sabato 31 maggio 2008

EMERGENZA PIEMONTE

Popolazioni ed istituzioni hanno trovato in questi giorni una vera e feconda collaborazione in tutte le aree colpite dall'alluvione. Quattro persone hanno perso la vita.Questo è il primo fatto di rilievo. Quando si perdono vite umane, dobbiamo alzare il livello di guardia, ma ce ne accogiamo sempre troppo tardi. La responsabilità rispetto al territorio è tuttora assai deficiente. Forse i 50 milioni di danni ci aiuteranno a scuoterci.

DRAGHI- FRATTINI

La tanto celebrata relazione del governatore della banca d'Italia ha ribadito ciò che tutti vanno dicendo e per giunta in modo generico. Eugenio Scalfari ha definito le conclusioni finali di Draghi "piuttosto deludenti".

Tanta pompa per non dire nulla : come nei discorsi di Bagnasco. Ritualismi solenni e vacui che non si salvano nemmeno con una citazione di Einaudi.

Frattini si sta sempre più avvicinando in politica estera agli USA da fedele schiavetto. Ma Bush ha fallito tanto in Palestina quanto in Iran e Irak e ora anche in Libano.

Mettersi a portare acqua da suddito ad un fallito... non è proprio la trovata più felice e la politica più lungimirante.

RAID DEL PIGNETO

La giornalista dell'Agenzia Italia, testimone diretta del raid xenofobo al Pigneto, lo ha detto e ribadito: "Ho ancora chiara davanti a me l'immagine di quell'uomo che avrà avuto 25 anni e aveva la svastica. Era lui che guidava i violenti".

Eppure si è tentato di cambiare le carte in tavola spostando l'attenzione su Dario Chianelli e sulla sua versione dei fatti. Si è voluto negare il razzismo per ricondurre tutta la vicenda ad una vendetta di quartiere contro uno scippo. Anche il tatuaggio del Che Guevara sul braccio evidenzia la montatura spudorata e forse ben pagata.

ALLERTA

"In Italia oggi ci sono allarmanti segnali di razzismo. Dobbiamo rimanere in stato di allerta, non per quello che sta succedendo, ma per quello che potrebbe succedere.Prima si mette nel mirino un gruppo, poi un altro. Bisogna porre subito uno stop" (Riccardo Di Segni, rabbino capo di Roma, The Times 29 maggio 2008).

"Oltre a costruire nuove centrali, l'Italia dovrà migliorare il suo sistema di eliminazione delle scorie nucleari: le centrali chiuse anni fa hanno ancora in deposito 235 tonnellate di combustibile nucleare" ( New York Times 23 maggio 2008).

venerdì 30 maggio 2008

QUESTI SONO PROTETTI

Riporto da L'Unità di lunedì 26 maggio un articolo che va letto con attenzione. Ecco: nessuno è stato punito... e si capisce bene in che clima nascono le ronde razziste e le violenze fasciste.

L'ambasciata di Romania a Roma ha chiesto alle autorità italiane quali "misure" intendono prendere per "individuare e punire" chi ha affisso un cartello xenofobo nella bacheca di un'azienda di Pieve di Soligo, Treviso. Ma chiedono anche quali provvedimenti intendono assumere per "prevenire simili casi in futuro".

Ricordate? Quel cartello dal titolo "Calendario venatorio 2007-2008" diceva: "Si comunica a tutti gli italiani l'apertura della caccia, tutto l'anno, per la seguente selvaggina migratoria: rumeni, albanesi, kosovari, zingari, talebani, afghani ed extracomunitari in genere. E' sospesa da questo momento la caccia ai comunisti in quanto specie in via di estinzione, restando possibile cacciarli nelle zone di ripopolamento quali case del popolo e centri sociali. E' consentito, vista la coriacità della sopracitata selvaggina, l'uso di armi quali fucili di ogni genere, possibilmente ad arma liscia, carabine di precisione e pistole di grosso calibro. In presenza di stormi numerosi è ammesso anche l'uso di bombe a mano, obici, mitragliatori automatici, gas velenosi ... Si consiglia l'abbattimento di capi giovani per estinguere più rapidamente le razze". Una goliardata, s'è detto in fretta, troppo in fretta. Il clima c'è, e c'è anche chi passa a vie di fatto.

Così l'ambasciata romena chiede chiarimenti al prefetto di Treviso e ai ministri degli Esteri e degli Interni: "Il cartello è anonimo e contiene espressioni ingiuriose ed esortazioni all'allontanamento dall'Italia di cittadini di altri stati, inclusi quelli dell'Ue, come la Romania" sottolinea il Ministero degli Esteri di Bucarest. E "condanna con fermezza qualsiasi manifestazione xenofoba e razzista, nella convinzione che le autorità italiane prenderanno le misure richieste da questa situazione".

ANCHE D'ALEMA S'ACCORGE CHE...

Anche D'Alema, a conclusione del seminario di "Italiani-europei" s'accorge che esiste un patto tra chiesa cattolica e destra. Sono anni che lo diciamo apertamente: non è un rischio, ma una realtà evidente che la sinistra stenta a guardare perchè non vuole vedere.

D'Alema, che ritengo una delle teste pensanti della sinistra italiana, denuncia il rischio...

Riporto qui alcune sue frasi: "E' grave se la chiesa cederà alla tentazione demoniaca del potere che ha già prodotto tanti errori nella sua storia". ( che generoso questo D'Alema ... Non s'è ancora accorto che la "demoniaca tentazione" è la pratica quotidiana, la politica quotidiana dell'ufficialità cattolica ... ). Poi prosegue così: "Non si può tradurre la morale cattolica in norme imposte a tutti. Altrimenti è a rischio lo Stato laico. Il sentimento religioso non solo non è incompatibile con la laicità, ma può ridare forza alla politica".

Parole sacrosante e addirittura ovvie. Bisogna capire, caro D'Alema, che la chiesa cattolica ufficiale non solo ha ceduto alla tentazione demoniaca, ma si è messa a capo spirituale e ideologico della destra planetaria che la riverisce, la finanzia, le dà spazio pubblico, ne esalta il nome e ne promuove gli interessi.

CARTER PARLA

L'ex presidente americano Jimmy Carter, persona certamente ben informata, in una conferenza stampa in Gran Bretagna ha svelato che lo stato ebraico è una potenza nuclerare con 150 bombe atomiche. Nessuna smentita.

Gli USA tremano e il governo di Israele vede ridotta la sua credibilità quando parla di pace. Si scoprono altarini drammatici, pericolosi, sempre accuratamente occultati.

Ovviamente, in questa pazza corsa agli armamenti, il nucleare israeliano rende più difficile frenare l'Iran verso l'obiettivo della bomba atomica.

giovedì 29 maggio 2008

ALMIRANTE INSEGNA...

"Il razzismo ha da essere cibo di tutti e per tutti, se veramente vogliamo che in Italia ci sia, e sia viva in tutti, la coscienza della razza. Il razzismo nostro deve essere quello del sangue, che scorre nelle mie vene, che io sento rifluire in me, e posso vedere, analizzare e confrontare col sangue degli altri. Non c'è che un attestato col quale si possa imporre l'altolà al meticciato e all'ebraismo:l'attestato del sangue"
Giorgio Almirante, "La difesa della razza", 5 maggio 1942, nel testo a pagina 4

IL PONTE DI MESSINA

Ecco come si fanno danni ecologici ed ambientali, ma si favoriscono amici e parenti. Pensate che piatto appetitoso...

Ci sarà, se il progetto andrà in porto, da mangiare alla grande. Ce ne sarà per tutti gli amici, per la mafia, per la camorra, per i grandi dell'industria...

Mentre c'è bisogno di arginare la povertà affrontando, per esempio, il problema dei bassi salari, si pensa agli affari che garantiscono solide ed estese amicizie.

Se i costi del ponte di Messina fossero tradotti in case popolari, avremmo risolto il "problema casa" per almeno 20 anni. Fatevi un conto e vedrete che è così.

MI STUPISCO DELLO STUPORE

Giornali che plaudono e altri che dichiarano il loro stupore per il discorso del papa ai vescovi italiani in cui sostanzialmente inneggia al nuovo governo, esplicita quali saranno i privilegi che pattuirà il 6 giugno con Berlusconi.

Evidentemente, dicendosi soddisfatto per il nuovo clima politico in Italia, Ratzinger non si è accorto di ciò che capita anche a Roma.

Ma.. .come stupirsi di simili dichirazioni reazionarie? Il papa ha il merito di essere sincero. Lui vuole una "sana laicità", cioèla tutela dei privilegi della chiesa, denaro, spazio, garanzie, potere.

L'uomo Ratzinger è un reazionario e ogni giorno si fa conoscere per quello che è. Il problema non è tanto il papa, ma il silenzio e il battimano con cui i vescovi accettano ogni suo sproloquio.

E' questa chiesa dell'obbedienza il vero problema, i vescovi ridotti a caporali di giornata e il laicato "clericalizzato", cioè pronto all'inchino.

