martedì 31 maggio 2011

INCONTRO REGIONALE

Domenica 29 maggio si è svolto a Pinerolo l'incontro regionale delle comunità cristiane di base del Piemonte  nei locali del F.a.t. Eravamo ben 44 persone: 16 della comunità di Pinerolo e 8 di Piosssasco con una significativa presenza da quasi tutte le comunità della regione.
Questi momenti di coordinamento hanno una forza attrattiva feconda e reale tanto che vedi anche qualcuno che non trovi mai nè all'eucarestia nè al gruppo biblico. Dopo la ampia e stimolante introduzione di Cesare Melillo della comunità di Piossasco, si sono confrontate tante esperienze e sensibilità diverse.
E' nata l'idea di formare una segreteria regionale che organizzi le modalità di un percorso comune nel pieno rispetto della differenze e delle divergenze.
Nell'assemblea è stata centrale la domanda: "Come pensiamo oggi il nostro far parte della chiesa"?  Il cammino continuerà la domenica 9 ottobre con indicazioni più precise che avrò cura di segnalare.

LA LIBERAZIONE E' VICINA....MA C'E' TANTO DA LAVORARE

 LA LIBERAZIONE È VICINA

 “Alzatevi e levate il capo, perché la vostra liberazione è vicina”. L’antica parola profetica è quella che meglio esprime il senso di ciò che è avvenuto il 30 maggio, con i risultati della consultazione elettorale da Milano a Napoli, da Trieste a Cagliari, da Mantova ad Arcore. Si tratta forse di una parola sproporzionata rispetto a un evento politico, di per sé normale in una democrazia, nel quale non era in gioco il futuro del mondo, ma semplicemente la scelta di amministratori pro tempore di città e province?

No, non è sproporzionata  se proprio in questi termini sia Pisapia che De Magistris hanno definito il significato della loro vittoria: “Abbiamo liberato Milano”, “Napoli si è liberata, trasformando la sua indignazione in liberazione”; e non è inappropriata questa parola se la liberazione di una città non è principalmente quella dai nemici, ma è dalle culture che la corrompono, che la inducono all’egoismo e all’odio, che ne frantumano l’unità mettendo gli uni contro gli altri, che ne eccitano l’intolleranza e ne alimentano le paure. Non è eccessiva questa parola se si pensa che la liberazione è anche da se stessi, dalle chiusure dentro i propri interessi particolari, dall’acquiescenza ai poteri di turno, dalle troppo facilmente credute menzogne.

Ma in che senso, al di là delle città “liberate”, queste elezioni annunciano che per l’Italia stessa la liberazione è vicina?

La risposta sta nei grandi temi che sono stati coinvolti nella campagna elettorale. Perché non si è votato solo pro o contro Berlusconi (come peraltro lui stesso aveva chiesto), né solo per un sindaco o l’altro. Le scelte su cui è stato giocato il voto erano in un certo senso supreme; e se gli elettori avessero fatto le scelte peggiori, si sarebbe davvero potuto temere che l’Italia, nella sua identità, fosse perduta.

Si è chiesto un voto la cui unica o principale motivazione fosse l’anticomunismo. L’essere, o essere definito, comunista, doveva bastare a motivare un rigetto. Questo funzionò nel 1948 e nei primi lustri della Repubblica (mai però per le elezioni locali) ma con ben altre motivazioni; e se avesse funzionato anche oggi, la regressione culturale e politica del Paese sarebbe apparsa spaventosa.

Si è chiesto un voto contro i giudici, e proprio in quanto intenti alla funzione giudicante. Le Procure come le Brigate Rosse. Le procedure dei tribunali come esercizio di una dittatura dei giudici, di cui lamentarsi spettegolando confidenzialmente con Obama. Se questo appello fosse passato indenne per le urne, ne sarebbe risultata un’abiura da parte dei cittadini dello Stato di diritto.

Si è chiesto un voto contro i Rom, contro gli immigrati, contro i musulmani, contro la moschea a Milano. La Chiesa ambrosiana ha stupendamente risposto a queste pretese di interdizione: se fossero passate, povero cristianesimo, altro che rimozione dei crocefissi dalle scuole! Nessuno, per un voto in più, ha fatto marcia indietro su questo terreno: la pluralità delle culture e delle fedi, la libertà religiosa e di culto, l’accoglienza soprattutto dei più svantaggiati, l’eguaglianza di tutti, cittadini e stranieri, sedentari e nomadi, cristiani e non cristiani, un’eguaglianza antropologica prima ancora che giuridica, sono state rivendicate con coraggio e verità. Se le discriminazioni, l’ostracismo, le arroganze identitarie della Lega fossero stati premiati dal voto, non solo avremmo visto l’Italia ripudiare i principi fondamentali della sua Costituzione, ma anche arretrare rispetto alle grandi acquisizioni del Concilio Vaticano II che ha portato la stessa Chiesa fuori dalle nostalgie di una religione di Stato e dalle secche dell’esclusivismo confessionale e dell’intolleranza religiosa.

Si è chiesto ancora una volta un voto di scambio: il voto in cambio della cancellazione illegittima delle multe o della intoccabilità delle case abusive sottratte ad ogni regola edilizia. Se le urne avessero dato riscontro a queste promesse, la corruzione si sarebbe mostrata come la vera erede della politica in Italia.

Si è preteso che il lavoro non fosse un problema della città, quando la maggior parte dei cittadini e quasi tutti i giovani trovano nella disoccupazione, nel precariato, nello sfruttamento e nei progetti di vita negati, la contraddizione più radicale delle loro aspettative e dei loro sogni. Se le urne avessero avallato questa idea della città, indifferente alla povertà e al dolore dei suoi abitanti, ciò avrebbe significato l’ormai avvenuta rassegnazione della gente ad affidarsi al mercato come al solo padrone del suo destino.

La risposta delle urne ha così rivelato che la società italiana non ha perso la sua anima, che è ancora capace di essere umana e gentile, giusta e accogliente, gelosa della Costituzione e non ignara del Vangelo.

Così ha ridato ragione alla speranza. Di sicuro i poteri sconfitti, il leader umiliato, le politiche sconfessate cercheranno con ogni mezzo di resistere. Ma se questo è il Paese, si può pensare che la liberazione è vicina.

