mercoledì 30 aprile 2008

ESULTANZA IN VATICANO

Un’accoppiata vincente: papa nero e sindaco nero. Il Vaticano avrà onori, privilegi ulteriori, riverenza da una destra assolutamente spregiudicata, razzista e rozza. Ma nei sacri palazzi l’essenziale è salvare la propria immagine e trovare alleanze dichiarate.

Resta qualche dubbio in alcuni alti prelati. Tutto questo “nero” non sarà un po’ troppo? Non spingerà la chiesa a livelli ufficiali su altissimi troni politici, ma in un “angolo” rispetto alla cultura e alla ricerca di un mondo più solidale e interculturale? Il nero può creare il buio.

MICHELE SERRA RISPONDE

Riporto da Il Venerdì del 25 aprile questo vivace scambio epistolare.


Lo stalliere di Arcore e l’indifferenza diffusa

In tutta la storia d’Italia c’è mai stato un presidente del Consiglio che abbia ospitato un mafioso? Sembra incredibile, invece è vero: Berlusconi aveva come commensale nella villa di Arcore un mafioso, sotto le mentite spoglie di stalliere. Si chiamava Vittorio Mangano…
Anna Susi | mail

CARA ANNA, queste sono cose che interessano lei, me e pochi altri fanatici. Non illudiamoci che abbiano la benché minima udienza. Gli scrupoli morali non sono moneta spendibile nel nostro Paese. Teniamoceli cari come un nostro vizio privato.

TORNARE A PENSARE

La destra stravince a Roma, ma non ovunque. Magra consolazione però. Ma questo è il primo frutto del berlusconismo: ridurre la vita ad emozionalismo.

Mediaset e i canali in cui c’è lo zampino del centrodestra confezionano dei notiziari terrorizzanti. Partendo da un problema reale, quello della sicurezza, hanno capito che si può terrorizzare una nazione.

Sarà difficile riabituarci a pensare, a valutare razionalmente, a non vivere in preda alle emozioni.

CHIAREZZA

"Ho letto con interesse l'intervista di Veronica Lario. Abbiamo appreso che il figlo Luigi se ne infischia della politica. La politica è solo imbroglio. Valeva la pena, signora Berlusconi, di mandarlo alla scuola steineriana? Che la politica fosse imbroglio poteva impararlo in famiglia, gli esempi domestici erano ampiamente sufficienti...."
Eugenio Scalfari, La Repubblica 27 aprile.

BERLUSCONI

"Un miracolo dell'inganno, ma un miracolo che funziona. La sinistra, d'altra parte, deve temere soprattuto se stessa" (Ezio Mauro).

Va riconosciuto onestamente che noi di sinistra siamo degli artisti nel farci del male. E' tempo di guardare in faccia la realtà senza scaricare le colpe gli uni sugli altri.

Penso che il Partito Democratico e tante persone della Sinistra Arcobaleno vogliano decisamente guardare avanti con coraggio e magnanimità.

MI SARETE TESTIMONI

Commento alla lettura biblica - domenica 4 maggio 2008

Gli undici apostoli, intanto, andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro fissato. Quando lo videro, gli si prostrarono innanzi; alcuni però dubitavano. E Gesù, avvicinatosi, disse loro: "Mi è stato dato ogni potere in cielo e in terra. Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo"
(Matteo, 28, 16-20).