Qualche borbottio di sacrestia ci sarà, ma l'assemblea dei vescovi è sempre più un plotone militare sull'attenti

CORAGGIO, MARTA

Davvero l'hanno pugnalata alle spalle e colpita al cuore.

Marta Vincenzi, sindaco di Genova, una donna dalla statura morale e politica straordinaria, vive giorni di dolore.


Alcuni dei suoi collaboratori più stretti sembrano collusi con organizzazioni criminali, o comunque corrotti.


Marta non mollerà, ma è incredibile l'angoscia che provi quando scopri la disonestà nelle persone in cui hai riposto piena fiducia. Il punto nodale è quasi sempre il denaro.

NON FA NOTIZIA, PURTROPPO

Che un gruppo di naziskin pesti a morte un giovane straniero a Roma, non fa notizia. Nessuno interviene e i negozianti abbassano saracinesche.

Tutto finisce lì. Se non c'era una giornalista coraggiosa (va detto, dunque, che i giornalisti non sono tutti della "casta"), chi ne parlava?

Che una donna rumena lasci per testamento la precisa disposizione del trapianto degli organi (con cui si è salvata la vita di quattro persone), sembra un nulla di fronte alla continua, pubblica e amplificata diffamazione di rom e stranieri.

Ecco come si montano e si smontano le notizie.

L'OMBRA FUNESTA

"Non potremo dirci veramente liberati dall'ombra funesta del fascismo fino a che non avremo spazzato dalle nostre anime e dai nostri costumi fino all'ultimo ricordo della distinzione razziale. Il problema coinvolge tutta la nostra civiltà e non deve oggi essere taciuto nè ridotto a una semplice questione di giustizia e di rivendicazione".
Carlo Levi (Il dovere dei tempi, Donzelli).

TOLLERANZA ZERO

"Come si fa a proclamare tolleranza zero quando ai polizziotti malpagati si negano anche pochi spiccioli di aumento, quando ci sono migliaia di ordini di carcerazione da anni inseguiti e ineseguibili, quando arrestare gli stranieri "colpevoli di immigrazione clandestina" vorrebbe dire devastare le nostre carceri già troppo popolate?"
Lietta Tornabuoni (La Stampa, 22 maggio)

mercoledì 28 maggio 2008

ANCHE IL PAPA...

Vi ricordate il rimprovero falso e indecoroso che pochi mesi fa Ratzinger mosse alla giunta Veltroni? Ora su questi “moltiplicati” mali di Roma il papa tace o divaga sulle nuvole con quei discorsi e appelli generici.

Sta da una parte precisa, tutto intento a sistemare i suoi più fidati amici nei posti chiave della curia e della “chiesa universale”.

Tra curia e cardinali, tra vescovi ed arcivescovi, il papa sta operando un terremoto in vista del solenne concistoro del 2009 con il conferimento della berretta cardinalizia ad una dozzina di superfidati e superortodossi.

Così davvero la chiesa cattolica istituzionale parlerà ad una voce sola…, cioè la sua. Anche Hitler, Stalin, Mussolini erano riusciti con Pinochet e pochi altri a parlare ad una voce sola.

La chiesa cattolica ufficiale è ormai un regime, ma il popolo di Dio non si è messo tutto sull’attenti.

MA DIMMI UN PO'...

Che bravo questo questore di Roma… Sfasciano negozi degli stranieri, picchiano gli omosessuali, minacciano e danno botte a destra e a manca, ma questi sarebbero solo dei bravi ragazzi un po’ esagitati in cerca di bravate.

La questura ci assicura che la politica non c’entra… Siamo al teatrino degli idioti? E se dessimo un nome a questi atti fascisti e criminali e ai loro autori che si sentono coperti da una destra che governa il paese e la città di Roma istigando all’odio?

LA STAGIONE DELLA CACCIA

Il testo – una variante del volantino trovato nei giorni scorsi in Toscana e pubblicato in queste pagine – ha provocato ieri la protesta dell’ambasciata romena in Italia.


“Si comunica l’apertura della caccia per la seguente selvaggina migratoria: rumeni, albanesi, kosovari, zingari, talebani, afgani ed extracomunitari in genere. È consentito l’uso di fucili, carabine e pistole di grosso calibro. Si consiglia l’abbattimento di capi giovani per estinguere più rapidamente le razze. In premio ogni mille capi abbattuti un viaggio offerto da Jorge Haider e, al raggiungimento dei 2000 capi abbattuti, la cittadinanza onoraria austriaca”.

Volantino affisso nella bacheca di un’azienda di Pieve di Soligo.

ACCOGLIENZA SFRATTATA

Ricevo e pubblico


Si legge su Repubblica di oggi che il papa lancia un appello all’accoglienza.
Si legge, nello stesso articolo, che “Benedetto XVI si è tenuto fuori dal dibattito in corso in Italia sul tema dell'immigrazione clandestina”.

E perché? Questo non è giusto. Soprattutto dal momento in cui tende a “tenersi dentro” a molte faccende etiche e morali della gente. Anche questa lo è, ma forse lui non lo sa.

Certo, come potrebbe esprimersi, prendere una posizione, quando il Vaticano sta sfrattando intere famiglie o persone disabili dagli appartamenti di sua proprietà perché non in grado di pagare un affitto rivalutato in base al livello attuale di mercato?

Inoltre occorre non dimenticare che questo è il governo che le gerarchie ecclesiastiche auspicavano, è impensabile quindi che gli si contrappongano in modo fermo.

Invece di promuovere la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato, tanto per fingere di collaborare alla risoluzione del problema, ricca di belle frasi e di preghiere, addirittura di “grida d’allarme”, si potrebbe, ad esempio, smettere di sfrattare le persone, creando di fatto nuovi “rifugiati”, utilizzare le proprietà immense di congregazioni, ordini, diocesi (per non parlare del Vaticano stesso) per farci qualcosa si utile.

Non abbiamo più bisogno di ostelli per giovani pellegrini, ce ne sono fin troppi!! I conventi, i noviziati sono vuoti, non ci sono più religiosi, a cosa serve tenersi stretti i palazzi?

Ecco cosa propone il papa per risolvere la situazione: “che si incoraggino le celebrazioni particolari per i migranti e gli itineranti, che in esse potranno trovare, un fortissimo rimando alla propria famiglia, al proprio matrimonio, per vivere la propria situazione in prospettiva di fede, cercando nella grazia divina la forza necessaria per riuscirvi”.

Dov’è la grazia divina, che - sono certa - l’Altissimo ci consegni in gran quantità? In un giaciglio di lamiera dove nessuno di noi si avventurerebbe a vivere, dove probabilmente solo Gesù oserebbe posare il capo, prima di essere sfrattato, anche Lui.
Stefania Salomone

NO A MONS. ROBINSON

Ricevo e pubblico


Il Cardinale Mahony proibisce a un vescovo australiano di parlare nella sua diocesi per "difficoltà dottrinali"


Los Angeles, 19 maggio 2008 - Il cardinale Roger Mahony ha negato a un vescovo australiano il permesso di parlare nell'Arcidiocesi di Los Angeles dopo che la Conferenza Episcopale australiana ha pubblicato un avvertimento sulle "difficoltà dottrinali" presenti nel libro da lui scritto.

Nel 2007 il vescovo Geoffrey Robinson, vescovo ausiliario di Sidney in pensione, aveva pubblicato un libro dal titolo "Confronting Power and Sex in the Catholic Church: Reclaiming the Spirit of Jesus". Il vescovo Robinson nel suo scritto evidenziava che poiché la chiesa rifiuta di riesaminare i dettami sul sesso prematrimoniale, sull'ordinazione delle donne, sull'omosessualità e sul potere papale, non ha risposto seriamente allo scandalo degli abusi sessuali del clero, lo sta soltanto "gestendo".

In una dichiarazione dell'8 maggio scorso, i vescovi australiani hanno stabilito che i dubbi manifestati da Robinson sull'autorità della chiesa cattolica di insegnare verità di fede definitive è legata alla "sua stessa incertezza riguardo la reale autorità della chiesa".

Il vescovo Robinson è attualmente in giro per gli Stati Uniti per un tour di conferenze sponsorizzato da Voice of the Faithful, un gruppo attivista costituito in risposta allo scandalo degli abusi sessuali del clero. Egli ha risposto alla dichiarazione dei vescovi australiani con una lettera il 15 maggio scorso, reperibile sul sito web di Voice of the Faithful. Ha affermato che la dichiarazione era "deludente" e ha continuato: "Nella loro dichiarazione, i vescovi sembrano affermare che, cercando di reagire allo scandalo degli abusi, dobbiamo indagare su tutti i fattori che hanno contribuito all'abuso, ma non possiamo fare domande riguardo le modalità con cui gli insegnamenti, le norme e le pratiche riguardanti il potere e il sesso nella chiesa vi abbiano contribuito."

