lunedì 21 settembre 2009

FUNERALI: RETORICA DI STATO

Qualunque cittadino /a ha sentito un profondo dolore e un immenso rispetto della sofferenza che la morte in guerra dei soldati italiani ha causato. Partecipare a questo dolore esige rispetto. Così pure siamo colpiti da tutte le morti violente che succedono nel mondo: donne, bambini,cittadini innocenti,morti sul lavoro.....Una cosa è il rispetto, altra cosa è la retorica.
-La celebrazione dei funerali di stato, con tutti gli annessi e connessi, è risultata una parata fatta apposta per confermarci nella cultura della guerra: trombe, processioni, cerimonie, incensi, parate che danno spettacolo e confondono le idee. Così i cittadini non pensano e i signori dei palazzi, politici e religiosi, continuano a narrarci le consuete banalità e menzogne.
 
- La chiesa necrofila (amante della morte) si dà appuntamento dove c'è qualche spettacolo liturgico da gestire. Se notate, le chiese si riempiono quasi solo nei funerali nei quali la casta sacerdotale, tutta impettita e vestita a festa, si trova davanti popolo e governanti. I funerali, specialmente quelli di stato, servono alla chiesa gerarchica a riaffermare la propria centralità, ad occupare tutti i video del mondo, a consolidare l'alleanza con i potenti e a riproporsi come detentrice del messaggio morale. Se prestiamo attenzione, dove ci sono morti, stragi e vittime sempre compaiono vescovi e cardinali che così si ripropongono con la loro immagine alla nazione.
 
-Ad Asti e a Siena la manìa sacerdotal-gerarchica di comparire si è espressa solennemente nella benedizione ai cavalli durante il Palio. La chiesa che esce dal cuore, che non parla più al cuore della gente, cerca affannosamente altri spazi con un metodo completamente estraneo al Vangelo.
 
- Mi sono chiesto: se la gerarchia cattolica e le televisioni italiane prendessero altrettanto sul serio i morti nel Mediterraneo, anche a causa di una legge criminale del governo Berlusconi, quale lutto dovrebbero indire e quale informazione fornire? Ma evidentemente non tutti i morti sono uguali. Alcuni vengono proclamati eroi, altri
"vuoti a perdere", altri semplicemente senza nome.
Questa retorica mi fa ribrezzo,questa chiesa gerarchica non è il popolo del Dio della giustizia e della pace.