 

                                                                Raniero La Valle

DOPO IL GAY PRIDE DI TORINO


Ho ricevuto, dopo la partecipazione al Gay Pride di Torino, una valanga di lettere: un pacifico bombardamento. Entro la fine di giugno risponderò a tutti e tutte, ma… devo prendere fiato…

BELLISSIMO GESU'


Mi direbbero invano

che non hai un domani:

nessuno

è più attuale

di te,

germoglio di Nazareth,

partigiano della libertà,

che hai fatto fiorire

nella nostra carne

il nome e il volto

di Dio.

 

        Franco Barbero 1976

SDEMPRE QUALCHE PERSONA NUOVA


Al corso di teologia del pluralismo (Torino, Via Buozzi, 2) ogni volta c’è la sorpresa di qualche persona nuova che s’aggiunge. Questa volta da Magenta.

La gente che ricerca aria nuova non manca mai. Questo infonde davvero fiducia.

GUIDAMI O DIO


Guidami, o Dio

verso uno stile di vita

che, mentre contesta il

potere che opprime,

impara ogni giorno a condividere

con chi fa più fatica a

vivere.

La conversione della chiesa al Vangelo

parte da ciascuno/a di noi;

parte proprio anche da me.

Tu sei il Dio che non è muto

possano il mio

orecchio e il mio cuore

restare aperti al grido di dolore,

all’invocazione

d’aiuto, ai canti di festa,

ai sogni e alle speranze

degli ultimi e delle

ultime della terra.

Tutto questo non come retorica salvifica,

ma come cammino

umile e quotidiano.

                      Franco Barbero

CHI NON FERMA L'OMOFOBIA

Chi scrivesse su una locandina di una riunione della comunità ebraica che «gli ebrei si curano a Zyklon B», il gas usato dai nazisti nei campi di sterminio, verrebbe punito in Italia con la reclusione da sei mesi a quattro anni. Per fortuna, io penso. È il dettato di una legge – la 205 del 25 giugno 1993 nota come “Legge Mancino” – che condanna l’incitazione alla violenza e alla discriminazione per motivi razziali, etnici, religiosi o nazionali. È una fortuna che ci sia la Legge Mancino, perché con essa viene sancito che le parole sono pietre, che alle parole seguono spesso i fatti, che le vittime di una violenza verbale non sono meno vittime di chi ha subito una violenza fisica. Certe parole intimidiscono, inducono chi ne è fatto oggetto a manifestarsi in modo più cauto, insinuano il rischio che la libera espressione comporti un prezzo da pagare.

Scrivere su una locandina di una riunione organizzata dall’associazione degli studenti gay e lesbiche di un’università (nel caso specifico, la Bocconi di Milano) che «i froci si curano a Zyklon B» costituisce invece la libera espressione di una probabilmente inelegante ma, per l’ordinamento italiano, legittima opinione. Anche se gli stessi studenti sono già stati molestati e aggrediti non meno di dieci giorni fa all’interno del medesimo ateneo. La legge Mancino, infatti, non punisce l’odio omofobico e ogni tentativo di allargare all’omofobia questa legge è stato respinto come norma liberticida che limiterebbe la libertà di espressione. Eppure gli omosessuali sono stati sterminati con il medesimo Zyklon B nei medesimi campi di sterminio. Una ragione per questo differente trattamento ci dovrà pur essere. Io però non riesco a comprenderla.

LA PERSISTENZA DEI LUOGHI COMUNI

 Ho partecipato ad alcuni incontri sui referendum del 12 e 13 giugno. Molta documentazione preziona e molta fiducia nella “trasversale partecipazione popolare” che ha portato alla straordinaria raccolta di 1.400.000 firme. In qualcuno di questi incontri ho anche sentito l’ennesima cantilena contro i “partiti che hanno rubato la politica ai cittadini”, “sono lontani dai problemi della gente” e questa volta “sono stati estranei ai referendum”. Ma si possono raccontare favolette così? Chi conosce le sedi del PD, IDV e Rifondazione, Sinistra e Libertà sa che sono piene di volantini sui referendum, che li distribuiscono attivamente, che ne discutono. E poi possiamo continuare ad opporre partiti e movimenti quando persino Grillo si è convinto che, per incidere istituzionalmente, ci vuole anche il partito? E guai se mancassero i movimenti...

E possiamo dire che i politici (Bindi, Vendola, Napolitano, Pisapia, Fassino, Concia, Chiamparino, Pollastrini, Marino, De Magistris...) sono tutti lontani dai problemi reali?

Certe generalizzazioni sono piuttosto fuori luogo... tanto più che poi sappiamo bene quanto è stato importante vincere politicamente a Milano e Napoli anche per dare fiato all’impegno referendario.

L'ARCIVESCOVO DI PISTOIA

Per la prima volta l’Arcigay sembra aver trovato un alleato nella lotta contro l’omofobia in un esponente della Chiesa cattolica. Il vescovo di Pistoia mons. Mansueto Bianchi, commentando un episodio di aggressione subita sabato 9 aprile a Napoli da due membri dell’Arcigay (tra cui il segretario del Comitato pistoiese Arcigay) ha sostenuto che simili violenze «obbligano a riflettere e vanno condannate con fermezza. Sono una violazione della dignità umana». Sono immediatamente seguiti i ringraziamenti per quello che è stato considerato dal presidente nazionale Arcigay, Paolo Patanè, «un segnale di novità e apertura impensato e sorprendente», e che, spera, possa non essere un caso isolato, ma piuttosto «il sintomo di una rinnovata attenzione nei confronti dei diritti di gay, lesbiche e trans da parte della Chiesa cattolica».

(ADISTA)

 

AGGREDITE A PALERMO

Quindicimila persone in piazza sabato a Palermo per il Gay Pride. La festa dei diritti, tuttavia, si è appreso ieri, ha rischiato di essere rovinata dall’aggressione a tre ragazze dell’Arcigay rimaste isolate al termine del corteo. Un branco di ragazzi e ragazze le ha insultate e molestate al punto da farle scappare. «L’episodio –spiega la consigliera comunale Antonella Monastra- è di una gravità inaudita: perché le forze dell’ordine non sono intervenute? E in pieno centro, nessun passante si è accorto della drammaticità di quanto stava accadendo?».

