mercoledì 4 luglio 2007

LIBRI-LIBRI-LIBRI

ANTONIO THELLLUNG, Elogio del dissenso, Edizioni La Meridiana, Molfetta 2007, pagg. 208, € 13,00.

La fecondità teologica del vecchissimo Antonio Thellung è inesauribile. Queste pagine, agili e pungenti, profumano di speranza e propongono una ripresa del cammino verso una chiesa plurale.

A pagina 155 si legge una osservazione molto seria rispetto al fatto che la gerarchia, quando vuole, cambia anche i dogmi:

“Si potrebbe considerare emblematico un pronunciamento particolare di papa Giovanni Paolo II, che in un discorso del 1982 riguardo a verginità e matrimonio ha tra l’altro detto: ‘Nelle parole di Cristo sulla continenza per il regno dei cieli non c’è alcun cenno circa l’inferiorità del matrimonio… Le parole di Cristo riportate in Matteo 19, 11-12 (come anche le parole di Paolo nella prima lettera ai corinzi, cap. 7) non forniscono alcun motivo per sostenere né l’inferiorità del matrimonio, né la superiorità della verginità o del celibato’.

Potrebbero sembrare affermazioni d’importanza relativa, se nella tradizione non ci fossero dei precedenti, come quello di Pio XII che sull’argomento aveva detto: ‘La dottrina che stabilisce l’eccellenza e la superiorità della verginità e del celibato sul matrimonio, annunciata dal Divin Redentore e dall’Apostolo delle genti, fu solennemente definita dogma di fede nel Concilio di Trento’.

Infatti il Concilio di Trento afferma: ‘Se qualcuno dicesse che non è cosa migliore e più beata rimanere nella verginità o bel celibato, sia scomunicato (Sessione XXIV, canone 10). Papa Woytila lo ha detto… Sono il Concilio di Trento e Pio XII a essersi sbagliati su un dogma di fede? Oppure dal 1982 papa Giovanni Paolo II era scomunicato?”.

Come si vede, i dogmi vanno e vengono. Li fabbricano e li impongono, come hanno fatto a Nicea, Costantinopoli e Calcedonia. La fede è altra cosa.

Però è prezioso segnalare questa costruzione dei dogmi quando poi ci sentiamo ripetere ogni giorno che i dogmi sono intoccabili.

Nessun commento: