giovedì 31 gennaio 2008

LE NOSTRE SCONFITTE NON PROVANO NULLA

Se quelli che lottano contro l’ingiustizia
mostrano i loro volti feriti
grande
è l’impazienza di coloro
che stanno al
sicuro.

Perché protestare? Chiedono.
Avete lottato contro l’ingiustizia!
E adesso
siete stati vinti.
Tacete, dunque.

Chi lotta, deve saper perdere!
Chi attacca briga, si mette a rischio!
Chi insegna la violenza
della violenza non può lagnarsi!

Oh, amici
che ve ne state sicuri,
perché ci siete così ostili? Siamo
vostri nemici, perché nemici dell’ingiustizia?
Se chi lotta contro l’ingiustizia è vinto,
non per questo l’ingiustizia ha ragione!

In realtà le nostre sconfitte
non provano nulla, se non che
siamo troppo pochi
noi che lottiamo contro gli iniqui
e da chi sta a guardare aspettiamo
che almeno si vergogni!
Bertolt Brecht

ANCHE BELLE NOTIZIE

A Treviso gli scrittori veneti sabato 26 gennaio si sono presentati in piazza per denunciare la politica di intolleranza delle istituzioni locali: in un affollato reading hanno letto brani di Brecht, Carver, Parise, passi del Vangelo e della Dichiarazione dei diritti dell’uomo.

L’imbecillità del vice-sindaco sceriffo di Treviso, il noto Giancarlo Gentilini, mira a creare una cultura xenofoba che erige muri, steccati: una vera propaganda razzista.

Ecco l’importanza di questa uscita in piazza per dare voce ad una cultura dell’accoglienza e della solidarietà.

La “sicurezza” non può essere confusa con il razzismo e la discriminazione.

QUANDO SI RAGIONA SUI FATTI

“Il governo Prodi si è comportato sorprendentemente bene negli ultimi 20 mesi.

L’evasione fiscale è stata drasticamente ridotta e il deficit di bilancio, dal 4,4% del Pil lasciato dal precedente governo di centro-destra è stato tagliato a circa il 2%.

Il trend ascendente dell’enorme debito pubblico è stato invertito.

L’ultima cosa di cui ha bisogno l’Italia sono altre elezioni.”

Financial Times, editoriale del 23 gennaio

NEL GIORNO DELLA MEMORIA

La notizia è di quelle che non “fanno notizia”. Eppure si tratta di azioni che danno speranza.

Duemila pacifisti israeliani “nutrono” Gaza, ha scritto qualche giornale.

Questa è la speranza: che dove un governo ordina la fame dei palestinesi, ci sono dei cittadini, come questi israeliani, che amano il popolo fratello.

Per la giornata della memoria questo è un segno che va ben oltre le parole.

mercoledì 30 gennaio 2008

ANCORA GRAZIE PRODI

La “colpa” di Prodi è di essere un uomo ed un politico troppo intelligente e coerente rispetto a molti altri membri della coalizione.

Era anni luce più avanti, più lungimirante, più competente. Grazie anche a Padoa-Schioppa ed al ministro del lavoro.

Il suo sogno di costruire un’alleanza che mettesse insieme sensibilità diverse ha cozzato non solo contro uomini reazionari e incolti come Turigliatto, Barbato e De Gregorio (sostanzialmente vicini ad Alleanza Nazionale), ma contro la fibrillazione continua e logorante dei vari partitini, nessuno escluso, che hanno guardato ai propri interessi elettorali più che alla responsabilità di governare come alleanza.

Sono queste le crepe che hanno permesso a mestieranti e voltagabbana come Mastella e Dini di lanciare il siluro.

Ma questi due hanno sempre coltivato i loro interessi ed è ben noto. E’ il logoramento precedente che ha aperto il baratro.

Quando per mesi ogni ministro rilasciava dichiarazioni a briglia sciolta, proprio allora si stava preparando l’esito finale.

Certo, l’ultima sortita di Veltroni non ha giovato in questi momenti, anche se forse questa sarà una strada tristemente obbligata.

Ora un governo eccellente come questo va a casa.

Raccogliamo la lezione e non perdiamo tempo a piangerci addosso. L’importante è imparare dagli errori e cercare di non consegnare l’Italia a Berlusconi e a Casini.

Io resto fiducioso.

BUGIE

Sono 935 le bugie che Bush e alleati ci hanno raccontato per poter giustificare l’attacco all’Iraq.

Bugie e guerre sono due realtà strettamente connesse, ci documentano agenzie USA di informazione.

PARROCO ORIGINALE

A Trento, mentre un anziano muore in chiesa per una crisi cardiaca, il parroco prosegue la celebrazione della messa.

Il cadavere viene coperto con un lenzuolo mentre la celebrazione volge al termine.

Si può capire che tale comportamento abbia comportato molte osservazioni critiche.


GESUITI NORMALIZZATI

Con la nomina del nuovo superiore maggiore, anche i gesuiti sono stati “normalizzati”. L’ordine regna sovrano ormai in tutta la chiesa cattolica.

Ormai ogni resistenza sembra “repressa” e l’obbedienza al papa in questi spazi ufficiali è diventata più importante del Vangelo e della coscienza.

La libertà è altrove.

IL FASCISMO NON E’ FINITO

Nel giorno della memoria lo abbiamo ricordato, ma l’attenzione non è mai sufficiente.

Il fascismo in casa nostra, come in altre aree del pianeta, non solo rinasce, ma è più vivo che mai.

Che si tinga di rosso alla Turigliatto o si colori di giallo alla Fini e Mastella poco importa. La sostanza è quella.

UNA FELICITA’ SOVVERSIVA

Commento alla lettura biblica - domenica 3 febbraio 2008

Vedendo le folle, Gesù salì sulla montagna e, messosi a sedere, gli si avvicinavano i suoi discepoli. Prendendo allora la parola, li ammaestrava dicendo:

“Beati i poveri di spirito,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati gli afflitti,
perché saranno consolati.
Beati i miti,
perché erediteranno la terra.
Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia,
perché saranno saziati.
Beati i misericordiosi,
perché troveranno misericordia.
Beati i puri di cuore,
perché vedranno Dio.
Beati gli operatori di pace,
perché saranno chiamati figli di Dio.
Beati i perseguitati per causa della giustizia,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo,
diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia.

Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli.
Così infatti hanno perseguitato i profeti prima di voi” (Matteo 5, 1-12).



Tra tutte le pagine dei Vangeli, il brano delle beatitudini di Luca e Matteo, con le loro somiglianze e con le loro diversità, è tra i più noti. Lo sappiamo a memoria, ma non è detto che il suo messaggio sia penetrato nei nostri cuori.

E’ innegabile che questa ridda di “beati-felici”, con ciò che segue, ci mette un po’ tutti a disagio.

Una storiella raccontata ai bambini per farli crescere positivi ed ottimisti? Uno di quei “manifesti” pubblicitari che dipingono paesaggi tanto luminosi e perfetti quanto impossibili?

Metafore, immagini, linguaggi “colorati” per farci sopravvivere nelle bassure dell’esistenza quotidiana? Dove noi vediamo nei nostri contesti piuttosto grigi, desolati, incolori e privi di prospettive tutta questa esplosione di felicità?

Non sarà poi una “proclamazione” che crea in noi un’illusione che mette le basi per una fede tutta orientata a guardare talmente lontano da farci “saltare” la terra, cioè la vita quotidiana?

Credo che fare i conti con queste domande scomode ed inquietanti sia tanto onesto quanto inevitabile.

Intanto … a nessuno di noi può sfuggire il fatto che non si leggono queste righe senza avvertire un subbuglio del cuore, senza avvertire che in esse c’è uno strano, calamitante fascino…

Tanto più che Matteo e Luca, che pure non disponevano di un moderno registratore, ne fanno risalire il nucleo a Gesù e tutto ci lascia intendere che esse raccolgano e condensino effettivamente alcune “perle” dell’insegnamento del Nazareno.

C’è di più: dopo tante ricerche sul Gesù storico sembra di poter dire che le beatitudini sono, certo, l’insegnamento centrale del profeta di Nazareth, ma ancor prima costituiscono l’ossatura della sua vita, la rilettura che i discepoli fanno dei comportamenti, della prassi e della speranza di Gesù.

Infatti Gesù è un maestro che, prima di insegnare, vive. Il suo primo insegnamento è la sua stessa vita e i discepoli colsero il senso più profondo del suo messaggio a partire dalla sua esistenza quotidiana.

In Matteo le beatitudini sono, come scrive il teologo Douglas Hare, il “discorso inaugurale per i discepoli”, ma non meno esse sono lo specchio che riflette le scelte di vita di Gesù.


Il “manifesto" del regno di Dio


La parola greca sembra ribellarsi ad ogni traduzione con un solo vocabolo: “Beati, felici, fortunati, benedetti …”.

Forse questo “macarioi” è intraducibile con un solo termine. Resta però chiaro che l’evangelo proclama che il sentiero dei deboli, dei poveri, dei miti, dei fautori di pace, dei perseguitati, dei puri di cuore … è la via maestra del regno, ma è anche la via più sicura per dare senso alla propria vita, la via che ci regala la “felicità-beatitudine” profonda.

Senonchè proprio qui sta la sfida: come si può credere che questa strada generi felicità mentre tutte le voci e le proposte vincenti della nostra cultura mercantile dicono esattamente l’opposto?

Ogni giorno sentiamo, da mane a sera, una canzone diversa: è felice chi è ricco, chi è vincente, chi la fa franca, chi si appoggia ai potenti, chi fa bella figura, chi se ne sbatte degli altri, chi pensa solo al proprio granaio…

Qui sta il salto nel buio dove ci possono dare luce solo la parola di Gesù e la parola dei profeti. Prendere o lasciare…

Se guardo la mia piccola vita, devo riconoscere che poche volte mi sono addentrato decisamente e concretamente in questa strada delle beatitudini evangeliche.

