(L'Unità 27 ottobre) |
mercoledì 31 ottobre 2012
Signore cercaci
con il Tuo sguardo amico,
con la Tua voce invitante.
Signore, cercaci quando noi non cerchiamo Te,
quando Ti abbiamo allontanato dal cuore,
quando fuggiamo la Tua parola,
anziché cercarla.
Signore, bussa alla nostra porta con dolce insistenza
quando inseguiamo cose vuote e vane,
quando beviamo a sorgenti di acqua inquinata.
Signore, cercaci nei giorni della gioia
perché la riconosciamo come un dono Tuo
e possiamo benedire di cuore il Tuo nome.
Signore, attendiamo da Te il dono della gioia
per continuare a sorridere alla vita,
per vedere i fiori che nascono sui sentieri
e per scoprire le sorgenti di felicità e di speranza.
Signore, attendiamo da Te il dono della speranza
per saper camminare anche nelle notti più buie,
per assaporare l'alba che ci riporta il bacio del sole,
per credere che Tu ci vieni incontro dal futuro.
Signore, attendiamo da Te la mano amica e forte
che ci guidi sui sentieri dell'amore solidale,
che ci spinga a seminare sulla roccia e a spargere nel vento,
che ci dia tanta voglia di costruire pezzi di felicità.
O Signore, Tu sei l'acqua fresca e dissetante del pozzo,
sei Tu l'acqua profonda che cura le nostre superficialità,
sei l'acqua nutriente che guarisce i nostri vuoti.
Non sia il nostro cuore un deserto arido e secco,
ma una terra irrigata e seminata a piena mani da Te.
Non sia una casa vuota in cui si insediano gli idoli,
ma un laboratorio di idee, di progetti, di propositi.
O Dio, che semini nel vento sempre nuovi germi di vita
e spingi l'umanità ad abbattere i muri della divisione,
fa' che le nostre esistenze si mettano a servizio della pace
coltivando, vicino e lontano, la giustizia e la fraternità.
Franco Barbero
MARTIN LUTHER KING
martedì 30 ottobre 2012
“ANIME COATTE”
L'ordine imposto alle coscienze potrà giustificarsi nell'ambito politico, mai nell'ambito ecclesiale, nel quale niente si impone alla coscienza. Perché è lo spirito del Signore la forza di convincimento. Che se uno dovesse stare nella Chiesa o nella vita ministeriale, o nella vita religiosa, coatto, per paura, egli sarebbe un controsenso del Regno di Dio. E troppe anime coatte abbiamo avuto e abbiamo allevato! Anzi abbiamo dato loro l'incarico di parlare di Gesù, di Colui che libera le coscienze. Parlare di Gesù con animo schiavo vuol dire farsi di Lui strumento per fare altri schiavi.
Ernesto Balducci
Il coraggio della parola
Dite la vostra. Non aspettate mai che altri parlino in nome vostro o per dire quello che voi avevate pensato o avreste voluto dire. Dite la vostra. Pensateci prima, riflettete, ma dite la vostra. Con coraggio e senza il calcolo della convenienza. Senza la bilancia falsata del compromesso e mai per compiacere il capo, il leader, il potente. Dite la vostra. Con la libertà che la vita stessa ha posto nella vostra coscienza e con la fierezza di chi sa di sbagliare. Con l'umiltà di chi sa di non avere sempre ragione, ma con la consapevolezza di chi non vorrà trovarsi domani a rimpiangere d'aver taciuto. Dite la vostra. Senza spararla grossa, ma senza indugiare sulle finali. Per difendere un sopruso, per non tirarsi indietro per un'ingiustizia che, non voi, ma altri hanno subito. Per fare chiarezza senza la presunzione di possedere la verità, ma solo per spostare un po' più avanti il carro pesante che la trasporta. Dite la vostra. Perché a nessuno sia concesso di calpestare la dignità di un altro e per farvi voce di chi non può parlare o non può più parlare. E senza attendere di ascoltare il fragore degli applausi. Mai solo per essere riconosciuti o gratificati. Anche se disturba il manovratore. Dite la vostra. Se non la dite resterà un posto vuoto che altri potrebbero riempire con qualcosa che è peggio del vuoto e si chiama ipocrisia, conformismo, omologazione, menzogna, disonestà.