(L’Unità, 24 maggio)

lunedì 30 maggio 2011

ORA AL LAVORO

Davvero il centrosinistra ha ottenuto un risultato positivo. E' giusto gioirne perchè finalmente si va verso il funerale politico di questo governo. Ma questa vittoria ci carica di responsabilità perchè come primo atto bisogna riparare i danni del berlusconismo che lascerà  tracce profonde e durature con cui fare i conti. Con fiducia facciamo la nostra parte come cittadini e cittadine responsabili.

LA SPAGNA VA A DESTRA

Il partito socialista spagnolo si interroga sulla batosta ricevuta alle elezioni amministrative.

I giovani che hanno occupato le piazze per manifestare il loro disagio e la loro "mancanza di prospettive" non sembrano così soddisfatti della vittoria della destra, cioè del Partito Popolare. La gerarchia cattolica esulta per le difficoltà del Partito Socialista e sogna una rivincita. Ma per ora non si parla di elezioni politiche anticipate. Le grandi conquiste sul terreno dei diritti civili non bastano in questo momento a salvare un governo che sul piano economico non ha previsto la vastità della crisi.

AVVISO AI LETTORI E LETTRICI


Fino al 2 luglio non avrò nessuna sera libera.

Però continuo i colloqui tutto il lunedì e giovedì di ogni settimana come il venerdì mattino.

Avrò anche qualche consistente ritardo nelle risposte alle lettere. Cercherò di ricuperare quando sono in treno.

Mi scuso dei ritardi, ma ... faccio ciò che posso, come tutti ...

Franco Barbero

RELIGIONI E OMOSESSUALITÀ

 Sarò a Roma per un incontro pubblico in occasione della settimana dell’Europride martedì 7 giugno alle ore 21.

Per informazioni: Maria Pia Inglese 328.1628824.

 

POTREBBE ESSERE UN'IDEA


Visto che il governo li vuole boicottare, facciamo vedere che non
siamo un popolo di idioti!!!
A casa propria, ciascuno stampi (anche in bianco e nero) il volantino
in allegato in un numero di copie pari al doppio dei  condomini del
suo
palazzo e le inserisca nelle cassette della posta due volte: la prima
intorno alla fine di Maggio e una seconda volta tre o quattro giorni
prima del 12 Giugno.

E chi lo desidera lo mette sulla propria porta di casa!!!

Facciamo girare questa mail!!!
 


POSSO TORNARE A CASA MIA

M "i voeuri turnà a caa mia", voglio tornare a casa mia. Questa frase in milanese è un moto spontaneo che mi è affiorato ripetutamente alle labbra e al cuore da che le elezioni per il Sindaco di Milano sono entrate nella loro fase cruciale. Non ho mai aspirato ad avere una patria, ma ho avuto un Paese, l’Italia e una casa, Milano. 
In questa casa ci sono arrivato come piccolo profugo quasi sessantadue anni fa. La conosco bene, le “appartengo”. Ma da che è arrivata la “Milano da bere” è stato come se una nube tossica fosse scesa sulla Milano in cui mi riconoscevo, la Milano della sua anima antifascista, la Milano della sua mitica classe operaia, della borghesia colta ed illuminata, della sua specialissima Curia, della sua "gent dal coeur in man", solidale, dei suoi esemplari sindaci socialisti. Le città naturalmente si trasformano, è ineluttabile, ma le modalità del cambiamento dipendono dalle scelte di chi le amministra. La grande Milano non si era dissolta, ma si era ritratta sotto la battente pioggia acida e grassa del berlusconismo, del leghismo, del socialismo tradito, della volgarità, della rampante corruttela malavitosa. 

La città è stata espropriata a se stessa. In questo marasma, la Curia ha tenuto, vi sono state dovunque aree di resistenza, certo, ma come cittadini eravamo sempre più depressi. Oggi no! L’aria è nuova, l’energia è rifiorita, abbiamo Pisapia, un candidato vero, credibile, un galantuomo, serio e appassionato. L’intera opposizione lo sostiene con piena convinzione ed entusiasmo. Ce la possiamo fare. Ce la dobbiamo fare per noi e per l’Italia. "E mi, adess, podi turnà a caa mia". Adesso posso tornare a casa mia.

(Moni Ovadia)

UN PAZIENTE PSICHIATRICO DA AIUTARE

Il premier ci aveva fatto sapere che solo i matti votano a sinistra. Ieri ha infastidito Obama con la solita barzelletta della dittatura dei giudici. Un chiaro segno che i matti sono anche altrove. Se un matto fa il premier però bisognerebbe interdirlo. Forse se fossero stati negli Usa Obama avrebbe chiamato l'ambulanza...».

*portavoce e direttore di Articolo21

 L’espressione interdetta di Obama di fronte al poveretto fuori di testa che gli si avvicina con tanto di fotografo e di interprete per dirgli che in Italia c'è la dittatura dei giudici di sinistra è il migliore dei commenti possibili a questa ennesima sortita del premier. L’immagine che ha suscitato immediatamente in me, dopo tanti anni, è quella del paziente di un Ospedale Psichiatrico che, vedendo una faccia nuova, subito gli si avvicina chiedendogli una sigaretta o sussurrandogli in fretta che "la colpa era della suocera" e con un gran senso di pena mi è venuto da pensare a quello che sta accadendo all'uomo del bunga bunga, ai fantasmi che ormai da troppo tempo occupano la sua mente, a chi potrebbe e dovrebbe fermarlo e gli corre ancora dietro, invece, cercando di prendere ancora da lui, così ricco e potente, tutto quello che ancora c'è da prendere. Un uomo che sta così male andrebbe aiutato a "staccare” un po' la spina, godersi un po' di riposo cercando, con l’aiuto di un tranquillante, qualcuno che lo ascolti. Nello spazio privato della terapia invece che al vertice del G8.

(Luigi Cancrini)

domenica 29 maggio 2011

GRUPPI BIBLICI

Domani 30 maggio alle ore 10 nella sede della comunità e alle ore 21 nella sede del FAT sarò presente nei  gruppi biblici che proseguono la lettura della lettera di Paolo ai Galati.

