Russia ha annunciato che ridurrà la produzione di greggio del 5% in risposta alle sanzioni occidentali. Questa decisione, insieme alla ripresa dell'economia cinese dopo l'abbandono della strategia "zero COVID" e al miglioramento delle previsioni sulla crescita mondiale, contribuirà a mantenere alto il prezzo del petrolio e ad alimentare i guadagni astronomici delle aziende energetiche.
   Gli appelli a tassare gli extraprofitti sono stati ascoltati, anche se i contributi eccezionali decisi a livello europeo sono insufficienti. Ma il vero problema è la politica di remunerazione degli azionisti e in particolare il meccanismo del riacquisto delle azioni, con cui le aziende ricomprano i propri titoli sul mercato per poi annullarli. Ridurre il numero di azioni in circolazione permette di aumentare l'utile per ognuna di esse, e questo altera il corso della borsa. La statunitense Chevron ha annunciato un piano di riacquisto da 75 miliardi di dollari, mentre quello della ExxonMobil ammonta a 35 miliardi. La Total ha versato agli azionisti circa il 40% dei suoi utili.
   Le aziende si giustificano dicendo che mancano opportunità di investimento che abbiano un rendimento superiore al costo del capitale. Non avendo niente di meglio da fare con i loro profitti, insomma, le multinazionali preferiscono versare i guadagni extra agli azionisti. Questo calcolo a breve termine è difficilmente giustificabile in un momento in cui tutte le risorse disponibili dovrebbero essere destinate alla transizione ecologica. E' indispensabile convincere le aziende a partecipare a questo sforzo.
   Gli investimenti delle compagnie petrolifere nella decarbonizzazione sono ancora assolutamente insufficienti. Prendere di mira i loro profitti non aiuterà la lotta al cambiamento climatico. Piuttosto bisogna spingerle a spendere questa fortuna nella transizione ecologica e far capire ai dirigenti e agli azionisti che alimentare le rendite petrolifere porta a un vicolo cieco.