Nel mio primo libro ho già trattato, o Teofilo, di tutto quello che Gesù fece e insegnò dal principio fino al giorno in cui, dopo aver dato istruzioni agli apostoli che si era scelti nello Spirito Santo, egli fu assunto in cielo.
Egli si mostrò ad essi vivo, dopo la sua passione, con molte prove, apparendo loro per quaranta giorni e parlando del regno di Dio. Mentre si trovava a tavola con essi, ordinò loro di non allontanarsi da Gerusalemme, ma di attendere che si adempisse la promessa del Padre "Quella, disse, che voi avete udito da me. Giovanni ha battezzato con acqua, voi invece sarete battezzati in Spirito Santo, fra non molti giorni". Così venutisi a trovare insieme gli domandarono: "Signore, è questo il tempo in cui ricostituirai il regno di Israele?". Ma egli rispose: "Non spetta a voi conoscere i tempi e i momenti che il Padre ha riservato alla sua scelta, ma avrete forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi e mi sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samaria e fino agli estremi confini della terra". Detto questo, fu elevato in alto sotto i loro occhi e una nube lo sottrasse al loro sguardo. E poichè essi stavano fissando il cielo mentre egli se n'andava, ecco due uomini in bianche vesti si presentarono loro e dissero: "Uomini di Galilea, perchè state a guardare il cielo? Questo Gesù, che è stato di tra voi assunto fino al cielo, tornerà un giorno allo stesso modo in cui lo avete visto andare in cielo" (Atti 1, 1-11).


Due letture bibliche molto note vengono oggi proposte alla nostra meditazione. Le accomuna il fatto che ormai i discepoli del nazareno degli anni 85-90 hanno maturato il convincimento che il messaggio di Gesù va annunciato e testimoniato "fino alle estremità della terra", a "tutte le nazioni".


Un quadro significativo

Gesù che sale al cielo è un dipinto teologico di grande efficacia. La funzione di questo quadro immaginifico è preziosa ed espressiva. La Bibbia ci ricorda altri rapimenti in cielo (quello di Elia e tanti altri negli scritti apocrifi) per esprimere un pensiero forte: il profeta di Dio, il Suo messaggero ha compiuto la sua missione e ora "torna" presso Dio che invierà ai discepoli forza dall'alto perchè possano proseguire la missione del maestro e profeta ora assente.

La fede aiuta i discepoli a ritrovare Gesù oltre la sua assenza fisica e così a continuare a vivere in comunione con lui. Ancora una volta la Scrittura ci vuole parlare di Gesù come si parla di un vivo, non di un personaggio del passato di cui faremo ritualmente memoria.

Ora è tempo di rendere operante questa consapevolezza e di proseguire la sua opera nel mondo. Matteo lo scrive per la sua comunità e vale anche per noi.

Lo stesso messaggio è contenuto in questo "andate dunque" del vangelo di Matteo. Rinsaldata la fede dei cuori, occorre riprendere fiato per il cammino, lasciarsi invadere dalla forza dello Spirito di Dio.

Penso, ora che per me gli anni sono molti e si avvicina il "tempo dell'ascensione", che ognuno di noi ritorna al Padre rimettendo fiduciosamente nelle Sue mani quel poco che abbiamo potuto operare come testimoni del regno di Dio. La fiducia nel Dio che ci accoglie al nostro "ritorno" tra le Sue braccia, mi invita ad amare questi giorni, con la pochezza di ciò che la mia vita rappresenta, sapendo che nulla va perduto dei nostri precari e contradditori tentativi di seguire le orme di Gesù.

So, o Dio, che c'è una "casa" in cui mi aspetti con il Tuo perdono, il Tuo amore, il Tuo abbraccio. So che Tu cerchi di valorizzare tutto ciò che le Tue creature tentano di fare sul sentiero del Tuo regno. Come hai accolto Gesù, così accoglierai ciascuno e ciascuna di noi.

Testimoniare e/o battezzare?

Le poche righe che concludono il vangelo di Matteo segnalano anch'esse una apertura universalistica verso la quale si sta orientando questo gruppo di credenti.

Certo, commetteremmo una imperdonabile ingenuità se pensassimo che qui abbiamo la "registrazione" delle parole di Gesù. Non possiamo nemmeno escludere che questi versetti siano l'aggiunta di un autore un po' successivo, quando ormai la comunità si era ben strutturata anche sul piano liturgico-battesimale.

Detto quasi di passaggio, come annotazione storica assai significativa, leggendo le Scritture abbiamo certamente constatato che mentre in Matteo si parla di un battesimo nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, nel libro degli Atti degli Apostoli si parla del battesimo "nel nome di Gesù Cristo" (2, 38 e 10, 48). Una sana libertà liturgica che contrasta con la attuale uniformità che priva le singole comunità del genio creativo ... Siamo noi oggi che abbiamo l'ossessione dell'uniformità, che vogliamo livellare tutto. (Quando recentemente ho battezzato una donna di 25 anni, abbiamo scelto di battezzare nel nome di Gesù).