COMUNITA' DI CHIERI

MERCOLEDI’ 1 GIUGNO ORE 20,45
presso
Salone chiostro S. Antonio
via V. Emanuele 33 sopra la sede
dell’associazione “Robe dell’altro mondo”
La Comunità Cristiana di Base di Chieri

invita ad un incontro su:
 

“Nessuno può servire a due padroni: o odierà l'uno e amerà l'altro, o preferirà l'uno e disprezzerà l'altro: non potete servire a Dio e a mammona Mt. 6,24”
 

UNA LETTURA ATTUALE DEL VANGELO DI MATTEO

 Ne parleremo con don Franco Barbero Teologo, biblista, studioso delle origini cristiane e animatore della comunità di base di Pinerolo

 

MARAMOTTI

Cala il                      Per sentire
silenzio                    meglio il
elettorale                tonfo!!

L'OCCASIONE BUONA

Oggi e domani abbiamo l'occasione davvero preziosa di mandare a casa qualche corrotto. Penso soprattutto a Milano, Napoli e Cagliari. Segnerebbe l'inizio del declino del ducetto di Arcore.

sabato 28 maggio 2011

CORSO DI TEOLOGIA DEL PLURALISMO

Oggi a Torino si è svolto l'ultimo incontro del corso di teologia del pluralismo. Queste sono state le decisioni maturate insieme prima della pausa estiva:
1) Tutti i partecipanti hanno voluto che il corso prosegua a partire da settembre.
2) Entro i primi giorni di luglio verrà inviata la proposta oggi concretizzata: individuare teologi e teologhe di cui approcciare le opere principali lasciando ad ogni partecipante strumenti e suggerimenti per l'approfondimento. Francesco Giusti si è incaricato di segnalare gli autori e le autrici gia individuati. Ciascuno/a potrà segnalare altri teologi e teologhe.
3) Si pensa che sia  possibile usufruire della stessa sede così gentilmente concessa.

MARAMOTTI

Al G8 fondi             Ma anche tanta
e sostegno             comprensione
per la                      per l'autunno
primavera               di Berlusconi!
araba....

VENTO O TORNADO?

Barack e burattini.   

 

La riunione del G8 in Francia è stata trasformata in un teatrino con interventi fuori copione, con affermazioni in libertà, come se la levatura della riunione potesse fornire autorevolezza anche alle affermazioni che il presidente del consiglio italiano, Silvio cav. Berlusconi, ha sciorinato, profittando delle regole non scritte della diplomazia, secondo le quali è sconsigliato mandare a quel paese uno dei partecipanti, anche se racconta coglionate; ha trattato i partecipanti come se fossero burattini pilotati dal puparo: baracca e burattini.

Così ha potuto esibire una comprensione elargita dai capi di Stato e di governo alle sue contumelie, frutto solo delle regole di tolleranza della diplomazia.  Con quelle affermazioni è stata anche svilita la capacità dei vari partecipanti di conoscere quanto è stato nascosto; ci vuole ben poco per ottenere dai vari servizi segreti anche i dettagli delle accuse sui reati  che Berlusconi  si ostina a chiamare giustizia ad orologeria, accanimento giudiziario, persecuzione giudiziaria, plotone di esecuzione, cancro della democrazia, metastasi delle istituzione, quando basterebbe una sola affermazione per identificare l’intera storia politica, economica, finanziaria, giuridica, penale del cavaliere: REITERAZIONE DEI REATI.

Esibisce 24 processi  e  vanta assoluzioni che non ci sono state, bensì  amnistie,  prescrizioni, depenalizzazioni di reati; così l’amnistia di Pisapia, che l’avv. ha rifiutato per accedere in secondo grado alla completa assoluzione, non sarebbe una assoluzione, mentre le amnistie del cavaliere e le prescrizioni, lo assolverebbero da ogni colpa, lasciandolo  immacolato e vergine, con fedina penale pulita e un vantato stato di incensurato, paragonabile alla verginità chirurgica  di una aspirante sposa che mira al patrimonio dello sposo; nel nostro caso il patrimonio è quello degli elettori  con il loro voto… si sente dire che il vento è cambiato, ma sarà un tornado ?

 

Rosario Amico Roxas

MESSAGGIO FINALE

GLORIA A DIO E PACE SULLA TERRA

Messaggio finale della Convocazione Ecumenica Internazionale per la Pace

 “A Dio chiedo di usare verso di voi la sua gloriosa e immensa potenza, e di farvi diventare spiritualmente forti con la forza del suo Spirito; di far abitare Cristo nei vostri cuori, per mezzo della fede. A Dio chiedo che siate radicati e stabilmente fondati nell’amore” (Efes. 3, 16-17).

 Comprendiamo che la pace e la costruzione della pace sono parte indispensabile della nostra fede comune. La pace è indissolubilmente legata all’amore, alla giustizia e alla libertà che Dio ha accordato a tutti gli esseri umani attraverso Cristo e l’opera dello Spirito Santo come  dono e  vocazione. Essa costituisce un modello di vita che riflette la partecipazione umana all’amore di Dio per il mondo. La natura dinamica della pace come dono e vocazione non nega l’esistenza delle tensioni che sono un elemento intrinseco delle relazioni umane, ma può attenuarne la forza distruttiva apportandovi giustizia e riconciliazione.

 Dio benedice i/le costruttori di pace. Le Chiese membro del Consiglio Ecumenico delle Chiese (WCC) e altri cristiani sono uniti, come mai prima, nella ricerca dei mezzi con cui affrontare la violenza e rifiutare la guerra a favore della “Pace Giusta” - ossia dell’instaurazione della pace con giustizia attraverso una risposta comune alla chiamata di Dio. La Pace Giusta ci invita a unirci in un cammino comune e ad impegnarci a costruire una cultura di pace.

