L'introduzione
del cosiddetto reddito di cittadinanza è una buona notizia. L'Italia è
uno dei paesi europei con maggior disuguaglianza e minore spesa sociale
per contrastare la povertà. Il governo ha stanziato 5,8 miliardi di euro
per il 2019 che diventeranno 7,8 a regime: un bel salto in avanti
rispetto ai 2 miliardi elargiti dal centro sinistra che per primo aveva
introdotto un reddito di inclusione sociale. Ma le critiche fioccano: è
una manovra elettorale, accelerata a rischio di grandi inciampi
amministrativi in vista delle europee; è un disincentivo al lavoro o un
incentivo al lavoro nero; lascia fuori le famiglie più bisognose;
l'assegno è troppo alto; I centri per l'impiego sono inefficienti; è un
ricatto; è un aiuto alle aziende più che ai poveri. Critiche più o meno
fondate che possono essere discusse nel dettaglio e magari- per chi
pensa che comunque lottare contro la povertà sia una buon idea- portare
ad aggiustare o riformare il meccanismo. Ma che non centrano il punto
più importante: chi lo paga il reddito di cittadinanza? Nella manovra
italiana, apparentemente, non lo paga nessuno.
Ci si affida all'aumento
del debito, per quest'anno e per i successivi. In realtà alla
commissione europea è stata data in garanzia un rialzo automatico
dell'Iva, con l'idea di evitarlo contrattando nuovo deficit. Ma sia
l'aumento dei debiti dello Stato sia quello delle tasse sui consumi
primo o poi la pagheranno soprattutto i poveri. In alternativa c'è
l'idea che lo stesso reddito di cittadinanza faccia crescere l'economia e
così si autofinanzi: ipotesi smentita o almeno ridimensionata da
parecchi studi. Tutte queste illusioni servono a eludere il nodo di
fondo: si vuole fare una manovra ridistributiva senza ridistribuzione.
Tra i democratici statunitensi si discute di alzare le tasse sui redditi
più alti, in Francia una parte dei gilè gialli contesta l'abolizione
della patrimoniale. In Italia l'argomento è tabù tra i democratici-che
le tasse sui ricchi le hanno abbassate-come tra i cinque stelle per i
quali le caste sono soloquelle della politica. La linea è dare ai poveri
senza togliere ai ricchi. Un Robin Hood illusionista o piatto come la
tassa che piace alla destra.
Roberta Carlini è una giornalista esperta di economia
il suo ultimo libro è Come siamo cambiati. Gli italiani e la crisi (Laterza 2015).
Internazionale 8/02/2019