Tonio Dell'Olio (Mosaico di pace ottobre 2012)
LANZA DEL VASTO
THFODOR EBERT
Indesit, piano per riassorbire gran parte dei dipendenti
Da un lato la stessa Indesit manterrebbe a None la sua parte di ricerca e sviluppo (50 addetti) e vi aggiungerebbe un polo logistico in grado di impiegare 40 operai e 12 impiegati. Dall'altro ci sono tre manifestazioni d'interesse di altrettante aziende, che vorrebbero insediarsi nello stabilimento e dare lavoro rispettivamente a 120, 75 e 20 persone. Lo spazio però non basterebbe per tutti e occorrerebbe dunque valutare la combinazione più vantaggiosa. In più la Indesit ha trovato 8 imprese (cinque industriali e tre di servizi) intenzionate ad assumere 79 lavoratori. Il sindacato è cauto: «Siamo ancora - sottolinea Dario Basso della Uilm - alla fase delle enunciazioni, oggi sarà l'assemblea dei lavoratori a dirci se andare avanti nella trattativa».
(ste.p.)
(Repubblica 28 settembre)
lunedì 29 ottobre 2012
l'orrendo drago
che pure mi addenta
e si avvinghia
su per il corpo come
il Serpente sull'albero
della vita.
Mio male è sapermi
impotente
a dire il tuo dramma,
mio Dio,
di fronte allo stesso
male:
il tuo partire
dalla nostra pena
di saperci
così infelici.
O di non cantare
con degni canti
la festa che fai
quando
un bimbo è felice
e un disperato
torna a sperare.
DAVID M. TUROLDO
FRANKLIN D. ROOSEVELT
Ora sappiamo che il governo esercitato dalla finanza organizzata è altrettanto pericoloso del governo della malavita organizzata.
Preghiera
1. "Figlio mio, figlia mia:
non sopportare più i faraoni,
non erigere muri nel tuo cuore,
guardati dagli idoli e ama la vita.
2. Cammina al mio cospetto.
Ricordati della mia parola,
tienila davanti ai tuoi occhi:
riponila con cura nel tuo cuore
e sia per te il cibo del cammino."
1 . O mio Dio, accompagnami nel cammino,
tienimi libero dagli idoli:
ho bisogno della tua mano.
Accompagna le persone che zoppicano,
che cadono, che non sanno dove aggrapparsi.
2. "Figlio mio, figlia mia:
ti darò la mia mano,
ma tu ricordati di porgere la tua
là dove si lotta, dove si prega,
là dove si costruisce fraternità.
Non sono il Dio soltanto tuo,
sono il Dio dell'Umanità e del mondo"
Melly Sachs
Cielo chiaro
Spandi l'amore a piene mani.
L'amore è l'unico tesoro che si
moltiplica per divisione;
è l'unico dono che aumenta
più ne sottrai;
è l'unica impresa nella quale
più si spende, più si guadagna!
Regalalo, buttalo via,
spargilo ai quattro venti,
vuota le tasche,
scuoti il cesto,
capovolgi il bicchiere,
e domani ne avrai più di prima!
(un anonimo)
Pari diritti per i nati fuori dalle nozze
(Repubblica 13 ottobre)
Il prefetto di Napoli umilia il prete anti-clan
E' accaduto a un incontro in prefettura con venti sindaci, i vertici delle forze dell'ordine e i rappresentanti delle altre istituzioni. Al momento dell'audizione, il parroco della "Terra dei fuochi" tormentata dai roghi tossici e dall'amianto, ha esordito: «Una mattina sono andato dalla signora (rivolto alla Pagano, prefetto di Caserta, ndr). La signora è stata così gentile da ricevermi». Evidentemente troppo per De Martino, che ha interrotto il sacerdote: «Ma quale signora, è un prefetto della Repubblica italiana, abbia più rispetto per le istituzioni».
Don Patriciello, alle spalle anni di impegno per la salute dei cittadini dell'area nord di Napoli, di fronte alla mortificazione del prefetto sui titoli onorifici, è rimasto sorpreso e confuso: «Non era mia intenzione offendere, se vuole posso anche andarmene». Ma sua eccellenza De Martino ha insistito: «Può anche andarsene, ma prima cerchi di capire cosa sto dicendo. Chiamandola signora l'ha offesa e ha offeso anche me».
