martedì 31 maggio 2016
A CHIERI: 4 GIUGNO
SABATO 4 GIUGNO ORE 10
Presso il Salone chiostro S. Antonio
via V. Emanuele 33 sopra la
SI DICE CHE...
Ma non ho mai udito la Tua voce.
Le sole voci che odo sono voci amiche, che mi rivolgono parole preziose.
Ti ringraziamo, o Padre nostro,
per la santa vita di David Tuo servo
che ci hai fatto svelare
da Gesù Cristo Tuo servo.
A Te sia gloria nei secoli. Amen.
Ti ringraziamo, o Padre nostro,
per la vita e per la conoscenza
che ci hai fatto svelare
da Gesù Cristo Tuo servo.
A Te sia gloria nei secoli. Amen.
Come questo pane spezzato era sparso sui colli
e raccolto è diventato una cosa sola
così si raccolga la Tua chiesa dai confini della terra
nel Tuo regno:
perché Tua è la gloria e la potenza
per mezzo di Gesù Cristo nei secoli. Amen.
PARIGI-ADISTA. Alla fine la Francia ha ceduto: Laurent Stefanini non sarà ambasciatore presso la Santa Sede. Il 6 aprile scorso il diplomatico è stato nominato ambasciatore all'Unesco. Era stato scelto per ricoprire la carica di ambasciatore presso la Santa Sede il 5 gennaio 2015 in sostituzione di Bruno Joubert. Forte dell'esperienza come numero due dell'ambasciata francese in Vaticano dal 2001 al 2005 e poi come consigliere per gli affari religiosi del Quai d'Orsay, Stefanini, cattolico praticante, non era risultato gradito al Vaticano che alla sua designazione aveva opposto un silenzio equivalente a un diniego. Tra le possibili ragioni ipotizzate allora dalla stampa, l'omosessualità di Stefanini o il desiderio di "punire" la Francia per la legge sul matrimonio gay approvata nel 2013. Ancora non è dato sapere chi ricoprirà la carica di ambasciatore presso la Santa Sede.
(Adista 23 aprile)
CI RIGUARDA
É un appuntamento cruciale, non solo per il futuro di Londra ma per la tenuta della stessa Unione, oggi accerchiata dalla crescita dei movimenti euroscettici, dalla crisi dei migranti e dal braccio di ferro con la Russia di Putin. Ecco perché il veto sulla Brexit ha conseguenze che vanno oltre la politica e la società britannica.
Con i giornali del gruppo Europa abbiamo guardato al voto britannico guardando le paure e i timori delle capitali continentali.
La sfida infatti non è solo economica ma riguarda alla fine tutti noi e l'idea stessa di Unione europea.
Alberto Simoni
(La Stampa 23 maggio)
lunedì 30 maggio 2016
L'INDIFFERENZA CHE DIVENTA COMPLICITA'
Ancora una volta dobbiamo dirci che la nostra indifferenza non è solo vigliaccheria, ma è complicità.
F.B.
LA CHIESA CHE SA ACCOGLIERE: VENTIMIGLIA
A Ventimiglia il vescovo e alcune parrocchie hanno accolto chi è stato rifiutato alla frontiera francese. Questa è la chiesa del Vangelo che non gira la testa dall'altra parte davanti al migrante, allo straniero, al povero. La fecondità del Vangelo in questi casi è palese e si traduce in umanità.
F.B.
LA CITTA' DEGLI ALBERI
Chi va nella "Città degli alberi di Bosco Albergati", dove all'inizio degli anni '90 furono messe a dimora seimila piante, gode di una sensazione di pace e tranquillità a due passi dalla città; lui è ospite, gli alberi padroni di casa".
Cesare Leonardi
(Da Come un albero , Piccola antologia dallo sguardo planetario, Ed. Marcocovalerio, pag.203.)
LA CAMICIA DELL'UOMO FELICE
Figuratevi i cortigiani e i sapientoni! Stavano in adunanza giorno e notte, discutevano rumorosamente, s'insolentivano anche nel fervore del parlare e del cercare; ma il rimedio per guarire quel bizzarro re malato d'ipocondria non riuscivano a trovarlo.