Ma, quando ho mosso qualche passo reale in quella direzione, ho constatato che la promessa di Gesù è stata vera per me: ho provato quella gioia profonda che chiamo felicità.

Se ancora oggi leggo con speranza questa pagina evangelica e cerco di deporla nel mio cuore è perché ho fiducia che essa possa smuovere la mia vita.

Come cambierebbero le nostre comunità, come sarebbe diversa la vita della nostra chiesa se le beatitudini diventassero la “magna charta”, il programma, il progetto.

Ma devo cominciare dalla mia vita; devo ridire al mio cuore dove sta di casa la felicità perché anch’io troppe volte la cerco altrove.

Ecco perché leggiamo con assiduità e passione la Bibbia: per trovare lungo i sentieri del quotidiano, tra smarrimenti, nebbie e confusione, alcuni cartelli indicatori che ci aiutino a riprendere la strada, sapendo che Dio ci aspetta con pazienza e sollecita con amore una nostra risposta.

E come pensare un mondo “altro”se non operando questo capovolgimento che il Vangelo ci propone?
Vorrei, o Dio, non farTi aspettare troppo.

martedì 29 gennaio 2008

IL PAPA DICE BENE, MA...

Il papa ha ragione nel dire che nelle televisioni c’è troppa violenza e pubblicità e che ci vorrebbero un’etica e delle regole.

Dice delle cose scontate, muove critiche generiche, ovvie, condivisibili. Ma dimentica che una prima regola potrebbe e dovrebbe limitare l’accesso illimitato del papa ai mezzi di comunicazione.

Questa presenza continua di figure istituzionali cattoliche è una vera occupazione del video tutti i giorni, su tutti i canali nazionali, a tutte le ore, su tutti gli argomenti.

Si tratta di un problema tutto italiano perché altrove le cose stanno ben diversamente.

LO SPUTO DI BARBATO

Tra Barbato che sputa e Mastella che, sbagliando, cita Neruda ci siamo goduti uno spettacolo di banalizzazione e di violenza.

Il guaio è che questo squallido scenario ci ha distratti dalla realtà degli operai che continuano a morire sui posti di lavoro.

Forse non ci siamo accorti che a Gaza mancano viveri e medicinali, che un funzionario francese, emulo del nostro Berlusconi, ha fatto sparire quasi sei miliardi di dollari dalla Sociètè Gènèrale, che il piano USA in Medio Oriente sta naufragando, che continua la tratta dei ragazzini…

SINDONE

Ritornano i dubbi sulla datazione della Sindone di Torino.

Forse i dubbi c’erano da tempo, da molto tempo. Basterebbe leggere il volume di Carlo Papini, edito dalla Claudiana, e così non ci sarebbero nemmeno i dubbi.

Alla sindone, come vero lenzuolo in cui fu deposto Gesù, credono solo più i sindonologi di curia.

CON TE NEL DESERTO

Dio, a volte mi sento
come nel deserto
dove la vita è difficile,
dove domina il dubbio,
dove regna l’oscurità,
dove manchi Tu.

Il deserto è un passaggio per chi ti ha scelto,

un passaggio per chi ti ama,
un passaggio necessario alla vita,
un passaggio che mette alla prova.

Ho paura del deserto, Signore,

ho paura di mancare, ho paura di tradirti.
E’ facile sentirti nella gioia,
è semplice scoprirti nella natura,
ma è difficile amarti nel deserto.

Dio, nella notte del dolore,

nell’oscurità del dubbio,
nel deserto della vita,
non farmi dubitare di Te.

Non ti chiedo di liberarmi dal deserto,

ma di aiutarmi a camminare con Te,
non ti prego di togliermi il deserto,
ma di farmi camminare verso di Te.
preghiera francescana

NON BASTA

Repubblica di sabato 26 gennaio annuncia:

Addio degli americani alla base della Maddalena
La Maddalena - La bandiera a stelle e strisce degli Stati Uniti non sventola più sull’isola di Santo Stefano nell’arcipelago della Maddalena, sede per 35 anni della base di appoggio per sottomarini della U.S. Navy. Le cerimonia di chiusura si è svolta ieri. Alla Maddalena c’erano 2.600 persone: 1.500 militari USA, 100 impiegati civili americani e 1.000 familiari.

E’ certamente una bella notizia, ma non basta.

Le basi militari, non solo USA, vanno cacciate da tutto il territorio nazionale, da tutti i territori.
Noi, in Italia, ne abbiamo dal Veneto alla Sicilia…

lunedì 28 gennaio 2008

GRAZIE ONOREVOLE ROMANO PRODI

In mezzo a tanto indecoroso spettacolo Lei ha dato in questi venti mesi il meglio delle sue forze e un grande esempio di dignità.

Come cittadino voglio ringraziarla e sono convinto che avremo ancora bisogno di Lei per il bene della nazione.

Pensare che il suo governo sia caduto per l'opposizione di persone indecenti e meschine come Turigliatto, Mastella e Dini mi fa rabbrividire.

Solo la forza d'animo e la lungimiranza che Lei ha dimostrato aprono uno spiraglio verso il futuro per continuare ad impegnarci con fiducia.

Grazie ancora, onorevole Prodi.

E SE TORNA BERLUSCONI?

… L'ESTREMISMO E' LA MALATTIA INFANTILE DEL COMUNISMO.... NON E' UNA MALATTIA INFANTILE, MA SENILE! ED E' UNA MALATTIA ALL'ULTIMO STADIO.

Queste parole chiudono la lunga lettera con cui Franca Rame descrive lo scenario che si delinea con la caduta del governo Prodi. Una pagina di rara nobiltà d'animo e di grande consapevolezza politica.

La riporto qui integralmente da Repubblica di venerdì 25 gennaio. Merita una attenta considerazione


Caro Direttore,

l’altra sera, dopo la giornata trascorsa alla Camera, sono rientrata a casa senza alcuna voglia di parlare, e tanto meno di discutere.
Manco ho cercato di reagire. Mi sono sdraiata sul letto a riflettere. Pensare e ripensare a quanto visto e udito in quella lunghissima giornata. Avevo addosso un grande sconforto. Che non se ne andrà di certo in qualche ora. Né in qualche giorno.
Sono entrata a Montecitorio alle 15.30. Il governo era presente al completo, Prodi con tutti i suoi ministri, meno l’ineffabile Mastella.
Ho ascoltato le dichiarazioni di voto dell’opposizione e di qualche rappresentante della sinistra cosiddetta estrema. Erano entrambi violente e insultanti. Parola d’ordine: “Vattene Prodi”.
Non mi giudicate “facile al patetico”, non lo sono. Piuttosto mi sono messa nei panni di Prodi e ho vissuto il suo stato d’animo. Stavo male per lui. Me ne sono uscita interamente svuotata.
Già la mattina era cominciata male. Una normale e amichevole conversazione con un compagno che stimo è degenerata in un attimo, partendo dal voto alla fiducia a Prodi.
La coerenza è stata una costante assoluta della nostra vita (mia e di Dario), coerenza che abbiamo anche pagato caramente. Coerenza “sì”, espressa sempre ad ogni costo. E le rarissime volte che abbiamo mediato è stato solo perché non eravamo gli unici esseri viventi del pianeta con problemi “solo nostri”, ma c’erano altre persone coinvolte. Eravamo quindi costretti a riflettere su “causa ed effetto” nella totalità delle situazioni.
In questi 19 mesi, come ho spesso ripetuto, m’è capitato più di una volta di dover votare contro coscienza. Perché? Proprio per rispettare la “causa e l’effetto”. Il leit motiv delle mie riflessioni girava sempre su una costante domanda: dove porterà il governo del quale faccio parte il mio voto “contro” da anima bella?
Sono salita su questa strana nave che a momenti mi ricorda quella dei folli, pensando di poter fare qualcosa di utile. Non è successo. Non mi è stato possibile. Non ce l’ho fatta.
Essere coerenti con le proprie scelte ideologiche è onesto, giusto, indispensabile… ma se non te lo puoi permettere? Non ti resta che rassegnare le dimissioni. Cosa che ho fatto.
Senza presunzione dico che non so se il governo avrebbe retto senza i miei “Sì” con i piedi saldi a terra, dettati dal senso di responsabilità.
Se qualcuno di quelli che mi hanno votata pensa che io abbia tradito i miei elettori e me stessa, io rispondo che l’esame di coscienza me lo sono imposto ogni giorno. Adesso tocca a loro, mettendosi anche nei miei panni fino in fondo.
Ribadisco che personalmente ho solo mantenuto l’impegno che ho preso accettando questa assai pesante carica: fedeltà al governo. Mai avrei potuto far qualcosa che lo mettesse a rischio.
E’ bello, esaltante, far l’eroe sul cavallo bianco con il vento che ti gonfia il mantello… soprattutto quando c’è qualcuno che ti permette di montare in groppa e galoppare glorioso.
La coerenza va ragionata, come ho già detto, e non perseguita a piedi giunti ad oltranza, muovendosi esclusivamente lungo le proprie convinzioni.
Oggi (salvo miracolo) il governo cadrà. I responsabili di ‘sto sfacelo dovranno render conto del loro operato a “molti” italiani. Sì, non tutto è andato come si voleva. Sì, la gente sta male… Sì, ci siamo trovati in mezzo a guerre, così dette “missioni di pace”, sì i precari, sì gli operai che si alzano alle 5 e vedono crescere i figli quando li vanno a guardare mentre dormono, solo la sera al rientro… Sì, le pensioni fanno schifo… beh, non tutte: un importante politico intasca circa 500 mila euro l’anno… sì, non s’è mosso un dito per il conflitto d’interessi e la cancellazione delle leggi ad personam… Ma in quanti “mangioni” si saranno dati da fare perché a Prodi non si permettesse di affrontare l’argomento?
Sì, sì, sì… tutto giusto. Ma che Prodi, in quel suo governo, di fatto, si trovasse come un condannato agli arresti domiciliari con manco un cane che gli portasse le arance… non l’avete mai considerato? Andavano da lui solo a imporgli, a chiedere e a ricattare. Bella gente!
Che Berlusconi ci ha lasciati con le pezze al sedere nessuno se ne ricorda? E che i soliti furbacchioni hanno collezionato cariche e privilegi in quantità?
Non ha fatto proprio niente Prodi? In un editoriale di qualche giorno fa Scalfari faceva un elenco che dimostrava proprio il contrario. Sono poi passati solo 19 mesi. Bastavano per rimettere in piedi un Paese completamente allo sfacelo?
Cosa pensano i responsabili della caduta di Prodi, che tornando Berlusconi a Palazzo Chigi la classe operaia andrà in fabbrica con la Ferrari, i pensionati sverneranno a Sanremo e i precari avranno contratti d’oro che erediteranno i loro figli e i figli dei loro figli?
E se non andasse così? E se si peggiorasse come è più che probabile? No, l’estremismo non mi è mai piaciuto.
Penso a un tale, di cui ci si ricorda sempre meno, che sentenziava: “Attenti. L’estremismo è la malattia infantile del comunismo.” Ha sbagliato: non è una malattia infantile, ma senile! Ed è una malattia all’ultimo stadio.

Franca Rame

LA CHIESA CATTOLICA NEI TG

Ricevo e pubblico

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Si è tenuta il 19 gennaio, in Piazza San Pietro, una conferenza stampa di Emma Bonino e Marco Pannella, con la partecipazione di dirigenti e militanti radicali, tra i quali Rita Bernardini, Sergio Stanzani, Maurizio Turco e Sergio D'Elia. Sono stati resi noti e distribuiti alla stampa i dati relativi alla enorme presenza degli esponenti della Chiesa cattolica nei telegiornali italiani.


Riportiamo di seguito una sintesi dei dati allegati nelle tabelle
(consultabili nel dettaglio ai seguenti link: www.radicali.it/download/doc/informazione_1.doc e www.radicali.it/download/doc/informazione_2.doc)


Tabella I


Classifica delle presenze nelle edizioni principali (pranzo e cena) dei TG Rai, nel periodo 19 aprile 2005 (elezione di Benedetto XVI)-14 gennaio 2008, di quattro soggetti: il Presidente della Repubblica, il Presidente del Consiglio, il Governo (Ministri e sottosegretari), il Vaticano (intendendo con esso il Papa e gli altri esponenti della Chiesa cattolica). Il Vaticano complessivamente ha avuto accesso per 26h 35' sul TG1 (più del Presidente del Consiglio e del presidente della Repubblica); 20h 28' sul TG2 (più del Presidente del Consiglio e del presidente della Repubblica,); 19h 32' sul TG3 (più del presidente della Repubblica).


Tabella II


Classifica assoluta relativa ai tempi di intervento in voce nei telegiornali nell'anno 2007.

Benedetto XVI: 6°al TG1 (2h 30'); 5° al TG2 (2h 5'); 9° al TG3 (1h 34'); 2° al TG4 (2h 10'); 3 al TG5 (3h 15'); 4° al TGLA7 (42').
In quattro Tg su sei (TG2,TG4,TG5,LA7), inoltre, BenedettoXVI ha avuto più interventi in voce del Presidente Napolitano.

Tabella III


Presenze giorno per giorno di esponenti della Chiesa cattolica sul TG1 nell'anno 2007

Su 365 giorni del 2007, in 275 giorni gli esponenti della Chiesa cattolica hanno avuto accesso (in voce o con dichiarazioni riprese) sul TG1. In particolare, 206 giorni nelle edizioni di pranzo, 227 nelle edizioni di cena, 158 giorni sia a pranzo che a cena

Tabella IV


Dati sul pluralismo religioso all'interno dei TG RAI dal 2004 al 2007. Considerato tutto il tempo dato agli esponenti religiosi nei telegiornali (su diversi argomenti), una media del 97% è riservato ad esponenti della Chiesa cattolica. Per questo motivo, nel gennaio 2007 sette confessioni religiose non cattoliche hanno denunciato al RAI all'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni

domenica 27 gennaio 2008

GLI AMICI DI MASTELLA

Ora prepara l’attacco estremo. Intanto lui e la moglie sono confortati dagli amici di sempre. Lui indagato furioso e la moglie agli arresti domiciliari … non è certo aria pulita e serena quella reggia che chiamano villa di Ceppaloni.

Pochi sono introdotti a portare solidarietà e “conforto”. Il cancello si apre e, riferiscono le cronache, arriva il vescovo di Benevento monsignor Andrea Moggioni, un vecchio amico di famiglia.

Quando ormai è notte arriva anche don Robert, il parroco di Ceppaloni, un prete che viene dal Ruanda. Assicurano la vicinanza della chiesa ufficiale. Del resto hanno le stesse idee e fanno gli stessi affari.

PIENO APPOGGIO AI 67...

1) Con la cagnara che il vaticano ha suscitato dopo che il papa non è andato alla Sapienza diventa evidente che, se qualche intolleranza di piazza c’è eventualmente stata da parte di un piccolo gruppo, la lettera dei docenti era dignitosa, motivata, laica. Il vaticano conta frottole. Non sa accettare un confronto.

2) Repubblica di mercoledì 23 gennaio informa che i “giocatori cattolici doc” (tutti etero, casti, ortodossi, obbedienti, …) hanno dato vita ad un campionato “il Clericus Cup” (la coppa clericale!) che ha suscitato le proteste dei residenti. Hanno fermato i cori dei supporter per disturbo della quiete pubblica del quartiere romano dell’Aurelia.
Comunque i neo-catecumenali all’inizio della partita continueranno a cantare in latino l’inno mariano “Alma Redemptoris Mater”. Così si preparano i preti al loro ministero, separati anche sul campo di pallone.

3) Intanto gli USA sono in recessione e noi che li abbiamo visti come il faro del mondo, prendendo lucciole per lanterne, ora cominciamo a renderci conto che gli USA sono un problema più che una risorsa. Apriamo gli occhi… e speriamo in una svolta.

UNA VOLTA SI DICEVA BUGIARDO

Parlo del cardinale Bagnasco che attacca il governo, dice che il governo ha favorito la rinuncia del papa a presentarsi alla Sapienza, parla dei mali della 194, straparla e mentisce apertamente.

Uno che dice menzogne e poi le difende a spada tratta come lo chiamate a casa vostra? Io lo definisco bugiardo.

Il che, vista la tradizionale e collaudata arte di mentire che la gerarchia cattolica pratica da secoli, non ci stupisce.

Eppure vedere un cardinale che mentisce così spudoratamente come Mastella e affini, rende a perfezione l’idea di questa chiesa che ormai si regge quasi esclusivamente sui soldi, sui mezzi di comunicazione, sull’inganno del popolo, su un manipolo di potenti atei devoti.

NON C’E’ PACE PER I TEOLOGI

Dopo la condanna di padre Jon Sobrino e di padre Peter Phan e persino di Claude Geffrè, ora la scure vaticana si abbatte sull’opera del teologo di origine spagnola padre Josè Maria Vigil per il suo volume “Teologia del pluralismo religioso”. Notizie dettagliatissime si trovano su ADISTA del 19 gennaio 2008.

Quale motivazione adducono i “censori” al teologo Vigil? Siccome Vigil distingue nettamente tra il Gesù della storia e il Cristo della dogmatica, divenuto poi la seconda persona della trinità, questo risulta tanto ovvio per lo studioso quanto inaccettabile per il vaticano.

Ma “questo problema non viene certamente da Gesù ma dal Cristo costruito dalla dogmatica cristiana. L’atteggiamento di Gesù è totalmente diverso: egli non affermò mai di sé ciò che l’istituzione che a lui si richiama ha detto di lui. La Chiesa ha vissuto praticamente tutta la sua storia credendo che fossero storiche le parole che Giovanni gli ha messo in bocca, che affermavano la sua identità con il padre, il suo essere “la via, la verità e la vita”. Oggi siamo ormai certi che Gesù questo non lo pensò mai. Egli non fu mai cristocentrico, ma teocentrico e egocentrico. Gesù non predicò mai la dogmatica cristologica, bensì un altro messaggio” (Adista, pag. 5).

Sembra incredibile: sono le stesse parole che scrivo in tutti i miei libri da 33 anni. Vedo che la cristologia dogmatica è costretta a fare i conti con l’esegesi e con la svolta ermeneutica che tanto terrorizza i dicasteri romani.

Un vero peccato perché adorare le formulazioni è idolatria che ci porta a cancellare il Gesù della storia e della fede. Si è così costruito un Gesù piegato agli usi e agli interessi dell’istituzione ecclesiastica.

Il vaticano sta tentando di annientare la ricerca teologica. Occorre, invece, continuare con fiducia sul solco ormai molto profondo di queste ricerche così fedeli alla storia e così preziose per il nostro cammino di fede.

sabato 26 gennaio 2008

BAGNASCO-CASINI-MASTELLA, OVVERO LA SPALLATA VATICANA

Dal vaticano è arrivato l'ordine di ricompattare il centrodestra. Bagnasco, che non conta nulla, è solo il portavoce di Bertone.

A Casini e Mastella è chiesto di rappresentare la faccia cattolica, per quanto sporca, del centrodestra e di riportare l'Italia all'ubbidienza assoluta alla gerarchia cattolica.

Ed ecco che si sono subito allineati. A Casini è stato chiesto di chiudere un occhio e poi anche l'altro sui deliri di Berlusconi.

A Mastella è stato chiesto di passare al centrodestra (del quale, in realtà, ha sempre fatto parte dal profondo del cuore).

Così ciò che non era riuscito a Berlusconi, dicono con soddisfazione nei sacri palazzi, può riuscire al vaticano attraverso questi emissari.

Tutto è più che chiaro nelle dichiarazioni del cardinale Bagnasco.

SOLIDARIETA' AL PROFESSOR MAIANI

E' stata sospesa la nomina a direttore del CNR del professor Maiani, uno dei più grandi fisici italiani, "in attesa che chiarisca la sua posizione".