In poche ore il video che documentava il diverbio ha fatto il giro del web e il dissenso si è diffuso su Facebook, dove si è formato un gruppo con 1.800 adesioni: tutti continuano a sollecitare le scuse del prefetto al parroco. Anche Roberto Saviano dice: «II prefetto si scusi o bisognerà chiedere le sue dimissioni. Da anni don Maurizio è presidio di legalità e umanità. E' lui lo Stato in quel territorio». E De Martino replica: «Al di là dei toni accesi, dei quali mi dolgo, non si è registrata alcuna distanza tra istituzioni e cittadini. Il parroco conosceva il prefetto Pagano e il suo ruolo. Ho ritenuto doveroso invitarlo a rivolgersi a lei con il titolo di prefetto perché riconoscesse nel suo interlocutore il ruolo e le responsabilità. Se qualcuno si fosse rivolto a don Patriciello come "signore", avrei chiesto ugualmente il rispetto per l'istituzione che rappresenta».
Stella Cervasio
(Repubblica 21 ottobre)
domenica 28 ottobre 2012
PREGHIERA
Come gli occhi del figlio
al proprio padre,
così i miei occhi, Signore,
in ogni tempo sono rivolti a te.
Poiché presso di te sono il mio cuore
e la mia gioia,
non allontanare da me le tue
tenerezze, Signore,
non prendermi la tua dolcezza.
Tendimi, mio Signore, in ogni tempo
la tua destra.
Sii la mia guida
fino alla fine,
secondo ciò che ti è gradito.
Che io sia gradito ai tuoi occhi,
a motivo della tua gloria;
per il tuo Nome,
che sia salvato dal Male.
La tua dolcezza, Signore,
sia presso di me,
e così i frutti del tuo amore.
MARTIN LUTHER KING
DON LORENZO MILANI
Loro credevano di imparare da me mentre ero io a imparare da loro.
Io ho insegnato loro ad esprimersi, loro mi hanno insegnato a vivere.
Don Lorenzo Milani
SERGE LATOUCHE
Le resistenze alla tentazione dell'Occidente, sono una fonte di speranza. Lasciano presagire che la morte dell'Occidente non sarà necessariamente la fine del mondo.
IL NASCONDIGLIO DI DIO
UMILE RICHIESTA
Il mio cuore giovanile così pregava:
- Signore, concedimi di trasformare il mondo.
Poi, crescendo, chiedevo:
- Signore, dammi la grazia di cambiare quelli che mi circondano.
Quando imparai a conoscermi meglio dicevo:
- Signore, aiutami a cambiare me stesso.
UN NEO COVERTITO AL CATTOLICESIMO UFFICIALE
Lo avevo perso di vista, forse volutamente, considerandolo, culturalmente, un refuso, da correggere o da trascurare. Oggi lo ritrovo, pur senza averlo cercato, in un editoriale su Il Corriere, che continua imperterrito a tenerlo tra i collaboratori, ben inserito sul libro-paga, nel quale sferra unarringa in difesa della conferenza stampa di Berlusconi, sottolineando il coraggio di rivoltarsi contro i dictat della Germania, contro il governo delle tasse di Monti, contro lIMU, contro la magistratura, contro la Costituzione, contro le colombe che nidificano dentro il suoi partito, contro i giornalisti che non hanno speso una riga in difesa dellindifendibile.
Ci mancava solo la difesa dufficio del ciellino Magdi Apostata Allam (lui si fa chiamare Magdi Cristiano Allam, ma per me rimane un apostata senza conversione, non avendo capito nulla del messaggio di Cristo, per cui il nome che si è dato non gli compete).
Siamo nellambito del lavoro nero, dove il termine preso dalla scala cromatica ha assunto il significato di lavoro nascosto, invisibile, mimetizzato nelle cantine delle evasioni fiscali; ma è nel lavoro nero che si verifica la maggior quantità di morti bianche, attraversando lintera gamma cromatica, dal nero, privo di colore, al bianco che i colori li contiene tutti.
Ma lavoro nero dobbiamo identificare anche un lavoro non chiaro, non identificabile nel suo realizzarsi; un lavoro poco onorevole e in quanto tale eseguito nascondendosi o elevando intorno a sé una barriera protettiva; in questo caso, lavoro nero sarebbe, innanzitutto il non-lavoro dei politici di mestiere.