"Questo impone delle grosse restrizioni in uno studio attento ed obiettivo, e questo è il punto di rottura con la Conferenza Episcopale. Dobbiamo essere liberi di seguire una questione, ovunque essa porti."

Papa Benedetto XVI, nella sua visita di aprile negli Stati Uniti, ha incoraggiato la gerarchia "a cercare la verità ovunque l'attenta analisi o le prove concrete conducano", ma ha anche aggiunto "ogni appello al principio di libertà accademica per giustificare posizioni che contraddicono la fede e il magistero della chiesa" negano di fatto il dovere accademico della chiesa stessa di insegnare la verità.

L'arcivescovo di Los Angeles, Cardinale Roger Mahony in una lettera del 9 maggio ha chiesto a Robinson di non parlare nella sua arcidiocesi.

Scrivendo di nuovo riguardo al discorso del vescovo Robinson previsto per il 12 giugno nell'arcidiocesi, Mahony ha affermato: "La lettera che mi informava della sua venuta non era chiaramente una richiesta di autorizzazione, e sembra che lei intenda venire a prescindere".

Nella lettera, il cardinale Mahony ha scritto anche di aver appreso di recente le dichiarazioni della Conferenza Episcopale australiana sul libro di Robinson. Ha aggiunto di aver appreso che il cardinale Giovanni Battista Re, Prefetto per la Congregazione dei Vescovi, aveva intimato a Robinson di cancellare il suo tour statunitense.

Il cardinale Mahony ha chiesto dunque al vescovo Robinson di annullare la visita, citando il Canone 763 del Codice di Diritto Canonico. Il canone si riferisce al dovere di un vescovo di salvaguardare gli insegnanti della chiesa nella sua diocesi.

"Secondo quanto stabilito dal Canone 763, con la presente le nego il permesso di parlare nell'ambito dell'arcidiocesi di Los Angeles", ha scritto il cardinale. Ha inoltre intimato a Robinson di cancellare tutte le altre conferenze e di tornare a collaborare con la Conferenza Episcopale australiana, aggiungendo di aspettarsi che "seguisse scrupolosamente" le sue raccomandazioni.

Dan Bartley, presidente di Voice of the Faithful, ha criticato aspramente il rifiuto del permesso al vescovo Robinson di tenere la conferenza a Los Angeles.

"Perché a un vescovo cattolico onesto viene proibito di porsi dei dubbi nella sua ricerca della verità a valle di uno dei peggiori scandali della chiesa moderna?", dice Bartley.

Una dichiarazione di Voice of the Faithful afferma che l'interdizione danneggia la chiesa, perché è evidente che il vescovo Robinson "ama la chiesa". La dichiarazione sistiene anche che il documento dei vescovi australiani è discutibile sulle conclusioni riguardo alle ragioni dottrinali del vescovo Robinson.

Il giro di conferenze del vescovo Robinson dovrebbe toccare Boston, Seattle, San Diego e Los Angeles.

CHI FA LA VOLONTA' DEL PADRE

Commento alla lettura biblica - domenica 1 giugno 2008

Non chiunque mi dice: "Signore, Signore!" entrerà nel Regno dei cieli, ma chi fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. Molti mi diranno in quel giorno: "Signore, Signore, non abbiamo profetato nel tuo nome, e nel tuo nome non abbiamo cacciato demoni, e nel tuo nome non abbiamo fatto molti miracoli?". Ma allora io dichiarerò ad essi: "Non vi ho mai conosciuti: allontanatevi da me, voi che commettete l'iniquità!".
Chiunque perciò ascolta da me queste parole e le mette in pratica sarà simile ad un uomo saggio che edificò la sua casa sulla roccia. E cadde la pioggia, vennero i fiumi, e soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ma essa non cadde, perchè era fondata sulla roccia. E chiunque ascolta da me queste parole e non le mette in pratica sarà simile a un uomo sciocco che edificò la sua casa sulla rena. E cadde la pioggia, e vennero i fiumi, e soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa ed essa cadde. E grande fu la sua rovina" (Matteo 7, 21-27).


Il brano che leggiamo oggi è notissimo e tante volte abbiamo riflettuto sulla casa costruita sulla roccia, quella edificata sulla sabbia e quella priva di fondamenta.
Si tratta di immagini concrete ed efficaci perchè il rimando alla "casa della nostra vita" è pressochè immediato.

Ma oggi vorrei soffermarmi sui primi versetti perchè parlano di una storia reale, di ieri e di oggi, che accompagna e trova riscontro in tutte le religioni e in tutte le tradizioni sapienziali e religiose. Per rimanere dentro il solco dell'ebraismo dal quale Gesù non è mai uscito, dobbiamo constatare che questo richiamo del nazareno è la "severa canzone" che attraversa molte pagine del Primo Testamento: sono proprio coloro che hanno sempre Dio in bocca, che presumono di parlare in Suo nome, che dichiarano di agire per difendere la civiltà cristiana, che corrono da una madonna all'altra, da un santuario all'altro, che fanno crociate per salvare i principi non negoziabili ... che non passano l'esame dei fatti, non compiono la volontà di Dio. Sono proprio le persone "religiose" quelle che si vedono chiudere in faccia le porte del regno di Dio, che costruiscono la casa sulla sabbia d'una religiosità illusoria, fallace, di facciata.

Si noti: non si tratta, nelle parole di Gesù, di un semplice richiamo ad una correzione di rotta, di un ritocco, di una revisione marginale. Proprio voi che vi dichiarate miei testimoni, che dite di parlare a nome mio e fate nel mio nome opere grandiose e straordinarie ... siete per me degli illustri sconosciuti: "Non vi ho mai conosciuti, andate lontano da me, siete operatori di inganno e di iniquità ...".

La comunità di Matteo


Dunque Matteo guarda la sua comunità con l'occhio penetrante dei profeti e dei sapienti di Israele. Lo preoccupa lo scarto esistente tra le dichiarazioni verbali e la vita reale quotidiana. S'accorge che per parecchi fratelli e sorelle le parole vanno da una parte e la vita da un'altra. Spesso le direzioni sono opposte. E' in questo contesto che la memoria dell'ammonimento di Gesù merita di essere scritto e ricordato in tutto il suo vigore e in tutta la sua durezza.

Da buon ebreo, pieno di spirito profetico, Gesù sapeva benissimo che la sua tradizione più volte aveva registrato questa funesta e grave deviazione, bollata da un pesante rimprovero di Dio: "Questo popolo s'avvicina a me solo a parole e mi onora solo con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me e il suo culto verso di me non è altro che un comandamento di uomini" (Isaia 23, 19). Nel libro di Ezechiele Dio stesso apre gli occhi al profeta rispetto alle persone che s'accalcano per ascoltare le sue parole: "O figlio d'uomo, i figli del tuo popolo discorrono di te presso le mura e sulle porte della case. Si dicon l'un l'altro: venite, andiamo ad ascoltare qual'è la parola che viene dall'Eterno! E vengono da te come fa la folla, si siedono davanti a te e ascoltano le tue parole, ma non le mettono in pratica. Infatti con la bocca fanno mostra di molto amore, ma il loro cuore corre dietro ai loro interessi. Ecco, tu sei per loro come una canzone d'amore cantata con una bella voce e una bella musica. Essi ascoltano le tue parole, ma non le mettono in pratica" (Ezechiele 33, 30-32).

Questo discorso tra parola, culto e vita quotidiana raggiunge vertici di drammaticità e intensità inarrivabili nei libri del profeta Isaia ai capitoli 1 e 58 e nel libro del profeta Amos (5, 21-24).

E noi?


La storia è piena di "operatori di iniquità" che citavano la Bibbia ad ogni piè sospinto o che pregavano Dio, santi e madonne ... Questo è ben noto ... E' storia di secoli e secoli ... Ma forse non è proprio il caso di scomodare solo e sempre i grandi personaggi, in grandi impostori del passato. Queste parole vanno rivolte, senza smorzarle, anche a noi, a ciascuno e ciascuna di noi.

Infatti la permanente tentazione alla quale ci troviamo esposti, sia pure in maniere diverse, un po' tutti noi che ci riteniamo credenti, mi sembra potersi descrivere così: da una parte ci stanno i momenti religiosi con riti, preghiere, feste, sacramenti e dall'altra ci sta la vita quotidiana che rischia di correre su un binario diverso.

Sembrano due "continenti" diversi, indipendenti, scollegati. Sia l'esperienza "religiosa" che la vita quotidiana vanno per conto loro. L'una non interpella l'altra, non incide, non comunica profondamente con l'altra. Spesso addirittura il vissuto quotidiano smentisce totalmente il vangelo, ma il "credente" continua indisturbato a pregare, mandare i figli al catechismo, andare da padre Pio, a visitare madonne di tutti i colori. Atti di devozione e riti di superstizione vanno per conto loro e costruiscono un soggetto e un percorso religioso che si sente a posto perchè ripete questi riti ai quali attribuisce valore salvifico in sè stessi. Che tra "celebrazione" e vita quotidiana debba esistere una profonda correlazione diventa una preoccupazione assente.