Quale reato ha commesso il predetto professore da essere incorso in una simile censura clerico-fascista?

E' sconvolgente leggere la motivazione che sorregge questo iniquo provvedimento. Infatti il motivo addotto è il seguente: il professor Maiani è uno dei 67 docenti che ha firmato la lettera rispetto alla visita e al discorso del papa alla Sapienza.

Scrivere una lettera saggia, civile, intelligente in questo paese può costituire una colpa, un demerito. C'è da rabbrividire per questo inverno della democrazia e della laicità.

Esprimo tutta la mia convinta solidarietà al professor Maiani per questa censura gravissima che deve essere rimossa da subito.

UN'ALTRA CHIESA E' POSSIBILE

"Se avete trovato uomini o donne della comunita' che vi hanno in qualche modo ferito, se avete sentito giudizi senza misericordia e condanne senza appello, desidero dirvi il mio dispiacere. Sappiate che la chiesa non vi abbandona ne' vi rifiuta".
(parole del cardinale Dionigi Tettamanzi nella lettera ai separati e divorziati)

Sembra davvero mille miglia lontano da Bagnasco. Anche se il cardinale di Milano non arriva a dire che possono partecipare a tutti i sacramenti, tuttavia apre una porta di umanità e di speranza.

LEGGE 194 - APPELLO

PD
Partito Democratico

La legge 194 nasce per le donne.
E’ una buona legge. Applichiamola sempre meglio

La legge 194 è, come afferma il Ministro da Livia Turco, «saggia, lungimirante e attuale»; sostenuta dal referendum popolare, è stata una conquista di civiltà, che ha unito le donne convinte che per questa via, si ridava dignità al paese, attraverso l’eliminazione della piaga degli aborti clandestini, la tutela della salute delle donne e la promozione di una maternità consapevole nel rispetto del principio dell’autodeterminazione .

Chi oggi mette in discussione questa legge dimentica che la sua applicazione ha ridotto del 60% il ricorso all’aborto in Italia e fa prevalere una posizione ideologica che prescinde dai dati sull’applicazione della legge 194, che deve , al contrario essere valorizzata e sostenuta proprio a partire dai risultati ottenuti.


Chi sostiene la legge sottolinea il valore e l’efficacia che ha avuto sulla prevenzione dell’aborto e propone di applicarla potenziando il lavoro svolto dai consultori: attraverso la destinazione di risorse adeguate, potenziandone la visibilità per favorire l’accesso delle parti più fragili della popolazione femminile, a cominciare dalle donne straniere, dalle adolescenti e dalle giovani.


Per continuare in questa direzione occorre proporre e sostenere politiche di che promuovano la libertà delle donne, attraverso una distribuzione delle risorse più equa a partire dall’occupazione femminile, dal reddito , dalle risorse culturali, dalla formazione; politiche di sostegno alla natalità, alle famiglie, all’autonomia e alla responsabilità delle persone, per una cultura della condivsione delle responsabilità familiari.


Occorre investire sulla formazione di tutti, uomini e donne, per rendere gli italiani di oggi e soprattutto di domani fieri di immaginare e progettare il futuro, una società a misura di tutti e in una dimensione che possa accogliere e far crescere le bambine e i bambini dell’oggi e del domani.

Su queste basi le donne del partito democratico organizzeranno un’iniziativa di studio e riflessione collettiva aperta non solo a tutto il partito ma a tutti coloro che vorranno concorrere alla costruzione di un pensiero di genere plurale .


Caterina Romeo, Lucia Centillo, Anna Rossomando, Cristina Rolando
(PD - segreteria provinciale di Torino)

venerdì 25 gennaio 2008

LETTERA AL PAPA (di Iacopo Fo)

Signor Papa,

ancora lei accusa altri di immoralità, se la prende con gli omosessuali, con chi soffre tanto da non poter più vivere, con chi cerca di avere figli con l’inseminazione artificiale. E strepita contro il decadimento dei costumi, la perdita del senso del sacro del Natale.

Lei dice che il diritto di stabilire ciò che è giusto gliel’ha dato Gesù direttamente affidando a San Pietro il compito di edificare la Chiesa del Signore.

Ora ci sono due cose che stanno sotto gli occhi del mondo: la Chiesa stessa ha ammesso che i Papi per secoli si sono macchiati di grandi crimini: hanno condotto guerre di conquista, bruciato decine di migliaia di supposti eretici e supposte streghe.

E ci sono stati Papi che hanno venduto il perdono per gli assassini, pagavi ed eri perdonato prima ancora di commettere l’omicidio. Sono stati i frati Francescani a dare inizio alla tratta degli schiavi costata decine di milioni di morti.

Sono stati i Papi a benedire lo sterminio di decine di milioni di nativi americani e tutti gli sterminii di 5 secoli di colonialismo. E cosa dire della persecuzione degli ebrei durata secoli e tollerata a volte, a volte incoraggiata dalla chiesa?

E cosa dire di secoli di stupri e di ruberie, della complicità imperitura con ogni despota assassino, della benedizione dei colpi di stato, delle torture…ipocrisie menzogne

Insomma, se una cosa è certa è che l’infallibilità dei Papi è un’assurdità.

Ora si dice che i papi possono errare sulle questioni materiali, politiche ma che la loro parola è infallibile sulle questioni spirituali.

Fu spiritualmente corretto vietare la traduzione dei Vangeli e la loro lettura ai laici fino al 1800?
Fu spiritualmente corretto far mercato delle cariche religiose, delle indulgenze, costringere alla conversione ebrei e indios?

In realtà, signor Papa, è sotto gli occhi del mondo che i Papi commisero ogni sorta di crimini e di errori dottrinali. Tant’è che via via molti si staccarono dalla Chiesa di Roma formando chiese meno impudenti. I protestanti di Martin Lutero, i Calvinisti, i Valdesi…

Le scelte attuali della Chiesa di Roma discendono non dalle parole di Gesù ma dalle scelte dottrinali di quei Papi dei quali la Chiesa ha recentemente riconosciuto le colpe.

La concezione della parola di Gesù che la porta oggi ad essere così severo e poco tollerante, tanto da accettare che il povero Welby, non abbia un funerale in chiesa, non discende dai Vangeli. Discende dalle decisioni di uomini che avevano le mani sporche di sangue.

Nei Vangeli c’è scritto ben poco di quello che la Chiesa considera dogma religioso e di quel che viene insegnato a Catechismo.

Gesù non nacque nell’anno zero ma qualche tempo prima, non nacque il 25 dicembre, non fu crocefisso a 33 anni.

Da nessuna parte nei Vangeli si dice che Maria fosse vergine fino alla nascita di Gesù, non si parla di Sacramenti, non si nomina né il Limbo né il Purgatorio e gli accenni all’Inferno sono molto vaghi e discutibili.

Non si nominano chiese e cattedrali e anzi Gesù invita a non pregare in pubblico. Non si parla di sacerdozio né tanto meno di celibato dei preti (che fu stabilito solo intorno all’anno mille ma che fino al 1600 si poteva evitare comprando un’indulgenza).

Non si parla del diritto della Chiesa a possedimenti materiali o a possedere banche (Gesù scacciò i mercanti dal Tempio). Non si parla di divieti sessuali: Gesù difese due donne condannate alla lapidazione per la loro condotta sessualmente immorale.

Gesù le salva dicendo: perdonatele perché hanno peccato per troppo amore, stabilendo in questo modo l’assoluzione a priori delle trasgressioni amorose.

La dottrina della Chiesa è in realtà molto lontana dalla parola di Gesù. Per questo i Papi hanno vietato per più di un millennio la conoscenza diretta dei Vangeli e hanno torturato e ucciso chi cercava una pratica religiosa più vicina alla parola di Gesù: i Patarini, i Catari, Dolciniani. Sono morti perché volevano seguire i Vangeli.

Rinchiusero in una cella immobilizzato, per anni Jacopo da Todi per la sua fede in Gesù. Quando fu liberato le sue ginocchia erano calcificate e non potè più camminare. Con Lutero non ci riuscirono.

E quel che vedo, signor Papa è che ancora la Chiesa di Roma è restata a difendere posizioni autoritarie. Ancora vediamo l’amicizia con i dittatori sanguinari, banche e grandi interessi economici.

Per fortuna non bruciate più nessuno sul rogo ma quando qualcuno parla in modo irritante le leve economiche e politiche vengono spinte in modo tale da colpirlo violentemente.

Ancora oggi la chiesa usa del suo potere terreno per condurre guerre contro gli eretici. Mi creda, caro Papa, gliene potrei raccontare parecchie subite personalmente.

E allora mi sembra che qui ci siano parecchi problemi inerenti alla fede.

E direi che lei, che mi dicono essere un fine filosofo, non può non notare che il seme della decadenza morale ha le proprie radici proprio nell’alveo della Chiesa di Roma, madre della cultura europea.

Quindi, caro Papa, non possiamo non annoverare tra le cause storiche che hanno portato alla perdita del senso del sacro e alla mercificazione della vita il cattolicesimo stesso. Da questo punto di vista le religioni primitive hanno dimostrato un’indiscutibile superiorità morale.

Ora, santità, io e lei abbiamo una cosa in comune. Entrambi crediamo che solo da una rinascita del senso del sacro possa scaturire qualche cosa di buono.

Dall’alto della sua profonda conoscenza di grandi e indiscussi cristiani come San Tommaso potrà certamente convenire che Dio è mistero e che qualunque tentativo di definire questo mistero è una riduzione dell’immensa imponderabilità del segreto dell’esistenza del mondo.

Quindi, che ci importa se Maria era Vergine o no? Converrà che non è quello il centro del problema.

E che ci importa se il matrimonio dei gay viene riconosciuto?

La questione è trovare il modo di raccontare la magia del mondo. Regalare agli altri la nostra sensazione di stupore di fronte al fatto di essere vivi.

La gratitudine che l’essere coscienti di vivere sprigiona. E l’amore!

Ma servono grandi gesti, oggi, per comunicare questa gioia (intermittente) assurda e impossibile di fronte alla sfida della vita.

Ecco, vorrei dire, lei, tutto inamidato, che appare al balcone e lancia anatemi, non mi sembra proprio il massimo dal punto di vista del marketing dello stupore della sensazione della comunione con il sacro.

La vedrei più francescano, essenziale ma dinamico… Comunque non discuto.

Ma diamoci da fare veramente: ci sono milioni di possessori di cellulari da evangelizzare. Gli parli veramente di Gesù laddove dice che un’ora passata a giocare con i propri figli vale molto di più di un’auto nuova. Una sola ora. Suppongo che lei sia d’accordo sul concetto.

Lo so che Gesù non lo ha detto con queste parole. Però ha detto: lasciate che i bambini vengano a me e qualche cosa a proposito dei semplici che erediteranno la terra. Bisogna giocare con i bambini. Perché avvicina al senso del sacro.

Lei che può faccia una postilla ai Vangeli. Oppure perché non si fa riprendere mentre gioca per un paio d’ore con un gruppo di bambini? Proprio giocare.

Sarebbe un’immagine potente pensi ai titoloni sui giornali: “Anche il Papa ha bisogno della spiritualità dei bambini.” Portentoso!!!

Un’immagine così potrebbe fare muro contro la decadenza dei costumi!!!

Che poi, decadenza… smettiamola di parlare di decadenza. Nonostante tutto negli ultimi duemila anni c’è stato un continuo miglioramento morale. Anche nell’ambito dei Papi.

Sono solo 150 anni che i Papi hanno smesso di essere dittatori sanguinari. E oggi la gente si indigna di fronte ai crimini e alle ingiustizie.

Solo 50 anni fa non esistevano quasi i volontari della solidarietà che oggi in tutto il mondo sono decine di milioni.

E fino a 50 anni fa picchiare le mogli e i figli era un diritto sancito dalla chiesa e dallo stato. Oggi è un crimine. E vogliamo parlare di alfabetizzazione, di cultura, di qualità della fede?

Le cose vanno meglio. E questo succede proprio perché esiste una potente forza positiva che muove la storia umana verso una continua, difficile, lenta e contraddittoria crescita mentale e spirituale.

Dobbiamo affermare questo. Dobbiamo sostenerlo. Dobbiamo farlo sapere. Basta con questo vezzo apocalittico. E’ possibile avere fede in un mondo migliore.

Dio ci vuole veramente bene!

Iacopo Fo

L’ONOREVOLE RATZINGER

Una volta tanto il papa ha riconosciuto di trovarsi meglio nei panni del capopopolo che non in quello del professore e del pontefice.

Nell’adunata – non così riuscita in verità – di domenica 20 gennaio Ratzinger era contornato da cardinali, senatori, onorevoli, la comunità di Sant’Egidio, Comunione e Liberazione, Acli, Piduisti, fascisti, atei, devoti.

Ratzinger è ormai un politico riconosciuto per il suo impegno con Alleanza nazionale, la Compagnia delle Opere, Forza Italia.

L’avete sentito il “cardinale Cicchitto”, insigne piduista, difendere il papa? Persino un cattolico moderato e tradizionale (non tradizionalista) come Pietro Scoppola già nel febbraio 2001 vedeva il pericolo di una chiesa gerarchica che si riducesse al direttivo di un partito.

Ecco le sue parole: “La chiesa sembra porsi di fronte allo Stato e alle forze politiche italiane come un altro Stato e un’altra forza politica; l’immagine stessa della Chiesa risulta appiattita sulle logiche dello scambio, impoverita di ogni slancio profetico, lontana dal compito di offrire ad una società inquieta e lacerata motivi di speranza, di fiducia, di coesione.”

In una chiesa così Cuffaro si trova a casa sua con Cicchitto, Mastella, Borghezio, Calderoli e il “pio Casini” accanto al casto Buttiglione.

E Berlusconi benedice e se la gode da papa vedendo anche i chierichetti alla Rutelli.

PRETI OPERAI

Esistono da oltre 60 anni. Condannati nel 1954 dal Sant’Uffizio, sono poi stati riabilitati dal Concilio.

Oggi ne è rimasta una piccola pattuglia con età media 65 anni. Per lo più ora sono ben accolti nell’istituzione e molti dei rimasti sono parroci normalmente inseriti nel tessuto diocesano.

Repubblica di domenica 20 gennaio ha curato una “memoria” con due scritti di Marco Politi e Paolo Griseri.

ABBONATI AL DILUVIO

Si scopre che l’Inghilterra in fatto di sicurezza sta molto peggio che l’Italia, ma da noi anche insigni pensatori come Ilvo Diamanti si stanno dedicando a descrivere “la notte della Repubblica” come se da noi tutto fosse marcio, decaduto… Insomma come se fossimo una terra abbandonata dal sole.

E’ prezioso saper esaminare con lucidità i mali che ci attanagliano e guastano il vivere civile, ma forse ci vuole un po’ più di attenzione anche agli aspetti positivi (che sono tanti) per non finire nell’elenco degli abbonati al diluvio.

mercoledì 23 gennaio 2008

INCONTRO DI PRESBITERI

Pinerolo, 27 – 28 – 29 giugno 2008

Con alcuni preti amici ho pensato di dare vita ad un incontro su “UN MINISTERO DA REINVENTARE”.

Ovviamente l’incontro è aperto a chiunque voglia partecipare, ma l’invito è esteso in primo luogo a quei presbiteri che, in difficoltà con l’istituzione ufficiale cattolica, vogliono ripensare, rinnovare, ricollocare il loro servizio al popolo di Dio.

L’incontro non può essere utile a chi ha deciso di chiudere definitivamente con l’esperienza del ministero, ma può servire a chi intende proseguirlo in modo diverso.

Farò presto avere informazioni più dettagliate tramite questo blog.
Inizio venerdì sera e conclusione domenica 29 nel pomeriggio.

L’incontro avrà luogo in una località vicinissima a Pinerolo.

Prenotazioni: 340 8615482

Non passeremo la lista al Vaticano…

Chi è sposato o convivente è ovviamente invitato con la propria compagna o compagno.
L’incontro non può superare, per disponibilità di accoglienza, le venti presenze.

DESTRA SPAGNOLA

Due donne della destra estrema hanno sostanzialmente fatto fuori l’unico rappresentante moderato del Partito Popular Alberto Gallardon e ora, dividendosi la torta, portano l’attacco al governo di Zapatero.

Anna Botella, moglie dell’ex premier spagnolo Josè Maria Aznar, ora è di fatto al centro di questa arroventata campagna elettorale per le elezioni politiche del 9 marzo.

L’altra donna che sta surriscaldando il panorama politico spagnolo è Esperanza Aguirre che mira ad assumere la stessa segreteria e presidenza del Partito Popular…

La gerarchia cattolica giorno dopo giorno è sempre più schierata a destra. Ormai i vescovi non salvano nemmeno più le apparenze e sono scesi in campo in aperto appoggio della destra.

La linea di Ratzinger è trasportata in Spagna. I nuovi e numerosi vescovi che sono stati nominati negli ultimi anni sono tutti di estrema fedeltà vaticana...

... stavo per dire “franchisti”. C’è differenza?

L’INCOMPETENZA… E L’UMORISMO

- Se un milione di pratiche degli immigrati regolari sono ferme è segno che, dopo grandi proclami sulla velocizzazione, ci troviamo a constatare una lentezza inaccettabile.

- Se quando gli USA starnutiscono il resto del mondo prende il raffreddore, che cosa succederà ogni volta che gli USA si prenderanno una brutta polmonite? Se non ci attrezziamo per evitare il contagio del virus della recessione, siamo presi nel vortice regressivo.

- In vena di proclamazioni ad effetto il settimanale della diocesi di Pinerolo titola a caratteri cubitali in prima pagina “Pinerolo e Napoli, mai così vicine”. L’articolo poi mitiga i toni e lascia tranquillo il lettore perché “non ci ritroveremo con i sacchi di spazzatura per la strada come a Napoli”. I tecnici dicono che l’allarmismo è fuori luogo, ma serve a far notizia.

SE VINCE OBAMA...

“Sia che vinca Hillary sia che Barack abbia la meglio, questa volta verrà premiata la diversità. Una donna e un nero a capo del Partito Democratico americano. Questa sì che è una notizia! Ma sia chiaro, se vince Obama sarà un grande momento per l’America”.

Spike Lee, Corriere della Sera magazine, 17 gennaio.


“La frattura fra Chiesa e mondo scientifico-laico non è irrecuperabile. La Chiesa operante, quella che si batte contro la povertà, la fame, la pena capitale, si impegna in campi comuni alla scienza ed è animata dallo stesso spirito umanitario. Credo, d’altro canto, che la Chiesa debba rinnovarsi nei rapporti con la vita sociale e rivisitare i fondamenti dei suoi insegnamenti morali”.


Umberto Veronesi, L’Espresso, 18 gennaio

martedì 22 gennaio 2008

MASTELLA: CHE MISERIA…

Marco Travaglio su l’Unità di sabato 19 gennaio pubblica un commento tutto da leggere. Ne riporto alcune righe.

"Fino a prova contraria, un magistrato mai sospettato di nulla ha tutto il diritto, anzi il dovere di proclamarsi servitore dello Stato. E, se insultato da una politicastro in pieno Parlamento, ha il diritto anzi il dovere di querelarlo.

Ma in questo paese marcio dà fastidio che qualcuno, all’accusa di essere un pocodibuono, risponda: “sono una persona onesta”.

Molto meglio la linea Craxi-Berlusconi-Mastella: mai rispondere alle accuse “sono innocente”, ma insinuare sempre che è colpevole il magistrato e comunque annunciare che “così fan tutti”.
Maffei andava benissimo così com’è quando acchiappava ladri e mafiosi (siamo nel Casertano, una delle zone più inquinate d’Europa, in tutti i sensi). Ma non va più bene, proprio a un passo dalla pensione, ora che ha acchiappato i Ceppalones.