 Noi, circa mille partecipanti da più di cento nazioni, convocati dal WCC, abbiamo condiviso l’esperienza della Convocazione Ecumenica Internazionale per la Pace (IEPC), incontro di chiese cristiane e di credenti di altre religioni impegnati a costruire Pace nella comunità, Pace con la Terra, Pace nel mercato e Pace tra i popoli. Ci siamo riuniti nel campus dell’University of the West Indies a Kingston, Giamaica, dal 17 al 25 maggio 2011. Siamo profondamente grati a chi ci ha ospitato in Giamaica e nell’intera regione caraibica offrendoci generosamente una ricca ed ampia opportunità di vivere comunità di vita e per crescere nella grazia di Dio. Per il fatto stesso che ci siamo riuniti nel luogo di un’antica piantagione di canna da zucchero, si è imposto il ricordo dell’ingiustizia e della violenza della schiavitù, del colonialismo e di altre forme di schiavitù che ancora oggi affliggono il mondo. Sapevamo bene delle sfide dure della violenza in questo contesto ma pure del coraggioso impegno delle chiese nell’affrontare tali sfide.

 Abbiamo portato in Giamaica le preoccupazioni delle nostre chiese e delle nostre aree geografiche. Qui abbiamo parlato l’un/a l’altro/a. Ora abbiamo una parola da condividere con le chiese e con il mondo.

 Ci siamo incontrati attraverso lo studio biblico, l’arricchimento spirituale della preghiera comune, la creatività artistica, le visite a realtà di chiese locali e di servizio sociale, assemblee plenarie, seminari, workshop, eventi culturali, relazioni, decisioni impegnative, conversazioni profondamente commoventi con persone che hanno fatto esperienza di violenza, ingiustizia e di guerra. Abbiamo celebrato la conclusione del Decennio ecumenico per il superamento della violenza (2001-2010). Il nostro impegno ci spinge a dire che superare la violenza è possibile. Il Decennio per il superamento della violenza ha dato vita a numerosi esempi di cristiani che hanno fatto la differenza.

 

Mentre eravamo riuniti in Giamaica eravamo appassionatamente consapevoli degli eventi del mondo attorno a noi. I racconti dalle nostre chiese ci hanno ricordato le responsabilità locali, pastorali e sociali verso le persone che devono quotidianamente affrontare i temi che abbiamo discusso. Le conseguenze del terremoto e dello tsunami in Giappone hanno suscitato urgenti interrogativi sull’energia nucleare e le minacce che incombono sulla natura e sull’umanità. Le istituzioni governative e finanziarie sono confrontate alla necessità di prendere la propria responsabilità per il fallimento delle loro politiche e per il conseguente devastante impatto sulle persone vulnerabili.

Noi osserviamo con inquietudine e compassione la lotta dei popoli per la libertà, la giustizia e i diritti umani in molti paesi arabi e in altri contesti nei quali persone coraggiose lottano, senza che nel mondo si dia loro sufficiente attenzione. Il nostro amore per i popoli di Israele e Palestina ci convince che il prolungarsi dell’occupazione li danneggia entrambi. Rinnoviamo la nostra solidarietà con i popoli di paesi divisi come la penisola coreana e Cipro, e con i popoli che aspirano alla pace e alla fine della sofferenza in nazioni come la Colombia, l’Iraq, l’Afganistan e la regione dei Grandi Laghi in Africa.

 Siamo consapevoli che i cristiani sono stati spesso complici di sistemi di violenza, ingiustizia, militarismo, razzismo, separazioni di casta, intolleranza e discriminazione. Chiediamo a Dio di perdonare i nostri peccati e di trasformarci in agenti di giustizia e promotori di Pace Giusta. Chiediamo ai governi e ad altre entità di smettere di usare la religione come pretesto per giustificare la violenza.

 Con partner di altre fedi abbiamo riconosciuto che la pace è un valore fondamentale in tutte le religioni, e che la promessa della pace si estende a tutti e tutte senza distinzione di tradizione e di appartenenze. Intensificando il dialogo interreligioso cerchiamo una base comune con tutte le religioni del mondo.

 Ci unisce un desiderio comune: che la guerra diventi illegale. Lottando per la pace sulla Terra ci confrontiamo con i nostri contesti e storie diversi. Constatiamo che differenti chiese e religioni portano differenti prospettive sul cammino che conduce verso la pace. Tra noi alcuni prendono come punto di partenza la conversione e l’etica personale, l’accoglienza della pace di Dio nel proprio cuore come fondamento per costruire pace nella famiglia, nella comunità, nell’economia, come pure su tutta la Terra e nel mondo delle nazioni. Alcuni sottolineano la necessità di concentrarsi prima di tutto sul mutuo sostegno e sulla correzione reciproca nel corpo di Cristo se si vuole che la pace sia realizzata. Altri incoraggiano le chiese ad impegnarsi nei vasti movimenti sociali e nella testimonianza pubblica. Ogni approccio ha il suo valore:  non si escludono l’uno con l’altro. Di fatto si collegano inseparabilmente l’uno all’altro. Anche nelle nostre diversità possiamo parlare con una sola voce.

 Pace nella comunità

Le chiese apprendono tutta la complessità della Pace Giusta nella misura in cui noi veniamo a conoscere l’interrelazione che esiste tra le molteplici ingiustizie e oppressioni che sono simultaneamente all’opera nella vita di molti/e. Membri di una famiglia o comunità possono essere oppressi e allo stesso tempo oppressori di altri/e. Le chiese devono aiutare a individuare le scelte quotidiane che possono porre fine agli abusi e promuovere i diritti umani, la giustizia di genere, la giustizia climatica, la giustizia economica, l’unità e la pace. Le chiese devono continuare a combattere razzismo e separazioni di casta come realtà disumanizzanti nel mondo odierno. Allo stesso modo, bisogna chiaramente chiamare peccato la violenza contro le donne e i bambini e le bambine. Sforzi coscienti sono richiesti per la piena integrazione delle persone diversamente abili. I temi della sessualità dividono le chiese, e per questo chiediamo al WCC di creare spazi accoglienti nei quali affrontare i temi controversi della sessualità umana. Le chiese giocano un ruolo a vari livelli nel promuovere e difendere il diritto all’obiezione di coscienza, nel garantire asilo a coloro che si oppongono e resistono al militarismo e ai conflitti armati. Le chiese devono alzare la loro voce comune per proteggere dall’intolleranza religiosa le nostre sorelle e fratelli cristiani e tutti/e coloro che sono vittime di discriminazione e di persecuzione per motivi di intolleranza religiosa. L’educazione alla pace deve essere posta al centro di ogni curriculum nelle scuole, nei seminari e nelle università. Noi riconosciamo la capacità dei/delle giovani nel costruire la pace e ci rivolgiamo alle chiese perché sviluppino e rafforzino reti di “ministri” di Pace Giusta. La chiesa è chiamata ad alzare in pubblico la sua voce riguardo a questi problemi, dicendo la verità al di fuori delle mura dei propri santuari.

