sabato 7 settembre 2024

Dio non ha madre: dal dogma alla Maria reale
Riflessioni sulla festa liturgica del primo gennaio


"(I pastori) andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro. Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori, Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore. I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com'era stato detto loro. Quando furono compiuti gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesů, come era stato chiamato dall'angelo prima che fosse concepito nel grembo." (Lc 2, 16-21).

Dopo la lettura di questo brano evangelico trovo emplicemente fuorviante e delirante averlo usato per la festa del 1° gennaio! Provo sgomento davanti al titolo della "festa" liturgica del 1°gennaio: Maria Santissima Madre di Dio. Per me di "santo, santo, santo" c’è solo Dio. Non mi scosto di un palmo da questa fede che animò tutta la vita di Gesù. Si tratta di una delle tante "stravaganze mariane" solo uguagliata da quelle contenute nella "Salve Regina". Il processo di iconizzazione dal secondo secolo coinvolse una parte del movimento di Gesù. Verso il 120-135 avvenne, non ancora in tutte le comunità, una rottura profonda con l'ebraismo già sulla figura di Gesù.

Un po' di storia
Il culto di Maria cominciò a svilupparsi dopo i primi tre secoli e fa parte del culto delle "grandi madri". In questo processo nei secoli successivi Maria di Nazareth dalle "colline della Galilea" sarà sollevata tra le costellazioni celesti come Theotokos, madre di Dio, nuova incarnazione della grande Madre dell'Eurasia, in sostituzione della detronizzata Diana degli Efesini.

L'inganno e la violenza di Cirillo
Fu durante il Concilio di Efeso (431) che Maria fu definita "madre di Dio".
Il Concilio di Efeso, tra contrapposizioni ed inganni, sconfisse la proposta di alcuni vescovi, tra cui Nestorio, che volevano chiamare Maria "madre di Cristo" cioè Cristotokos.
"Il 22 giugno 431 Cirillo prese l'iniziativa, riunì nella chiesa di Santa Maria il Concilio, lo dichiarò aperto e ne assunse la presidenza. I delegati papali non erano ancora arrivati. Fu cosi facile per Cirillo, che voleva il titolo di Madre di Dio, dare lettura di una sua lettera a Nestorio, con la quale gli contestava l'errore... La sera stessa il Concilio fu chiuso tra le urla e le acclamazioni dei fedeli: "Sia lodata la Theotokos e lunga vita a Cirillo. Il pasticcio era ormai fatto". (Marco Vannini, "Il mito di Maria', p.168)

Lo sviluppo della mariologia
Da quel momento in poi si diffuse un po' ovunque questa idolatria, questo "cancro del cristianesimo" (Karl Barth) che è la mariologia. Nacque, sulla credulità di tanti cristiani onesti, quel "mercato mariano" tuttora in florida fortuna.
In una chiesa patriarcale una "divinità femminile", cioè una dea, serve da elemento equilibratore e seducente. Fino alle allucinazioni di Radio Maria.
Si creò l'alibi per formulare la tesi della teologia e religiosità popolare. Sul bisogno reale di una religione più al femminile, la gerarchia ha promosso un devozionalismo che soddisfacesse sentimentalmente il bisogno di una “dea”. Non a caso questo avvenne ad Efeso, dove il culto di Diana era stato fiorente.

Maria usata ed abusata a servizio dell’istituzione ecclesiastica
Nei secoli è diventato evidente come questa esaltazione sovrumana di Maria costituì la giustificazione dell'antifemminismo delle strutture e della teologia. Si determinò infatti I'esaltazione di una donna vergine e madre, asessuata e fuori dalla realtà, a tutto scapito delle altre donne che furono relegate in un ruolo di totale subalternità. C’ è di peggio: questo insistere sulla verginità di Maria deprezzò la vita nelle sue dimensioni affettive e sessuali. Si giunse a dire che Maria vergine era il più alto modello di donna.
È ovvio Che la fede cristiana può prescindere totalmente da queste formulazioni dogmatiche, che non hanno il minimo aggancio e fondamento nelle Scritture, che vengono volgarmente utilizzate per dimostrare i dogmi. Questo va detto e predicato con piena libertà Infatti, tanto per restare alla festa odierna, non esiste alcun rapporto tra il testo riportato oggi e la dogmatica mariologica di cui abbiamo piene le orecchie nelle liturgie di queste settimane.
Il testo di Luca è una bella leggenda teologica che, nel linguaggio simbolico vuole mettere al centro il dono che Dio ha fatto all'umanità nella persona di Gesù.

Voglio dire che amo Maria, quella vera
Noi teologi abbiamo il dovere di attenerci al dato biblico e di mettere a disposizione gli studi storici per far conoscere come si sono formate le dottrine, i dogmi, tra intrecci e calcoli politici, spesso del tutto estranei alla fede e alla Bibbia.
Guai a privare il popolo di Dio delle conoscenze storiche serie vendendo per cronaca vera i linguaggi del mito.
Inoltre, come cristiano che ama molto la testimonianza di fede di Maria, la madre di Gesù, soffro per queste mistificazioni. Amo Maria e posso immaginare il suo itinerario di Madre del profeta sconfitto. Di lei, della sua fede, ho scritto centinaia di pagine che qui non posso riportare.
Amo la Maria vera, non la statuina di gesso. Amo soprattutto questa donna reale che fece fatica a capire questo suo figlio "pazzo". Amo Maria che, superato lo scandalo della croce, sarà nel cenacolo con i discepoli e con le discepole per diventare una di loro.
E' triste notare che ormai tra angeli, mangiatoie, pastori.. la bella leggenda teologica viene letta come una cronaca e cosi il messaggio rischia di dissolversi.

La Chiesa cattolica dedica il 1° gennaio a Maria Madre di Dio
A mio avviso, come biblista in compagnia di teologi e teologhe, questa è la più grande bestemmia che l'Eterno abbia dovuto subire.
Dopo miliardi di anni di vita l'Eterno ha avuto bisogno di una madre? E' una barzelletta, un dogma; soprattutto è una bestemmia... Suvvia ridiamoci su una volta...
Ma se percorrete con una visione storica il cammino della chiesa cattolica di simili barzellette, vendute come devozioni, ne incontrate molte.
Ha ragione il teologo Ortensio da Spinetoli che occorre rifondare la Chiesa.

Maria di Nazareth, questa barzelletta di essere la madre di Dio, dell'Eterno, proprio non l’accetterebbe.
Molti tra i dogmi cattolici sono invenzionie fantasie deviate e devianti della gerarchia. Certo che essere arrivati a dare una madre al Dio Eterno e Onnipotente è segno di una devianza mentale e di una delirante concezione teologica.

Franco Barbero