“Ho paura”, confida Mastella con la lacrima retrattile, “essere giudicati da uno come lui è malagiustizia”.

Nessuno gli spiega che non sarà giudicato dal procuratore Maffei e da nessun altro procuratore, perché a giudicare sono i tribunali, non i procuratori.

Ma lui era ministro della Giustizia e non è tenuto a sapere queste cose."

SVOLTA A DESTRA

Se proprio non sei di estrema destra e totalmente papalino, ti fanno fuori. Repubblica di sabato 19 gennaio ne ha data notizia con queste parole:

“Acque agitate a Famiglia Cristiana, il più diffuso settimanale cattolico edito dalla SanPaolo.

I vertici della congregazione paolina hanno sostituito il direttore del mensile Jesus, don Vincenzo Marras, considerato troppo progressista, e varato un piano di ristrutturazione che prevede la chiusura delle redazioni locali (Roma, Venezia, Bologna e Torino) e il trasferimento di giornalisti e impiegati a Milano.

I giornalisti hanno risposto votando all’unanimità un pacchetto di 20 giorni di sciopero.

“Nessuna normalizzazione e nessun controllo politico”, risponde don Vito Fracchiol, amministratore delegato, “ma solo un piano per far fronte alle perdite e rilanciare l’azienda attraverso il digitale terrestre, ma senza tagliare posti di lavoro, utilizzando meglio tutte le risorse interne”. (o.l.r.)

CONTRO L’ACQUA MINERALE

Questa è una bella idea…Nella mia città che dispone di un’acqua meravigliosa (se smettono di inquinare con la neve artificiale) si vendono ogni giorno dei Tir interi di acqua minerale.

Ora alcuni comuni verificano e decidono che è migliore l’acqua del rubinetto. Normalmente è così, non sempre.

Quale risparmio per scuole ed enti pubblici e quale colpo a certe industrie truffaldine…
Serve ragionare e, quando è possibile, cambiare e ridurre i consumi.

VORREI SAPERE...

Sì, mi piacerebbe sapere chi è il parroco della chiesa di Santa Lucia a Palermo che ha autorizzato la veglia di preghiera di giovedì 17 gennaio "per star vicino al governatore Cuffaro che sta vivendo il momento più difficile della sua vita politica".

Grandi invocazioni alla Madonna perchè protegga il presidente sono state elevate a San Vito lo Capo, vicino a Trapani, nella provincia di Agrigento, a Siracusa, a Caltanissetta.

Il segretario regionale dell'UDC ha detto che queste preghiere sono il segno del grande affetto che c'è intorno al presidente della regione.

Lo stesso Cuffaro ha dichiarato che "fra le centinaia di telefonate che sto ricevendo non mancano quelle di prelati, compresi vescovi, che mi hanno inserito nelle loro novene".

Come hanno fatto i giudici a condannare uno così raccomandato, così innocente, uno così amico di Casini? Sarà anche lui vittima di un complotto come Berlusconi, la moglie di Mastella e di Dini?

Siamo in un paese strano in cui questi perseguitati fanno affari a gogò.

lunedì 21 gennaio 2008

BRUTTA STORIA

La censura lasciamola ai dogmatici. Aver in qualche modo impedito che il papa parlasse rappresenta un passo indietro per la laicità.

Laico, lo ripeto, è chi non ha paura del libero e pubblico confronto delle idee.
Laico è chi favorisce in tutti i modi tale dialogo e confronto.

Questo “gesto” irrazionale impone una riflessione, un approfondimento sul concetto di laicità.

Non si può congiungere laicità ad intolleranza. Sono idee e pratiche inconciliabili.

Rispondere all'intolleranza vaticana continua, grave e indecorosa con un' altra intolleranza significa cadere nella trappola della provocazione e, tutto sommato, diventare inconsapevoli fautori di inciviltà.

SPAGNA: VESCOVI ALL'ATTACCO

Nelle elezioni politiche del 9 marzo si gioca una partita molto importante non solo per la Spagna. Si tratta di verificare se le riforme di un governo laico e progressista continuano ad avere il consenso popolare.

Il momento è difficile perchè il 2008 si è aperto con i dati non certo positivi sull'economia spagnola: tonfo nell'occupazione, rallentamento del PIL e sfiducia della Borsa.

I vescovi sono i più attivi e mettono in campo tutte le strutture ecclesiali e tutte le riscosse per abbattere Zapatero.

La gerarchia cattolica è “militante” ed è in Spagna la vera forza di opposizione al governo Zapatero. Attorno alla chiesa ufficiale si raccolgono le altre opposizioni che trovano nei vescovi la struttura organizzativa e la voce che le rappresenta.

La chiesa è ormai il vero partito reazionario, anche se non va dimenticato che in Spagna esistono molti cristiani e cattolici di base che sono impegnati per il governo Zapatero e svolgono un lavoro culturale e politico in piena laicità.

Dunque, una campagna tutta da seguire... con il fiato sospeso.

SORVEGLIATE QUEL MILITARISTA

Parlo di Blair... che cerca di andare verso la presidenza dell'Europa. L'intervento dell'ex premier britannico all'incontro nazionale dei conservatori francesi può essere letto come una tappa verso quel traguardo.

Blair sembra candidarsi alla poltrona più prestigiosa dell'Unione Europea, una funzione che è appena stata creata con il nuovo Trattato dell'Unione.

Il presidente francese lo ha definito “un grande europeo” aggiungendo che per socialisti come lui c'è sempre spazio nel suo governo conservatore.

Sarebbe grave se la prima “poltrona” europea fosse occupata da un guerrafondaio e da un mentitore come lui, schiavo del governo USA e suo alleato in tutte le occupazioni militari.

Quando i criminali di guerra diventano presidenti, la democrazia lascia il posto alla “ragione delle armi”.
E' bene non dimenticare...

AMMINISTRATIVE IN FRANCIA

La Francia è ormai in piena campagna elettorale per le amministrative di marzo. Queste amministrative di primavera saranno anche un primo test per valutare la tenuta dei consensi del presidente Sarkozy.

Si procederà alla nomina dei sindaci e dei consigli comunali e questo assumerà un inaspettato valore politico.

In ogni caso, il viaggio spendaccione sul Nilo e le nozze segrete con la nuova moglie costituiscono elementi di incerta valutazione dell'elettorato francese.

Anche in questa occasione la sinistra non sembra trovare quell'unità che permetterebbe forse una rimonta.

domenica 20 gennaio 2008

TRE INCONTRI...

Ricevo e segnalo volentieri...

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(1)
SETTIMANA DI PREGHIERA PER L’UNITA’ DEI CRISTIANI
Diocesi di Acqui - Commissione per il dialogo tra le religioni
Movimento ecclesiale di impegno culturale di Azione Cattolica

lunedì 21 gennaio 2008 ore 20.30
Acqui Terme – via Nizza (presso la sede della mensa di fraternità)

incontro su
ESPERIENZA INTERIORE E DIALOGO TRA LE RELIGIONI
Le caratteristiche essenziali della spiritualità Buddista, Cattolica, Evangelica metodista e Musulmana


intervengono

DINAJARA DOJU FREIRE monaca buddista zen
GIOVANNA VERNARECCI pastora metodista
ELVIO ARANCIO confraternita musulmana sufi
DON GIOVANNI PAVIN sacerdote cattolico


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(2)
Libreria “Torre di Abele”, via Pietro Micca 22 - Torino
venerdì 25 gennaio 2008 ore 17.30

presentazione del libro
I BENI COMUNI
di Giovanni Franzoni

Con l'autore sarà presente Enrico Peyretti


IL CREDITO DEI POVERI
I Beni Comuni: una ricchezza per tutta l’umanità

Con formulazioni diverse ma convergenti le religioni monoteistiche affermano un principio fondamentale: i beni dell’universo sono destinati ad un uso universale e nessun singolo individuo o soggetto collettivo può disporne in modo arbitrario e dispotico sottraendoli all’umanità. L’occasione e lo stimolo per la redistribuzione veniva sempre dall’imminenza dei giubilei.

Nel volume di Giovanni Franzoni sono raccolte le riflessioni sulla terra dal 1973 (La terra è di
Dio), allora vista come “suolo” oggetto di speculazione edilizia fino al 2000 (Anche il cielo è di Dio) con una visione di carattere generale. In occasione di una riedizione è stata aggiunta una “Ritrattazione” che allarga la riflessione assumendo, al femminile, le considerazioni di L. Boff sul creato in una carezza, impensabili nel 1973.

Nel libro è presente anche il testo “Techne e res” che si pone, fra l’ironico e l’amaro, in una
posizione di denuncia verso il diritto internazionale che diserta il problema della titolarità dell’umanità sui beni comuni globali.

Durante la presentazione del libro ci sarà anche un ricordo commosso di Padre Pellegrino
che, ricorda Franzoni, “rispose con una bellissima lettera sul settimanale diocesano alla Terra è di Dio e allacciò con me un rapporto di amicizia che non si spense, anzi aumentò dopo le censure, ed è stato per me, veramente ‘santo padre’”.


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(3)
Martedì 29 gennaio 2008 - ore 18
Libreria Università Cattolica, Via Trieste, 17/D - BRESCIA

La casa editrice "Il Segno dei Gabrielli editori"
è lieta di invitarLa alla presentazione del libro

“NON CONTRISTATE LO SPIRITO”
PROSPETTIVE DI GENERE E TEOLOGIA: QUALCOSA È CAMBIATO?

Il Segno dei Gabrielli editori 2007 – Verona

Incontro con

Giacomo Canobbio - Teologo, Docente Università Cattolica di Brescia
Marinella Perroni - Presidente del Coordinamento delle Teologhe Italiane


Il libro nasce dal progetto del Coordinamento Teologhe Italiane, in cui riflessione teologica
e prospettiva di genere si intrecciano e scambievolmente si sollecitano, tramite una raccolta di saggi appositamente scritti per questo libro, diversi per taglio disciplinare e per orientamento, in una circolarità che dà coerenza e unitarietà, attraverso le differenze.