Fu chiamato anche il vecchio della montagna, un sapientone con tanto di barba bianca, il quale dichiarò: "Occorre trovare un uomo felice. Toglietegli la camicia, infilatela al re, il re sarà subito anch'egli felice". Immediatamente partirono cercatori per ogni parte del regno. Fu sonata la trombetta nelle città, nelle cittaduzze, nei paesi e villaggi, ma gli esseri felici non si fecero innanzi. Chi era povero in canna e soffriva d'astinenza, chi era ricco e sospirava per mal di denti o mal di ventre, chi aveva la moglie bisbetica e la suocera in convulsione, chi la stalla appestata, chi il pollaio in rovina e chi i figli sfaccendati...
I cercatori tornarono tutti alla Corte portando delusioni.
Il re continuò a lagnarsi e a promettere metà del regno a chi gli avesse portato la camicia della felicità, mentre i cortigiani e i sapientoni rinnovarono adunanze e discussioni.
Una sera il figlio del re andava passeggiando meditabondo per la campagna. Passando davanti ad una capanna, che aveva il tetto di foglie e di fango, udì parlare e pregare sommessamente.
"Ti ringrazio, buon Dio! Ho lavorato, ho sudato, ho mangiato di buon appetito, ed ora mi riposerò tranquillo su questo letto di foglie. Sono proprio felice!".
Felice?
Dunque c'era un uomo felice?
Il giovane principe volò al palazzo reale. Chiamò le guardie, e ordinò di andare a prendere immediatamente la camicia di quell'uomo felice.
"Dategli quanto denaro vuole...Fatelo barone, conte, duca....Principe anche: mio pari. Ma ceda la sua camicia e portatela al re".
Corsero le guardie alla povera capanna. Offrirono al boscaiolo una fortuna per avere la sua camicia. Ma che! L'uomo felice era così povero che non aveva camicia".
Leone Tolstoi, I più bei racconti per ragazzi, Editrice la Scuola, pag.57
DOMENICA 5 GIUGNO
Il servizio della predicazione è affidato al gruppo del martedì sera.
IL MITE
(Norberto Bobbio).
MARTEDI' 31 MAGGIO
OGGI: LUNEDI' 30 MAGGIO IN VIA CITTA' DI GAP
Se vincesse Trump, davvero sarebbe un salto nel buio con conseguenze catastrofiche anche per l'Europa oppure si verificherebbe un risveglio contro la dittatura dell'inciviltà e della violenza?
Purtroppo Hillary è una nullità sul piano politico, in tutto e per tutto incapace di guardare con occhi nuovi all'Africa e al medio oriente, dichiaratamente ostile ai palestinesi.
Mancano i leaders.
F. B.
Referendum. L'esercito degli indecisi
Sara Strippoli
(la Repubblica 21 maggio)
domenica 29 maggio 2016
SABATO 4 GIUGNO A CHIERI
LINGUAGGI NUOVI PER UNA FEDE CRISTIANA ADULTA
Presentazione del libro di Franco Barbero:
"Proposte al popolo di Dio"
SEGNALAZIONE
Il libro è utile anche se alla fine deve allinearsi agli orientamenti del magistero che ripropone come scelta normale la prosecuzione del battesimo degli infanti.
Chi non ha ben presente il cammino storico, cioè la genesi di un sacramento, troverà qui alcune osservazioni degne di considerazioni: cosa dice al riguardo il Secondo Testamento?
Quale fu la prassi delle comunità primitive? Che cosa successe con Agostino con l'invenzione del peccato originale? Che cosa successe con la teologia tomistica e con il concilio del 1215?
Come operò la riflessione nel tempo della Riforma, compresi gli anabattisti? Nella chiesa cattolica la ricerca è stata bloccata perché dalla tomistica al concilio di Trento (1545-1563) uscì una dottrina molto rigida e si fissò verso il 1614 il rito del battesimo che tale rimase fino al concilio vaticano II.
Oltre 80 anni fa nacque nelle chiese protestanti e cattoliche, su una radicale proposta di Karl Barth l'occasione di un grande dibattito teologico e pastorale. Sostanzialmente ha ancora senso dire che la fede della chiesa o dei padrini sostituisce la fede del bimbo? Non sarà forse l'idea di una chiesa multitudinista, che ha paura di diventare minoranza, a bloccare la possibilità delle due scelte? ....
L'Autore ha conoscenze davvero troppo modeste circa il formarsi della teologia, della prassi e del mercato del suffragio. Egli non esplora quale fu il percorso che potò alla nascita del purgatorio....
Tuttavia lascia intendere la pratica del battesimo agli infanti solleva molti interrogativi e sarebbe più coerente diversificare modalità e tempi dell'iniziazione cristiana. Domani ne parlerò diffusamente nell'incontro con la parrocchia di San Lazzaro alle ore 21 a Pinerolo.
Franco Barbero
L'EUROPA CHE MUORE
Abbiamo gettato alle ortiche il meglio della nostra storia e delle nostre tradizioni.
Eppure non possiamo rassegnarci né come cittadini/e né come credenti.
La nostra "salvezza" sta nel fare spazio a chi arriva, non nella difesa armata del nostro spazio. Sono i migranti che, con il loro grido, ci aprono gli occhi sulla loro e sulla nostra realtà.
Franco Barbero
1. Senza uguaglianza i diritti cambiano natura: per coloro che stanno in alto diventano privilegi; per quelli che stanno in basso, concessioni o carità.
2. Senza uguaglianza, ciò che è giustizia per i potenti è ingiustizia per i senza potere.
3. Senza uguaglianza la liberta è garanzia di prepotenza dei forti e destino di oppressione dei deboli.
4. Senza uguaglianza la società, dividendosi in strati, diventa una scala gerarchica.
5. Senza uguaglianza, la solidarietà si trasforma in carità e la carità serve a sancire l'ingiustizia.
6. Senza uguaglianza, le istituzioni, da luoghi di protezione e integrazione, diventano strumenti di oppressione e divisione.
7. Senza uguaglianza, il merito viene sostituito dal clientelismo; le capacità dal conformismo e dalla sottomissione; la dignità dalla prostituzione.
8. Senza uguaglianza il diritto alla partecipazione politica diventa una gabbia di tifoseria da stadio.
9. Senza uguaglianza le forme della democrazia (il voto, i partiti, l'informazione, la discussione. . .) possono non scomparire ma diventano armi nelle mani di gruppi di potere.
(Gustavo Zagrabelski, Quale vita, dicembre 2014)
È successo un piccolo sgradevole incidente, che vorrei correggere formalmente senza divulgarlo, cioè gridandolo sottovoce. Si riferisce al fatto che il mio nome, mi si dice, appare tra i firmatari del Comitato dei cattolici per il no al referendum. Tutti e tutte che ricevano un testo così sono pregati caldamente di non fare altro che cancellare il mio nome e di non farlo circolare nella lista dei firmatari. Infatti, ricevuto il messaggio dei cattolici per il no, ho risposto che, per ridurre l'astensionismo (che reputo il "nemico" principale) qualsiasi comitato va bene, ma non è detto che li firmi tutti. Ad esempio questo no, quello dei costituzionalisti nemmeno, perché mi pare che il referendum sul pacchetto revisionista renziano voglia essere espressione della sovranità popolare, non di partiti, sindacati, ceti sociali. "La sovranità appartiene al popolo che la esercita" senza impreviste deleghe, grazie.
Lidia Menapace
(Adista 21 maggio)
La prima musulmana nel governo austriaco
La socialdemocratica Duzdar è uno dei quattro nuovi membri dell'esecutivo voluti da Kern. Il quale si trova a fare i conti con una disoccupazione in aumento e ha annunciato ieri un «New Deal» per far ripartire il Paese. (A. AL.)
(La Stampa 18 maggio)
sabato 28 maggio 2016
DIO AMICO
abbiamo bisogno della tua luce
per individuare i sentieri da percorrere,
quelli da scegliere e quelli da evitare.
Vorrei, o Dio, essere un piccolo albero
piantato presso di Te, ruscello d'acqua.
Apri ancora la zolla secca del mio cuore
perché possa accogliere l'acqua che disseta.
Franco Barbero
UNA GIORNATA PIENA DI SPERANZA
E' stata una giornata intensa: tante le riflessioni e le proposte per arricchire questo cammino.
"Noi Siamo Chiesa" ancora una volta ci dà testimonianza di vitalità, e guarda al futuro con fiducia e creatività.
Il movimento è davvero opera di molte convergenze, ma è indubbio che Vittorio Bellavite e il gruppo di coordinamento nazionale svolgono un servizio prezioso alla comunità ecclesiale e al Vangelo.
Non posso che ringraziare Dio che cammina con chi cerca un futuro più umano e più felice.
Franco Barbero
La follia ultrà accoltella e la giustizia non agisce. Dopo una settimana sono a casa. Questo lassismo e questa inerzia della giustizia di fatto rendono normale, quasi legittimo, picchiare – accoltellare - ammazzare.
Questa "palestra di violenza" non può essere minimizzata.
F. B.
184 giuristi per il Sì: ecco la “bibbia” della campagna
Si chiude così il manifesto di 184 giuristi a favore della riforma costituzionale intitolato «Le ragioni del Sì» e voluto dal governo in risposta a quello di 56 colleghi schierati per il No. All'appello ha lavorato un pool di professori - Carlo Fusaro, Stefano Ceccanti, Beniamino Caravita, Cesare Pinelli, Marco Olivetti - sotto l'egida di Massimo Rubechi, consigliere giuridico del ministro Boschi - e sono stati contattati i docenti delle principali università italiane pubbliche e private, da Bolzano a Enna.
Tra le firme appaiono 107 docenti ordinari (tra cui alcuni emeriti), 45 associati e 23 ricercatori. Ci sono l'ex ministro Tiziano Treu, Salvatore Vassallo, Fulvio Tessitore, Michele Salvati; dalla Sapienza di Roma Paolo Ridola, ordinario di Giurisprudenza, e il tributarista Pietro Boria; Mauro Calise della Federico II e Tommaso Frosini del Sant'Orsola Benincasa di Napoli; Marcello Flores D'arcais e Tania Groppi di Siena; Marcello Messori della Luiss; Anna Chimenti e Federico Ghera di Foggia; Francesco Clementi dell'università di Perugia; Marilisa d'Amico della Statale di Milano; Salvatore Curreri e Felice Giuffré della scuola siciliana; Andrea Morrone dell'università di Bologna; Ida Nicotra di Catania; Carla Bassu e Giuseppina Carboni di Sassari; Pietro Ciarla di Cagliari. L'appello, intanto, premette quale dovrebbe essere il ruolo degli studiosi sulla riforma: «Non fungere da terza istanza, bensì offrire all'opinione pubblica strumenti per orientare il proprio voto». Tra questi, il primo è di carattere politico: «L'iter è durato due anni, sei letture, quasi 6mila votazioni; centinaia di emendamenti. Fino alla prima lettura alla Camera il testo è stato condiviso da una maggioranza molto ampia poi ridottasi per motivi non relativi al suo contenuto».
Il riferimento è alla retromarcia di Forza Italia dopo la fine del patto del Nazareno con Silvio Berlusconi: a quel punto «riconoscerle un anomalo potere di veto avrebbe, danneggiato il Paese». Allo stesso modo è respinta l'obiezione che la Sentenza della Consulta che ha abbattuto il Porcellum (la precedente legge elettorale) abbia delegittimato il Parlamento attuale perché non è retroattiva. Non casuale, poi, il collegamento con la commissione istituita dall'allora premier Enrico Letta: riforma Boschi, si legge, e «direttamente» ispirata.
Quattro pagine destinate a diventare la "bibbia" di cinque mesi di campagna referendaria e il supporto giuridico per fondare i Comitati del Sì (Ceccanti è appena diventato presidente di quello toscano). Partendo dall'assunto che la forma modifica ma «non stravolge la Costituzione», c'è un riepilogo delle ragioni del Sì: il superamento dell'«anacronistico» bicameralismo paritario; la riforma del Titolo V dove «per la prima volta non si assiste a un aumento dei poteri del sistema regionale bensì a una loro, auspicata, razionalizzazione e riconduzione a dinamiche di governo complessive del Paese» senza però «azzeramento delle competenze regionali»; i limiti alla decretazione d'urgenza; il rafforzamento del sistema delle garanzie con le nuove regole su referendum e leggi di iniziativa popolare; l'abolizione del Cnel e di qualsiasi riferimento alle province.
Non è trascurato il profilo del taglio «significativo» dei costi della politica, caro agli elettori: 220 parlamentari in meno e un tetto all'indennità dei consiglieri regionali. Bocciata la proposta di spacchettare i quesiti, peraltro già naufragata da sé.
E viene affrontato il nodo dei nodi: il combinato disposto con l'Italicum che suscita nei critici motivi di allarme democratico. Intanto «gli elettori sono chiamati a pronunciarsi solo sulla riforma e non anche sulla legge elettorale». In ogni caso, nulla nell'Italicum «configura un'anomala concentrazione di poteri: la maggioranza di 24 deputati alla Camera per governare non consente al vincitore né di rivedere da solo la Costituzione né di esprimere da solo la composizione degli organi di garanzia. Questo, almeno, dicono i numeri».
Federica Fantozzi
(L'Unità 24 maggio)
AMARE
Svanirà.
Ama tutto l'albero, allora amerai il ramo simmetrico, la foglia tenera e quella avvizzita,
il timido germoglio e il fiore rigoglioso,
il petalo staccato e il fiore svettante,
l'ombra splendida del primo amore.
Ama la vita nella sua pienezza".
Jiddu Krishanamurti
venerdì 27 maggio 2016
VENT'ANNI DI "NOI SIAMO CHIESA"
“Noi Siamo Chiesa” compie 20 anni
Dall’“Appello dal popolo di Dio”
a papa Francesco …e oltre
E’ stato un percorso faticoso e controcorrente quello di “Noi Siamo Chiesa”. Ora la riforma della
Chiesa è ancora tutta da fare ma la situazione è più aperta e universale. I sei punti dell’“Appello
dal Popolo di Dio “ del gennaio 1996 devono essere accolti e praticati concretamente.
Milano, sabato 28 maggio 2016
9:30 Introduce e coordina Maria Luisa Cavallari di Noi Siamo Chiesa di Bologna
Vittorio Bellavite, coordinatore nazionale di Noi Siamo Chiesa
“Vent’anni: il passato e il presente di Noi Siamo Chiesa”
10:30 Serena Noceti, teologa
“La riforma della Chiesa.
Quanto è indispensabile, quanto è possibile”
Discussione e pausa (13:00-14:00)
14-18:00 Introduce e coordina Mauro Castagnaro di Noi Siamo Chiesa di Crema
Tavola rotonda con
Franco Barbero, teologo, delle Comunità cristiane di base,
Francois Becker, coordinatore dell’incontro Council50, del movimento 3GI
Franco Ferrari, presidente della rete dei Viandanti,
Marco Politi, giornalista, autore di “Francesco tra i lupi”
“Che dire e che fare oggi in Italia e nella Chiesa universale”
Interventi e proposte
17,45 Conclusioni di Michelangelo Ventura di Noi Siamo Chiesa di Brescia
S.Maria Incoronata, Corso Garibaldi 116 (Metrò linea verde Moscova)
Info: vi.bel@iol.it – tel 02.2664753 / 333.1309765 – www.noisiamochiesa.org
DONACI AMORE PERSEVERANTE
O Dio, invano cerchiamo un nome degno di Te.
Tu sei più grande dei nostri modi di pensare a Te,
Tu vai oltre, molto oltre, le nostre parole.
Ci rivolgiamo a Te oggi come alla sorgente dell'amore,
di quello che nasce e sboccia come un fiore,
e di quello che, durando nel tempo, è come un albero
che ha fatto i conti con il sole e la pioggia.
Fa che questo amore che Tu puoi far vivere in noi
resti radicato in Te, si modello sulla vita di Gesù
e possa vivere tutte le sue stagioni.
Possa questo amore, la cui origine è in Te, esprimersi ora,
nel corso degli anni che ci sono dati,
e proseguire nella vita nuova che ci donerai presso di te!
Preghiera
Padre celeste, ti preghiamo di dare a tutti noi il tuo Spirito Santo e di non cessare mai di ridarcelo, perché ci risvegli, ci rischiari, ci incoraggi e ci renda capaci di rischiare il passo, a un tempo piccolo e grande, che, partendo dalla consolazione per mezzo della quale cerchiamo di consolare noi stessi, ci conduca alla speranza in TE. (…)
Che gli uomini si sottomettano alla tua Parola e così possano promuovere la giustizia e la pace sulla terra. (…)
Lodato sii per averci dato in Gesù Cristo, tuo Figlio, la libertà di attenerci a questa testimonianza: noi speriamo in te. Amen
(da K. Barth, Preghiere, Claudiana, 1987)
DAVVERO UN INIZIATIVA RIUSCITA
SPALANCA LA FINESTRA
non vedo che il sole brilla sfolgorante?
E' soffiato il vento, ha spazzato le nuvole,
i cupi brontolii del temporale sono lontani.
Apri le persiane, spalanca la finestra,
lascia entrare negli angoli
più reconditi della tua esistenza,
la luce dell'amore, della speranza
e della vita.
Ricevi il dono che Dio ti offre.
Sbrigati, non c'è tempo da perdere".
Renato Coisson, da Spalanca la finestra.
UNA SERATA DA NON DIMENTICARE
Giampaolo Fava, Marianna Ruggirello e Francesco Giusti hanno introdotto il dibattito con alcune citazioni, considerazioni e domande che hanno dato il via ad un confronto rigoroso e sereno.
Franco ha sottolineato che il futuro del cristianesimo ha bisogno della testimonianza e della speranza di tutti e tutte noi.
Non possiamo sottovalutare le sfide che la modernità pone alle nostre esperienze di fede. Se amiamo la nostra tradizione cristiana, così ricca e feconda anche nelle sue contraddizioni, sentiamo il dovere di proseguirla e non solo ripeterla. Dunque, non potremo accontentarci di qualche ritocco, di qualche aggiornamento: sarà necessario mettere mano ad un'autentica "rivoluzione" del linguaggio.
La presentazione del libro prosegue oggi a Torino in Via Principe Tommaso 4 alle ore 18, domani a Milano durante l'incontro nazionale di "Noi siamo Chiesa" in Corso Garibaldi 116 (Chiesa Immacolata di Maria), lunedì 30 maggio alle ore 21 nei locali della parrocchia di San Lazzaro (Pinerolo).
A Biella verrà presentato il 26 giugno alle ore 16.
La nostra comunità ringrazia le parrocchie, i gruppi, le singole persone che si sono rese disponibili alla diffusione e ad un pubblico dibattito sul libro.
Finalmente con queste pagine una comunità non si parla addosso, ma gioisce del dialogo con un cristianesimo plurale: piccoli sentieri per far "fiorire tanti fiori diversi che il vento di Dio spargerà come semi di un futuro migliore", come ha detto Ivana .
Fiorentina Charrier
186 professori a favore delle riforme
É questa la questione che accende lo scontro. Arriva l'ammonimento dell'ex presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, al quale Renzi avrebbe voluto affidare la presidenza del Comitato del Sì, e che ha declinato. Napolitano ammonisce: «Ci vuole sobrietà e libertà per tutti e nessuno però può dire "io difendo la Costituzione votando No, e gli altri non difendono la Costituzione", perché questo mi offende, reca anche a me una offesa profonda». A presiedere il Comitatone del Sì potrebbe essere Beppe Vacca, presidente della Fondazione dell'Istituto Gramsci.
Giovanna Casadio
(la Repubblica 24 maggio)
Neppure all'ANPI sono d'accordo.
L'Associazione è estremamente divisa e voler dare l'immagine di compattezza è falsificare la realtà. Esattamente come chi divide i partigiani veri da quelli falsi o poco intelligenti. O come chi definisce seri i promotori del NO e disinformati i sostenitori del SÍ o viceversa.
Franco Barbero
Il Papa abbraccia l’Imam Al Azhar
Il colloquio fra il vescovo di Roma e l'Imam egiziano, terminato con un caloroso abbraccio, è durato poco meno di trenta minuti. Un incontro «molto cordiale», ha sottolineato padre Federico Lombardi, tutto incentrato «sul tema del comune impegno delle autorità e dei fedeli delle grandi religioni per la pace nel mondo, il rifiuto della violenza e del terrorismo, la situazione dei cristiani nel contesto dei conflitti e delle tensioni nel Medio Oriente e la loro protezione».
Non è stato facile arrivare all'incontro di ieri. L'occasione l'ha fornita la Comunità di Sant'Egidio che ha organizzato per oggi a Parigi un incontro dal titolo "Oriente e Occidente. Dialoghi di civiltà"; L'Imam, prima di passare da Parigi, ha deciso di dire di sì a un invito fattogli a febbraio da una delegazione vaticana giunta appositamente al Cairo. Da diverso tempo gli uomini del cardinale Jean-Louis Tauran, capo del Dialogo interreligioso, cercavano di ricucire lo strappo avvenuto nel gennaio del 2011. A1lora Benedetto XVI, commentando gli attentati contro i cristiani copti, disse che c'era «l'urgente necessità per i governi della regione di adottare misure efficaci per la protezione delle minoranze religiose». L'Egitto interpretò queste parole come un'ingerenza politica. Al Azhar, che male aveva digerito anche il discorso di Ratisbona del 2006, chiuse ogni rapporto con la Santa Sede. Tuttavia la diplomazia pontificia non si è arresa. Fino a ieri, quando, presente il segretario copto egiziano del Papa Yoannis Lahzi Gaid, Bergoglio ha regalato all'Imam la sua enciclica ecologica "Laudato si", e un medaglione della pace.
Paolo Rodari
(la Repubblica 24 maggio)
giovedì 26 maggio 2016
PRIMA CHE TI CERCASSIMO
Tu eri già vicino a noi.
Prima che sapessimo invocarti,
Tu eri già il nostro Dio.
COMMENTO ALLA LETTURA BIBLICA
I beni nel mondo sono in abbondanza: ce n'è per tutti (ecco il simbolismo delle dodici ceste di avanzi). E noi, come i discepoli, abbiamo soltanto "cinque pani e due pesci", avvertiamo la nostra impotenza… Se però, "alzati gli occhi al cielo per benedire Dio" (versetto 16) facciamo la nostra parte, qualcosa cambia.
Il Vangelo non fornisce mai un preciso progetto politico, ma indica una strada. Senza questa pratica della condivisione, il mondo è in mano alle "cricche" internazionali e ai governi assassini che "sparano sulla pace". La speranza che alimentiamo ogni volta che celebriamo l'eucarestia è proprio questa: Dio ci spinge a condividere e ciascuno/a di noi ha qualche pane e qualche pesce da mettere in comune.
Il futuro del mondo è in questo dare e ricevere, in questa consapevolezza che i beni comuni ed essenziali non possono essere privatizzati, che siamo responsabili del creato, ma non ne siamo i padroni. L'eucarestia è anche ascolto del grido di chi è privato dell'essenziale per diventare cittadini attivi e cristiani /e adulti che non accettano né il bavaglio dell'informazione né i diktat di chi crede di parlare in nome di Dio ed invece è sordo rispetto ai bisogni reali delle persone.
Celebrare l'eucarestia significa ravvivare in noi la fiducia che le barriere e i muri non sono l'ultima spiaggia del mondo e l'ultima parola della storia.
TANTO PER RICORDARE....
Sarà anche l'occasione per presentare alcune iniziative comunitarie per l'autunno. Per informazioni 320-0842573. Passate parola ...
Cari saluti
Francesco Giusti
COMUNITA' NASCENTE DI TORINO
DOMENICA 5 GIUGNO A PINEROLO
La predicazione è affidata al gruppo biblico del martedì sera.
CORSO BIBLICO A TORINO
Preciseremo anche tempi e modi della "Giornata a Chieri" sabato 4 giugno
Dopo aver letto le ragioni del NO e quelle del SÍ per centinaia di pagine, mi sono convinto che la polemica e la contrapposizione sono cresciute a dismisura con scarso fondamento.
A mio avviso, i problemi reali sono ben altri e credo che l'errore di fondo stia proprio nella sopravvalutazione della riforma costituzionale. È la mia opinione.
Dopo aver letto una decina di "cartelli" ho deciso che mi occuperò di cose a mio avviso più importanti.
Già aver superato l'impostazione "Cattolici per il no" e "Cattolici per il SÍ" è importante.
Voterò responsabilmente secondo l'opinione che mi sono fatta, ma il mio SÍ alla riforma costituzionale è consapevole che la perfezione non è di questo mondo e che altri voteranno consapevolmente NO. Le opinioni possono essere diverse e rispettabili. Non mi sento di collocare queste diversità al livello degli altri problemi, quelli che per me oggi sono reali e prioritari, cioè il lavoro, la finanza internazionale, i migranti, la sanità, la violenza diffusa, le armi…
Franco Barbero
L'Associazione dei partigiani è alle prese con le polemiche interne proprio sul referendum. Il gruppo dirigente ha infatti deciso di appoggiare il No e raccoglierà le firme per chiedere il referendum insieme all'Arci. Ma non tutti sono d'accordo. Così è stato convocato per il 24 il comitato nazionale dove i dissidenti, dirigenti di Bolzano, Bologna e Trento, potranno esporre le posizioni di chi vuole votare Sì
(la Repubblica 21 maggio)
Pannella ha spedito una lettera a papa Bergoglio il 22 aprile: "Caro Papa Francesco, ti scrivo dalla mia stanza all'ultimo piano, vicino al cielo, per dirti che in realtà ti stavo vicino a Lesbo quando abbracciavi la carne martoriata di quelle donne, di quei bambini, e di quegli uomini che nessuno vuole accogliere in Europa". Alla fine i saluti di suo pugno in maiuscolo: "Ti voglio bene davvero tuo Marco"
(la Repubblica 21 maggio)
Ma ci si ponga l'interrogativo. È un attentato alla democrazia la personalizzazione, è una prepotenza personalistica che un premier concluda in relazione all'esito delle urne: io ho "fortissimamente voluto" il benfatto o - visto dalle opposizioni - il malfatto, e quindi il dovere di responsabilità nei confronti degli elettori mi induce a proseguire nella strada intrapresa oppure a togliere l'incomodo lasciando ad altri il timone?
Cercare di ignorare che l'intero popolo italiano considera e considererà il sì o il no alla riforma costituzionale anche un sì o un no a Renzi premier significa assumere una posizione non sostenibile.
Ma immaginiamo lo scenario se la riforma non passasse. Il giorno dopo tutti i giornali titolerebbero - e ne avrebbero ragione - "La sconfitta di Renzi"; le opposizioni griderebbero che la bocciatura è stata un grande "plebiscito" del buon popolo contro l'aspirante dittatore che mirava ad affossare la più nobile Costituzione del mondo; la minoranza Pd, con toni forse solo un poco più garbati nella forma, attaccherebbe ancor più il segretario-premier che ha le ambizioni di essere un leader ma non lo è, che ha snaturato il partito svincolandolo dalla sinistra e portandolo ad un centrismo moderato-verdiniano e infine ha fallito. Renzi ne uscirebbe più che politicamente delegittimato: azzoppato. E nel caso in cui non lasciasse il suo ruolo di premier-segretario, non sarebbe che uno sconfitto senza forza. Se poi tirasse la drastica conclusione di ritirarsi dalla vita politica, come pure ha affermato che farebbe, ne deriverebbe, credo, un non auspicabile impoverimento di quella stessa vita.
Non vi è dubbio che la vittoria del no al referendum verrebbe presentata come un plebiscito contro Renzi e si invocherebbe il suo licenziamento. Le conseguenze, più che ipotetiche quanto mai probabili, sarebbero: la caduta del governo, l'andata al voto con il sistema proporzionale puro, il contendersi il consenso popolare da parte di un sistema partitico in pieno affanno. Un sistema disarticolato dalla presenza di una Forza Italia che non si sa più cosa sia e dove voglia andare, da una destra composita e litigiosa dove Salvini ambisce rumorosamente al trono, da un piccolo arcipelago di centro-destra frammentato in correnti che guardano le une a una parte e le altre a quella opposta, da un movimento 5Stelle colpito da turbolenze, da un Pd in preda ai regolamenti interni e molto indebolito, da una Sinistra Italia-Sel impegnata a raccogliere quante più spoglie può a danno della sinistra che si è snaturata.
Quali maggioranza e governo, quale stabilità dei governi e delle istituzioni potrebbero uscirne lo sa solo il Padreterno. Non è difficile prevedere che l'Italia andrebbe ancora una volta incontro ad una crisi organica del suo sistema politico.
Le pennellate del quadro non sono sul luminoso, ma è difficile pensare che non tratteggino uno stato delle cose assai plausibile. Chi ritiene che - una volta affossato Renzi, rimessi in sella la Costituzione nata dai compromessi del dopoguerra e il bicameralismo perfetto, ridato fiato al meccanismo che ha favorito formazione dei governi senza numero susseguitisi dal 1948 ad oggi - lo stellone d'Italia si troverà in condizioni migliori per tornare a risplendere, si mostra davvero ottimista.
Massimo L. Salvadori
(la Repubblica 20 maggio)