 Pace con la Terra

 La crisi ambientale nel profondo è una crisi etica e spirituale dell’umanità. Ben consapevoli del danno che l’attività umana ha fatto alla Terra, riaffermiamo il nostro impegno per la salvaguardia del creato e per uno stile di vita quotidiana conseguente. La nostra preoccupazione per la Terra e quella per l’umanità vanno insieme inseparabilmente. Le risorse naturali e i beni comuni, come l’acqua, devono essere condivisi in modo giusto e sostenibile. Ci uniamo alla società civile di tutto il mondo per far pressione sui governi affinché diano basi radicalmente diverse a tutte le attività economiche per raggiungere l’obiettivo di un’economia ecologicamente sostenibile. Bisogna ridurre urgentemente l’uso estensivo dei combustibili fossili e le emissioni di CO2 ad un livello che mantenga limitato il cambiamento climatico. Quando si negoziano le quote di emissione di CO2 e i costi di adeguamento bisogna considerare il debito ecologico dei paesi industrializzati responsabili del cambiamento climatico. La catastrofe nucleare di Fukushima ha dimostrato ancora una volta che non bisogna più fare affidamento sul nucleare come fonte di energia. Noi rifiutiamo strategie quali un aumento della produzione dei biocarburanti che colpiscono i poveri creando concorrenza alla produzione alimentare.

 Pace nel mercato

 L’economia globale offre spesso esempi di violenza strutturale che fa vittime non tanto attraverso l’uso diretto delle armi o della violenza fisica quanto attraverso l’ accettazione passiva di una diffusa povertà, di disparità contrattuali e di disuguaglianze tra le classi e le nazioni. In contrasto con la sregolata crescita economica che il sistema neoliberale promuove, la Bibbia indica la visione di una vita in abbondanza per tutti e tutte. Le chiese devono imparare ad appoggiare in modo più efficace la piena realizzazione dei diritti economici, sociali e culturali come fondamento per “economie di vita”.

 E’ uno scandalo che si spendano enormi somme di denaro per i bilanci militari e per il sostegno militare degli alleati e nel commercio delle armi mentre c’è urgente bisogno di questo denaro per sradicare la povertà nel mondo e mettere a disposizione i fondi per un ri-orientamento ecologicamente e socialmente responsabile dell’economia mondiale. Sollecitiamo tutti i governi ad agire immediatamente per re-indirizzare le risorse finanziarie in  programmi che sviluppino la vita piuttosto che la morte. Incoraggiamo le chiese affinché adottino strategie comuni in favore di trasformazioni economiche. Le chiese devono affrontare più concretamente le concentrazioni irresponsabili di potere e di ricchezza così come la piaga della corruzione. Passi verso economie giuste e sostenibili includono regole più efficaci per i mercati finanziari, l’introduzione di tasse per le transazioni finanziarie e giusti rapporti commerciali.

 Pace fra i popoli

 La storia, specialmente attraverso la testimonianza delle chiese storicamente pacifiste, ci ricorda che la violenza è contraria al volere di Dio e non può mai risolvere i conflitti. E’ per questa ragione che superiamo la dottrina della guerra giusta andando verso un impegno per la Pace Giusta. E ciò comporta abbandonare i concetti esclusivisti della sicurezza nazionale e passare a una sicurezza per tutti e tutte. E ciò comprende una responsabilità quotidiana per prevenire e quindi evitare la violenza alla sua radice. Molti aspetti pratici del concetto di Pace Giusta richiedono discussione, discernimento ed elaborazione. Continuiamo a dibattere su come le persone innocenti possano essere protette dall’ingiustizia, dalla guerra e dalla violenza; sul concetto della “responsabilità di proteggere “ e sul suo possibile abuso. Richiediamo con urgenza che il WCC e gli organismi collegati chiarifichino ulteriormente le loro posizioni riguardo a questa politica.

 Noi sosteniamo il totale disarmo nucleare. Sosteniamo anche il controllo della proliferazione delle armi leggere.

 Se solo osassimo, come chiese siamo nella posizione di indicare la nonviolenza ai potenti. Infatti siamo seguaci di uno che è venuto come un bambino indifeso, è morto sulla croce, ci ha detto di deporre le nostre spade, ci ha insegnato ad amare i nostri nemici ed è risuscitato dalla morte.

 Nel nostro cammino verso la Pace Giusta c’è urgente bisogno di una nuova agenda internazionale poiché siamo di fronte all’immensità dei pericoli che ci circondano.

Chiediamo all’intero movimento ecumenico e in particolare a coloro che stanno preparando l’Assemblea del WCC del 2013 a Busan, in Corea, sul tema “Dio della Vita, guidaci alla Giustizia e alla Pace”, di fare della Pace Giusta in tutte le sue dimensioni la priorità chiave. Risorse come “An Ecumenical Call to Just Peace” e il “Just Peace Companion” possono sostenere il cammino verso Busan.

  Siano rese grazie e lodi a te, Divina Trinità.

Gloria a te e pace al tuo popolo sulla Terra.

Dio della vita, guidaci alla giustizia e alla pace. Amen.

STRAGISMO


Quella strategia che non si vede

 

Ormai il calendario non ha quasi più giorni da dedicare agli anniversari delle stragi che, in questi ultimi cinquant’anni, hanno dilaniato e insanguinato le piazze e le strade d'Italia. Di un'Italia che cercava varchi di speranza per l'intreccio fra utopia - vita quotidiana - politica.

Ma se il calendario è zeppo, al contrario è vuota la mappa delle responsabilità dei veri mandanti. Il freddo buio tiene aperte le ferite e fresco il sangue versato.