RIVALTA

Il “Gruppo Primavera” ha voluto svolgere con me un pomeriggio di ricerca nei locali della cascina del Gruppo Abele su “Utopia, speranza e vita quotidiana alla luce del Vangelo”.

E' stato un momento di ricerca semplice, aderente alla realtà. Stiamo per entrare nel decimo anno di cammino e l'interesse, mentre figli e figlie si sono fatti grandini, è sempre più rivolto ad un cammino di fede adulta.

Avere un “luogo” in cui poter nutrire e confrontare la ricerca di fede è stato da tutti/e riconosciuto come un privilegio oggi nel contesto di frammentazione delle relazioni ed in un clima ecclesiale di esteriorità e di spettacolarità.

Molti cristiani/e dentro la chiesa cattolica non trovano più un luogo in cui confrontarsi tra fratelli e sorelle, in libertà, in semplicità, senza sentirsi addosso il giudizio, i diktat, le chiusure, i divieti.

Manca soprattutto lo spazio “alimentativo” della parola di Dio perchè ormai l'istituzione ecclesiale chiede obbedienza, allineamento alla voce del papa, intruppamento nelle battaglie contro la modernità in tutte le sue forme. Non ci aiuta a pensare, anzi, vuole pensare al posto nostro.

“Manca, diceva Vilma, la chiesa piccola, quella che è vicina alla nostra vita e ci accompagna nei nostri giorni quotidiani. Prevale la chiesa grande, telematica, che occupa il video, ma non alimenta la fede. E' la chiesa vicina alla vita che ci aiuta a leggere il Vangelo e a viverlo”.

Mi sembra proprio vero. Per questo, con ancora maggiore intensità, la chiesa di base deve vivere alimentandosi alla sorgente della Parola di Dio, della preghiera, nell'impegno laico per una società più egualitaria.

UN ARCOBALENO INTERESSANTE

(riflessione per il mensile "Confronti" sul seminario nazionale delle Cdb italiane del 8 e 9 dicembre scorso sul tema "Fare Comunità - Ministeri/servizi: quali? Come esercitarli?")


Ognuno di noi legge un incontro, un convegno, un seminario attraverso il suo telescopio. Da esso non si prescinde mai.


Ho trovato nei circa settanta partecipanti un arcobaleno davvero interessante.

Molti vivono intensamente la memoria di una comunità che hanno alle spalle più che non un’esperienza comunitaria in atto. Per altri/e la comunità ha scelto una dimensione familiare.

La quasi totalità delle poche comunità presenti non ha una attività che duri tutto l’anno, ma interrompe nel periodo estivo.

Buona parte dei partecipanti vive l’esperienza, con ritmi e modalità diverse, di un gruppo di lettura biblica. Numerosa la presenza di preti (celibi, sposati, laicizzati, riciclati…).


L’eucarestia è celebrata in poche comunità; altri fanno riferimento a qualche parrocchia o comunità conciliare, altri non la celebrano affatto.


Ho notato nei “racconti” di tutte le persone una grinta estremamente costruttiva ed una prassi di liberazione dentro il sentiero quotidiano davvero consolidata.

Il vangelo, a mio avviso, ha segnato in profondità e fecondità l’esistenza quotidiana laica. Mi sembra un dato preziosissimo.


Su alcuni punti e nodi “facili” (il superamento dell’ottica confessionale, una attenta pratica di laicità, la presidenza dell’eucarestia anche senza prete…) il seminario ha approfondito costruttivamente le posizioni acquisite da circa trent’anni.

Come il percorso comunitario e ministeriale delle cdb riesca a dialogare, a creare ponti, con altre realtà ecclesiali e con tanti cristiani/e sciolti, è un argomento che non ho avvertito presente.

Credo che questa sia oggi una faccia della realtà delle nostre comunità cristiane di base che, a mio avviso, in genere intercettano scarsamente le persone in ricerca di fede o gli emarginati/e dell’istituzione ecclesiastica.

Ma questo è un discorso troppo lungo e troppo scomodo anche per noi e forse ci siamo un po’ congelati entro i nostri schemi per poter prendere nuovi appuntamenti con la vita.


Il clima accogliente e festoso dei 30 della comunità del Coteto ha favorito un dialogo fiducioso e sereno tra sorelle fratelli.

CHIESA EPISCOPALE CHIEDE PERDONO AI GAY

Ricevo e volentieri pubblico


Le scuse della Chiesa episcopale di Buffalo agli omosessuali

In una lettera aperta alle persone omosessuali di New York i capi delle congregazioni episcopali di Buffalo hanno chiesto perdono alle persone gay, lesbiche, bisessuali e transgender. Nella loro lettera hanno sottolineato che le loro comunità vogliono diventare sempre di più delle congregazioni religiose aperte ed accoglienti verso le persone omosessuali. Inoltre il reverendo John Kreft, della chiesa dell'ascensione, ha offerto il suo supporto alle persone gay, lesbiche, bisex e trans nelle loro battaglie contro l’odio, il pregiudizio e la violenza.


Ecco il testo integrale della lettera consegnata il giorno 11 gennaio 2008 dalle chiese episcopali di Buffalo (New York) alle comunità gay, lesbiche, bisex e trans:


Come capi delle congregazioni episcopali di Buffalo desideriamo offrire le nostre scuse e chiedere perdono alle persone lesbiche, gay, bisessuali e transgender. Per secoli la chiesa istituzionale e la religione organizzata hanno calunniato, torturato e ucciso le persone delle nostre comunità.

Chiediamo perdono per aver utilizzato le Sacre Scritture, per giustificare odio, bigottismo, pregiudizio e la violenza contro le persone che hanno un orientamento affettivo o di genere diverso. Per averlo fatto sia in passato e, purtroppo, ancora oggi.


Come capi delle congregazioni, essendo alcuni di noi apertamente omosessuali, facciamo voto di utilizzare la nostra influenza per cambiare non solo le nostre chiese, ma anche le leggi che cercano di emarginare la comunità gay, lesbiche, bisex e trans.

Se cercate un chiesa dove vivere la vostra fede vi invitiamo a partecipare ad una delle tante confessioni religiose e ai tanti cammini spirituali che troverete intorno a voi. Ce ne saranno molti che vi daranno il benvenuto. Se desiderate conoscere invece una Chiesa Episcopale, quelle elencate di seguito si impegno ad essere una comunità accogliente e amorevole per voi, il vostro partner e i vostri figli.

sabato 19 gennaio 2008

TORNIAMO ALL'ESSENZIALE

Tra la vicenda "SAPIENZA E PAPA" e le dimissioni del ministro Mastella, forse stiamo un po' perdendo la concentrazione su problemi ben più urgenti: il contratto dei metalmeccanici, il rinnovo di altri contratti, la precarietà, la sicurezza sul lavoro, la crescita del disagio e delle tossicodipendenze, la crescita dei prezzi...

Nè il papa nè Mastella sono dei perseguitati e resta vero che la chiesa italiana ufficiale ha ora lanciato una crociata mediatica di solidarietà al papa che è addirittura ridicola.

E' chiaro che tutte le televisioni sono dei pulpiti cattolici dal lunedì alla domenica mattina, pomeriggio, sera e notte.

RUINI ALLA CROCIATA

Il cardinale Camillo Ruini vuole finire alla grande la sua carriera di "vicario" del papa per la diocesi di Roma.

Il suo è un atto di devozione assoluta e nello stesso tempo un gesto riparatorio-espiatorio dopo la gaffe con la quale Ratzinger aveva descritto a Veltroni il "degrado" dell'Urbe con le parole preparategli da Ruini.

Come esprimere devozione (servilismo) e riparazione? La risposta sta nella tradizione trionfante della chiesa cattolica: basta organizzare una bella e compatta crociata di solidarietà per l'offesa (!!!) arrecata al papa...

Nasce, ovviamente, una domanda: siamo ancora in una chiesa cristiana di denominazione cattolica o siamo ormai in una "chiesa papalina"?

La domanda non è retorica, di giorno in giorno diventerà più fondata

RUINI VA IN PENSIONE

Sazio di giorni e di malefatte il cardinale Ruini lascia. Così sembra. Ospito questa informazione nel mio blog.


Ruini verso l'addio. A Roma in arrivo un canonista

da: il Riformista, 12 gennaio 2008

Il prossimo 17 aprile il cardinale Agostino Vallini, prefetto del supremo tribunale della Segnatura Apostolica, compirà 68 anni. Per quella data, con ogni probabilità (manca l’annuncio ufficiale e, di per sé, le cose potrebbero ancora cambiare), egli potrà già essere nominato vescovo vicario del Papa per la diocesi di Roma al posto del cardinale Camillo Ruini.


Della cosa pare ne abbia voluto parlare ieri mattina lo stesso Pontefice ricevendo in udienza in Vaticano i diretti interessati. Oltre a Vallini e Ruini, Benedetto XVI ha convocato all’ultimo piano del palazzo apostolico anche monsignor Velasio De Paolis, segretario del medesimo Supremo Tribunale, il quale dovrebbe prendere il posto fino a oggi occupato da Vallini: un esperto giurista nel giusto ruolo.


Il nome di Vallini è un’“invenzione” tutta del segretario di Stato Tarcisio Bertone. Vallini uscirebbe vincitore da una terna che vedeva “gareggiare” - dopo l’“esclusione” dalla lista di monsignor Betori e monsignor Fisichella - anche i nomi del cardinale Comastri (vicario generale del Papa per lo Stato della Città del Vaticano, arciprete di San Pietro e presidente della Fabbrica di San Pietro) e del cardinale Angelo Scola (patriarca di Venezia).