Chiamerei lavoro nero, in questultimo senso, quello svolto da Magdi Apostata Allam nel maggior quotidiano italiano, per servirsi dellautorevolezza del quotidiano per imbastire un comodo monologo senza contraddittorio, in difesa di un contorto ragionamento di Berlusconi, che, contraddicendo se stesso nellarco di 24 h. tende a creare lo sfacelo politico e istituzionale al solo scopo di punire gli italiani per essersi rifiutati di proseguire nella vergogna di averlo osannato.
Magdi Apostata Allam, egiziano, musulmano, si fece cattolico e cristiano e organizzatore di manifestazioni in difesa dei cattolici e del cattolicesimo, indicando la religione alla quale apparteneva, almeno sulla carta, come il pericolo maggiore per la sopravvivenza stessa del cristianesimo; incassò lappoggio incondizionato del pontefice Ratzinger che lo ha battezzato in mondovisione, incassò anche il sostegno di quella nomenclatura vaticana osatile al Concilio, quindi incassò la candidatura al Parlamento europeo che gli offrì Casini e lUDC con una valutazione errata che tale si è dimostrata in parecchie circostanze, ivi compresa quella attuale di attacco a Monti e a difesa del cavaliere disarcionato.
La strategia di Magdi Apostata Allam appare sempre più sconcertante; mentre lintero pianeta tenta di scongiurare lacuirsi delle guerre e la loro trasformazione in una reciproca guerra santa, il musulmano egiziano neo-cattolico con scorta, autista, appannaggio parlamentare europeo e lauto stipendio del Corriere, getta benzina sul fuoco al solo fine di inasprire gli animi.
Cè chi lo manovra per documentare le sue aberranti tesi ?
La concomitanza con la diarrea orale del cavaliere e limmediato sostegno offerto chiarisce i termini della strategia.
Cè chi è interessato acchè le guerre preventive possano ricevere lunzione della santità ?
Così si materializza il paradosso:
Sono ben pochi i lettori che hanno seguito le evoluzioni di Magdi, transitato dallestrema sinistra radicale (quando scriveva per La Repubblica) ad una posizione opportunista.
Il governo Berlusconi lo dotò di scorta protettiva per una fatwa che sarebbe stata pronunciata contro di lui per le affermazioni contro lIslam; così è diventato il più protetto nemico del mondo islamico, e non perde occasione per identificare nellIslam il più grande pericolo per questo occidente, trascurando le aggressioni che lOccidente organizza, ma esaltando lefferatezza di quanti reagiscono alle aggressioni. Non lho mai sentito intervenire con toni di condanna, quando dalla stampa apprendiamo, con notizie veloci, da dimenticare, di bombardamenti nei quali centinaia di bambini perdono la vita. Ha avuto anche parole durissime contro il più grande teologo e storico dellIslam Tariq Ramadan, colpevole di aver tracciato litinerario di integrazione della cultura e della religione islamica in Europa.
E stato Tariq Ramadan a chiarire che linterpretazione della Jhiad come guerra santa è di tre o quattro secoli successiva al Profeta e alla nascita dellIslam, con versetti che non fanno parte del Corano e che sono conosciuti più in Europa che nel mondo islamico; per queste ragioni il Magdi Apostata Allam, facendosi forte dellautorità mediatica che gli viene concessa, stravolge anche levidenza per farsi portatore, sostenitore e difensore di ideologie aggressive, fornendo loro una motivazione difensiva.
Lideale di pace, di solidarietà, di integrazione non appartiene al linguaggio di Allam, perché deve dare corpo alle esigenze violente, alle aggressioni, trovando motivazioni costruite a tavolino, ma propagandate con scientifica attenzione.
Tramite Magdi Apostata Allam il cattolicesimo e il cristianesimo, tornano nelle piazze per manifestare odio e propagandare lesigenza di prosecuzione di quelle guerre che si vogliono far diventare nuove crociate; così un Magdi Apostata Allam, egiziano e musulmano, esalta il Dio degli eserciti, che sconfigge il Dio dellAmore predicato da Cristo.
Ora si fa avvocato difensore del cavaliere . Su cosa ha messo gli occhi questa volta ?
