La pace,
inutile continuare a fare appelli! Essa sarà il risultato di una rivolta
proveniente dall’interno del sistema
4.01.23 - Riccardo Petrella
Pressenza
I dominanti attuali (politici, economici e socio-tecnocratici…) sono
mentalmente e emotivamente incapaci di voler cambiare il “loro” sistema di
potenza. Ciò che li motiva è la perennizzazione e l’espansione della loro
sicurezza e del loro dominio. Per questo anche la diplomazia è impotente.
Per loro la guerra, a causa anche dell’enorme accelerazione e esplosione dei
mutamenti tecnologici, in particolare l’Intelligenza Artificiale, è sempre di
più lo strumento chiave per la sopravvivenza e il loro dominio Si tratta, però,
di una soluzione che non risolve i problemi, come dimostra la tentazione o
minaccia nucleare che fa capolino nella testa dei belligeranti della guerra
globale in corso in Ucraina. Imbevuti fino all’ubriacatura dall’idea che la
pace s’impone solo con la forza, sono già pronti ad una nuova guerra che,
secondo loro, dovrebbe assicurare per un certo periodo l’assenza di guerra nel
quadro di una nuova fase, planetaria di dominio imperiale.
Considerato altresì il fatto che le forze di opposizione contro il sistema
restano o sono ridiventate troppo disperse e disunite dopo la breve ed
entusiasmante fase del Forum Sociale Mondiale, solo delle forze in seno al
sistema, culturalmente, socialmente e eticamente potenti ma portatrici di
visioni e di progetti alternativi, saranno capaci, oggi, di innescare possibili
cambiamenti a corto termine come imporre la tregua in Ucraina.
A mio parere è necessario che persone oggi autorevoli – quali i premi Nobel
(tutte discipline incluse, ma soprattutto i Nobel per la Pace), il segretario
generale dell’ONU, il Papa e suoi omologhi delle confessioni religiose e morali
e pensatori/trici mondialmente stimati/e per la loro credibilità e umanità – si
riuniscano dissociandosi dal sistema e facciano un atto di dissenso contro i
russi, gli americani e gli europei della NATO principali autori
delle distruzioni in corso. Devono insieme decidere di riunirsi, per invito o
sotto la presidenza del Segretario ONU, senza domandare il permesso ad altri.
Non per lanciare un ennesimo appello ma compiere un atto di impegno destinato
anche a favorire una mobilitazione mondiale di disobbedienza civica pacifica.
Un’affermazione di liberazione degli abitanti della Terra e degli altri esseri
viventi del pianeta dalla guerra globale e dai dominanti distruttori
della vita del Pianeta.
Si tratterebbe di impegnarsi da parte loro a promuovere nuove regole delle
istituzioni mondiali e nuovi orizzonti socioeconomici adottando una
Dichiarazione planetaria dei diritti della Terra alla Pace ed alla Giustizia
e destinata al mondo ed alla grande nebulosa delle associazioni e dei movimenti
della società civile.
Le grandi linee della dichiarazione d’impegno dovrebbero/potrebbero essere le
seguenti:
Noi, esseri umani, dichiariamo che:
1.- la guerra è illegale e continuarla in Ucraina ed altrove è un atto
criminale. Noi ci impegniamo a farla cessare, a agire per una tregua immediata,
2.- la
produzione e l’uso di ogni tipo di armi, quelle nucleari e
batteriologiche comprese, sono illegali. Gli Stati che non ratificano il
trattato d’interdizione delle armi nucleari approvato dall’Assemblea Generale
dell’ONU, o ostacolano la sua applicazione, si mettono fuori dal diritto
internazionale,
3.- la pace
armata è un non senso, la comunità internazionale deve abbandonare il principio
bellico “si vis pacem para bellum”,
4.- gli Stati
devono cessare le spese militari che da oggi consideriamo
illegittime”, e quindi un furto delle risorse dei popoli,
5.- un
lavoro gigantesco positivo, deve essere realizzato dagli Abitanti
della terra di demilitarizzazione delle relazioni umane e sociali, e di
riconversione della mostruosa macchina militare tecnologica,
economica industriale e culturale mondiale,
6.- l’obiettivo
è di iniziare a trasformare da domani mattina le nostre economie globali
di guerra, produttrici di strumenti e mezzi di rapina e di
dilapidazione delle risorse naturali ed umani a beneficio dei pochi, in
economie “locali” di benessere nell’interdipendenza, la
cooperazione e la solidarietà, grazie anche alle nuove tecnologie, messe al
servizio di tutti. La vera ”transizione” che conta non è quella “ecologica”
(cioè promuovere l’economia capitalista di mercato “verde, per la natura”), né
quella della transizione digitale (costruzione di un regime globale autoritario
sotto tutela delle GAFAM…). Ma la trasformazione di una società di guerra e di
esclusioni in una società di pace, di condivisione e di benessere comune
7.- ci
impegniamo a non lasciare più i dominanti, illegittimi, distruggere le nostre
vite, i nostri territori, il nostro passato unicamente nel nome della loro
potenza e del loro denaro (camuffati dietro la mistificazione
ipocrita della sicurezza e dell’indipendenza “nazionali”).
Tutto ciò sembrerà pura fantasia, ed è vero che sarà
difficile per le forze sopramenzionate di riunirsi con tali propositi ed
obiettivi “ribelli” Ma, davanti i disastri in corso ed annunciati, unici nella
storia dell’Umanità per ampiezza, dimensione e drammaticità, le
soluzioni realistiche si dimostrano inefficaci, Anzi, i “giochi”
orchestrati dai dominanti si dimostrano puri atti dell’assurdo: i dominanti
continuano a credere e ad imporre al mondo che ci sarà la pace solo con la
sconfitta e la distruzione del nemico !!
Non si può lasciare i produttori di questa assurdità “governare” il divenire di
tutti noi, esseri viventi della Terra.
Bruxelles, 1 gennaio 2023.