Vallini, in questi anni, ha sempre mantenuto un profilo basso. Non ha praticamente mai concesso interviste ai media e la cosa è piaciuta sia a Bertone che, ovviamente, allo stesso Ratzinger. Tra l’altro, nell’ottica voluta da Bertone secondo la quale alla segreteria di Stato spetta la conduzione dei rapporti con il mondo della politica, Vallini risponde perfettamente allo scopo non avendo particolari mire in questo senso. E col fatto che il presidente della Cei, Angelo Bagnasco, risiede a Genova, la strada per Bertone sarebbe in questo senso ancora di più in discesa.


Nato a Poli, un piccolo paese in provincia di Roma (diocesi di Tivoli) dove suo padre, maresciallo dei carabinieri di origini toscane, prestava servizio, Vallini fu costretto in giovane età a ritirarsi con la mamma e una sorella in provincia di Viterbo, a Corchiano. Il padre, infatti, venne arrestato dai tedeschi e deportato in Germania. Fu a Corchiano che il piccolo Agostino frequentò le scuole elementari e fu qui che, per volere del parroco, don Domenico Anselmi, divenne chierichetto.

Finita la guerra, la famiglia si riunì assieme prima a Caserta e poi, nel 1951, a Napoli, seguendo sempre gli impegni lavorativi del padre. Fu la morte della mamma, nel 1952, che segnò profondamente la vita di Agostino. Sul finire del 1952, infatti, decise di entrare nel seminario di Napoli, prima al minore e poi al maggiore, ove rimase dodici anni percorrendo tutte le tappe della formazione al sacerdozio.

Ordinato prete il 19 luglio 1964 dal vescovo ausiliare di Napoli, Vittorio Longo, per volere dell’arcivescovo, il cardinale Alfonso Castaldo, Agostino ricorda tra i suoi principali maestri in seminario i rettori Giovanni Bandino e Ciriaco Scanzillo e i professori Domenico Mallardo, Vitale De Rosa, Antonio Ambrosanio, Luigi Diligenza, Edoardo Davino.


Studioso di ecclesiologia, lo sbarco di Agostino a Roma avvenne nel 1964 quando prese la specializzazione in diritto canonico in vista del futuro insegnamento nella facoltà teologica partenopea. Gli anni romani furono molto intensi, vissuti nel clima del post Concilio. Il dottorato lo ottenne alla Lateranense in "utroque iure" dove apprese la scienza canonistica da Anastasio Gutiérrez, Giacomo Violardo, Pietro Pavan, Pio Ciprotti, Emilio Betti, Guido Gonella, Gabrio Lombardi, Andrea Bride, Zaccaria Varalta, Pietro Tocanel.


Dopo due anni passati a Napoli e altri ancora alla Laternanse come docente di diritto pubblico ecclesiastico, nel 1978 divenne rettore del seminario maggiore di Napoli, ufficio ricoperto fino al 1987, quando divenne decano della sezione “San Tommaso” della facoltà teologica dell’Italia Meridionale.


Il 23 marzo 1989 Giovanni Paolo II lo ha eletto vescovo ausiliare di Napoli e poi vicario generale. Era ben visto dal cardinale Giordano che lo avrebbe voluto come suo successore ad arcivescovo della città partenopea. Ma dopo undici anni di servizio a Napoli, nel 1999, venne trasferito alla Chiesa suburbicaria di Albano, ove ha esercitato il ministero episcopale per cinque anni. Prefetto del supremo tribunale della Segnatura Apostolica dal 2004, lo scorso marzo Benedetto XVI lo ha creato cardinale.


Ipotizzare oggi una data per l’eventuale annuncio della nomina non è cosa facile. Il prossimo 17 gennaio Benedetto XVI sarà in visita all’università la Sapienza e, in quell’occasione, dovrebbe essere ancora Ruini il vescovo incaricato di accoglierlo nella sua città.

COMUNICATO STAMPA

Ricevo e pubblico.


“Perplessità sulla adesione di Bologna 7 alla richiesta di moratoria internazionale

sulla aborto, lanciata da Giuliano Ferrara, direttore del Foglio”


Bologna 7, indiscussa voce della Curia bolognese, ha deciso di sottoscrivere la richiesta di moratoria internazionale sulla aborto, lanciata da Giuliano Ferrara.

Siamo perplessi rispetto alla decisione del settimanale perché confermiamo il nostro iniziale scetticismo nei confronti della proposta, mossa dal direttore del Foglio, che, a distanza di settimane, riconosciamo quale deliberato tentativo politico di creare confusione all’interno della già incerta maggioranza governativa, con scarso desiderio oggettivo di tutela della vita nascente.

E’ strumentale la connessione con lo straordinario risultato della moratoria internazionale.

Con riguardo, invece, alla scarsa applicazione della Legge 194/78, sottoscriviamo le parole coraggiose del ministro della famiglia, per giunta cattolico, Rosy Bindy, nel corso di una manifestazione del Pd a Jesi:

“Se la legge è stata applicata solo limitatamente agli articoli sull’interruzione della gravidanza e non anche, come dovrebbe essere, a quelli sulla tutela della maternità è perché quella legge è stata combattuta e chi lo ha fatto è stato principalmente il mondo cattolico”.


Bologna, 6 gennaio 2008

Noi Siamo Chiesa Emilia Romagna
http://emiliaromagna.noisiamochiesa.org -- nscemiliaromagna@libero.it

venerdì 18 gennaio 2008

LASCIATELO PARLARE

Ecco il pezzo che avevo preparato e diffuso.

Mi sembra che sia stato estremamente ambiguo l'invito del papa alla Sapienza.


Ma sarebbe poco intelligente e assai inopportuno impedirgli di parlare.


Chi è laico non ha paura del confronto. Del resto questo papa quanto più parla tanto più si dimostra inconsistente.

Ogni volta che apre la bocca rende ridicolo il cosiddetto magistero pontificale.

Trovo, invece, ragionevole e rispetto chi voglia starsene a casa per dimostrare il proprio dissenso da un invito che non ha alcuna ragion d'essere.

Non avrei mai creduto, fino a pochi anni fa, che la chiesa cattolica ufficiale potesse essere un giorno "governata" da pastori che la screditassero fino a questo punto.

E' sotto gli occhi di tutti.

Apprendo oggi, 15 gennaio, che il vaticano ha dichiarato "inopportuna" la presenza del papa alla Sapienza.
Ragionevole

COME UN GAMBERO

Qualche volta andare all'indietro significa ricollegarsi alle origini e può essere saggio e vitale.

Altre volte andare indietro è un semplice ritorno al passato, la decisa rottura con il presente.

Il papa, celebrando domenica 13 gennaio la messa con la schiena rivolta ai fedeli, ha compiuto un deciso passo all'indietro, saltando quarant'anni di riforma liturgica per riportarci al pre-concilio.

Il messaggio è chiaro e coerente con il pensiero che Ratzinger manifesta apertamente da almeno 35 anni.

A me sembra che questo gesto riveli altri due messaggi: clero e popolo vanno non solo distinti, ma separati.

Il secondo messaggio mi sembra altrettanto duro: la gerarchia va per la sua strada, non guarda in faccia e non ascolta il popolo di Dio, ritiene di non averne bisogno, ma di volere soltanto trattare con un gregge.

I “pastori” ormai pascono se stessi? Dio, invece, continua ad occuparsi del Suo popolo, di tutti i popoli della terra e cerca pastori secondo il Suo cuore.

Nella chiesa più che mai è tempo di guardarsi in faccia, non di girarsi le spalle...

UN LAICO PROFETA

Domenica 13 gennaio, su Repubblica, Eugenio Scalfari commenta, in un lungo articolo, la "gaffe" del papa sulla città di Roma, dipinta come la città del degrado e degli orrori.

Riporto alcune righe e invito a meditarle

Non che siano nati dalla "gaffe" di Benedetto XVI; esistono da molto tempo e precedono di anni l'incoronazione dell'attuale pontefice. Ma quest'ultima sua sortita ha avuto l'effetto di riproporli tutti, insoluti e sempre più urticanti.

Al di là della palese inconsistenza politica e culturale di papa Ratzinger, che da Ratisbona in qua si comporta come un allievo di questo o quel dignitario della sua corte spostando la barra del timone secondo i suggerimenti che gli vengono da chi di volta in volta lo consiglia, esiste più che mai un disagio profondo nella Chiesa e nel laicato cattolico.

La Chiesa di Benedetto XVI, ma anche quella di Giovanni Paolo II, non riesce ad entrare in sintonia con la cultura moderna e con la moderna società. Questo è il vero tema che dovrebbero porsi tutti coloro che si occupano dei rapporti tra la società ecclesiale e la società civile all'inizio del XXI secolo.


La gerarchia ecclesiastica e quello che pomposamente viene definito il Magistero si sono da tempo e sempre più trasformati in una "lobby" che chiede e promette favori e benefici, quanto di più lontano e disdicevole dall'attività pastorale e dall'approfondimento culturale.

Il "popolo di Dio" soffre di questa trasformazione; i laici non trovano terreno adatto al dialogo se non sul piano miserevole di comportarsi anch'essi come una confraternita pronta a compromessi e patteggiamenti.

Quando un Papa arriva al punto di bacchettare un sindaco di Roma e un presidente di Regione e reclama maggiori aiuti finanziari per il Gemelli e il Gesù Bambino e per le scuole cattoliche; quando il Vicariato di Roma e il vertice della Conferenza episcopale intervengono direttamente sui membri del Parlamento e del Consiglio comunale romano per bloccare una legge o mandarne avanti un'altra; quando questa prassi va avanti da anni di fronte a problemi mondiali che chiamano in causa civiltà e culture, bisogna pur dire che siamo in presenza di spettacoli desolanti.

Aggiungo che si tratta di responsabilità condivise. La gerarchia cattolica baratta da anni (o da secoli?) il sacro con il profano; le istituzioni politiche l'accompagnano su questa strada di compromessi al ribasso per cavarne improbabili tornaconti elettorali; lo stuolo sempre più vociante degli atei devoti affianca o precede il corteo.

Verrebbe spontaneo di voltar la faccia dall'altra parte per non vedere.


Questo a casa mia è parlare chiaro...