Alcune precisazioni


Si noti: non voglio affatto invocare una fede che pretenda di estrarre dalla Bibbia le regole precise per la nostra vita di tutti i giorni a suon di citazioni e di versetti. Questo sarebbe fondamentalismo e denoterebbe un atteggiamento infantile davanti alla Scrittura.

Voglio riferirmi ad una fede adulta e matura, che traccia i grandi orizzonti della nostra vita e lascia intera a noi la responsabilità di scegliere i comportamenti concreti. Il Vangelo allora diventa la grande proposta che voglio interpretare e tradurre nella mia esistenza di oggi in questo contesto culturale totalmente diverso.

Non voglio nemmeno alludere ad una fede che esiga da noi una presunta perfezione. Oltre l'inganno, tale "religiosità" è innaturale, angosciante e repressiva perchè non sa fare i conti serenamente con la nostra realtà di creature fragili. La fede dei cosiddetti santi ed eroi è tutta una montatura.

Cerchiamo di essere uomini e donne che tentano ogni giorno, in modo vero e sincero, di camminare sul sentiero delle beatitudini, fatto di tanta fiducia in Dio e di altrettanta solidarietà con i più deboli, i più sradicati, i più "impuri".

In questo orizzonte, quando cerchiamo di "fare vangelo", di costruire pezzi di giustizia nell'esistenza umile d'ogni giorno, l'invocazione a Dio, la preghiera e la celebrazione rituale della nostra fede hanno un profondo significato.

Di questa circolarità continua ci dà una testimonianza ineguagliabile Gesù di Nazareth. Egli continuamente si rivolge a Dio, ricorda le Scritture e si ritira a pregare, ma con uguale intensità percorre la via della giustizia e della solidarietà.

Tenere insieme i due bandoli della matassa rende la nostra vita unificata e allora diventa possibile quella fede in Dio che non si disperde negli ambigui territori, oggi tanto praticati, della religiosità.

martedì 27 maggio 2008

VIE E COLTELLI

E perchè non dedicare una via a Hitler, caro sindaco di Roma? Sono queste scelte che incitano tante persone a identificarsi con quel fascismo di cui Almirante fu alfiere e dirigente nazionale.

Ormai, mentre si vuole celebrare Almirante e camerati vari, Roma è scenario quotidiano di violenza senza che nè il sindaco nè il governo centrale intervengano efficacemente.

Intanto lo stesso Alemanno nega il patrocinio al gay pride e la ministra Carfagna dice che in Italia non ci sono discriminazioni per gli omosessuali.

Se provasse a parlarne con Paolo Brunetto, il giovane accolltellato dal padre perchè omosessuale, forse potrebbe smetterla di dire sciocchezze.

Resta incredibile, ma tragicamente vero che in questa Italia puoi far carriera e vivere onorato se sei mafioso, ricco e furfante, ma non puoi sentirti al sicuro, nemmeno a casa tua, se sei gay, lesbica o transessuale.

Berlusconi appare a Napoli a San Gennaro

Ricevo e pubblico


Genova, 21 maggio 2008 – Oggi appuntamento solenne nella città partenopea che vive l’evento del secolo: Berlusconi apparirà a Napoli a San Gennaro. Per predisporre la città all’uopo, il governo ha fatto pulire il centro e le vie dove passerà l’«Apparente», spostando i cumuli di monnezza dal centro alla periferia. Soluzione geniale, da grande stratega.

Nessuno aveva pensato all’uovo di Colombo: spostare la monnezza, perché a forza di spostarla, alla fine sarà tanto lontana dal «centro d’interesse» che chi ha dato, ha dato, ha dato e chi ha avuto, ha avuto, ha avuto.

In una Napoli che brucia e muore, abbiamo visto i restauratori che con il pennello sottilissimo ritoccavano le lesene del palazzo reale dove si terrà la conferenza stampa del nuovo «Guaglione Apparisciente».

Il mattino però si vede dal buon giorno napoletano. Oggi governo a Napoli. Berlusconi aveva promesso solennemente e pubblicamente che sarebbe rimasto a Napoli fino alla soluzione definitiva della questione monnezza. Manterrà l’impegno o era solo una promessa elettorale? Vedremo.


Apprendiamo che il neo ministro della giustizia, Alfano, di sua sponte (nessuno può pensare che gli sia stato suggerito dal capo o dal suo avvocato senatore Ghedini) si serve del pacchetto sicurezza per svuotare il processo pendente a Milano a carico di Berlusconi accusato questa volta di falsa testimonianza e di istigazione alla falsa testimonianza, reato particolarmente odioso presso le cancellerie mondiali, dove per molto meno i ministri si dimettono.

Ecco il vero motivo della sceneggiata napoletana: tra le righe del provvedimento sicurezza che serve ad abbagliare le masse, nascondere la norma del patteggiamento in corso d’opera e la data fatidica del 31-12-2001.

Gli immigrati e i Rom sono dunque una scusa? Hanno fomentato la paura fino a questo punto? O hanno pagato i Rom perché delinquessero per permettere di inserire questa strana norma che con gli immigrati e affini non c’entra proprio nulla?

A meno che non sia un lapsus freudiano per cui Berlusconi «si percepisce» effettivamente come «estraneo». Se così fosse, noi lo confortiamo che è proprio così.


Il reato di clandestinità è una abiura giuridica e non passerà al vaglio della Corte costituzionale, come la maggior parte delle leggi fatte dal precedente governo Berlusconi, ma che sono servite a non farlo processare per decorrenza di termini o perché i reati da lui commessi sono stati dichiarati decaduti.

Il catto-udc Casini ora grida che Berlusconi fa i suoi interessi, ma nei cinque anni che fu presidente della Camera, come mai non se ne accorse e diede ordine ai suo pieds-à-terre di votare tutto comunque e dovunque.

I cattolici sono avvisati: hanno votato uno che continua recidivo a fare le leggi da sé e per sé. Viva la religione cristiana che persegue il «bene comune» alla guida di Berlusconi, l’onesto spergiuro.


«Non metteremo mai le mani nelle tasche dei cittadini». Spero che i suoi elettori non l’abbiano dimenticata questa solenne promessa, fatta in tutte le salse. Ebbene ecco come si comincia:

- 300 milioni date ad Alitalia (si dice prestito, si legge a fondo perduto).

- 146 milioni all’anno per la multa per colpa della rete4 di mediaset (questa si prende la pubblicità e gli Italiani pagano la multa).

- Il Senato ha un buco di 10 milioni e la Camera 8 milioni di euro per le liquidazioni pagate ai non eletti e la maggioranza parla già di «integrazione del bilancio» delle camere. Invece di ridurre stipendi, togliere benefici (concessi anche ai familiari e ai genitori di deputati e senatori), cosa si fa? Si continua nella via larga e conosciuta di far pagare sempre e comunque Pantalone. Qualcuno mi spiega dov’è la diversità del governo Berlusconi? Qualcun altro mi spiega perché deve avere 32 guardie del corpo, pagate dai cittadini? Perché 32 e non 30, oppure 44 come i gatti che però hanno sempre il resto di 2?

- Per il governo a Napoli: 1000 poliziotti e 500 carabinieri, oltre ai vigili: costo impreciso.

- Il governo non ha ancora cominciato a governare che già comincia con un aumento di tasse per un ammontare per difetto di euro 464 milioni presi direttamente non dalle tasche, ma dalla saccoccia di tutti coloro a reddito fisso.

Note a làtere:

Dicono le cronache che Berlusconi abbia fretta a risolvere la monnezza di Napoli non perché è emergenza sanitaria, non perché l’Europa condanna, non perché i Napoletani sono cittadini doppiamente vittime: della camorra e dei governi che si succedono, ma – udite, udite, la grande motivazione filosofica!!! – «altrimenti danno la colpa a me». Una frase da scolpire nel mausoleo di Cascella sulla lapide del grande «statista» ad perpetuam rei memoriam: «Qui giace il Grande Spazzino che provò a liberare Napoli dalla monnezza, riuscendo solo a spostarla dal centro alla periferia per colpa dell’opposizione che sequestrò i sacchetti per la raccolta». Intanto aspettiamo e vediamo la guerra santa tra Silviuccio e San Gennariello.
Paolo Farinella, prete Genova

Ogni forma di razzismo è peccato

Ricevo, condivido, pubblico


16 maggio 2008 - L'intervento
«No alle crociate contro i rom»

«Ogni forma di razzismo è peccato» «Sono desolato. Una opportunista utilizzazione del cosiddetto tema sicurezza sta creando un tipo di rifiuto vicino all'odio»

Alcuni amici tra le milleottocento aziende italiane operanti in Romania mi dicono che hanno cominciato ad assumere rom e, con loro grande sorpresa, li hanno trovati operai attivi e intelligenti. Io stesso osservo a casa mia alcune decine di Rom che lavorano duro dalla mattina presto alla sera. Nessun dubbio che chi commette reati debba essere punito.