Oggi mi sembra utile mettere in tensione questa polarità: testimoniare e/o battezzare? Penso che le due cose non si escludano a vicenda, ma siamo reduci e tuttora molto interni ad una concezione "sacramentalista" e dottrinaria della fede.

Ridonare alla testimonianza il primo posto significa non mettere al centro l'ossessione della verità e non fondare la comunità sulla ritualità. La chiesa, prima di essere comunità dei sacramenti, è comunità di testimonianza. Possiamo precisare che i riti non hanno il loro senso compiuto se non conducono alla testimonianza del vangelo nella vita quotidiana di ciascuno di noi.

Dalla conquista alla testimonianza

Ancora un pensiero. La traduzione precisa del versetto 19 suona così: "Andate dunque e rendete discepoli tutti i popoli, battezzandoli ...". Una interpretazione che purtroppo ha prevalso per secoli aveva portato le chiese cristiane a spingersi nel mondo con una mentalità espansionistica, di conquista. La "missione", così intesa, faceva coincidere l'estensione della chiesa, il regno di Dio e la salvezza.

Si è arrivati a pensare che "fuori dalla chiesa non c'è salvezza": vero e proprio delirio teologico di onnipotenza salvifica.

Oggi, per dono di Dio, è avvenuta una svolta radicale. La "missione cristiana" almeno in parte si è purificata da questa mania annessiva, da questa ideologia della colonizzazione e si esprime nella realtà della testimonianza.

Oggi le chiese cristiane stanno imparando a riconoscere che le vie di salvezza sono molte e che Dio è ben più grande del cristianesimo perchè nessuna manifestazione di Dio esaurisce tutto Dio.

Oggi nessuno di noi proporrebbe ad un ebreo, ad un islamico, ad un induista di farsi cristiano, ma cerca semplicemente di dare a questo fratello, a questa sorella la testimonianza della propria fede in Dio sulla strada indicata da Gesù e contemporaneamente cerca di ricevere dalle loro vite la testimonianza della loro fede.

Ovviamente, non è ancora questo il pensiero teologico di Ratzinger o il pensiero politico di Bossi e Alemanno. Loro pensano ancora, per diversi motivi, che la nostra religione o la nostra cultura siano lo "spazio più alto". Questi politici poi usano la religione, come si è visto dai telegrammi ufficiali inviati al papa, per coprire le loro ideologie razziste.

Ma, guardando con fiducia al futuro e ai sentieri abramitici che solcano il nostro presente, sta maturando una nuova consapevolezza.

Ciascuno di noi è chiamato a "convertirsi" dentro il proprio cammino. Noi cristiani abbiamo spesso pensato che "conversione" significasse entrare a far parte della stessa "religione". Ora stiamo comprendendo che la conversione avviene dentro ogni cammino di fede e non designa il passaggio da una religione all'altra. Ciò va detto, fatta sempre salva la libertà di Dio di "chiamare" le persone in modi per noi sconosciuti.

Mentre cerchiamo di riscoprire la novità di Dio e di percorrere le vie del mondo con l'evangelo nel cuore, pronti a rendere conto della speranza che è in noi, è bello sapere che Gesù in qualche modo ci accompagna perchè Dio lo ha reso vivo e "parlante" per le nostre vite.

Questa è la promessa che l'evangelo di Matteo depone nel profondo dei nostri cuori. Possiamo fidarci ed affidarci.

Forse, in questi giorni, mentre le chiese cristiane vengono progressivamente messe a nudo nelle loro miserie e nelle loro ambiguità, Dio vuole ricondurci allo scarno e gioioso annuncio dell'Evangelo.

