mercoledì 30 settembre 2015

KAHLIL GIBRAN

I Figli
E una donna che stringeva un bambino al seno disse:
Parlaci dei Figli

Ed egli rispose:

Sono lo strumento perfetto del divino: l’espressione vivente forgiato dal suo unico "pensiero".

E i figli sono le risposte che la vita dona ad ognuno di noi.

Sono loro l’essenza del vostro sorriso.

Sono sangue e carne della vostra carne

ma non il vostro sangue e la vostra carne.

Loro sono i figli e le figlie della fame che la vita ha di se stessa.

Attraverso di voi giungono, ma non da voi.

E benché vivano con voi, non vi appartengono.

Affidategli tutto il vostro amore ma non i vostri pensieri:

Essi hanno i loro pensieri.

Potete offrire rifugio ai loro corpi ma non alle loro anime:

Esse abitano la casa del domani, che non vi sarà concesso visitare neppure in sogno.

Potete tentare di essere simili a loro, ma non farli simili a voi:

La vita è una strada che sempre procede in avanti e mai si ferma sul passato.

Voi siete gli archi da cui i figli, come frecce vive, sono stati scoccati in avanti.

È l’Arciere che guarda il bersaglio sul sentiero dell’infinito e vi tende con forza affinché le sue frecce vadano rapide e lontane.

Affidatevi con gioia alla mano dell’Arciere;

Poiché come ama egli il volo della freccia, così ama la fermezza dell’arco.


UN ELEGANTE DIVERSIVO

Una delle maniere con cui ci si dispensa dal lavorare per questa terra e i suoi problemi è lo straripamento incalcolabile di denaro, che diventa sciupio, per andare su Marte e oltre....
Siamo davanti alla vera scienza, che tanti meriti ha acquisito rispetto ad una vita più umana?
Oppure siamo davanti ad una fuga, mascherata scientificamente, perché manca il coraggio di assumere qui ed ora le responsabilità che anche la ricerca scientifica di nuovi mondi non può dimenticare?
Esistono priorità da rispettare ed equilibri da mantenere anche rispetto agli investimenti.

DIETRO GLI ATTACCHI

Il vaticano, attraverso monsignor Vincenzo Paglia, presidente del Pontificio Consiglio per la famiglia, è il grande organizzatore che sta dietro a tutto l'impianto di accuse contro Marino.
Dopo il riconoscimento delle unioni civili in Campidoglio, Paglia ha deciso di costruire la rete in cui far cadere Ignazio Marino.
E' stato indigeribile per il vaticano, a partire del Pontificio Istituto per la famiglia, la chiara scelta di Marino.
Paglia ha giurato di fargli cadere la testa e di cominciare ad alzare il livello degli attacchi, fino a condannare una scelta, che io posso ben capire, di partecipare al viaggio papale a titolo personale come sindaco di Roma.
Il bischero e l'intrigante è lui, monsignor Paglia: il tessitore potente sempre tra affari e "navigazioni sotterranee". E' lui  che tesse l'entourage papale che ha due facce: reazionario che fa
l'occhiolino al centro sinistra. Come presidente del Pontificio Consiglio della famiglia sa di avere la possibilità di aggregare contro Marino sia il segretario di stato vaticano sia tutte le forze reazionarie del paese e di imbarcare in questa congiura anche Renzi.
Franco Barbero

TUTTO

Tutto ciò che esiste, o Dio, tutto, davvero tutto, è Tuo dono.

Oggi vogliamo riconoscerlo e ringraziarTi. Vogliamo ringraziarTi per questa terra che ci sorregge e ci nutre, per questo cielo dal quale ci sorridi.

OGGI

Oggi, se udite la voce di Dio, non indurite i vostri cuori, come avete fatto nel giorno della ribellione, quando nel deserto avete messo Dio alla prova. Là, dice il Signore, i vostri padri mi hanno messo alla prova, benché avessero visto per quarant'anni ciò che ho fatto per loro. Perciò ho detto: "I loro pensieri seguono sempre strade sbagliate, non hanno mai conosciuto le mie vie" (Ebrei 3, 8-11).

PERCHE’

Perché, o Signore, fuggiamo sempre lontano da Te?

Perché resistiamo ai Tuoi molti inviti?

Perché Giona fugge lontano dal Tuo cospetto?

Perché Adamo si nasconde dal Tuo volto?

 

Perché, o Signore, preferiamo la tenebra alla luce?

Perché l'umanità non Ti cerca dove può trovarTi?

Perché abbandoniamo la sorgente e cerchiamo pozzi insanguinati?

Perché gettiamo alle spalle le Tue promesse di vita?

UN "NUOVO CREDO"


Credo nel Dio liberato dal Vaticano e da tutte le religioni esistenti e che esisteranno. Il Dio che è antecedente a tutti i battesimi, pre-esistente ai sacramenti e che va oltre tutte le dottrine religiose. Libero dai teologi, si dirama gratuitamente nel cuore di tutti, credenti e atei, buoni e cattivi, di quelli che si credono salvati e di quelli che si credono figli della perdizione, e anche di quelli che sono indifferenti al mistero di ciò che sarà dopo la morte.
Credo nel Dio che non ha religione, creatore dell’universo, donatore della vita e della fede, presente in pienezza nella natura e nell’essere umano. Dio orefice di ogni piccolo anello delle particelle elementari, dalla raffinata architettura del cervello umano fino al sofisticato tessuto dei quark.
Credo nel Dio che si fa sacramento in tutto ciò che cerca, attrae, collega e unisce: l’amore. Tutto l’amore è Dio e Dio è il reale. E trattandosi di Dio, non si tratta dell’assetato che cerca l’acqua ma dell’acqua che cerca l’assetato.
Credo nel Dio che si fa rifrazione nella storia umana e riscatta tutte le vittime di tutti i poteri capaci di far soffrire gli altri. Credo nella teofania permanente e nello specchio dell’anima che mi fa vedere gli altri diversi dal mio io. Credo nel Dio, che come il calore del sole, sento sulla pelle, anche se non riesco a contemplare la stella che mi riscalda.
Credo nel Dio della fede di Gesù, ............ Il Dio dell’arca di Noé, dei cavalli di fuoco di Elia, della balena di Giona. Il Dio che sorpassa la nostra fede, dissente dei nostri giudizi e ride delle nostre pretese; che si infastidisce dei nostri sermoni moralisti e si diverte quando il nostro impeto ci fa proferire blasfemie.
Credo nel Dio che, nella mia infanzia, piantò una acacia in ogni stella e, nella mia giovinezza, si mise in ombra quando mi vide baciare la mia prima innamorata. Dio festeggiatore e bisboccione, lui che creò la luna per adornare la notte della delizia e l’aurora per incorniciare la sinfonia del volo degli uccelli all’albeggiare.
Credo nel Dio dei maniaci-depressi, dell’ossessione psicotica, della schizofrenia allucinata. Il Dio dell’arte che denuda il reale e fa risplendere la bellezza pregna di densità spirituale. Dio ballerino che, sulla punta dei piedi, entra in silenzio sul palcoscenico del cuore e, cominciata la musica, ci afferra fino alla sazietà.
Credo nel Dio dello stupore di Maria, del camminare laborioso delle formiche e dello sbadiglio siderale dei fiorellini neri. Dio spogliato, montato su un asino, senza una pietra dove appoggiare il capo, atterrato dalla sua stessa debolezza.
Credo nel Dio che si nasconde nel rovescio nella ragione atea, che osserva l’impegno degli scienziati per decifrare il suo gioco, che si incanta con la liturgia amorosa dei corpi che giocano per ubriacare lo spirito.
Credo nel Dio intangibile all’odio più crudele, alle diatribe esplosive, al cuore disgustoso di quelli che si alimentano con la morte altrui. Dio, misericordioso, si fa in quatto fino alla nostra piccolezza, supplica un soave messaggio e chiede una ninna nanna, esausto davanti alla profusione delle idiozie umane.
Credo, soprattutto, che Dio crede in me, in ognuno di noi, in tutti gli esseri generati per il mistero abissale di tre persone unite per amore e la cui sufficienza traboccò in questa creazione sostenuta, in tutto il suo splendore, dal filo fragile del nostro atto di fede.
(traduzione dallo spagnolo)
Frei Betto O.P., (1944) è un teologo, scrittore e politico brasiliano. Come scrittore è stato insignito del premio Jabuti e ha pubblicato 52 volumi.[senza fonte] Viene considerato uno degli esponenti della Teologia della Liberazione e l'autore del Nuevo Credo
Questo credo ci è stato trasmesso da don Paolo Struffolino.

ALZHEIMER, UNA PIAGA IN AUMENTO. ECCO PERCHE'...

È la parola chiave che apre la porta sulla scala inesorabile verso l’inferno. Alzheimer.
Il carnefice, nel thriller dai mille volti. Più di una malattia, è un "lutto vivente". Uccide la persona, cancella l’identità, prosciuga la mente e l’anima, lascia soltanto le fattezze dell’essere umano che è stato e non è più.
Vivergli accanto è un funerale ininterrotto.
Soffoca lo spirito vitale anche di chi gli sta vicino, giorno per giorno, sette giorni su sette. Lo descrive così Claudia Martucci, presidente e fondatrice dell’Associazione Amici Alzheimer, la prima di volontari senza scopo di lucro, per offrire un supporto ai malati e ai familiari che li assistono. Sono quest’ultimi, infatti, le vittime dimenticate in questa tragedia plurima, dallo Stato e dalla società. Soli e disorientati, di fronte alla burocrazia e ai costi economici ed esistenziali. Per qualcuno insopportabili. Non si contano le morti di malati del terribile morbo per mano di parenti stretti, in maggioranza i coniugi, anziani; qualcuno tenta poi il suicidio, qualcuno ci riesce. Come Paolo Zanghì, 78 anni. Un anno fa, ha ucciso la moglie di 80, con una roncola al ritorno dall’ennesimo ricovero in ospedale e poi si è impiccato. Non è l’unica storia degenerata in delitto.
"È una malattia che colpisce la famiglia", dice Claudia. Nel 2008, il padre, Luigi, si è ritrovato dietro quella porta che segna il confine tra chi vive e chi sembra. Aveva soltanto 56 anni. "Era un uomo ancora giovane, forte", racconta. "All’inizio sorridevamo, quando dimenticava le chiavi di casa o il cellulare, il nome di persone amiche. Poi, come tutti i familiari di persone colpite da demenza, anche noi siamo passati attraverso il fuoco". È un incendio, che brucia tutta la famiglia, l’Alzheimer. Incenerisce le certezze, di sentimenti, ricordi, abitudini, manda in fumo le vite.
"All’inizio, mio padre era consapevole di quanto stava avvenendo.
Ci diceva: ‘Sento che il mio cervello è presente al 50 percento’. E questa consapevolezza, che un pezzo di sé lo stesse abbandonando ogni giorno, lo rendeva irascibile, aggressivo", continua Martucci. Non sapevano che fare, a chi rivolgersi, lei e la madre. Cominciavano a sviluppare i primi sintomi di esaurimento. Da qui, la decisione di farlo ricoverare in una struttura specializzata, nel 2012, e costituire l’Associazione, l’anno dopo.
Per molti, l’assistenza domestica non è una scelta. I costi per i ricoveri specialistici sono elevatissimi.
È lo schiaffo allo Stato sociale. Da uno studio del Censis risulta che la famiglia è la principale e la più efficiente forma di assistenza domiciliare. In oltre l’80 percento dei casi, l’unica. Perlopiù, sono i figli, anzi, le figlie. Si chiamano Caregivers. In italiano è tradotto con "assistenti" o "badanti". Ma, il "dare cura" è molto di più e di più complesso. Per i familiari, assistere significa donare la propria vita, mettere a servizio esclusivo il proprio tempo, la propria energia, spesso senza tenere nulla per sé, rinunciando ad altri affetti, alle relazioni sociali, anche al lavoro.
Chi si prende cura di un malato di Alzheimer, quasi sempre si ammala a propria volta.
Dai dati del Censis, in quasi il 90 percento dei casi sviluppa una immunodepressione e stanchezza cronica, circa il 55 percento soffre di insonnia e di ansia, oltre il 43 percento è depresso, più di un terzo subisce alterazioni metaboliche e ormonali, con variazioni patologiche di peso.
In uno Stato che taglia servizi sanitari perfino indispensabili ai malati diretti,
l’assistenza agli assistenti è un’utopia. È lasciata all’iniziativa di privati volenterosi, come Claudia. Con la collaborazione di professionisti volontari, ha organizzato un centro di aiuto, per gestire quello che viene definito il Caregiver Burden, l’"effetto d’urto", fisico, psicologico, relazionale-sociale e pratico-organizzativo, su chi assiste malati di Alzheimer. Il costo "intangibile" della tragedia. L’emergenza sommersa dei malati indiretti, ignorati dal Servizio sanitario nazionale.
"Sono tutti casi gravi, i "bruciati dentro" dal lutto vivente che devono elaborare",
dichiara Mauro Lo Castro, tra gli psicologi della "rete che salva" dell’Associazione creata da Claudia Martucci. Il 15 ottobre, inizia un corso di "Burn out" a Ostia. "In famiglia, viene scelto il Caregiver, solitamente una donna. L’Alzheimer è incurabile. Più il male progredisce, più la persona attraversa le diverse fasi dell’elaborazione del lutto, dell’accettazione e del riconoscimento", spiega Lo Castro. Si passa dalla negazione, il rifiuto di credere che si tratti di "quel" male, alla rabbia, per la frustrazione che nasce dall’impotenza, che si riversa anche sul malato stesso. Segue il conflitto con i medici, quindi la depressione. Anche perché "spesso il Caregiver subisce mobbing da parte di altri familiari, si ribella rispetto alla sua condizione di "bruciato vivo" e viene isolato".
Nei gruppi di aiuto, queste persone ritrovano la voglia e il gusto di vivere, l’amore di sé,
imparando a comprendere i comportamenti dei malati di cui si prendono cura e a gestirli. "I malati di Alzheimer non riconoscono gli stimoli fisiologici, come la fame, la sete, i bisogni primari, e questo li disorienta, li rende aggressivi. Hanno paura dell’acqua. Non controllano le emozioni".
Come dovrebbe intervenire lo Stato, per Lo Castro? "Innanzitutto, attivando contesti di informazione e formazione per gli assistenti dei malati. Mettere a punto servizi che facilitino la vita degli uni e degli altri; ad esempio, taxi convenzionati a prezzi modici prefissati, come fa l’Associazione Amici Alzheimer su iniziativa privata. Fornire supporto psicologico professionale continuo gratuito".
L’Alzheimer, infatti, è un problema sociale.
"Il concetto di salute non appartiene alla sfera individuale, ma pubblica, riguarda l’intera società", afferma lo psicologo. I numeri sono allarmanti e in aumento. Nel 2015, in Italia, le nuove diagnosi sono già 270mila Sono 46milioni gli abitanti del pianeta che ne sono affetti, circa un milione e 300mila gli italiani. Ogni 3 secondi, una persona si ammala. E soltanto nel 27 percento dei casi l’origine è genetica. La causa principale è tossicologica, da inquinamento ambientale, alimentare, da stress. La prevenzione comincia qui.
Emanuela Bambara, info@interris.it

LA SCALA DI GIACOBBE


LA SCALA DI GIACOBBE - INCONTRO DI OTTOBRE 2015

Sabato 17 ottobre alle ore 17,00 presso il Salone delle Feste del Circolo Sociale in via Duomo 1 (di fronte al Municipio), presentazione del libro di Giovanni Dall'Orto "Tutta un'altra storia. L'omosessualità dall'antichità al secondo dopoguerra" (Il Saggiatore). Insieme all'autore sarà presente don Franco Barbero. 

Alle ore 19,30 cena autogestita presso i locali del FAT in Vicolo Carceri 1.

Alle ore 21 proiezione di un film a tematica LGBT.

Per ulteriori informazioni scrivere a lascaladigiacobbe@gmail.com

COMITATO CONTRO L'OMOTRANSFOBIA

Il comitato pinerolese contro l'omotransfobia dopo la pausa estiva ha ricominciato i suoi lavori con l'incontro di giovedì 24 settembre alle ore 21 nei locali della Chiesa Valdese di Pinerolo. Si è trattato di una serata straordinariamente ricca di idee e di proposte. Siamo stati rallegrati per l'inattesa presenza di giovani che si sono inseriti nel nostro percorso di ricerca. Nel comitato sono così diventate numerose le voci di giovani. Che bella sorpresa! Il prossimo incontro organizzativo si svolgerà GIOVEDI' 26 NOVEMBRE alle ore 17,30 nei locali della Chiesa Valdese di Pinerolo.





ORRORE la Repubblica.it


Mugabe all'Onu: ''No ai nuovi diritti, noi non siamo gay''
Il presidente dello Zimbabwe, Robert Mugabe, parlando davanti all'Assemblea generale delle Nazioni Unite, in occasione dei 70 anni, ha criticato il fatto che nessun paese africano sieda nel Consiglio permanente e ha criticato anche la richiesta di "nuovi diritti" a proposito delle nozze e dei diritti gay. "Non siamo gay" ha detto a un certo punto Mugabe. "Rigettiamo i tentativi di prescrivere nuovi diritti, contrari alle nostre leggi, ai nostri valori, tradizioni e credenze". In sala le sue parole hanno suscitato applausi e risate da parte di molti rappresentanti di paesi africani.


SABATO 3 OTTOBRE A MILANO

Sabato 3 ottobre a Milano don Franco Barbero parteciperà all'assemblea  sulla "Laicità e diritti", in rappresentanza del gruppo del Guado (Glbt cristiani) per documentare un percorso di fede adulta in una società laica. Franco Barbero sarà a Milano soltanto dalle ore 13,30 alle 16.
Per informazioni: Gianni Geraci 347-7345323

DOMENICA 4 OTTOBRE A PINEROLO

Domenica 4 ottobre in Via Città di Gap 13 alle ore 10 celebriamo l'eucarestia.
Il servizio della predicazione sarà svolto dal gruppo del martedì sera.

E.F.SCHUMACHER

"Occorre vivere più semplicemente per permettere a tutti semplicemente di vivere"
Signore, Dio che noi cerchiamo a tentoni,
guarda a questa umanità piena di sangue.
Siamo impotenti e il nostro piccolo amore
sembra un torrentello che si perde tra la sabbia.

Eppure anche oggi c'è chi s'innamora sognando
e mille creature compaiono sulla faccia della terra.
Siamo nella contraddizione: abitiamo tra macerie
eppure ogni giorno camminiamo tra i miracoli.

Fa che anche la nostra comunità
maturi e diventi un luogo in cui impariamo ad amare.
Fa che chi può lavarsi i piedi da solo
non se li faccia lavare dagli altri.

Signore, mettiamo davanti a Te le nostre poche forze,
il nostro amore spesso impotente, inefficace.
Innaffia Tu i piccoli semi di bontà e i fiori
che talvolta riusciamo a far sbocciare lungo la via.

E soprattutto rendici attenti ai segni del Tuo regno
a partire dalle persone che incontriamo ogni giorno.
Tu puoi fare in modo che la nostra fragilità
non diventi un'angoscia, ma un'occasione per aprirci a Te.

O Dio di Gesù, non stancarTi di noi e del mondo.
La nostra fede, tremula ed intermittente, ha bisogno di Te
Vorremmo poter camminare con tutte le persone
che rischiano il passo della fraternità e della speranza.

​[L'Unità 24 settembre]

Divisa e invecchiata ecco la Chiesa che aspetta Francesco

MERCED (CALIFORNIA). Qualche settimana fa la chiesa del Sacro Cuore di questa città della California era gremita da più di cinquemila parrocchiani, stipati tra le panche, l'abside e il vestibolo per assistere a cinque messe - quattro delle quali in spagnolo. Le giovani famiglie ispaniche hanno affollato persino le scale esterne dell'edificio, sforzandosi di sentire l'omelia a dispetto del frastuono proveniente da una vicina strada sopraelevata.
Al capo opposto del Paese, nella chiesa di Nostra Signora ausiliatrice - costruita nel 1898 a Filadelfia da immigrati tedeschi - in tutto il fine settimana si celebra un'unica messa. L'orologio della torre campanaria è fermo. La scuola parrocchiale è chiusa, e di recente solo 53 fedeli, per lo più canuti bianchi, si sono raccolti per celebrare la messa domenicale in questo svettante edificio di stile gotico.
La Chiesa cattolica che Papa Francesco incontrerà nella sua prima visita negli Stati Uniti sta attraversando un cambiamento profondo, segnato da conflitti inerenti alla destinazione degli immobili e delle risorse, al reclutamento dei sacerdoti e alla conservazione dei fedeli. E mentre la religione cattolica rimane la più diffusa negli Stati Uniti, la composizione etnica dei fedeli si sta modificando.
Sulla costa orientale e nel Midwest i vescovi chiudono parrocchie e scuole religiose che furono costruite con i risparmi e la fatica di generazioni di immigrati europei. In molte chiese i fedeli sono pochi, il numero dei funerali supera quello dei battesimi e le offerte della domenica non bastano a coprire le spese. Ad ovest e sud del Paese, e in alcune sacche sparse in diverse zone della nazione, le chiese sono invece stracolme di immigranti provenienti soprattutto dal Messico e dall'America Latina, ma anche dall'Asia e dall'Africa. I genitori ispanici iscrivono i figli alle scuole cattoliche, sfidando lunghe file d'attesa, e frequentano luoghi di culto improvvisati tenendosi lontani dalle parrocchie frequentate predominantemente dai bianchi di origine europea, dove spesso non si sentono ben accetti.
«Il volto etnico della chiesa sta cambiando, e il centro di gravità e di influenza si sta spostando da est ad ovest e dal nord al sud», dichiara José H. Gómez, arcivescovo di Los Angeles. «Questo papa Francesco lo sa bene», aggiunge. «Sa che il volto della chiesa sta cambiando e sa quanto siano importanti gli ispanici per il futuro della Chiesa».
La leadership della Chiesa Usa non ha però tenuto il passo con questa nuova realtà: mentre più di un terzo dei 68 milioni di cattolici iscritti nelle parrocchie degli Stati Uniti sono ispanici, solo 28 vescovi su 270 lo sono.
La Chiesa cattolica ha subito un'emorragia: fedeli di ogni età dicono di essersene allontanati in seguito agli scandali di abusi sessuali, all'esclusione delle donne e degli uomini sposati dal sacerdozio, al rifiuto dei rapporti omosessuali e degli anticoncezionali e al divieto di estendere la Comunione ai cattolici che hanno divorziato o si sono risposati senza ricevere l'annullamento.
Sino a due decenni fa un americano su quattro si riteneva cattolico, oggi solo uno su cinque si definisce tale. Se gli ex-cattolici formassero una chiesa, sarebbe la più numerosa di tutta la nazione dopo la Chiesa cattolica. Durante la visita che lo porterà a Washington, New York e Filadelfia, papa Francesco dovrà cercare di raggiungere questi numerosi volti del cattolicesimo americano: i ferventi e i dispersi; i liberali e i tradizionalisti; le chiese dei bianchi della working class, sempre meno frequentate, e quelle frequentate perlopiù da immigranti, spesso immeritatamente affollate.
Per certi versi Francesco è l'uomo giusto per questo compito. Oltre ad essere il primo papa proveniente dall'America Latina, è figlio di immigrati che portarono la loro fede dall'Italia all'Argentina, e rappresenta dunque un ponte vivente tra la vecchia Chiesa degli emigrati e quella nuova. E benché abbia scelto di visitare la zona orientale del Paese, dove la Chiesa è in declino, per molti aspetti Francesco si rivolgerà agli ispanici a Ovest, che rappresentano il futuro della Chiesa e della nazione.
A due anni e mezzo dalla sua nomina Francesco è già molto amato. Da un recente sondaggio condotto da New York Times e Cbs News risulta infatti che il Papa troverà ad accoglierlo dei fedeli assai ben disposti.
Laurie Goodstein

(Repubblica 22 settembre)

martedì 29 settembre 2015

CONFUCIO

"Ci sono errori che si possono fare lungo la via verso la verità: non andare fino in fondo, e non iniziare".

APPUNTI PER RICORDARE..

Corso Biblico. Torino, 25.09,2015.
Letteratura sapienziale.
(Appunti presi durante la conferenza di Franco Barbero).

La letteratura sapienziale comprende i libri del canone della bibbia ebraica di: Proverbi, Qoelet, Cantico dei cantici, Salmi sapienziali.
Sono inoltre considerati libri sapienziali il Siracide e la Sapienza che appartengono alla bibbia greca e rientrano nel canone della chiesa cattolica. La letteratura sapienziale nasce dall'esperienza della vita nei suoi vari aspetti: la famiglia innanzi tutto; la vita di corte dei sovrani, dove vivevano i funzionari che aiutavano il sovrano nel governo del paese e che consisteva nelle prescrizioni per un governo saggio e le regole della vita cortigiana; le scuole che sorgevano nel territorio attorno a persone sagge, che diventavano maestri e trasmettevano gli insegnamenti di generazione in generazione; la vita quotidiana nei suoi molteplici e variegati aspetti, il lavoro, la schiavitù, la prostituzione, ecc.; il tutto ispirato ad un grande realismo.
Si tratta di un fenomeno non solo appartenente ad Israele, ma a tutte le antiche civiltà della mezzaluna fertile, che va dalla foce del Nilo alla Mesopotamia. Numerosi scritti sapienziali sumeri, assiro-babilonesi ed egiziani sono a noi pervenuti, come ad esempio il Poema del giusto che soffre, la teodicea Babilonese, l'insegnamento di Amenemope, la sapienza di Achikar, che è citato nel libro di Tobia. Il Gunkel in uno studio del 1906 ha sostenuto che l'origine della letteratura sapienziale è in Egitto, dove si trovano dei paralleli di Giobbe. Israele ha certamente ricevuto gli influssi di questa cultura; era un piccolo popolo che ha fatto l'esperienza della schiavitù e della liberazione attraverso un lungo cammino, ha conquistato una sua forte individualità di fronte a imperi ben più potenti; nel suo insediamento in Canaan ha in parte assimilato la cultura locale in cui erano presenti aspetti sapienziali; ha ricevuto e dato in uno scambio reciproco.
Un aspetto che va considerato in questi scambi culturali è la lentezza: l'uomo segue i ritmi della natura: il passo ritmato del cammello aiuta l'uomo a ragionare; l'animale regola le sue forze e quando non ce la fa più si accascia a terra; l'uomo impara dal cammello a regolare le sue forze.
La cosa straordinaria di questa cultura è che ad un certo punto essa si mette in discussione e nasce una corrente antisapienziale. La convinzione tradizionale che fare il bene abbia come risultato di ottenere del bene e che il giusto abbia una ricompensa per il suo retto agire viene messa in dubbio; si arriva a dubitare che Dio ci voglia veramente bene; da questa crisi nascono i libri di Giobbe e Qoelet, nonché alcuni salmi sapienziali.
Un altro aspetto è la possibile manipolazione della sapienza. Nell'antico oriente dire che un uomo è saggio è il massimo complimento che gli si possa fare, significa che non si fa comandare dalle cose, vive la vita appieno, è giusto, ha rapporti corretti con gli altri. Ma il mondo non è sempre buono, vi possono essere degli abusi; vi sono saggi che agiscono per propri interessi.
Il nucleo centrale della sapienza è il “timor di Dio” che è la consapevolezza profonda di essere creatura in rapporto con Dio; è una condizione naturale che prescinde dal comportamento della persona; è sapere che qualunque uomo è amato da Dio e sarà accolto da Lui alla sua morte. Molte volte nella catechesi è stato confuso con la paura di Dio e delle sue punizioni, ma questa è una aberrazione.
Il genere letterario è il “detto”, o anche “sentenza” o “proverbio”, in ebraico “masal”.
Vi sono molti tipi di detti, positivi, negativi, di contrasto, colti o popolari, ecc.
Si tratta di consigli per la vita, che insegnano a scegliere, a orientarsi nell'intrico dell'esistenza. Nascono dall'esperienza di relazioni interpersonali, non nella solitudine. Insistono sulla necessità di darsi il tempo per decidere, non essere avventati. Derivano dal dialogo e dalla discussione, ma non sempre si giunge alla stessa conclusione: la mancanza di soluzioni soddisfacenti a volte obbliga a seguire nuove piste: a volte la vecchia sapienza non basta. Sovente si tratta solo di buon senso.
Tipico di Israele è di collegare la sapienza a Jahvé: “Dio pensa con te”. Solo in Isaia 31, 2 si dice espressamente che Dio “è saggio”, altrimenti la Bibbia dice che Dio conosce la Sapienza e sa dove sia; se tu la chiedi, Dio te la darà; il cosmo parla di sapienza (e di Dio); ma bisogna ricordarsi che non c'è solo la sapienza, ma anche la Torà e i profeti.
Guido Allice

UN INCONTRO IN BANCA

Davvero singolare.... Sono appena arrivato da Torino dove ho vissuto una esperienza per me nuova. Quando dico "banca" mi viene subito il pensiero di tanti loschi affari. Oggi, invece, sono stato invitato per un dialogo su "Fede e omosessualità".
Erano presenti un folto gruppo di lavoratori e di lavoratrici del settore.
Abbiamo dato vita ad uno scambio vivace e proficuo.
La cosa più bella della mia vita è potermi incontrare, come molto spesso mi succede, con persone che, come me, cercano un sentiero per dare senso alla loro vita e alla loro fede.
Interrogarsi insieme è sempre un evento che crea voglia di vivere e favorisce una comunicazione che produce affetto e sostegno reciproco.
don Franco Barbero

LANCE ARMSTRONG

Da eroe della lotta al cancro a simbolo del marcio nel ciclismo: la vita vissuta all'insegna dell'inganno dell'atleta che si vantava di non essere mai stato scoperto positivo all'antidoping.
E' già il libreria il libro che svela il grande inganno.

IL GIGANTE E IL CONSUMATORE

Gusti, abitudini, spostamenti. Grazie ai loro sofware le grandi aziende raccolgono sempre più informazioni sulle nostre vite.
Mentre, proprio grazie all'elettronica , riescono a sottrarsi (quasi sempre) al controllo dei clienti e delle associazioni. e anche quando sono travolte dagli scandali, come nel caso della Volkswagen, è difficile portarle sul banco degli imputati.
Così la lotta tra utenti e industrie rischia di diventare ancora più impari.
( Maurizio Ricci, da Repubblica 28 settembre).


POSSIAMO IMPARARE

Possiamo imparare, con il Tuo aiuto,
a vedere, nelle persone che incontriamo ogni giorno,
dei compagni e delle compagne di viaggio.

Possiamo imparare ad amare e rispettare
questa terra generosa con noi,
averne cura nei nostri gesti quotidiani.

Ti preghiamo specialmente per tutti/e coloro
che sono senza terra,
cacciati/e dalla loro terra.
Vogliamo lottare contro chi sequestra la terra
e ci scrive sopra "proprietà privata".

Tu ci hai detto, o Dio, creatore d'ogni vita,
che la terra è Tua e noi siamo ospiti e pellegrini.
Vogliamo imparare a non volere il sole e la luna solo per noi
ma a condividere tutti i Tuoi doni.

​[Repubblica 23 settembre]

Democrazia Nato in Ucraina

«Sto­rica» visita del segre­ta­rio gene­rale della Nato Stol­ten­berg, il 21/22 set­tem­bre, in Ucraina, dove par­te­cipa (per la prima volta nella sto­ria delle rela­zioni bila­te­rali) al Con­si­glio di sicu­rezza nazio­nale, firma un accordo per l'apertura di un'ambasciata della Nato a Kiev, tiene due con­fe­renze stampa col pre­si­dente Poro­shenko. Un deci­sivo passo avanti nell'integrazione dell'Ucraina nell'Alleanza. Ini­ziata nel 1991 quando, appena dive­nuta Stato indi­pen­dente in seguito alla disgrega­zione dell'Urss, l'Ucraina entra nel «Con­si­glio di coo­pe­ra­zione nor­da­tlan­tica» e, nel 1994, nella «Part­ner­ship per la pace».
Nel 1999, men­tre la Nato demo­li­sce con la guerra la Jugo­sla­via e ingloba i primi paesi dell'ex Patto di Var­sa­via (Polo­nia, Repub­blica Ceca e Unghe­ria), viene aperto a Kiev l'«Ufficio di col­le­ga­mento Nato» e for­mato un bat­ta­glione polacco-ucraino per l'operazione Nato di «pea­ce­kee­ping» in Kosovo.
Nel 2002, il pre­si­dente Kuchma dichiara la dispo­ni­bi­lità a entrare nella Nato.
Nel 2005, sulla scia della «rivo­lu­zione aran­cione» (orga­niz­zata e finan­ziata da Washing­ton attraverso «Ong» spe­cia­liz­zate e soste­nuta dall'oligarca Poro­shenko), il pre­si­dente Yush­chenko viene invi­tato al sum­mit Nato a Bru­xel­les. Ma, nel 2010, il neoe­letto pre­si­dente Yanu­ko­vych annun­cia che l'adesione alla Nato non è nella sua agenda. Nel frat­tempo la Nato tesse una rete all'interno delle forze armate ucraine e adde­stra gruppi neo­na­zi­sti (come prova una docu­men­ta­zione fotografica di mili­tanti di Uno-Unso adde­strati nel 2006 in Esto­nia da istrut­tori Nato).
I neo­na­zi­sti ven­gono usati come forza d'assalto nel putsch di Piazza Mai­dan che rove­scia Yanukovych nel feb­braio 2014, men­tre il segre­ta­rio gene­rale della Nato intima alle forze armate ucraine di «restare neu­trali». Subito dopo va alla pre­si­denza Poro­shenko, sotto la cui guida - dichiara la Nato - l'Ucraina sta dive­nendo «uno Stato sovrano e indi­pen­dente, fer­ma­mente impegnato per la demo­cra­zia e il diritto».
Quanto sovrana e indi­pen­dente sia l'Ucraina lo dimo­stra l'assegnazione di inca­ri­chi mini­ste­riali a cit­ta­dini stra­nieri scelti da Washing­ton e Bru­xel­les: il mini­stero delle finanze è affi­dato a Nata­lie Jare­sko, cit­ta­dina sta­tu­ni­tense che ha lavo­rato al Dipar­ti­mento di Stato; quello del com­mer­cio e dello svi­luppo eco­no­mico al lituano Abro­ma­vi­cius, che ha lavo­rato per gruppi ban­cari euro­pei; quello della sanità all'ex mini­stro geor­giano Kvi­ta­sh­vili. L'ex pre­si­dente geor­giano Saa­ka­sh­vili, uomo di fidu­cia di Washing­ton, viene nomi­nato gover­na­tore della regione ucraina di Odessa. E, per com­ple­tare il qua­dro, Kiev affida le pro­prie dogane a una com­pa­gnia pri­vata britannica.
Quanto l'Ucraina sia impe­gnata per la demo­cra­zia e il diritto, lo dimo­stra il fatto che i bat­ta­glioni neo­na­zi­sti, rei di atro­cità con­tro i civili di nazio­na­lità russa nell'Ucraina orien­tale, sono stati inquadrati nella Guar­dia nazio­nale, adde­strata da istrut­tori sta­tu­ni­tensi e bri­tan­nici. Lo dimo­stra la messa al bando del Par­tito comu­ni­sta ucraino e della stessa ideo­lo­gia comu­ni­sta, in un clima persecu­to­rio simile a quello dell'avvento del fasci­smo in Ita­lia negli anni Venti. Per evi­tare testimoni sco­modi, Kiev ha deciso il 17 set­tem­bre di impe­dire l'ingresso nel paese a decine di giorna­li­sti stranieri, tra cui tre della Bbc, defi­niti «una minac­cia alla sicu­rezza nazionale».
L'Ucraina di Poro­shenko - l'oligarca arric­chi­tosi col sac­cheg­gio delle pro­prietà sta­tali, del quale il pre­mier Renzi loda la «sag­gia lea­der­ship» - con­tri­buirà anche alla nostra «sicu­rezza nazio­nale» parte­ci­pando come part­ner all'esercitazione Nato Tri­dent Junc­ture 2015 che si svolge in Italia.
Manlio Dinucci

(Il Manifesto 22 settembre)

lunedì 28 settembre 2015

FINALMENTE A ROMA

Papa Francesco è finalmente rientrato a Roma dopo aver testimoniato ai più poveri della terra la vicinanza di Dio e dopo aver detto chiaramente ai potenti la necessità di una svolta.
Intanto ha subito trovato sul tavolino l'ignobile volume degli undici cardinali che dichiarano apertamente la loro dissidenza.
E' un bene che nella Chiesa ci si parli in tutta franchezza.
La cosa peggiore è l'acqua tiepida, cioè la presenza di coloro che sono uomini e donne di tutte le stagioni e non dichiarano mai apertamente le loro ricerche e le loro posizioni.
FB

GUARDARE AVANTI CON FIDUCIA

In questi giorni a Torino al corso biblico e alla "comunità nascente" come nell'incontro allargato del Gruppo Primavera di Rivalta abbiamo vissuto confronti, riflessioni, dialoghi e momenti di preghiera ricchi di contenuto e sorretti dalla speranza che ha animato la vita di Gesù di Nazareth.
Come dire la nostra fede ai nostri figli in questa cultura con le sue opportunità e le sue contraddizioni?
Ci ha accomunati la consapevolezza che nulla è facile o scontato. Ma una fede vissuta, davvero vissuta, non può essere taciuta.
Eppure, mentre cerchiamo le parole nuove, i linguaggi che possano parlare oggi, ci è sembrato fondamentale ricordarci a vicenda che, prima delle parole, viene la nostra testimonianza dentro la vita quotidiana.
Questo bisogno di poter vedere il vangelo vissuto con gioia, con coerenza e con perseveranza è reale. Ciascuno e ciascuna di noi può essere un umile testimone del vangelo di Gesù. Il testimone non è una persona perfetta, ma una persona che cerca la fedeltà al messaggio evangelico. Un figlio, una figlia che ascolti molti discorsi religiosi, ma non veda mai i genitori pregare, partecipare ad un gruppo biblico, ad una celebrazione eucaristica, non imparerà mai che cosa vuol dire pregare e credere. Così pure un figlio che senta tanti discorsi di amore e poi veda nei genitori una vita egoistica, come potrà assaporare la profondità del messaggio di Gesù?
La testimonianza della vita rimane centrale nella "comunicazione della fede".
Franco Barbero

TORINO: COMUNITA' NASCENTE

Domenica 25 ottobre la giornata comunitaria sarà interamente dedicata al tema "Vivere con fiducia anche in mezzo alle contraddizioni".
Alle ore 10 comincia in Via Principe Tommaso 4 a Torino l'accoglienza , alle 10,30 celebriamo l'eucarestia e alle 12 condividiamo il pranzo autogestito.
Il pomeriggio, accogliendo e precisando la proposta di Anna Cau, daremo vita ad un laboratorio. Chi avrà trovato nella Bibbia la testimonianza di donne e uomini che hanno vissuto con fiducia in Dio e nell'avventura umana ci presenterà le proprie riflessioni.
Così abbiamo alcune settimane di tempo per cercare....
F.B.

GRANDE MOVIMENTO

> Senza la Russia, messa in un angolo sulla questione Ucraina, non ci sarà una soluzione per ciò che riguarda la Siria.
USA e Nato hanno creduto nella loro onnipotenza . Errore formidabile che alimenta le polarizzazioni.

> E aria di movimento in Catalogna dopo il voto dei giorni scorsi. Ma..."salutare" la Spagna non sarà senza problemi.

> L'Italia in realtà si trova, negando il ricorso alle armi in Siria, a compiere una difficile opera di mediazione diplomatica con Mosca e Teheran su richiesta degli USA e dell'Unione Europea.

>Il papa ha parlato con una delegazione di minori abusati dai sacerdoti. L'averli ricevuti è stato un gesto di giustizia  e ha assicurato che la chiesa vuole che sia fatta giustizia nei tribunali.
TU PADRE E MADRE

Tu, l'Eterno,
sai amare i nostri fuggevoli giorni
e ci doni il tempo per riconoscerci tra di noi,
come donne e uomini che camminano davanti a Te.
Tu, Madre paziente,
sorridi al mondo dall'alto delle stelle:
abbiamo tanto bisogno di gustare la Tua compagnia,
per vedere in tutte le cose un dono che viene da Te.

Dona ai nostri cuori e alle nostre braccia
l'audacia e la fede della donna sirofenicia.
Il trascorrere dei giorni, luogo della Tua chiamata,
diventi lo spazio della nostra continua conversione.

Tu conosci tutto di noi, le luci e le ombre.
Aiutaci a zappare la terra dei nostri cuori,
a far fiorire, o Dio, anche la steppa più arida,
a coltivare i fiori del giardino che ci hai dato.

