DICHIARAZIONE DELLA RETE DEGLI EBREI CONTRO L'OCCUPAZIONE (ECO)
Gennaio 2010
Le continue violazioni da parte di Israele dei diritti umani dei
Palestinesi hanno raggiunto limiti intollerabili sia in Israele sia nei
Territori Palestinesi Occupati (TPO) ed a Gaza. Oltre le violazioni del
diritto internazionale, sancito da numerose dichiarazioni della Nazioni
Unite alle quali Israele ha formalmente aderito, Israele si è reso
colpevole di gravissimi crimini contro l'Umanità.
Recentemente a Gaza l'esercito israeliano ha compiuto un immane massacro
di civili, con oltre 1400 morti tra cui numerosi bambini ed infanti, ben
documentato nella relazione della Commissione di inchiesta delle Nazioni
Unite, presieduta dal giudice Goldstone.
Un simile massacro era stato commesso da Israele nel 2006, in Libano.
L'invasione da parte di coloni israeliani, appoggiati dall'esercito, nei
TPO di Cisgiordania, è proseguita e prosegue tuttora, accompagnata dalla
espulsione dei Palestinesi dalle loro case e dalle loro terre.
A nulla sono valse, sinora, le condanne da parte di varie Istituzioni
delle Nazioni Unite: Israele non ha ascoltato nessuna delle ingiunzioni,
forte dell'appoggio degli Stati Uniti d'America e del colpevole silenzio
o comunque mancanza di sanzioni da parte dell'Unione Europea.
In questa situazione, occorre arrivare ad un nuovo livello di attivismo
e di presenza politica a fianco dei Palestinesi. Può avere risultati
importanti e duraturi un'iniziativa delle nazioni che rispettano il
Diritto Internazionale e che sanzioni Israele sia moralmente sia
economicamente.
L'iniziativa si è sviluppata, con numerosi consensi di Associazioni, e
persone singole, in tutto il mondo, e richiede il Boicottaggio, il
Disinvestimento e le Sanzioni (BDS) economiche e politiche di Israele.
Questo significa disinvestire da attività economiche in Israele o da cui
Israele tragga vantaggio ( o comunque approvare e sostenere il
disinvestimento, per chi non è investitore di capitali), e richiedere
sanzioni politiche ed economiche contro Israele, che aboliscano ogni
associazione di Israele ad attività militari ed economiche della
Comunità Europea e degli USA.
Dagli USA infatti provengono enormi sovvenzioni alle attività militari
di Israele (il finanziamento militare, rinnovato dall'amministrazione
Obama, ammonta a 4,1 miliardi di dollari per il 2010). L'Europa fornisce
molto rilevanti finanziamenti per la ricostruzione di case e strutture
palestinesi che vengono continuamente distrutte da Israele, senza che
dalla Comunità Europea né dai singoli paesi vengano adottate sanzioni
che vadano oltre le proteste verbali, sistematicamente ignorate da Israele.
Occorre anzi osservare che Israele gode di speciali privilegi negli
scambi culturali e cultural-commerciali con l'Europa.
Su questo dobbiamo prendere una posizione di severa sanzione, tale da
render noto agli studiosi, artisti ed accademici israeliani che debbono
rendersi conto che la loro posizione nei riguardi della politica del
loro governo verso i palestinesi non può essere neutrale.
Essi debbono dichiarare apertamente il loro giudizio sulle azioni del
loro Paese contro tutte le libertà dei palestinesi (compresa quella di
far funzionare scuole ed università), sia quelli che hanno la
cittadinanza israeliana sia gli abitanti dei Territori Occupati: simile
dichiarazione hanno firmato 403 universitari israeliani, su un totale di
circa 9000.
Richiami al coraggio di agire, scrivere e parlare per la libertà e la
uguaglianza dei palestinesi sono stati fatti da alcune ed alcuni
israeliane/i noti nel mondo della cultura, dell'informazione ed
accademici; ed in modo eccellente dai giovani che rifiutano il servizio
militare nell'esercito oppressore.
Dobbiamo proporre, rinunciando al termine "boicottaggio", appropriato
per gli scambi commerciali ma non per gli scambi culturali, che sia
richiesto a studiosi ed artisti israeliani che vengano a comunicare in
Italia ed in Europa, di dichiarare il loro pensiero sulla oppressione
gravissima dei diritti umani e civili dei palestinesi e sui massacri
come a Gaza ed in Libano, che non hanno il diritto di ignorare.
Unendosi all'European Jews for a Just Peace (EJJP) di cui fa parte, ECO
aderisce al programma BDS, e si impegna ad esaminare caso per caso le
azioni da intraprendere, in solidarietà con EJJP e con le organizzazioni
palestinesi che hanno proposto il progetto PACBI.