Rosario Amico Roxas
sabato 27 ottobre 2012
LETTERA DELLA COMUNITA' CRISTIANA DI BASE DI PIOSSASCO
sollecitati da quanto emerso nel corso degli ultimi incontri di coordinamento regionale e dalle riflessioni nate e proposte dalle diverse “voci” e sensibilità presenti nel movimento, come comunità cristiana di base di Piossasco ci siamo più volte soffermati a riflettere su diversi aspetti della nostra vita di fede, di comunità, di movimento. Stiamo cercando di interrogare la nostra fede mettendo in gioco tanto il nostro vissuto comunitario quanto “l’immagine” che abbiamo del movimento nel suo complesso. Non siamo in grado di dare sufficiente organicità alla nostra riflessione, ma ci sembra di condividere alcune preoccupazioni di cui desideriamo mettervi al corrente nella speranza di provocare un dialogo costruttivo. Le riflessioni che seguono rappresentano, possiamo dire, un “pensiero condiviso” da parte della nostra comunità, anch’essa, per fortuna, attraversata da voci e sensibilità diverse, ma che sta tentando lo sforzo di capire su quali “fondamenta” riteniamo necessario costruire e vivere la nostra fede sia di donne e uomini che di comunità.
Dio ci vuole liberi
dicono che non parli.
Poiché prendi un volto umano,
dicono che ti nascondi.
Poiché punti sui deboli,
dicono che sei morto.
Poiché sei un Dio paziente,
dicono che dormi.
Poiché il tuo Spirito è inafferrabile,
dicono che tutto va male.
Poiché non accetti di essere complice,
dicono che non servi a niente.
Poiché non schiacci nessuno,
dicono che non ti hanno offeso.
Poiché non sei un Dio qualsiasi,
dicono di te qualsiasi cosa.
Poiché ci hai creati a tua immagine,
sei anche tutto ciò che dicono.
Mio Dio, non avrai pietà di me?
(P. Fertin)
La bici in città
E l'Italia ha deciso programmi di «mobilità sostenibile». Regioni e Comuni hanno promosso piste ciclabili, «giornate senz'auto», e organizzato servizi di bici a noleggio, gratuito o a pagamento. Pinerolo è una città che si è data nel 2007 un servizio di «bicincittà»: 8 postazioni e 40 bici. Si è passati dai 250 utilizzatori fino ai 45 di quest'anno: perché? Il servizio sembra abbandonato: oggi sono disponibili solo 16 bici. E le altre? In manutenzione da mesi. Chi vuole utilizzare una bici non la trova. Il servizio è costato 196.000 euro in 5 anni (43.000 a carico del Comune). Che manchi una gestione efficiente? La bici non lo merita.
Giorgio Gardiol
(Riforma 28 settembre)
Deve dedicare tutto il proprio tempo e le migliori energie all'impegno della rivoluzione nonviolenta del Sarvo-daya, secondo i suoi programmi concreti del Bhoodan-yajna (il dono della terra) e delle industrie locali di villaggio. Essere disponibili in qualsiasi momento e ovunque ad assolvere il servizio dei «soldati della pace", e pronti a dare, se necessario, anche la vita.
VINOBA BHAVE
Polemica sullo shopping della Polverini
«Ore 19 circa - scrive la scooterista sul social network - Via del Corso, direzione piazza Venezia. Io in Vespa in coda nel traffico. Improvvisamente una macchina-shuttle, vetri neri, sfreccia a sinistra.
Per abbreviare i tempi fa tutta via del Corso contromano, agevolata dal benestare dei vigili. Incuriosita la seguo e vedo che il vigile birillo di piazza Venezia blocca le auto da tutte le direzioni per assicurare il passaggio al macchinone». La ragazza si accanisce. «Sarà il Papa? - si domanda - L'auto incalza. Direzione via del teatro Marcello, a quell'ora come da copione tutti in diligente colonna fino alla Bocca della Verità. Ma "Matrix" (il guidatore ndr) se ne frega e via contromano anche qui. All'incrocio i vigili ossequiano! Allora è la Madonna». Ironizza la vespista. Non ci sta. Vuole capire chi sia a paralizzare il traffico romano. «La seguo. Dove finisce la storia? Di fronte ad un negozio di scarpe. Chi scende? La Polverini, la quale alle 19.20, corredata di scorta e amichetta bionda, scende dal macchinone per un ingresso trionfante da Boccanera a Testaccio. L'urgenza stavolta erano un paio di scarpe».