Detto questo, è possibile oggi affermare che ogni forma di discriminazione razzista almeno nei suoi effetti è un grave peccato contro Dio? Come cristiano e come prete sono desolato per i giudizi, gli insulti, i comportamenti di molte persone, singoli cittadini e amministratori i quali esprimono solo parole e azioni di rifiuto, rancore, disprezzo.

Il giovane studente picchiato dai suoi compagni perché «sporco romeno» è uno degli esempi delle conseguenze possibili e purtroppo reali.


Una esagerata, opportunista utilizzazione del cosiddetto «tema sicurezza» sta creando nei nostri quartieri, tra molte persone, soprattutto gli anziani e le persone che vivono condizioni di povertà, un tipo di rifiuto che sta molto vicino all'odio. E l'odio è, per un cristiano, il peccato più grave.

Il clima che viviamo è la prova
più provata della debolezza del messaggio cristiano nella nostra città. Non credo sia giusto parlare di fallimento della azione evangelizzatrice della Chiesa italiana ma qualche riflessione andrà pure fatta e qualche posizione presa anche perché è intollerabile il fatto che molti dei promotori di questa «sicurezza» si definiscano difensori della fede.

Posso assicurare che non si può difendere la fede bestemmiando Dio e la vera bestemmia contro Dio è ogni forma di rifiuto, di rancore o addirittura di odio. L'amore del prossimo prevede certamente anche il conflitto, la pena e la punizione.

Ma anche quando punisco o accompagno ai confini chi deve essere rimandato nella sua nazione devo sapere che sto trattando con un mio fratello e una mia sorella. Perché il nucleo della fede cristiana sta nella affermazione che ogni uomo e ogni donna, di qualunque religione, nazione, colore, appartenenza, sono comunque figlio o figlia di Dio.

Noi possiamo avere opinioni politiche o sociali diverse. Sulle questioni diverse dal dogma o dai fondamenti della morale possiamo addirittura essere in disaccordo col Papa.


Ma non possiamo, come cristiani, permetterci di essere in disaccordo con Gesù Cristo. Credo che un bel po' di cristiani debbano pensarci un qualche tempo prima di ritornare in chiesa e fare la comunione perché, come ha detto Gesù: «Chi mi ama osserva i miei comandamenti».

Qualcuno pensava in passato che fosse difficile credere ai concetti, ai ragionamenti teologici. Oggi, più che mai, la difficoltà della fede sta nel credere alla legge della giustizia e dell'amore. Vale la pena che cominciamo a mettere in seria crisi il nostro modo di essere cattolici.

Infine, come cristiano e come sacerdote, raccomanderei a chiunque di non ergersi quale difensore della fede. Dio sa difendersi benissimo anche da solo. Quello che dobbiamo sapere e fare è già scritto.

don Gino Rigoldi

NON HA LUOGO

La preannunciata ripetizione della presentazione del libro di VITO MANCUSO (L'ANIMA E IL SUO DESTINO) non avrà luogo, contrariamente a quanto annunciato, nella serata di venerdì 30 maggio a Pinerolo, per sopraggiunti altri impegni. La data di questa presentazione verrà presto individuata e comunicata.

lunedì 26 maggio 2008

DIETRO LA SICUREZZA

Dietro tutto questo parlare e legiferare di sicurezza c’è una vera e propria politica razzista.

Quando poi senti il questore di Roma dire che “le motivazioni politiche non c’entrano”, hai la percezione che al danno, alle botte e ai negozi degli stranieri sfasciati, ai gay pestati si aggiungono anche le beffe.


Dopo quaranta giorni di governo Berlusconi i pestaggi e le violenze sono cresciute a dismisura.

Prima si gonfiavano le cifre, ora si sminuiscono. Ma, torno a ripeterlo, i nodi vengono al pettine e gli inganni anche…

I mutui alleggeriti? Ciò che pagavamo in 20 anni, lo pagheremo, con aggiunta, in 25… Che sconto, signori miei… E’ pura propaganda.

A Roma il sindaco Alemanno parla di restituire la città alla normalità. Sta avvenendo il contrario.

SEMINA

Semina, semina,
l’importante è seminare, un po’, molto, tutto
il grano della speranza.
Semina la tua energia
la speranza di combattere la battaglia
quando sembra perduta.
Semina il coraggio
per risollevare quello degli altri.
Semina il tuo entusiasmo
per infiammare quello di tuo fratello.
Semina i tuoi desideri, la tua fiducia, la tua vita.
Semina tutto ciò che c’è di bello in te,
le più piccole cose, i nonnulla,
semina e abbi fiducia.

Papa Giovanni

domenica 25 maggio 2008

LA FARSA E' GIA' FINITA

Napoli, pulita per la discesa dell'unto del Signore, è di nuovo tra i rifiuti.

Entra in azione l'esercito per presidiare zone e siti, ma non si vede nulla di concreto. La politica non c'è: ci sono gli affari ...

E' questo il segnale negativo che piace tanto alla camorra e questa confusione è la sua terra ideale.


Forse un po' di gente, come sta avvenendo in Francia rispetto a Sarkozy, comincia a provare "desencanto".

Ma per ora la propaganda in Italia risulta ancora "convincente" e l'attore principale e unico è ancora sul piedestallo per i suoi fans e per molti teledipendenti.

HILLARY E MARCEGAGLIA

Due donne spietate e violente, ma in modo diverso.

Hillary ha condotto una campagna elettorale all'insegna dell'insulto verso Obama. Il dialogo immaginario che il New York Times ha pubblicato il 22 maggio merita di essere riportato qui perchè, a mio avviso, riproduce fedelmente il clima di queste settimane.

"Hillary, non hai una sola chance. Se getti la spugna ora il partito ti farà un monumento".
"I monumenti sono per i perdenti. Ci stai tu sul monumento".
"Hillary, è arrivato il momento di uscire di scena".
"Scordatelo, scheletrino. Non alzerò bandiera bianca".
"Invece l'alzerai, sorella, cavolo se l'alzerai".
"Sessista".
"Razzista".
"Senti pivello, dobbiamo fare qualcosa insieme".
"Ok, ti posso dare il turno delle 3 del mattino al centralino della Casa Bianca".


Marcegaglia, in un discorso tanto elegante quanto economicistico, dimostra la violenza di chi mette le leggi della produzione prima dei diritti delle persone. L'Italia rinasce se la gente lavora di più ...

Anche la violenza ha diverse versioni.
La seconda è più felpata, ma è ancor più pericolosa. Passa sulle persone come un rullo compressore.

TRAVAGLIO OGNI GIORNO

Spero che siano molti a leggere ogni giorno la rubrica di Marco Travaglio su L'Unità. Tiene vivo il cervello.

Intanto una buona notizia. Soru compra L'Unità che fa pochi giorni apparterrà ad una Fondazione. L'Unità non può morire.

PICCHIATO PERCHE' GAY

AGRIGENTO - Insultato, maltrattato e picchiato per mesi perchè omosessuale. Un ragazzo di 20 anni di Licata ha denunciato quattro coetanei che fino allo scorso anno frequentavano la sua scuola.

Ieri mattina, dopo le ennesime violenze, ha detto ai giovani che si sarebbe rivolto agli agenti del commissariato di Licata: i coetanei lo hanno seguito e hanno continuato a insultarlo fino all'ingresso della caserma.

Da Arcigay Sicilia la richiesta di una legge specifica contro questi "crimini di odio".

UNO SCONTRO DURO

Il governo, dopo la sentenza del 31 gennaio scorso della Corte di giustizia europea che ingiungeva a Rete 4 di Mediaset di liberare quelle frequenze, vuole salvare sia la rete sia Berlusconi calpestando ogni regola.

Il 22 maggio il governo presenta un emendamento in materia di frequenze televisive con l'obiettivo di rispondere alla procedura di infrazione europea sulla legge Gasparri.

Secondo l'opposizione l'emendamento del governo al "decreto salva-infrazioni" da un lato, ignora buona parte dei rilievi della Commissione e, dall'altro, propone una nuova sanatoria per tutti gli attuali titolari di frequenze.
Inganno...

E' tempo di una opposizione dura come lodevolmente hanno fatto il Partito Democratico e Italia dei Valori.
Ecco dove finisce (è già finito) il governo del dialogo.

FARE OPPOSIZIONE

Curzio Maltese su "Il Venerdì" del 23 maggio scrive acutamente:

Berlusconi ha presentato pochi giorni fa la peggior classe dirigente e governativa dal 1945 in un clima di zuccheroso tripudio, fra applausi bipartisan. In compenso veltroniani e dipietristi hanno impiegato tutta la loro forza polemica nell'insultarsi a vicenda.