Rete-ECO
Gennaio 2010
Le continue violazioni da parte di Israele dei diritti umani dei
Palestinesi hanno raggiunto limiti intollerabili sia in Israele sia nei
Territori Palestinesi Occupati (TPO) ed a Gaza. Oltre le violazioni del
diritto internazionale, sancito da numerose dichiarazioni della Nazioni
Unite alle quali Israele ha formalmente aderito, Israele si è reso
colpevole di gravissimi crimini contro l'Umanità.
Recentemente a Gaza l'esercito israeliano ha compiuto un immane massacro
di civili, con oltre 1400 morti tra cui numerosi bambini ed infanti, ben
documentato nella relazione della Commissione di inchiesta delle Nazioni
Unite, presieduta dal giudice Goldstone.
Un simile massacro era stato commesso da Israele nel 2006, in Libano.
L'invasione da parte di coloni israeliani, appoggiati dall'esercito, nei
TPO di Cisgiordania, è proseguita e prosegue tuttora, accompagnata dalla
espulsione dei Palestinesi dalle loro case e dalle loro terre.
A nulla sono valse, sinora, le condanne da parte di varie Istituzioni
delle Nazioni Unite: Israele non ha ascoltato nessuna delle ingiunzioni,
forte dell'appoggio degli Stati Uniti d'America e del colpevole silenzio
o comunque mancanza di sanzioni da parte dell'Unione Europea.
In questa situazione, occorre arrivare ad un nuovo livello di attivismo
e di presenza politica a fianco dei Palestinesi. Può avere risultati
importanti e duraturi un'iniziativa delle nazioni che rispettano il
Diritto Internazionale e che sanzioni Israele sia moralmente sia
economicamente.
L'iniziativa si è sviluppata, con numerosi consensi di Associazioni, e
persone singole, in tutto il mondo, e richiede il Boicottaggio, il
Disinvestimento e le Sanzioni (BDS) economiche e politiche di Israele.
Questo significa disinvestire da attività economiche in Israele o da cui
Israele tragga vantaggio ( o comunque approvare e sostenere il
disinvestimento, per chi non è investitore di capitali), e richiedere
sanzioni politiche ed economiche contro Israele, che aboliscano ogni
associazione di Israele ad attività militari ed economiche della
Comunità Europea e degli USA.
Dagli USA infatti provengono enormi sovvenzioni alle attività militari
di Israele (il finanziamento militare, rinnovato dall'amministrazione
Obama, ammonta a 4,1 miliardi di dollari per il 2010). L'Europa fornisce
molto rilevanti finanziamenti per la ricostruzione di case e strutture
palestinesi che vengono continuamente distrutte da Israele, senza che
dalla Comunità Europea né dai singoli paesi vengano adottate sanzioni
che vadano oltre le proteste verbali, sistematicamente ignorate da Israele.
Occorre anzi osservare che Israele gode di speciali privilegi negli
scambi culturali e cultural-commercial
Su questo dobbiamo prendere una posizione di severa sanzione, tale da
render noto agli studiosi, artisti ed accademici israeliani che debbono
rendersi conto che la loro posizione nei riguardi della politica del
loro governo verso i palestinesi non può essere neutrale.
Essi debbono dichiarare apertamente il loro giudizio sulle azioni del
loro Paese contro tutte le libertà dei palestinesi (compresa quella di
far funzionare scuole ed università), sia quelli che hanno la
cittadinanza israeliana sia gli abitanti dei Territori Occupati: simile
dichiarazione hanno firmato 403 universitari israeliani, su un totale di
circa 9000.
Richiami al coraggio di agire, scrivere e parlare per la libertà e la
uguaglianza dei palestinesi sono stati fatti da alcune ed alcuni
israeliane/i noti nel mondo della cultura, dell'informazione ed
accademici; ed in modo eccellente dai giovani che rifiutano il servizio
militare nell'esercito oppressore.
Dobbiamo proporre, rinunciando al termine "boicottaggio", appropriato
per gli scambi commerciali ma non per gli scambi culturali, che sia
richiesto a studiosi ed artisti israeliani che vengano a comunicare in
Italia ed in Europa, di dichiarare il loro pensiero sulla oppressione
gravissima dei diritti umani e civili dei palestinesi e sui massacri
come a Gaza ed in Libano, che non hanno il diritto di ignorare.
Unendosi all'European Jews for a Just Peace (EJJP) di cui fa parte, ECO
aderisce al programma BDS, e si impegna ad esaminare caso per caso le
azioni da intraprendere, in solidarietà con EJJP e con le organizzazioni
palestinesi che hanno proposto il progetto PACBI.
Rete-ECO
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