O Dio, Tu non Ti sei ritirato nella dorata reggia del cielo:
vogliamo credere alla Tua promessa
e sperare che Tu Ti faccia presente
là dove donne e uomini, purtroppo,
esperimentano gli "inferni" della disperazione,
della guerra, della miseria, della violenza.

Rivoluzione, ma quanto ci costi

LI ABBIAMO CHIAMATI FARMACI BIOLOGICI. E abbiamo imparato termini come anticorpi monoclonali, marcatori, e via cosi. Farmaci tanto precisi quanto costosi. Contro per le patologie reumatiche, il cancro, l'epatite C; ora anche per il colesterolo. E mille altri seguiranno. Già oggi la rivoluzione genomica in ospedale ha fatto balzare la spesa farmaceutica a 5 miliardi l'anno. Eppure gli italiani beneficiano dei biologici fino al 45 per cento in meno di quelli dei paesi europei più avanzati. Colpa dei ritardi nella Registrazione, del fatto che si somministrano solo in centri specializzati che non ci sono e ci mettono anni a organizzarsi, che richiedono test genetici non accessibili ovunque; insomma che planano su un Ssn in bolletta e non al passo. La medicina sta facendo la sua rivoluzione. Le nostre autorità sanitarie per garantire le cure migliori dovranno attrezzarsi con soluzioni altrettanto rivoluzionarie. Cominciando col guardare bene, oltre i giochi di prestigio delle aziende e le fascinazioni del1'opinione pubblica, se un'innovazione è vantaggiosa o meno, e se non de risultati apprezzabili avere il coraggio di non ammetterla.

(Repubblica 22 settembre)

Il 7 febbraio le primarie per il comune di Milano

Per ora l'appuntamento per le primarie milanesi del centrosinistra è fissato al 7 febbraio. Anche se Matteo Renzi, nel corso della direzione del Pd, sembra frenare: «Leggo di primarie più o meno convocabili ma una discussione su questo tema dobbiamo farla». Sulla data ieri invece si sarebbero trovati d'accordo i rappresentanti del partiti della coalizione: Pd, Sel, Prc, Comunisti italiani, Milano Civica, Idv e Psi. Assenti i radicali, invitati. Deve ancora essere definito il regolamento della consultazione: chi potrà votare e il numero di firme che serviranno ai candidati per poter partecipare. Il sindaco dl Milano sarà anche sindaco della città metropolitana e quindi si pensa di coinvolgere anche chi abita nell'hinterland. Da definire anche la carta dei principi, sulla quale sta lavorando il consiglio degli 11 garanti. Un prossimo vertice di coalizione è fissato per lunedì prossimo. Per il 7 ottobre si conta di aver definito tutte le regole. Salvo sorprese e ripensamenti a Roma. In pista per partecipare (non ancora ufficialmente) al momento ci sono tre esponenti Pd: il deputato Emanuele Fiano, l'assessore comunale Pierfrancesco Majorino e Roberto Caputo.

(Il Manifesto 22 settembre)

Le minoranze: alla fine ha mediato

«Adesso vedremo il testo e capi­remo se quella di Renzi è una pro­po­sta vera. Se il voto degli elet­tori sarà vin­co­lante, come lo era per la legge Tata­rella, per noi va bene». Alfredo D'Attorre, che è ufficial­mente il nuovo ber­sa­glio pre­fe­rito di Renzi ora che Ste­fano Fas­sina se n'è andato, alla fine della dire­zione è più che pos­si­bi­li­sta. La mino­ranza dem, che pure nel corso del dibat­tito ha dato espli­citi segnali posi­tivi, non par­te­cipa al voto sulla rela­zione del segre­ta­rio. I numeri sareb­bero stati tri­sti e soli­tari, meglio non con­tarsi. E così fini­sce con un anti­e­ste­tico «sì» all'unanimità: zero contrari, zero aste­nuti. Ma la ver­sione uffi­ciale è un'altra. «Non abbiamo par­te­ci­pato al voto per­ché la riforma costi­tu­zio­nale non è cosa del par­la­mento», dice D'Attorre. E del resto il voto della direzione non è for­mal­mente vin­co­lante per i gruppi par­la­men­tari: sui temi costi­tu­zio­nali i regolamenti dem lasciano libertà di coscienza. Renzi indub­bia­mente porta a casa un suc­cesso, ma D'Attorre non si sente scon­fitto: «La verità è che la mag­gio­ranza al senato è molto meno sicura dei numeri di quello che dice. E per come Renzi ha cari­cato il pas­sag­gio poli­tico, se la riforma fosse appro­vata con i voti deter­mi­nanti di Ver­dini sarebbe costretto a salire al Colle». Con le imprevedibili con­se­guenze del caso.
Ma anche la mino­ranza tira un sospiro di sol­lievo. Dubbi e scon­tenti non man­cano. Nico Stumpo lascia la dire­zione dopo il discorso di Renzi. Felice Cas­son nean­che ci va, va invece alla Zan­zara di Radio24 e spiega: «È inu­tile, se si vuole fare un con­fronto serio si poteva fare da due mesi, si dice sem­pre ma non si fa mai». Miguel Gotor avverte: «La Costi­tu­zione esige chia­rezza: non c'è biso­gno di bizan­ti­ni­smi e giri di parole». Ma da que­sta parte nes­suno punta alla rot­tura insa­na­bile. Renzi lo sa e per que­sto prima di arri­vare alla pro­po­sta di armi­sti­zio si toglie il gusto di sfot­tere la compagnia: «Le scis­sioni fun­zio­nano molto come minac­cia, un po' meno nel pas­sag­gio elet­to­rale. Chi di scis­sioni feri­sce, di scis­sioni peri­sce», dice. Ce l'ha con l'ex mini­stro greco Varou­fa­kis, il grande scon­fitto del voto greco, ma l'allusione è ai (pre­sunti) scis­sio­ni­sti di casa sua è più che esibita.
Alla fine Renzi pro­pone quello che da qual­che giorno cir­cola con il nome di «lodo Chiti». I sena­tori ver­ranno «desi­gnati» dai cit­ta­dini nel voto regio­nale e rati­fi­cati dai con­si­gli. Il modello è quello dell'elezione dei gover­na­tori negli anni 90, prima che ne fosse san­cita l'elezione diretta. Così furono votati Van­nino Chiti e Pier­luigi Ber­sani, lascia cadere nel discorso con finta non­cu­ranza. E con pre­ce­denti così chi può par­lare di «attacco alla democrazia»?
Infatti da Modena, dove con­clude la festa dell'Unità, Ber­sani parla di «aper­tura signi­fi­ca­tiva: se si intende che gli elet­tori scel­gono i sena­tori e i con­si­gli regio­nali rati­fi­cano va bene, per­ché è la sostanza di quello che abbiamo sem­pre chie­sto». In realtà sabato l'ex segre­ta­rio aveva par­lato di irri­nun­cia­bile «senato elet­tivo», sca­te­nando le rea­zioni della segre­te­ria («No ai dick­tat»). E la verità è che il senato non sarà elet­tivo. Ma è scop­piata la pax ren­ziana, e l'idea di rischiare un cam­bio di mag­gio­ranza fa diven­tare tutti più buoni. Lorenzo Gue­rini cer­ti­fica: quella di Ber­sani «è un'apertura posi­tiva. Non pos­siamo che esserne con­tenti». Mat­teo Orfini, che sabato aveva attac­cato i com­pa­gni «fal­chi» sta­volta parla di «spi­rito comunitario».
Al terzo piano del Naza­reno il filo il primo a annun­ciare il sì della mino­ranza è Gianni Cuperlo, che del resto aveva già dato il suo via libera sabato: «Non è in corso un brac­cio di ferro o una prova musco­lare e non ci devono essere dik­tat», dice, e sem­bra aver­cela più con l'ex segre­ta­rio che con l'attuale, «biso­gna tro­vare uno sbocco da riven­di­care come suc­cesso comune» in cui «cia­scuno rinun­cia a qual­cosa» e non cede alla ten­ta­zione di «esi­bire uno scalpo». Con­clu­sione: il lodo Chiti «può rap­pre­sen­tare il punto con­di­viso, che rico­no­sca l'utilità di un cri­te­rio più diretto di sele­zione da parte degli elet­tori, con una rap­pre­sen­tanza legit­ti­mata da un voto popo­lare, man­te­nendo ai con­si­gli regio­nali il com­pito di una for­male rati­fica. Su que­sta base pos­siamo man­dare all'esterno un mes­sag­gio di unità».
Daniele Preziosi

(Il Manifesto 22 settembre)

domenica 27 settembre 2015

DOMANI 28 SETTEMBRE

Domani 28 settembre, dopo il gruppo biblico del pomeriggio, assemblea mensile di programmazione (Decidiamo insieme) delle attività, gruppi, incontri ed eucarestie di ottobre.