Esplode la rabbia sul web: «Vergognati», «E' la prassi da 50 anni. Ci siamo svegliati un po' tardi». Il caso scatena un fiume di reazioni. «Tutto è fermo da oltre venti giorni in attesa del voto e la presidente impiega il suo tempo per acquistare alcuni capi del guardaroba personale. Alzi i tacchi (nuovi) e se ne vada», attacca Marco Miccoli, segretario del Pd Roma.
Laura Serloni
(Repubblica 19 ottobre)
I voti acquistati dalla mafia
Sostiene Sara Giudice, figlia di un notabile Pdl, che le accuse rivolte dai magistrati al padre sono totalmente false. Lui, dice Sara, non ha comprato quei voti per me dalla 'ndrangheta, i voti che ho avuto sono miei, l'accusa è il frutto avvelenato di una vendetta dell'altro Pdl, quello di Berlusconi: arrabbiato perché non avevo accettato di offrire il mio posto nel listino di Formigoni alla Minetti. Sostiene Sara Giudice, insomma, che sono uomini di Berlusconi quelli che avrebbero «suggerito» ai capi di una delle tante 'ndrine attive nel Milanese di dire che i soldi o i benefici dati loro venivano da suo padre. Il che vuol dire in fondo che, nella fantasia di Sara Giudice, Berlusconi e i suoi sono in grado di utilizzare i malavitosi per vendicarsi di un quadro del Pdl che osa mettere sua figlia sulla strada della Minetti che, sempre secondo Sara Giudice, è riuscita a prendere il suo posto in Consiglio Regionale per volontà del Cavaliere: con la complicità servile del Formigoni di turno. A meno che, ovviamente, a mentire non sia lei, Sara, delusa dalla sconfitta di un padre che si è reso conto tardi che i voti comprati da lui erano pochi rispetto a quelli comprati, per esempio, da Zambetti: dall'interno di una storia i cui protagonisti non hanno né il senso del limite né la paura del ridicolo.
Luigi Cancrini
(L'Unità 15 ottobre)
UN CAMMINO TROPPO LENTO
Esiste la società civile, che è una creazione storica molto importante , ma essa è ancora troppo imperfetta. Vi esiste lo sfruttamento de ll'uomo sull'uomo, l'autoritarismo dell'uomo sull'uomo: alcune mani hanno ricchezze grandissime, altre mani, pur lavorando tutto il giorno, non riescono a riportare a casa (e quale casa certe volte) un guadagno sufficiente; alcuni hanno un potere grandissimo nel comandare, nell'imporre agli altri la loro volontà anche con la forza e molti altri debbono raccomandarsi e ubbidire per salvare la semplice vita.
Eppure, se si guarda bene, gli sfruttati e gli oppressi sono un'immensa maggioranza in confronto a quelli che hanno il potere politico ed economico. Poche persone decidono della pace e della guerra, del benessere e del disagio di tutti. E chi controlla questi pochi potentissimi? Solo i gruppi di potere; la moltitudine è non presente».
(Aldo Capitini, «Il potere è di tutti», 1964, 1, p. 1)
venerdì 26 ottobre 2012
Preghiera
Dio, concedimi la grazia di accettare
con serenità
le cose che non posso cambiare,
il coraggio di cambiare quelle che
posso cambiare, e la sapienza di riconoscere la
differenza,
vivendo un giorno dopo l'altro,
godendo di un momento alla volta;
accettando le difficoltà come il
sentiero verso la pace,
accettando, come facesti tu, il mondo
pieno di peccato,
così com'è, con come vorrei che fosse;
fiducioso che tu farai ogni cosa
giusta,
se mi arrendo alla tua volontà;
affinché possa essere
ragionevolmente felice in questa vita
e sommamente felice con te in eterno
nella prossima.
Reinhold Niebuhr
Caro Andrea,
che sorpresa… A 21 anni cominci il tuo cammino verso il battesimo… Incontrarti è stato come riconoscere un dono di Dio operante in te e un dono per tutti/e noi.
Domenica 28 a Torino ti accoglierà la comunità nascente dove incontrerai vecchi come me, adulti, giovani.
Altri/e giovani vogliono fare il cammino verso un battesimo in questa bella età della consapevolezza?
don Franco
COMUNITA’ NASCENTE
TORINO: DOMENICA 28 ottobre alle ore 10,30 incontro in Via Principe Tommaso 4.
Accoglienza, eucaristia comunitaria, pranzo autogestito, ricerca comunitaria nel primo pomeriggio.