La parabola del quarto e mediocrissimo governo Berlusconi è piuttosto prevedibile. Un anno di trionfi e sondaggi plebiscitari, dopo il taglio dell'Ici e il pacchetto sicurezza. Appena il tempo di dilapidare il risanamento dei conti. Quindi l'avanzare inesorabile della crisi economica, il declino di un Paese sempre più marginale.

Questo governo promette di fare danni al Paese per i prossimi vent'anni, così come i governi Craxi e Andreotti degli anni Ottanta hanno lasciato debiti che seguitiamo a pagare oggi. Forse è un destino per noi italiani: ci liberiamo delle ossessioni soltanto quando ci portano alla rovina.

Stare all'opposizione, con tali prospettive, non è una tragedia. A patto però di volerla fare. Per questo li abbiamo votati l'ultima volta. La prossima, vedremo.

sabato 24 maggio 2008

40 ANNI FA IL SESSANTOTTO

Se ne è parlato in tutte le salse con tante riflessioni e tante domande aperte.

Anch’io ho scritto qualcosa su “L’Eco mese” di maggio 2008, il mensile di Pinerolo e valli, che è legato alla diocesi.

Parte dell’intervista è stata “cassata”, là dove toccavo temi troppo scottanti. Capisco. E’ già tanto che mi abbiano intervistato.


Farò un pezzo più libero su un numero di Adista (www.adistaonline.it) di giugno.

QUALCUNO MI DOMANDA...

Ricevo molte lettere e telefonate di persone che mi domandano perché non compaiono più miei scritti sulla rivista Viottoli. Dall’autunno del 2006 non ho più fatto parte della redazione perché ho scelto (che fatica!) di costruire il blog e quindi ho dovuto fare dei tagli.

Del resto Viottoli va avanti bene senza di me e questo mi permette di liberare un po’ di tempo per altri impegni che, nonostante la mia età avanzata, sono cresciuti a dismisura. Il ministero in comunità, i viaggi, i libri (uno esce a luglio e un altro a marzo del 2009), le lettere e soprattutto l’incontro con gli omosessuali e le lesbiche che mi contattano e che poi cerco di mettere in contatto con la comunità…

E poi ci sono le venti ore settimanali che dedico al volontariato con i tossicodipendenti, essendo ancora coordinatore di un'associazione cittadina che ci dà molto lavoro. Insomma, è sempre questione di priorità guardando dove possiamo renderci un po’ più utili.

Molti miei scritti comunque escono su La Regione (in Svizzera), su Adista, su Tempi di Fraternità.

PREGARE

Solo in Luca il colloquio con i discepoli è ambientato in un contesto di preghiera…

Indirettamente troviamo qui anche un’indicazione importante per dar respiro al nostro concetto di preghiera troppo spesso limitato, devozionale, intimistico: non è che Gesù “interrompa” la preghiera per porre la domanda ai suoi discepoli, ma evidentemente parlare con i discepoli, provocare la loro interiorità, purificare la qualità della loro adesione a lui, è una dimensione importante del suo pregare.

Proprio dalla preghiera qui sembra germogliare l’invito non generico, ma vibrato (“severo”) a non parlare troppo e troppo presto e superficialmente della messianicità di Gesù; soprattutto, a non inebriarsi di quella messianicità, a non fraintenderla e a non lasciarla fraintendere nel senso del potere terreno.

I discepoli sono inclini a pensare, è evidente, che se Gesù è il Cristo di Dio, anche loro – i più intimi, i prediletti, gli “associati” – saranno qualcuno., avranno un ruolo di privilegio, godranno quantomeno di un raggio riflesso della sua gloria.

Lilia Sebastiani

giovedì 22 maggio 2008

CACCIA

"Le Regioni italiane comunicano l'apertura della caccia per la seguente Selvaggina Migratoria: Albanesi, Cossovari, Talebani, Zingari, extracomunitari in genere. E' sospesa la caccia ai Comunisti in quanto specie in via di estinzione. E' consigliato l'uso di armi a canna rigata a più di cinque colpi e di grosso calibro: carabine, pistole, ecc. Non esiste un limite gionaliero di capi da abbattere essendo considerata selvaggina nociva".
Volantino distribuito nei giorni scorsi a Manciano, in Toscana

IL LUPO RAPACE

Forse non è giusto screditare il lupo che, in fin dei conti, è un animale che raramente provoca danni.

Berlusconi, presentatosi da uomo del dialogo, sta dimostrando di essere peggio delle precedenti edizioni. Ha ragione la Spagna; ha ragione l’Europa: siamo al razzismo nudo e crudo e siamo alle solite leggi ad personam per evitare uno scomodo processo.


È tempo di dialogo? Certo, ma non meno è tempo di lotta e di resistenza. L’opposizione va fatta con fermezza. E fa sorridere l’improvvisa pulizia del centro di Napoli per l’arrivo del Cavaliere e del governo, quando il giorno dopo sarà tutto come prima. È pura propaganda.

Questo è il governo che sta facendo danni enormi e, se la giornata si vede dal mattino, si annuncia una depressione politica e culturale davvero preoccupante. L’Europa accusa il governo italiano di torture rispetto alla vicenda dei rom. Siamo a Guantanamo?

GIORNI E GIORNI DI FANTASIA

Finora i treni carichi di rifiuti sono partiti con il contagocce. Il rischio è che sia in atto la trattativa con la camorra. Sono stati molto più rapidi i convogli per cacciare i rom.

Però…, mentre il governo favoleggia e ora dialoga ora minaccia, è già partito l’attacco alle televisione. Vogliono far tacere le voci scomode e lasciare persone ambigue e dequalificate come Floris e le varie ballerine.

Fa paura l’intelligenza…specialmente a chi non ce l’ha e non saprebbe come “gestirla”. Sanno come fare: mettere il bavaglio, la museruola…

IN SUDAFRICA

Nel dissesto mondiale provocato dall’economia capitalistica ormai alla deriva, masse sempre più consistenti di poveri si scontrano tra di loro. In questo caso neri contro neri.

In realtà questo è il modo in cui l’economia del libero mercato cerca di sopravvivere scaricando sui poveri i costi umani della sua impresa fallimentare. Dividere rende più facile dominare e sfruttare.

Sarà un operazione difficile svelare questa manovra, ma ancor più difficile è arrestare la violenza che si scatena in simili contesti.

Ma questa sta diventando una tendenza planetaria dove la povertà e la disperazione aprono la strada a chi organizza la violenza e ne trae vantaggio. Le mafie si reggono su queste basi.

COLLOQUI NOTTURNI A GERUSALEMME

È il titolo dell’ultimo libro del cardinale Martini, ora pubblicato in Germania. Lo attendiamo in lingua italiana per settembre.

Si tratta di un’opera straordinariamente “sovversiva” che esce dal cuore di un vero credente alle prese con Dio. Martini non è mai stato un teologo rivoluzionario, ma un pensatore profondo e moderato anche per gli alti incarichi che ha rivestito.


Ora, alla bella età di 81 anni, fiaccato dal Parkinson, il suo animo e il suo eloquio si aprono ad una profezia solcata dalla malinconia, eppure profondamente ancorata dalla fiducia in Dio.

Marco Politi (Repubblica del 19 maggio) riporta un riassunto del prezioso volume da cui traggo solo tre brevi passaggi:

“C’è stato un tempo in cui ho sognato una chiesa nella povertà e nell’umiltà, che non dipende dalle potenze di questo mondo. Una chiesa che concede spazio alla gente che pensa più in là. Una chiesa che dà coraggio, specialmente a chi si sente piccolo o peccatore. Una chiesa giovane. Oggi non ho più di questi sogni. Dopo i 75 anni ho deciso di pregare per la chiesa”.

Ancora: “Tra i miei conoscenti ci sono coppie omosessuali, uomini molto stimati e sociali. Non mi è stato mai domandato né mi sarebbe venuto in mente di condannarli”.

Ancora: “Possiamo anche lottare con Dio come Giacobbe, dubitare e dibatterci come Giobbe, rattristarci come Gesù e le sue amiche Marta e Maria. Anche questi sono sentieri che portano a Dio”.


Sono parole di fede e di coraggio. Forse il libro esce prima in Germania perché così a Roma hanno qualche mese per prepararsi al terremoto.

Qui senti la fede; qui il linguaggio umano e la sapienza evangelica si danno la mano. Grazie, cardinal Martini.

mercoledì 21 maggio 2008

BRAVISSIMA MARTA

Marta Vincenzi, sindaco di Genova, ha dato una bella lezioncina di civiltà al papa nel suo saluto, garbato ed intelligente, a Ratzinger in visita alla città.

Questa è coerenza e laicità. Sabato ha partecipato a Sestri Ponente a un presidio di donne in difesa della legge 194 e domenica 18 maggio ha accolto Benedetto XVI con un saluto per nulla rituale.