RICORDANDO DON MARIO POLASTRO

Questa sera la comunità  parrocchiale di San Lazzaro si è riunita in preghiera ricordando don Mario che per lunghi anni è stato pastore sollecito ed intelligente.
La sua vita è stata una perseverante testimonianza del vangelo di liberazione.
La liturgia, presieduta da don Angelo, ha efficacemente testimoniato la fede biblica di don Mario.
Non il consueto rosario, ma tre letture bibliche e tre nutrienti meditazioni.
Solo l'ignoranza biblica e la pigrizia pastorale impediscono a molte comunità di vivere esperienze di fede così intense.
don Franco Barbero.
Riporto qui di seguito il saluto affettuoso di Salvatore Romano, uno dei parrocchiani che ha compiuto un lungo cammino con don Mario:
"Ciao Mario,
mi hai insegnato che le cose buone e belle sono e si trovano nel piccolo e che se la bontà si preoccupa dell'ammirazione, non è più bontà.
Perciò, l'eterna luce risplenda perennemente nei tuoi occhi.
E tramite essi sia sempre accesa nel nostro cammino, per mostrare a noi e a tutti che la vita è solidarizzando sempre a partire dai più deboli, e con loro stare a fianco con atti concreti!
Perciò io ritengo che il vero compenso per quello che si fa nella vita, lo si trova solo in noi stessi.
Perché quello cercato fuori da noi è solo una ricompensa effimera".
Salvatore Romano


IL MANIFESTO DEI CARDINALI CONSERVATORI PER IL SINODO

"La famiglia è in pericolo".
CITTÀ DEL VATICANO. Alla "fase di disfacimento che non ha eguali nella storia" nella quale sono entrati nel mondo occidentale "il concetto di matrimonio come anche l'istituzione della famiglia", undici cardinali rispondono con un libro, le cui bozze sono state lette da Repubblica , appositamente scritto in vista dell'imminente Sinodo. " Matrimonio e famiglia. Prospettive pastorali di undici cardinali" (Cantagalli) è il titolo di un lavoro che, nella sua tesi, risponde alle due relazioni con cui il cardinale Walter Kasper aprì nel 2014 alla comunione ai divorziati risposati. Non possumus è, nella sostanza, la risposta che Caffarra, Cleemis, Cordes, Duka, Eijk, Meisner, Onaiyekan, Rouco Varela, Ruini, Sarah e Urosa Savino mettono in pagina. "Ma - tiene a precisare Winfried Aymans, curatore del libro - il volume non è contro Francesco né contro Kasper e le posizioni di quest'ultimo più aperte. Piuttosto, in scia al Papa che ha incoraggiato la libera discussione su tali tematiche in seno alla Chiesa, ha lo scopo di offrire un contributo per un confronto che nell'aula sinodale avrà il suo momento clou. Il Sinodo, infatti, non è un Parlamento dove fazioni contrapposte combattono la propria battaglia, ma è un luogo di comunione nel quale ogni sensibilità ha diritto di esistenza".

Comunque sia gli undici, fra loro esponenti di peso della curia romana e pastori di grandi diocesi, non lasciano spazio ad aperture. E anzi, si oppongono a chi, come il presidente della commissione pastorale della conferenza episcopale tedesca, il vescovo di Osnabrü ck Franz-Josef Bode, ha chiesto sui divorziati risposati un "cambio di paradigma".
L'ARTICOLO INTEGRALE SU REPUBBLICA IN EDICOLA E SU REPUBBLICA .

ZYGMUNT BAUMAN

"Le porte sbarrate non possono domare o indebolire le forze che causano l'emigrazione"

GRUPPI BIBLICI A PINEROLO

Questa settimana nei gruppi biblici del lunedì pomeriggio e del martedì sera proseguiremo, in Via Città di Gap 13, nella lettura del Vangelo di Luca.

È tutto da vedere

"Tsipras non è Renzi", scrive Norma Rangeri sul Manifesto di martedì 22 settembre mettendo in luce il vero successo elettorale.

Nessuno è la copia dell'altro e i due soggetti hanno una storia ed una cultura politica diversa. Ma fu proprio Tsipras sette mesi fa a dichiarare di "sentirsi in sintonia con Renzi".

Ma Rangeri non deve aver letto le "misure di austerità" (ben 127) che Tsipras dovrà in qualche modo affrontare da martedì 29 settembre dopo aver firmato le richieste europee.

È ovvio che tutti auguriamo a Tsipras e al suo governo di fare più e meglio di Renzi, ma leggendo attentamente tutte le richieste della commissione europea, che il nuovo governo si è impegnato ad affrontare, siamo alla prova del fuoco.

A fine ottobre avverranno le prime verifiche. A mio avviso, il sostegno popolare e la totale sconfitta dei radicali di Siryza costituiscono una buona premessa e danno sostegno all'intelligenza, alla capacità di mediazione, alla lungimiranza di Tsipras la cui dedizione al bene del suo popolo è un esempio di altissimo livello. Tsipras è più consapevole di certe dichiarazioni giornalistiche.

Franco Barbero

Rifiutata tre volte dai taxi

Il tassista che qualche giorno fa ha lasciato a terra il presidente del comitato Paralimpico, Luca Pancalli, non è una mosca bianca nel panorama torinese. A Gigliola Toniollo, 68 anni, responsabile dell'ufficio Nuovi diritti della Cgil di Roma, è successo tre volte. L'ultima il 5 settembre.
Come è andata?
«Sono arrivata a Torino in treno per partecipare ad un incontro alla festa dell'Unità. Sono scesa a Porta Nuova ed ero già un po' in ritardo. Sono andata nel parcheggio dei taxi e ho cercato una macchina adatta perché ormai molti tassisti hanno suv e macchinoni su cui non è facile salire. Il primo della fila, che per diritto avrebbe dovuto caricarmi, però non voleva spostarsi ma nemmeno prendere la mia corsa con la carrozzina».
E alla fine?
«Poi un suo collega molto gentile si è offerto di accompagnarmi e non sono nemmeno arrivata in ritardo. Ma è stato comunque spiacevole».
Dice che non è stata la sola volta...
«No, infatti. Un paio d'anni fa, sempre a Torino, sono uscita da un ristorante e ho chiamato un taxi ma quando è arrivato e ha visto la sedia a rotelle si è rifiutato di far salire me e mio marito. Un'altra volta era successo all'aeroporto di Caselle».
Solo a Torino le sono capitati episodi simili?
«Anche a Roma, naturalmente, ma quella è la città in cui vivo e in percentuale mi capita più spesso di ricorrere a un taxi. Nei numerosi viaggi che faccio per lavoro devo dire che non è mai capitato nulla di simile in altre città».
E perché secondo lei?
«Sarà una combinazione ma credo che in generale su questo servizio si stiano facendo passi indietro notevoli. C'è molta ignoranza, e non è nemmeno una questione di sensibilità. Non so quali danni pensano che possa fare con la mia carrozzina».
Alcuni dicono di non accettare i buoni taxi.
«È una scusa che non regge. I buoni sono per i residenti e io non avrei potuto utilizzarli. La verità è che per legge i taxi non potrebbero rifiutare la corsa a un disabile ma in realtà lo fanno accampando scuse».
E lei come reagisce?
«Io mi arrabbio moltissimo ma se c'è mio marito mi trattengo perché lui si arrabbia di più. Dopo i primi due episodi avevo scritto al Comune di Torino. Poi ho lasciato perdere».
Cosa le aveva risposto il Comune?
«Si era scusato augurandosi che non capitasse più, ma serve a poco. Serve più formazione. E ai trasgressori va sospesa la licenza».
Carlotta Rocci

(Repubblica 19 settembre)

RESTA CON NOI

Signore, Tu ci doni il comandamento della vita,
ci indichi il sentiero buono della felicità
e ci accompagni lungo tutti i nostri giorni.

Fa' che ci accorgiamo della Tua presenza,
sovente nascosta, dimessa, silenziosa:
Tu, sangue vivo dei nostri cuori e luce dei nostri occhi.