ALCUNI LIBRI RECENTI
Un dibattito utile
AA.VV., Un vulcano nel vulcano, Effetà editore, Cantalupa 2012, 112 pp., 9,50 €.
Per chi, come me, ha letto soltanto due opere della filosofa e teologa Mary Daly, il libro che vede la luce a cura di Letizia Tomassone, pastore valdese e teologa protestante, è stato particolarmente utile per aggiornarmi sullo “status” della ricerca e del dibattito.
In poche pagine le Autrici mettono in risalto le profonde provocazioni del pensiero militante e radicale della Daly, che non possono essere liquidate sotto una facile etichettatura. Il suo esito post-cristiano è del tutto personale e, da me, non condiviso, ma alcune constatazioni sulle “strutture patriarcali” conservano piena attualità e forse sono particolarmente stimolanti per noi maschi. In ogni caso, questo accurato volumetto costituisce un invito a rileggere con più attenzione le opere di Daly.
Franco Barbero
Un commento spirituale
José Antonio Pagola, La via aperta da Gesù. Marco, Borla, Roma 2012, 240 pp., 22 €.
Il teologo cattolico Pagola, in un linguaggio assolutamente tradizionale, che evita accuratamente le più dibattute questioni cristologiche, ci offre una stimolante lettura spirituale del vangelo di Marco.
La bellezza e la fecondità di queste pagine lasciano il segno nel lettore e nella lettrice: il vangelo e la via aperta da Gesù non si situano accanto alla via e alla vita dei nostri giorni feriali, ma stanno dentro e conferiscono speranza, colore, felicità, voglia di impegno, all’esistenza quotidiana.
L’Autore smaschera quel cristianesimo spento, fatto di adempimenti religiosi, che non crea passioni e decisioni. Esiste, infatti, un cristianesimo che si trasforma in una “cultura” che inietta paura e nostalgia, in un “ulteriore tranquillante” (p. 87), in una patologica ricerca di sicurezza. Il nostro Autore scrive pagine di “densa sapienza” rispetto al progetto di una chiesa capace di deporre il fardello devozionalistico e il tradizionalismo per guardare con fiducia al mondo contemporaneo in cui siamo chiamati a gettare i semi del regno di Dio.
Raccomando vivamente questo secondo volume, dopo quello su Matteo, perché ci aiuta a riscoprire la freschezza del messaggio di Gesù anche dentro un “impianto” ecclesiologico e sacramentale del tutto ortodosso. Anche questo volume esce con l’imprimatur, cioè con tanto di approvazione ecclesiastica ufficiale, anche perché non c’è una sola riga che metta in questione la struttura dogmatica. Il che lascia aperto qualche interrogativo e non potrebbe capitare a un mio scritto. Franco Barbero
Sapore di libertà
Gilberto Squizzato, Libera chiesa, Edizioni minimum fax, Roma 2012, 382 pp., 16 €.
Il volume, frutto di competenza e di passione, raccoglie “storie di cristiani a cui non è mai piaciuto il potere”. Si tratta di una lettura di queste storie con lo sguardo rivolto al futuro di questa chiesa cattolica dentro la quale è in continua germinazione una ininterrotta catena di voci e di scelte profetiche. C’è, dunque, un’altra lettura del cattolicesimo, sia sociale che teologico, che ha anticipato, accompagnato e proseguito le “tematiche aperte ed irrisolte” del Concilio Vaticano II. In qualche modo questo libro invita a “sognare” e a lottare per una chiesa che, tornando alla fedeltà evangelica, non sia più un fortino assediato dalla modernità, ma un presidio per la libertà di tutti e uno dei più fecondi laboratori del futuro.
Sarà impossibile, leggendo queste pagine dense e scorrevoli, dimenticare le altre opere di Gilberto Squizzato. Tra le ultime ricordo “La TV che non c’è” e “Il miracolo superfluo” (Gabrielli editore).
“Libera Chiesa” aiuta il lettore e la lettrice a “utilizzare le memorie” come pacifici propellenti di responsabilità nel nostro oggi. La carovana della “libera chiesa” ha bisogno di ciascuno e ciascuna di noi.
Il volume va richiesto a Piazzale di Ponte Milvio, 28 - 00135 Roma (infominimumfax.com). Sarà una buona lettura. Franco Barbero