Che dignità, che rispetto delle istituzioni, che senso alto della politica, che bella lezione di teologia impartita al papa nelle parole di questa donna del Partito Democratico. Merita una citazione il suo discorso quando parla della ricerca del bene comune:


"Non è nostro obiettivo individuare quale sia il bene assoluto". "Operiamo per il bene comune - ha scandito - affinchè i cittadini possano orientare le loro condotte di vita senza imposizioni o limitazioni improprie". Con l'obiettivo di favorire nuovi spazi di autonomia, libertà e responsabilità personali.

Questo per la sindaco "è il miglior modo di aiutare la stabilità sociale, condizione quanto mai necessaria allo sviluppo dell'individuo e della collettività". E' un potere pubblico che non abdica alle proprie responsabilità, ma che è ben attento a non "trasformare l'etica in un campo di lotta politica".


La Vincenzi va oltre. Cita il teologo evangelico tedesco, vittima del nazismo, Dietrich Bonhoeffer.

"Il comportamento etico non è stabilito in partenza e una volta per tutte, quindi in linea di principio ma nasce con la situazione data". E aggiunge: "Missione dei fedeli laici è configurare rettamente la vita sociale, rispettandone la legittima autonomia e cooperando con gli altri cittadini secondo le rispettive competenze e sotto la propria responsabilità".

Meglio non poteva affermare l'autonomia del laicato.


Imparino da questa donna tutti i politici e gli amministratori "lecca - lecca", che hanno perso per strada la dignità e l'autonomia della loro funzione pubblica. Si può accogliere con rispetto senza piegarsi al bacio dell'anello.

ANCHE CONTRO NOI EBREI COMINCIO' COSI'

Amos Luzzatto, l'ex-presidente delle comunità ebraiche italiane , guarda preoccupato a ciò che sta avvenendo in Italia rispetto ai rom. Su L'Unità di lunedì 19 maggio, intervistato da Umberto De Giovannangeli, dichiara:

"Noi ebrei sappiamo bene cosa significhi essere perseguitati, demonizzati, sterminati. Per questo, da ebreo italiano e da cittadino democratico, non posso che guardare con orrore e preoccupazione alla campagna d'odio verso i Rom.

Ogni fuoco riporta alla memoria altri fuochi dei quali la storia europea è cosparsa: penso, ad esempio, ai roghi dell'Inquisizione, ai roghi dei libri maledetti, ai roghi dei campi di sterminio ... In ultima analisi c'è da domandarsi cosa abbiano in comune questi roghi.

E la risposta immediata e tragica è: distruggere, senza che resti traccia, tutto quello che dà fastidio al potere. In questa ottica, tutto viene ingigantito e generalizzato: all'interno di ciò che si vuole distruggere col fuoco si colloca molto di più di quanto sarebbe "strettamente necessario".


Questa è una verità storica. Un'amara, tragica verità. Noi stessi, noi ebrei, abbiamo subito sulla nostra pelle ripetutamente - fino alla più terribile persecuzione che è stata quella della Shoah - le conseguenze dell'essere prima di tutto indicati come stranieri irriducibili, poi progressivamente stranieri parassiti, quindi stranieri complottanti, infine assassini di bambini cristiani e in conclusione gruppi umani da espellere, da perseguitare, da sterminare.

Noi ebrei sappiamo bene cosa significhi essere vittime di pregiudizi che si trasformano in odio e in violenza "purificatrice". Sappiamo cosa significhi essere additati come il "Male" da estirpare. E da ebreo, oltre che da cittadino democratico, mi sento a fianco di una comunità, quella Rom, che non può, non deve essere vittima di nuovi pogrom".

IPOTESI GOVERNATIVE

Di cose nascoste e da tenere ben nascoste gli amici di Berlusconi ne hanno fatte tante. Ora vedremo se riusciranno a fare le discariche top secret.

Il vero problema è che, tra una ipotesi e l'altra, regna sovrana la confusione e il governo è immobile. Come per l'aumento dei salari. Come per le badanti. Lo stato confusionale mette il governo in oscillazione: criminalizzare o sfruttare? Due soluzioni non proprio umanitarie.

Non si ha il coraggio di riconoscere la risorsa incredibile che queste persone sono per l'Italia.

COLUI CHE MANGIA ME VIVRA' ANCH'EGLI MEDIANTE ME

Commento alla lettura biblica - domenica 25 maggio 2008

Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo». Allora i Giudei si misero a discutere tra di loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?». Gesù disse: «In verità, in verità vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell'uomo e non bevete il suo sangue, non avrete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell'ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue dimora in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia di me vivrà per me. Questo è il pane disceso dal cielo, non come quello che mangiarono i padri vostri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno» (Giovanni 6, 51-58).


Questo brano del vangelo di Giovanni viene letto oggi, nella festa del Corpus Domini come se fosse scontato che esso parli espressamente dell'eucarestia. Anche se l'ultima redazione del Vangelo lascia intravvedere alle spalle una comunità che celebra la cena del Signore, il senso primario di questa pagina è ben più profondo.

Intanto .. occhio alle traduzioni! Il versetto 57 recita testualmente: "Come il Padre, che è vivente, ha inviato me e io vivo mediante il Padre, così colui che mangia me vivrà anch'egli mediante me".


Mangiare Gesù, nel linguaggio simbolico di Giovanni, non è un fatto di masticazione, ma di accoglienza di Gesù nella nostra vita. Significa diventare consapevoli che Dio ci nutre mediante la testimonianza e il messaggio di Gesù.

Egli è per noi il pane, il nutrimento, la manna del nostro cammino. L'esegeta cattolico Lèon-Dufour scrive: "Queste parole vengono spesso utilizzate per affermare il realismo della presenza eucaristica ... Per l'evangelista non ci tratta affatto della realtà fisica "carne e sangue", ma del Figlio dell'uomo che bisogna "mangiare", cioè accogliere nella fede, come viene detto nel versetto 57. Invece di insistere su carne e sangue, come se ciò contribuisse a valorizzare la "presenza reale", bisognerebbe entrare più profondamente nella simbolica giovannea del nutrimento ... La "presenza reale" è essenzialmente "l'incontro reale" del credente con il suo Signore (Giovanni, pag. 249).

Ben altra cosa dal dogma cattolico della presenza reale.

E' qui che la pagina diventa proposta e sfida. Infatti posso leggere le Scritture, partecipare ai sacramenti, essere un assiduo frequentatore della chiesa e, in realtà, non aver mai accolto in me il messaggio di Gesù.

Non è la "manducazione" fisica dell'eucarestia che mi assicura di essere un discepolo di Gesù. Fior fiore di truffaldini, di assassini e di delinquenti come Francisco Franco o Pinochet (e altri più camuffati da difensori della civiltà cristiana anche vicino a noi) sono dei leccabalaustra.

Il rischio esiste per ognuno di noi. Se il messaggio e la pratica di vita di Gesù non dimorano in noi, possiamo confondere la fede con il ritualismo. Il problema della vita cristiana è proprio qui: accogliere dentro di noi, come cibo che ci fa vivere e credere, la proposta del nazareno.

La fede non ci viene dal mangiare, tracannare, assimilare e diffondere regole e documenti ecclesiastici. "Mangiare chiesa" ogni giorno è addirittura pericoloso. La chiesa diventa un ente inutile se non si mette al servizio del messaggio biblico. Ho pubblicato alcuni giorni fa alcune righe per segnalare l'ultimo libro del cardinal Martini che davvero ci lancia questo messaggio di conversione. La chiesa troppe volte vive di sè anzichè del vangelo.

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La festa del Corpus Domini

La chiesa cattolica inventò la festa del Corpus Domini (“Corpo del Signore”) nel tredicesimo secolo. Essa fu celebrata la prima volta nella diocesi di Liegi nel 1246. Papa Urbano IV, già autorevole esponente del clero di Liegi, nel 1264 la estese a tutta la chiesa e ne stabilì la celebrazione il giovedì dopo l’ottava di Pentecoste. Da pochi anni la festa viene celebrata la domenica successiva.

E’ interessante notare che il papa, nel decreto di erezione
di tale festa, scrisse che essa veniva istituita “per confondere la infedeltà e l’insania degli eretici”. Ma quasi nessuno diede retta a papa Urbano e nel 1314 dovette intervenire di autorità papa Clemente V per fare applicare tale decreto. Qualche decennio dopo nacque la “solenne processione” del Corpus Domini.

Su questa festa, nata in aperta polemica con chiunque
manifestasse un pensiero diverso dalla gerarchia romana (basta poco a volte per essere definiti e squalificati come eretici!), non si è mai spenta la disputa nelle chiese cristiane e anche all’interno della stessa chiesa cattolica.

E’ comprensibile che anche questo passaggio dal “mangiare
il pane” all’adorazione dell’Ostia santa (come si diceva) abbia suscitato nelle chiese e tra i teologi molte perplessità e molte opposizioni. La Scrittura, infatti, non dice mai di adorare il pane eucaristico, ma di mangiarlo.