Resta con noi, amore che non tramonti mai,
anche quando i nostri piedi fuggono da Te e cercano altre strade:
Tu ci attendi al di la di ogni smarrimento.

Renzi e Hollande: no a fili spinati in Europa

BERLINO . «L'Unione europea è nata per abbattere i Muri, non per costruirne di nuovi. Se oggi accanto a Italia, Francia, Germania e agli altri fondatori, ci sono altri paesi nella Ue, è perché qualcuno ha abbattuto un Muro e dato possibilità di benessere, libertà e futuro». Così il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, accogliendo a Modena il capo dello Stato francese, François Hollande in occasione di un bilaterale, di cui si è parlato anche di migranti.
«L'Europa non è solo una comunità di regole, ma soprattutto una comunità di valori, ideali», ha aggiunto Renzi. Al suo fianco Hollande, ha sollecitato decisioni concrete, o sarà la fine di Schengen. «Renzi lo ha detto - aggiunge - l'Europa sta attraversando un momento storico particolare e vorremmo superare questa prova con la solidarietà». Poi, il presidente francese chiede all'Ue di «aiutare la Turchia a tenere i rifugiati che arrivano nel Paese».
«L'Italia è solita fare la sua parte - ha ribadito Renzi, Nelle prossime ore discuteremo per affermare un'idea di Europa in cui tutti fanno la loro parte, con diritti e doveri legati all'appartenenza alla Ue». Una critica appena velata a Regno Unito e paesi dell'Est, che fanno muro appunto contro l'equa ripartizione dei rifugiati. «L'Italia - ha poi sottolineato il presidente del Consiglio - ribadisce la disponibilità a creare gli hotspot e gestire in modo organico con un approccio globale le politiche di ammissione ed equa distribuzione di chi arriva nel territorio europeo. Appartenere all'Europa significa avere doveri, non solo diritti».
Poche ore prima, al salone dell'auto di Francoforte, la cancelliera Angela Merkel lanciava un appello ai grandi costruttori dell'auto tedeschi: «Assumete quanti più migranti possibile, prendiamo la sfida della grande ondata di migranti in modo positivo: è segno che siamo un paese-modello».
Su queste linee si confronteranno Renzi, Merkel, Hollande e gli altri leader Ue nel vertice europeo straordinario di mercoledì prossimo sull'immigrazione, annunciato ieri a Bruxelles dal capo dell'esecutivo Ue, l'ex premier liberal polacco Donald Tusk, mentre il parlamento europeo ha votato ieri con procedura d'urgenza e a larga maggioranza l'ok al piano della commissione europea per il meccanismo temporaneo di ricollocamento di 120mila profughi, con quote obbligatorie. Anche se il tavolo per chiudere un accordo, sarà quello del vertice straordinario dei ministri degli Interni del 22 settembre.
E ieri in visita a Budapest, il commissario europeo all'Immigrazione Avramopoulos ha ammonito che «i muri non sono accettabili ». Ma intanto la Slovenia ha introdotto controlli ai confini, mentre la Bulgaria ha schierato un migliaio di soldati alla frontiera con la Turchia.
Andrea Tarquini

(Repubblica 18 settembre)

sabato 26 settembre 2015

LA FESTA CRISTIANA PER CONNETTERCI CON DIO E CON TUTTO IL CREATO

Deuteronomio 5,12-15

Per un credente riflettere sul sabato (per la nostra tradizione cristiana si tratta della domenica) significa cercare di prendere coscienza di uno dei doni che Dio fa al popolo, a tutto il mondo, a tutte le creature, il sabato è quindi per la singola persona ma anche per tutto il creato.
La nostra società consumistica da tempo vuole portarci a una destrutturazione o addirittura a una distruzione del sabato-domenica, per cui questo giorno non è più il giorno della rivitalizzazione del nostro rapporto con Dio, con noi stessi, con gli altri, con la natura ma fa sì che le esigenze produttive rendano il soggetto umano debole, fragile, impoverito nelle sue sorgenti di pace, di creatività, di solidarietà a tal punto da renderlo incapace di individuare i propri bisogni, e inconsapevole che quelli che lui ritiene propri sono i bisogni che la società impone.
Se il cristiano recide le radici della fede nel Dio liberatore verrà deviato dal cammino di liberazione. E' quindi importante cercare, mantenere il senso del sabato- domenica. Non si tratta solo di un giorno di vacanza ma di un giorno in cui guardiamo profondamente dentro di noi, dentro la trama dei rapporti umani dentro le relazioni con la natura e con Dio e non deve essere vissuto come un precetto contro il quale Gesù ha molto combattuto.
Franco Barbero nel suo libro “La bestia che seduce” dice che il sabato è una realtà che ha tre occhi, tre direzioni:
  • ricorda il passato cioè l'intervento liberatore di Dio;
  • guarda gioiosamente al presente ricordandoci di fruire del riposo e della festa;
  • guarda al futuro sapendo che nel nostro cammino il Dio liberatore ci accompagna.
Se si guarda solo al passato ci si ammala di nostalgia, se si guarda solo al presente c'è il rischio di cadere nel narcisismo, se si pensa solo al futuro si smarriscono le proprie radici e non si gioisce delle bellezze che il presente porta con sé.
Ovviamente il sabato non deve essere un giorno a se stante, ma deve essere il frutto di un cammino fatto negli altri giorni della settimana, in sintonia con lo stile di vita che il sabato genera e coltiva.
Testo della predicazione svolta da Franca Gonella nella eucarestia di domenica 20 settembre.

KAHLIL GIBRAN

Se guardi in cielo e fissi una stella,
se senti dei brividi sotto la pelle,
non coprirti,
non cercare calore,
non è freddo
ma è solo amore.

PREGHIERA DI BENEDIZIONE

Signore, benedici questo popolo
che cerca il proprio volto sotto la maschera
ed ha difficoltà a riconoscerlo.
Benedici questo popolo
che spezza le sue catene
e con lui tutti i popoli dell'Europa,
tutti i popoli dell'Asia,
tutti i popoli dell'Africa,
tutti i popoli delle Americhe,
che trasudano sangue e sofferenza.
Ed in mezzo a questi milioni di onde,
guarda le teste ondeggianti del mio popolo.
Fai che le loro calde mani, possano cingere la terra
con una cintura di mani fraterne
sotto l'arcobaleno della tua pace.
Amen
Léopold Sédar Senghor

DON LORENZO MILANI

"Non c'è da preoccuparsi di come bisogna fare per fare scuola, ma solo di come bisogna essere per poter fare scuola. Bisogna essere... Bisogna  avere le idee chiare in fatto di problemi sociali e politici. Non bisogna essere interclassisti, ma schierati. Bisogna ardere dell'ansia di elevare il povero a un livello superiore. Non dico a un livello pari a quello dell'attuale classe dirigente. Ma superiore: più da uomo, più spirituale, più cristiano, più tutto".

MIGUEL DE CERVANTES

Cambiare il mondo, amico Sancho, non è follia né utopia, ma solo giustizia."

PLATONE

"Una vita senza ricerca non merita di essere vissuta."

DON MARIO: IL PRETE DELLA CHIESA DEI POVERI

Questa notte è morto Don Mario Polastro, parroco di San Lazzaro a Pinerolo. Chi lo ha conosciuto e ha goduto della sua amicizia, come il sottoscritto, non potrà dimenticare la sua testimonianza di fede.
Don Mario ha dedicato tutta la vita e il ministero pastorale alla chiesa locale, alla lotta per i diritti degli ultimi, all'ecumenismo.
E' difficile ricordare degnamente la statura morale, intellettuale e pastorale di questo presbitero della nostra chiesa locale. Quando scompaiono i profeti, non è sempre facile vedere chi subentrerà al loro posto. Tuttavia il modo migliore per raccogliere la loro testimonianza sta nel proseguire il loro impegno evangelico ed umano.
Domani domenica 27 settembre alle ore 20:15 nella parrocchia di San Lazzaro di Pinerolo si svolgerà un incontro di preghiera e di meditazione in memoria di Don Mario.
Il funerale si svolgerà nella sua parrocchia lunedì alle ore 15:00.
Con me la comunità cristiana di base di via Città di Gap esprime vicinanza ai famigliari e alla comunità di San Lazzaro mentre ringrazia Dio per il dono di averlo avuto come amico e compagno di viaggio in tante lotte di liberazione.
Don Franco Barbero