RESISTENZA
Giovanni De Mauro
Quant'è cambiata,
nel tempo, la parola "resistenza". Teju Cole, scrittore e saggista
cresciuto in Nigeria che vive negli Stati Uniti, ricorda che fu il coraggio di
chi partecipò alla resistenza contro il nazismo e il fascismo a rendere sacra
la parola. "Guardiamo a queste persone con timorosa ammirazione",
scrive Cole in Carta nera, appena pubblicato da Einaudi nella
traduzione di Gioia Guerzoni. Molte di loro furono catturate, torturate e
uccise. Chi resisteva metteva a rischio la sua vita senza neppure sapere se il
suo gesto sarebbe servito a qualcosa. Oggi si parla di nuovo di resistenza, ma
il contesto è diverso. "Di fronte a un regime volgare, maniacale e crudele
le persone più diverse sono ansiose di proclamarsi membri della
resistenza". Come possiamo recuperare il senso iniziale, il principio alla
base della parola resistenza? "Propongo una resistenza che parta dal
rifiuto. Rifiutare una resistenza priva di coraggio. Rifiutare l’arena
convenzionale e portare la lotta altrove. Rifiutare di mangiare con il nemico,
rifiutare di alimentare il nemico. Rifiutare di partecipare alla logica della
crisi, rifiutare di reagire alle sue provocazioni. Rifiutare di dimenticare le
offese dell'anno scorso, del mese scorso e della settimana scorsa. Rifiutare il
ciclo delle notizie, rifiutare i commenti. Rifiutare di anteporre il valore
della notizia alla solidarietà umana. Rifiutare di farsi intimidire dal
pragmatismo. Rifiutare di essere giudicati dai cinici. Rifiutare di trovare
consolazione troppo facilmente. Rifiutare di ammirare la pura e semplice
sopravvivenza politica. Rifiutare il calcolo del male minore. Rifiutare la
nostalgia. Rifiutare di riderci sopra. Rifiutare la visione binaria del
terribile passato e dell'atroce presente. Rifiutare di ignorare la condizione
di chi viene imprigionato, torturato e deportato. Rifiutare di farsi
ipnotizzare dalle dimostrazioni di potere. Rifiutare il branco. Rifiutare il
gioco, rifiutare il decoro, rifiutare le accuse, rifiutare la distrazione, che
è solo un altro nome per tollerare il male. E quando vi viene detto che non
potete rifiutare, rifiutate anche quello".
da “Internazionale” del 20 giugno 2025