Così pure come si potevano costringere i cattolici a
credere in una presenza “reale” di Gesù, fisica e oggettiva, mentre per secoli era stata diffusissima l’interpretazione simbolica di “questo è il mio corpo” e “questo è il mio sangue”? Le decisioni gerarchiche già allora non parvero convincenti e nei secoli le parole bibliche sono sempre più apparse suscettibili di altre interpretazioni.

Oggi la teologia eucaristica, cioè il modo di comprendere
la cena del Signore o eucarestia, è molto variegata anche dentro la chiesa cattolica. Questa molteplicità è certamente un grande bene perché rispecchia le molteplici interpretazioni che della cena eucaristica sono avvenuto nelle comunità cristiane, nelle ricerche bibliche e teologiche di questi venti secoli.

Questa libertà di scegliere tra diverse interpretazioni
s’aggiunge ad un altro fatto molto positivo. Infatti la molteplicità delle interpretazioni teologiche coesiste felicemente con alcuni elementi che convergono in unità, anzi consolidano la nostra unità di fede. Accenno brevemente alle diversità e poi cerco di valorizzare, per accenni, i forti elementi di unità presenti anche nella chiesa cattolica.

Diverse interpretazioni


Molti cattolici, più vicini alle posizioni che la gerarchia andò precisando e fissando con ripetuti documenti, pensano che “nel Santissimo Sacramento dell’Eucarestia è contenuto veramente, realmente, sostanzialmente il Corpo e il Sangue di nostro Signore Gesù Cristo con l’anima e la divinità e, quindi, il Cristo tutto intero”.

In tale presenza “reale” Cristo tutto intero si fa presente.
“Cristo è tutto e integro presente in ciascuna sua parte; perciò la frazione del pane non divide Cristo” (dal Catechismo della Chiesa Cattolica). “Mediante la consacrazione si opera la transustanziazione del pane e del vino nel Corpo e nel Sangue di Cristo” (ivi pag. 366). Questo ci veniva insegnato un tempo nel catechismo.

Oggi, accanto a questa, c’è una interpretazione diversa.
Molti altri, cattolici e non, leggono in questo invito di Gesù a mangiare il suo corpo e a bere il suo sangue, la possibilità che ci è offerta di entrare in profonda comunione di pensieri e di vita con Gesù, di esperimentare la sua presenza nel nostro cammino, di ispirarci a lui nelle nostre scelte.

Questo mangiare il corpo e bere il sangue
non indicano carne e sangue da macelleria, ma il dono e l’impegno di legare la nostra vita a quella di Gesù.

Quel pezzo di pane rimane pane; così pure il vino. In
questa prospettiva teologica è centrale vedere che significato ha, nel disegno di Dio, quel pane condiviso, quel pane mangiato dopo aver benedetto Dio che ce l’ha donato, quel pane che Gesù nella sua quotidianità spezzava con vicini e lontani, con i perduti e i peccatori, con pagani e prostitute. Se non si legge in questo spezzare il pane al cospetto di Dio qualcosa che imprime una nuova direzione alla nostra vita quotidiana, allora il rischio è di trastullarci in cerimonie evasive.

Dio, attraverso l’opera e il messaggio di Gesù, forse non ha interesse a cambiare “la sostanza” del pane e del vino. Quello che deve cambiare è la “sostanza” della nostra vita. In questa prospettiva non esiste nessuna parola magica, potente o sacerdotale che trasformi un pezzo di pane, ma ci si affida, come Gesù, all’amore e alla Parola di Dio che può lentamente cambiare le nostre vite.

Un sentiero che cresce

Ecco dove, aldilà delle diverse interpretazioni teologiche molti cristiani/e stanno addentrandosi in un cammino comune.

Essi celebrano l’Eucaristia (che nei primi secoli poteva
essere presieduta da un uomo o da una donna) per lodare Dio dei beni che da Lui ricevono, per fare memoria della vita di Gesù, per imparare a condividere, a rompere l’egoismo dei nostri cenacoli chiusi, per ricordare che non possiamo vivere in pace finché il mondo è una macchina per escludere più che un luogo per accogliere, che non possiamo accumulare se “spezziamo e dividiamo questo pane”.

La comunità cristiana che celebra l’eucarestia vuole
pregare Dio perché dia ai fratelli e alle sorelle la forza di continuare nella vita di ogni giorno il cammino di Gesù.

Che senso ha dividerci tra di noi quando ci unisce un
nucleo di fede così consistente? Ecco perché io, se sono cattolico, ora finalmente posso, qualora se ne presenti l’occasione, partecipare con gioia all’eucarestia in una parrocchia che ha sensibilità diverse dalla mia, in una comunità di base, in una chiesa protestante.

Non è importante che presieda un uomo o una donna,
ma è essenziale che la piccola o grande assemblea, radunata nel nome di Gesù, possa ascoltare la Parola di Dio e ricevere il “cibo” che dà la forza per amare di più, per condividere più profondamente le gioie, le speranze, le sofferenze e le povertà dei vicini e dei lontani.

Dalla riflessione ecumenica stanno emergendo nuovi significati e nuove esperienze che probabilmente Dio ci aiuterà ad accogliere con gioia e gratitudine.

martedì 20 maggio 2008

CARFAGNA INCIVILE

C'è da vergognarsi con simili personaggi al governo. I gay come i rom: é persecuzione a tutto campo. Questa Carfagna viene da un altro mondo.

E' grave che abbia negato il patrocinio al gay pride, ma è abnorme il fatto che non abbia la minima percezione della realtà e dei dfiritti delle persone.

Riconosciamolo: questo governo sembra una trattoria con gente allegrotta che si mangia l'Italia tra una bevuta e l'altra.

Zucchero dice che, quando è all'estero, si vergogna dell'Italia. Io trovo che c'è da vergognarsi del governo, non dell'Italia, anche senza andare all'estero.

CAMORRA

"Grazie ai suoi prezzi concorrenziali la camorra ha acquisito il monopolio del traffico dei rifiuti tossici. Da trent'anni le imprese del Nord e del Centro hanno trasportato le loro scorie al Sud, avvelenando i nostri terreni e favorendo l'aumento dei casi di cancro. Se quei rifiuti, gestiti dai clan, fossero ammonticchiati formerebbero una montagna di 14.600 metri su una base di tre ettari, il doppio dell'Everest"
Roberto Saviano, autore di "Gomorra", Corriere della Sera 19 maggio

LA SVOLTA STORICA

La Corte Suprema della California ha abolito la legge che proibiva il matrimonio tra persone dello stesso sesso, aprendo la strada alle nozze gay, ora possibili in USA soltanto in Massachusetts.
Insomma, a piccoli passi si va avanti.

BONIVER: CHE IDEA ...

La deputata di Berlusconi Margherita Boniver, vent'anni fa una devota di Bettino Craxi, ha un lampo di genio che traduce in una proposta choc per risolvere l'emergenza rifiuti in Campania:

"Utilizziamo la presenza di migliaia di immigrati irregolari (ma non criminali) che vengono sfruttati in agricoltura per ripulire la città ed ottenere in cambio la regolarizzazione dei loro permessi di soggiorno".

A volte si tocca l'apice dell'idiozia, ma qui all'idiozia si aggiunge un concetto di schiavismo che emerge continuamente in questi 40 giorni successivi alla vittoria di Berlusconi. Le persone sono ridotte a braccia, a macchine.

IDIOZIE RAZZISTE

La Lega Nord a Torino vuole portare idee e iniziative nuove. Sentite quale lampo di genio c’è nell’ultima proposta: “un vagone “rosa” nella metropolitana”, riservato alle sole donne.

Mi viene subito in mente che, di questo passo, potremmo proporre un vagone nero per i fascisti, uno verde per i leghisti, uno arancione per i cinesi, uno blu per gli omosessuali, uno azzurro per i transessuali, uno rosso per i francesi, uno giallo per i tedeschi, uno papale per i cattolici doc…

E se, invece, imparassimo a vivere insieme civilmente?

OGGI COME DUE SECOLI FA

Alexis de Tocqueville nel suo libro “La democrazia in America” due secoli fa scriveva:

«Nella vita di ogni popolo democratico c’è un passaggio assai pericoloso, quando il gusto per il benessere materiale si sviluppa più rapidamente dell’abitudine alla libertà. Arriva un momento in cui gli uomini non riescono più a cogliere lo stretto legame che unisce il benessere di ciascuno alla prosperità di tutti.

Una nazione che chieda al suo governo il solo mantenimento dell’ordine è già schiava in fondo al cuore e da un momento all’altro può presentarsi l’uomo destinato ad asservirla. Non è raro vedere pochi uomini che parlano in nome di una folla assente o distratta e che agiscono in mezzo all’universale immobilità cambiando le leggi e tiranneggiando a loro piacimento sui costumi.

Non si può fare a meno di rimanere stupefatti di vedere in quali mani indegne possa cadere anche un grande popolo».


A chi vi fa pensare questo piccolo gioiello di sapienza politica e culturale?