"Niente cambiamento" - ci hanno detto le bombe, da quella di piazza Fontana a quella degli Uffizi. "Niente cambiamento" - ci hanno detto, in senso solo apparentemente opposto, gli assassini mirati, compreso quello di Moro. “Niente cambiamento” ci ha detto la bomba fatta esplodere da mano mafiosa nel freddo delle stradine e chiassi senza mai sole, fra piazza Signoria e l'Arno, a Firenze, in via Lambertesca, via dei Georgofili, chiasso Baroncelli, chiasso del Buco..., la notte fra il 26 il 27 maggio 1993.

“Da allora sono passati diciotto anni, i responsabili materiali sono stati consegnati alla giustizia, ma la volontà di fare luce sulle ombre che ancora permangono resta intatta”, è scritto nel depliant che annuncia le numerose iniziative per commemorare la strage di Firenze.

E’ carente però in queste commemorazioni il collegamento fra la strage fiorentina e le altre che hanno insanguinato l’Italia e il mondo. E soprattutto il legame fra lo stragismo e l’attuale baratro economico-politico in cui stiamo precipitando.

Il golpismo stragista italiano così come  il golpismo militare sanguinario latinoamericano sono parte di un'unica strategia: creare in tutto il mondo le migliori condizioni per la nuova affermazione del neoliberismo mercantile. Vita, libertà e mercato s'identificato per la cultura neoliberista. La cultura della solidarietà e dei diritti sociali, come diritti umani universali inalienabili, in quanto ostacola il libero svilupparsi del mercato è un gravissimo attentato alla vita e alla libertà. La centralità del lavoro è una bestemmia e lo stato sociale è la cura pietosa che può incancrenire la piaga. E' talmente decisiva l'affermazione del libero mercato a livello planetario che tutti i mezzi sono leciti per il nobile scopo.

Claudio Annunziata, pubblico ministero che ha istruito a Bologna la prima fase delle indagini di alcuni processi in materia di stragi, scrive nella Prefazione al libro "Il terrorismo e le sue maschere" curato dall'Associazione dei familiari delle vittime per stragi (Ed. Pentragon, Bologna 1996): "Chi ha organizzato ed eseguito le stragi ha nel proprio patrimonio ideologico un odio profondo verso il genere umano, verso i suoi sentimenti di solidarietà, verso la sua disponibilità a confrontarsi con qualsiasi libera espressione del pensiero e a pervenire a una scelta politica attraverso il ricorso agli istituti democratici".

Golpismo, violenza stragista, repressione istituzionale dei movimenti di socialità dal basso hanno insanguinato il mondo, incatenato la società intera costringendola in un clima oppressivo di paura, per consolidare e assicurare le scelte politiche moderate o involutive. Tale strategia ha raggiunto in gran parte il suo scopo ed è in agguato in ogni piega della società e della politica. Per riaccendere la speranza di un vero cambiamento politico, economico e culturale abbiamo bisogno di luce.

 

                                                                           Enzo Mazzi

venerdì 27 maggio 2011

ASSEMBLEA ANNUALE DI "NOI SIAMO CHIESA"


Ogni anno "Noi Siamo Chiesa" tiene un'assemblea nazionale che ha il compito di discutere della situazione della Chiesa e del mondo cattolico e di indicare le possibili iniziative per i mesi successivi.

Quest'anno essa  cade nel quindicesimo anno dal lancio nel 1996 dell'Appello dal Popolo di Dio", da cui nacque questo nostro movimento che si richiama al Concilio per agire per la riforma della Chiesa cattolica. Unisco la convocazione dell' assemblea che si terrà presso Milano domenica 19 giugno, essa è aperta a chi è interessato a conoscere le posizioni di Noi Siamo Chiesa e la sua continua ricerca. su come evangelizzare oggi nel nostro paese.

 

"Noi Siamo Chiesa" è organizzata come associazione; approfitto per unire i testi che spiegano perché aderirvi  (e i moduli relativi per chi volesse farlo).

Perfavore, invito tutte/tutti a fare girare l'invito all'assemblea e gli altri testi. Siamo sempre censurati, in tutti i modi, dalla stampa cattolica, a quale , ignorando noi,  fa comodo occuparsi  ben poco dei problemi che poniamo e non interloquire con chi contraddice le "campagne" ed i silenzi dei vertici della Conferenza episcopale..

 

Shalom Vittorio Bellavite, portavoce nazionale di "Noi Siamo Chiesa"

 



SOLIDARIETA' PIENA


Alle sorelle e ai fratelli delle comunità cristiane di Milano

La Comunità cristiana di base di San Paolo esprime piena solidarietà all'Arcivescovo di Milano Cardinale Dionigi Tettamanzi, fautore del "solidarismo ambrosiano", a Don Virginio Colmegna, fondatore della Casa della carità, per l'azione di fermo contrasto e di condanna delle espressioni razziste usate da esponenti politici nella recente campagna elettorale, nei confronti delle comunità  Rom.
Nell'azione pastorale l'Arcivescovo e tutti gli altri operatori di pace difendono da anni i diritti fondamentali di ogni persona alla dignità e alla libertà religiosa. E, con il loro impegno religioso e sociale testimoniano concretamente quei principi cristiani a cui si ispirano tutti i discepoli di Cristo ed i credenti di ogni religione e le coscienze etiche dell'umanità.

La Comunità cristiana di base di San Paolo in Roma

Roma, 25 maggio 2011







CHIERI: MERCOLEDI 1° GIUGNO


La comunità cristiana di base di Chieri organizza un incontro di introduzione al Vangelo di Matteo, mercoledì 1 giugno, alle ore 20,30 nella casa delle associazioni.

Svolgerò una breve riflessione sui tratti essenziali del vangelo di Matteo.

Per informazioni: Maria Zanon e Silvano Leso.

COLLEGAMENTO DEL PIEMONTE

Il collegamento piemontese delle comunità cristiane di base questa volta si incontra a Pinerolo.

Alle ore 10, celebriamo l'eucarestia in Via Rochis 3, mentre il pranzo si svolge al F.a.t. (vicolo Carceri 1) dove proseguono i lavori nel pomeriggio.