Forse il passaggio potrebbe essere questo: l'indebolimento del "cristianesimo" perchè torni a parlare al cuore degli uomini e delle donne il Vangelo del regno di Dio, ora oscurato da noi cristiani e dalle nostre istituzioni ecclesiastiche.

Tutto viene da Dio

E' davvero piena di fede l'espressione messa sulla bocca di Gesù al versetto 18: "Ogni potere mi è stato dato". Dunque Gesù è ben consapevole che tutto ciò che è presente in lui, tutto ciò che ha fatto, tutto ciò che ha insegnato, tutto ciò che egli è e può fare, tutto ciò che può "trasmettere" ai discepoli non è farina del suo sacco, ma gli è stato dato da Dio.

Ancora una volta Gesù, nell'atto di sospingere i discepoli nello spazio ampio del mondo con l'invito a predicare la "lieta novella" del regno di Dio, ricorda che tutto viene da Dio. Egli è solo il testimone, l'esecutore di una "ordine" superiore, il depositario di doni e di "poteri" che vengono da Dio. Il Vangelo di Matteo, come ci spiegano chiaramente alcuni studiosi della Bibbia, ci presenta Gesù come il plenipotenziario di Dio.

Una lezione davvero preziosa per le chiese cristiane e per ciascuno/a di noi. Quando siamo tentati di pavoneggiarci in qualunque modo o per una qualsiasi ragione, faremmo bene a ricondurci nell'ottica di Gesù: "Se ho qualcosa, l'ho ricevuta. Posso solo ringraziare".

E allora ... viviamo la nostra vita sapendo congiungere, con grande semplicità di cuore, il nostro impegno e il dono di Dio.

Se valorizzeremo di più tutte le vie di Dio, tutte le strade che Egli apre nei cuori degli uomini e delle donne, sarà più felice e più concorde il cammino del mondo. Possiamo così seminare piccoli semi di giustizia e di pace.

Forse per questo Gesù ci ripete ancora: "Andate ... ".

martedì 29 aprile 2008

SERATA ROMANA

Non è certo un sera allegra. L'esito delle amministrative a Roma è di una eloquenza straordinaria.

Si tratta di una doccia fredda, non del tutto imprevista, che ci aiuterà a fare i conti con questa Italia che cambia.

Forse gli italiani hanno bisogno di riscoprire l'arte di pensare mentre le televisioni ci hanno fatto vivere di notiziari da incubo e da terrorismo psicologico.

Organizzare una opposizione intelligente servirà a rimettere in campo molte energie.

PARLARE DI CRISTO

ANDRE' GOUNELLE, Parlare di Cristo, Editrice Claudiana, Torino 2008, pagg. 168, € 16,50.

Spero che i credenti che non si accontentano di ripetere le formule della fede, quelle dei grandi concili di Nicea, Costantinopoli, Efeso e Calcedonia, abbiano l'opportunità di leggere e studiare le pagine scritte da questo teologo protestante coraggioso, documentato, anticonformista.

Il nostro Autore parte dalla constatazione oggi molto diffusa che i linguaggi dogmatici dei nostri catechismi sono assolutamente incapaci di metterci in contatto con l'esperienza cristiana originaria.

"Che valore attribuire alle dottrine tradizionali? ... Trinità, due nature, espiazione sostitutiva: questi dogmi costituiscono i tre pilastri del cristianesimo? Personalmente non lo penso. La maggior parte delle dottrine classiche considerate come ortodosse mi lascia perplesso; alcune mi sembrano inaccettabili, addirittura rivoltanti. Invece di aiutare il credente a pensare e a vivere la sua fede, se tenta di capirle e non si accontenta di ripeterle, esse rappresentano per lui un fardello ed un ostacolo...

Le chiese hanno avuto il torto di canonizzare le loro enunciazioni, di attribuire loro un'autorità dogmatica che si vorrebbe imporre a tutti i buoni cristiani... Ci sarebbero da riprendere molti processi, in primo luogo quelli contro Ario. Quella che noi chiamiamo "ortodossia" corrisponde a ciò che è prevalso nelle lotte ecclesiastiche e politiche, ma non necessariamente a ciò che è migliore, a ciò che è più pertinente o più fedele...

