DAGLI USA RIARMO BIPARTISAN DI UCRAINA E ISRAELE
DEMOCRATICI E REPUBBLICANI SBLOCCANO I FONDI
60 miliardi a
Kiev, 26 a Tel Aviv. E anche 8 a Taiwan. Il "progressista" Ted Lieu:
«L’America è tornata». Manovra divisa in 4 per superare i veti incrociati.
Nuove sanzioni a Iran, Cina e Russia. Chiusa così ogni possibilità di
mediazione per la pace
UNA RARA COALIZIONE di democratici e repubblicani
ha votato a stragrande maggioranza a favore della legge sugli stanziamenti
supplementari per la sicurezza dell’Ucraina con un voto di 311 a 111. Per
arrivare a questo risultato che allontana ogni spiraglio di mediazione nella
guerra che infiamma l’Europa lo speaker repubblicano della Camera, Mike Johnson
ha diviso la manovra in quattro distinti disegni di legge.
Le misure riguardano l’Ucraina (60 miliardi di dollari), Israele (26, di cui 9
per aiuti umanitari) e Taiwan (8 miliardi). Il quarto mira a bandire TikTok se
l’app cinese non verrà venduta, a utilizzare gli asset russi congelati e
imporre nuove sanzioni a Iran, Cina e Russia.
SOLITAMENTE i quattro disegni di legge sarebbero stati raggruppati
in uno solo, ma questo frazionamento è servito a Johnson per superare
un’impasse che da ottobre teneva in ostaggio il pacchetto di aiuti destinati
all’Ucraina mentre Zelensky pressava Washington ripetendo che i soldati non
potevano più attendere la burocrazia occidentale e che la Nato doveva
dimostrare «se siamo davvero alleati». La situazione in Ucraina «è al limite»,
ha detto il presidente ucraino al segretario della Nato.
Per mesi i repubblicani hanno continuato sul da farsi, prima chiedendo che
qualsiasi aiuto venisse legato a cambiamenti delle politiche per la gestione
dei migranti e del confine fra Usa e Messico, per poi rifiutare un’offerta
bipartisan del Senato proprio su questo punto, facendo naufragare la manovra.
Con questa mossa, che divide il pacchetto in quattro sezioni singole, Johnson è
riuscito a superare l’opposizione dell’ala più a destra del Gop guidata dalla
trumpiana Marjorie Taylor Greene, e ha superato un primo voto procedurale con
316 sì e 94 no, dove, paradossalmente a votare a favore sono stati più i
democratici, 165, che i repubblicani (151). E poi il voto finale, mentre i
democratici applaudivano e sventolavano la bandiera ucraina. «L’unica cosa che
ha tenuto a bada i terroristi e i tiranni è la percezione di un’America forte –
ha detto Johnson -, questo è un messaggio molto importante che invieremo a
tutto il mondo».
IL PACCHETTO DA 61 MILIARDI di
dollari per l’Ucraina e i partner regionali passato alla Camera contiene più o
meno la cifra inclusa nel disegno di legge del Senato. Di questo totale, circa
23 miliardi di dollari verrebbero utilizzati per ricostituire stock di armi,
scorte e strutture statunitensi. Oltre 11 miliardi finanzierebbero le attuali
operazioni militari Usa nella regione. Quasi 14 miliardi di dollari inclusi nel
disegno di legge aiuterebbero l’Ucraina ad acquistare armamenti avanzati e
attrezzature di difesa. «L’America è tornata», ha scritto su X il deputato
progressista Ted Lieu.
È passato con un ampio margine anche il pacchetto “H.R. 8034” da 26,4 miliardi
di dollari sugli aiuti a Israele: 366 voti a 58. A favore di questo disegno di
legge hanno votato più repubblicani che democratici per i quali la questione
del sostegno ad Israele rappresenta un problema con la base del partito, sempre
meno favorevole ad armare Israele e sempre più preoccupato per la situazione in
Palestina: anche mentre la Camera votava fuori il Congresso si svolgevano
manifestazioni a sostegno della Palestina.
CON QUESTO VOTO si apre un a nuova corsa al riarmo per
tutte le regioni attraversate dai conflitti, e si prefigura un’estate che non
sarà segnata solo dalla campagna elettorale, ma anche da un nuovo è più netto
coinvolgimento degli Stati Uniti nelle guerre che insanguinano Europa e Medio
Oriente.
Marina
Catucci (da “Il Manifesto” di domenica 21/4/24, p.9)