"NON VI LASCERO' ORFANI"


Giovanni 14:15-21
 
15 Se voi mi amate, osserverete i miei comandamenti. 16 E io pregherò il Padre, ed Egli vi darà un altro Consolatore, perché stia con voi in perpetuo, 17 lo Spirito della verità, che il mondo non può ricevere, perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete, perché dimora con voi, e sarà in voi. 18 Non vi lascerò orfani; tornerò a voi. 19 Ancora un po’, e il mondo non mi vedrà più; ma voi mi vedrete, perché io vivo e voi vivrete. 20 In quel giorno conoscerete che io sono nel Padre mio, e voi in me ed io in voi. 21 Chi ha i miei comandamenti e li osserva, quello mi ama; e chi mi ama sarà amato dal Padre mio, e io l’amerò e mi manifesterò a lui.
 
 
Bisogna proprio riconoscerlo.
Il linguaggio del Vangelo di Giovanni spesso è un discorso che s'avvita su se stesso come una scala a chiocciola.
Però andando su e giù, tra un gradino e l'altro, è possibile scorgere l'unità di un testo e cogliere la densità del messaggio.
Questi "discorsi di addio", che la liturgia ci propone in queste settimane, sono come alberi che nascondono i loro frutti sotto una abbondante chioma.
Occorre cercarli tra le foglie. Così qui il messaggio si fa scovare sotto una montagna di parole che tornano e ritornano.
 
 
IL VENTO DI DIO
 
La Comunità di Giovanni ha capito che, nel suo cammino nelle vie del mondo, Gesù è assente solo in apparenza.
Sottratto ai loro occhi, Gesù è in realtà presente nella vita di chi cerca di camminare sul sentiero da lui percorso.
Ma c'è di più. Dio renderà presente Gesù ai discepoli attraverso quel soffio di amore, di verità, di forza che, nel linguaggio biblico, chiamiamo Spirito Santo. E' quel "vento di Dio" che sospinge i nostri passi sul sentiero di Gesù.
 
LA SCOPERTA CHE CAMBIA LA VITA
 
Questa è una scoperta meravigliosa per la nostra vita: fare esperienza del fatto che nell'umile "viaggio" d'ogni giorno Dio non ci osserva di lassù, ma cammina con noi.
"In Lui viviamo, ci muoviamo ed esistiamo". (Atti 17, 28).
Non ci risolve i problemi, non toglie mai spazio alle nostre personali responsabilità, ma è una presenza amorosa che conferisce luce, fiducia, forza ai nostri giorni.
Dio abita le nostre esistenze con le nostre gioie e i nostri smarrimenti.
In questo senso profondo, tutto da scoprire, noi non siamo soli sul palcoscenico della nostra vita.
Dio sta con noi, "balla e traballa con noi".. Lo dice bene il teologo Paul Knitter: "Dio deve essere un'esperienza, prima di poter essere una parola".
Se Dio non diventa un'esperienza personale, qualsiasi parola utilizziamo per dire Dio sarà priva di contenuto "come cartelli stradali che non indicano nessuna destinazione, come lampadine senza elettricità" (Knitter).
Non sto pensando a voli d'angelo, a fughe spiritualistiche, a "visioni celestiali".
Nulla di questo. Mi riferisco al cammino di guarigione dalla nostra cecità per imparare, come faceva Gesù, a scoprire la presenza nascosta di Dio nella vita di ogni giorno. Gesù aiutava le persone che incontrava a scoprire la presenza di Dio.
Leggiamo le scritture nelle nostre Comunità, non per avere risposte magiche e sicure ai nostri problemi, ma per aprire occhi e cuore alla presenza e al soffio di Dio.
Non si tratta di un percorso scontato e facile. Le evidenze, che balzano agli occhi e assediano le nostre esistenze, sono altre.
Dio sembra scomparire dalla "scena" e non è certo con i rituali del sacro e le pompose liturgie imperiali che facciamo esperienza profonda di Dio.
Ma va anche detto che non è sufficiente cancellare dalle nostre settimane i gesti, i ritualismi e le celebrazioni alienanti.
Occorre "inventare" un itinerario personale e comunitario che ci sostenga in questa riscoperta della compagnia di Dio nelle nostre vite.
Il Concilio Vaticano II ci aveva indicato due strade che rispecchiavano l'atteggiamento e il comportamento di Gesù: il riferimento assiduo alle Scritture e l'impegno solidale con chi è emarginato o "maledetto" dal potere.
 
UNA GRANDE FIDUCIA
 
Oggi corriamo il rischio come cristiani di essere un vero impedimento per chi cerca Dio nelle vie del mondo.
Le nostre "predicazioni" parlano di un Dio dogmatico, di un Gesù celestiale e la "religione" si è spesso ridotta ad un codice etico.
Siamo più i custodi di un ordine padronale che levatrici di un futuro di fraternità e sororità.
Ma io nutro un'immensa fiducia. Anche dentro le "prigioni ecclesiastiche più sorvegliate dai guardiani dell'ortossia" s'infiltra l'incontrollabile e l'incontenibile soffio liberatore di Dio.
Gesù non mentisce: Dio non ci lascia orfani. E Lui, il nazareno, continua a dare voce al messaggio di Dio.
 
O Dio,
roveto ardente che non Ti consumi, aiutami a togliermi
le "fasciature" e le sicurezze che rendono insensibile il mio piede
alle gioie, alle spine, alle voci, alle speranze che arrivano dalla terra
della nostra vita quotidiana: la terra che è Santa perchè Tu ce la doni
e perchè Tu hai deciso di abitare per sempre con le Tue creature.
Ma non esiste nessuna "terra santa" all'infuori della nostra vita
quotidiana. Lì ci chiami all'incontro, al cammino, all'impegno con
l'orfano, la vedova, lo straniero, il sofferente mentale............
Tu che in Gesù ci hai donato il vero maestro di accoglienza,
di discernimento e di perseveranza, liberaci dalla tentazione di cercare
la bacchetta magica, ma educaci nel costruire, con pazienza e fiducia,
giorno dopo giorno, anno dopo anno, i piccoli passi e i piccoli progetti
di giustizia e solidarietà. aiutaci ad aprire i nostri cuori alla Tua presenza e alla Tua azione.