venerdì 30 agosto 2024

"I negoziati senza fine non fanno che aggravare la guerra"

Appello dei Patriarchi di Gerusalemme


Il 26 agosto Patriarchi e i Capi delle Chiese di Gerusalemme hanno diramato un appello «sull’urgente necessità di concludere le presente guerra e passare sulla ricerca di morte e distruzione alla promozione della vita e della pace» nella Terra santa. Di seguito il testo (in una nostra traduzione dall'inglese).

Beati quelli che si adoperano per la pace, perché saranno chiamati figli di Dio.Matteo 5,9

Mentre ci avviciniamo rapidamente al dodicesimo mese dell'attuale devastante guerra, noi, Patriarchi e Capi delle Chiese di Gerusalemme, ci sentiamo in dovere di esprimere ancora una volta le nostre gravi preoccupazioni sulla sua direzione. Infatti, nonostante i ripetuti appelli alla riduzione della violenza da parte nostra e della comunità internazionale, la situazione nella nostra amata Città Santa ha continuato a peggiorare.

Milioni di rifugiati rimangono sfollati, le loro case sono inaccessibili, distrutte o irrecuperabili. Centinaia di innocenti vengono uccisi o gravemente feriti ogni settimana da attacchi indiscriminati. Innumerevoli altri continuano a soffrire per fame, sete e malattie infettive. Tra questi ci sono quelli che languono in cattività da tutte le parti, che devono inoltre affrontare il rischio di maltrattamenti da parte dei loro carcerieri. Altri ancora, lontani dai campi di battaglia, hanno subìto attacchi incontrollati contro i loro villaggi, pascoli e terreni agricoli.

In tutto questo, i negoziati per il cessate il fuoco si sono trascinati in modo interminabile, con i leader delle parti in conflitto apparentemente più interessati a considerazioni politiche che a porre fine alla ricerca di morte e distruzione. Questi ripetuti ritardi, insieme ad altri atti provocatori, sono serviti solo ad aumentare le tensioni fino al punto che ci troviamo sull'orlo di una vera e propria guerra regionale.

Alla luce di questi allarmanti sviluppi, noi, Patriarchi e Capi delle Chiese di Gerusalemme, ancora una volta imploriamo ancora una volta i leader delle parti in conflitto di dare ascolto ai nostri appelli e a quelli della comunità internazionale (Risoluzione 2735 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite) a raggiungere un rapido accordo per un cessate il fuoco che porti alla fine della guerra, alla liberazione di tutti i prigionieri, al ritorno degli sfollati, la cura dei malati e dei feriti, il sollievo di coloro che soffrono la fame e la sete e la ricostruzione di tutte le strutture civili pubbliche e private che sono state distrutte.

E, cosa altrettanto importante, chiediamo ai leader di questi popoli, di concerto con la comunità internazionale, di intraprendere senza indugio discussioni diplomatiche che affrontino le antiche rimostranze tra di loro, che portino a passi concreti che promuovano una pace giusta e duratura nella nostra regione attraverso l'adozione di una soluzione a due Stati, legittimata a livello internazionale.

Pur lanciando questi appelli nell'interesse di tutti coloro che abitano la regione, esprimiamo la nostra particolare preoccupazione per le comunità cristiane sotto la nostra responsabilità pastorale. Tra queste, quelle che si rifugiano a Gaza presso la Chiesa ortodossa di San Porfirio e la Chiesa cattolica della Sacra Famiglia, nonché il coraggioso personale dell'ospedale anglicano di al-Ahli Anglican Hospital e i pazienti sotto le loro cure. A loro assicuriamo le nostre continue preghiere e il nostro sostegno sia ora che quando sarà finita la guerra, quando lavoreremo insieme per ricostruire e rafforzare la presenza cristiana a Gaza e in tutta la Terra Santa.

Infine, ci appelliamo ai cristiani e a tutte le persone di buona volontà in tutto il mondo per promuovere una visione di vita e di pace in tutta la nostra regione dilaniata dalla guerra, ricordando le parole di Cristo, citate sopra: “Beati gli operatori di pace gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio” (Matteo 5:9). In questo periodo di estrema crisi, impegniamoci tutti a lavorare e a pregare insieme, nella speranza che, con la grazia dell'Onnipotente, si possa iniziare a realizzare questa sacra visione di pace tra tutti i figli di Dio.

I Patriarchi e i Capi delle Chiese di Gerusalemme

Da ADISTA, 27 agosto 2024