Esse utilizzano il vocabolario e il modo di ragionare di un'epoca passata. Dato che più nessuno le capisce, piuttosto di ripeterle tali e quali è importante cercare di esprimere le nostre esperienze e le nostre convinzioni religiose nel linguaggio del nostro tempo, sapendo che il nostro linguaggio perderà efficacia e che un giorno sarà necessario sostituirlo. Ogni dottrina è relativa e provvisoria. Al giorno d'oggi, in particolare nel mondo ecumenico si constata l'esistenza di una specie di feticismo. Per esservi ammessi e rispettati, si deve rendere omaggio ai grandi concili, menzionare il Dio trinitario e parlare del Cristo vero Dio e vero uomo.

Queste espressioni funzionano come formule magiche che aprono le porte, se non del regno di Dio, almeno di quelle della chiesa o della comunità ecumenica. Se non le utilizzate, resterete al di fuori, nessuno vi ascolterà, nè vi prenderà sul serio. Se le usate, potrete manipolarle quanto vi pare, fino a far loro dire il contrario del loro significato originale (ne abbiamo alcuni esempi). Poco importa, visto che avete pronunciato distintamente e correttamente lo Scibbolet . L'etichetta conta più del contenuto.

Da parte mia, io resisto a quella che mi sembra essere un'ipocrisia. Probabilmente, riuscirei a far capire e accettare meglio le mie idee se le presentassi (e talvolta mi è stato consigliato), come una reinterpretazione delle dottrine trinitarie e cristologiche. In parte lo sono, e la prudenza indurrebbe a sottolinearlo. In effetti, giusto o sbagliato che sia il mio atteggiamento, trovo più leale e più onesto dire che non tento di dare una nuova giovinezza alle dottrine classiche. Non le accetto a condizione che vengano sottoposte a migliorie e a modificazioni, ma aspiro ad alternative e tento di esplorare nuove vie.

D'altronde non sono l'unico ad andare in questa direzione, tutt'altro. La mia ricerca non è nè solitaria, nè senza precedenti. Nella storia del pensiero cristiano e della teologia contemporanea esistono numerose correnti minori, devianti o marginali rispetto alle ortodossie, che propongono modi diversi di pensare il cristianesimo. A queste mi sono largamente ispirato"
(pagg. 19-20-21).

Gounelle, con grande equilibrio, non nega che altri possano preferire le affermazioni della cristologia classica, ma sottolinea la legittimità e la libertà di scegliere altre vie.

Per il nostro Autore "il Cristo delle dottrine teologiche appartiene maggiormente alla concettualità ellenica che non al mondo giudaico. E' più vicino al neoplatonismo che alla sinagoga" (pag. 26) mentre Gesù "si colloca perfettamente nel quadro del giudaismo e non pretende di uscirne" (pag. 27).

Così diventa ragionevole domandarsi: "le affermazioni su Cristo non rischiano di rendere sordi alle parole di Gesù?" (pag. 28).

Ovviamente queste domande sono costantemente riemerse nei secoli. Per quanto fossero rimosse, dichiarate irricevibili, eretiche, numerosi teologi hanno continuato a segnalare il divario fra il Gesù dei Vangeli e il Cristo delle dottrine e hanno continuato a formulare riserve nei confronti dei dogmi trinitari e cristologici.

Ci troviamo davanti a migliaia di nomi che, per lo più, non hanno mai inteso squalificare lo sforzo della ragione di elaborare delle dottrine, ma hanno messo in radicale discussione la presunzione di poter formulare dottrine eterne, immutabili, perfette.

Lo sforzo di riflessione necessario non consude a enunciazioni assolutamente dogmatiche, fisse, sacre, intoccabili, vere e proprie "bende dottrinali" che riducono Gesù ad una figura imbalsamata e deposta nel mausoleo delle verità (pag. 92).

Tra l'insegnamento di Gesù e la redazione dei Vangeli e delle Lettere esiste un divario evidente: "Gesù insegna che Dio ama, accoglie, salva, conforta e rinnova senza condizioni. L'essere umano che si rivolge a lui ha direttamente accesso al Padre... Da parte loro gli apostoli tendono a fare di Gesù la condizione di accesso a Dio... L'esclusivismo cristiano nasce dalla predicazione di Pietro, di Paolo e di Giovanni piuttosto che da quella di Gesù. Ci si può persino chiedere se esso non contraddica ciò che rappresenta il cuore del messaggio di Gesù" (pag. 143).

Il lettore non troverà nulla di assolutamente nuovo rispetto alle cose che scrivo da almeno trent'anni con ben maggiore documentazione bibliografica ed argomentazione esegetica, ma consiglio queste pagine perchè ripropongono in modo chiaro ed efficace gli interrogativi ormai ineludibili che, però, i vari catechismi continuano ad ignorare.

E' evidente che il nostro Autore, per esigenze di divulgazione, omette in larghissima misura la documentazione storica, esegetica, ermeneutica che oggi ha assunto una vastità ed una profondità davvero singolari. Almeno l'appendice bibliografica avrebbe potuto rendere conto di questi studi in modo più adeguato ed ampio.

Aggiungo che il libro è di facile e piacevolissima lettura.

GRILLO: SAPERLO CAPIRE E VALORIZZARE

In questi tempi non vedo perché ci si debba opporre a Grillo. In fondo le cose che dice sono di una ovvietà sconcertante e chi legge qualche buon giornale le trova da almeno 30 anni.

Non è più il Grillo creativo. Ma ripete le solite cantilene chiassose che però non fanno male a nessuno. Può far sorridere tanto Berlusconi, che Ruini, che Veltroni.

La sua loquela sferzante è l’arte di un comico che cerca di sopravvivere. Non è un politico, ma un demagogo che dà voce a malumori forti e legittimi. Questo è il suo mestiere. Non ascolto certo Grillo per avere un’informazione rigorosa.

Scrive Francesco Merlo: “L’importante è che, tra una stupidaggine e l’altra di filosofia etica, ci faccia ridere e magari anche ghignare con i suoi lazzi, le sue pernacchie, la sua strumentazione di comico” (Repubblica 26 aprile).

Prendere sul serio Grillo sarebbe ridicolo e poco rispettoso del suo mestiere. Spero che il suo spettacolo comico continui e poi… lasciamogli l’illusione, tipica dei narcisisti, di dire sempre straordinarie verità.

Forse lui, almeno qualche volta, crede davvero di darci informazioni di prima mano.

DIVERTENTE

Riporto da L’Unità di sabato 26 aprile queste divertenti invettive di Grillo, in verità piuttosto imprecise. Ma non sempre divertire è informare. Informare significa analizzare e precisare, cioè altra cosa; il tutto è più impegnativo.

Comunque io continuo a sostenere che ridere fa bene e pungere ancora meglio. Se voglio informarmi ci sono tanti onesti e competenti giornalisti in questa Italia e non vado certo a prendere informazioni da Grillo.

Enrico Fierro annota che a Torino scoppia un forte Vaffà quando Grillo nomina l’Unità. “Hanno scritto in prima pagina che noi siamo contro i valori della Resistenza. L’Unità è contro di noi, ricevono i soldi pubblici per le copie che stampano, 120mila, ma ne vendono 60mila. Il resto va nelle discariche. Vaffanculo all’Unità”. La folla applaude e rende vigoroso il Vaffa…


Il cronista – come è suo dovere – annota, l’Unità non ha scritto quelle cose e meno che mai in prima pagina, ma va bene lo stesso. Un giornale è veramente libero quando riesce a farsi attaccare contemporaneamente da Berlusconi e da Grillo, ad essere mal sopportato anche da chi presume di essergli vicino politicamente. Per Grillo l’unica libertà è nella Rete e nella “tv australiana, la Bbc, Al Jazeera”.


Tanti Vaffa per il lungo elenco di condannati e inquisiti eletti in Parlamento. E tanti applausi quando Grillo agita la sua vittoria: “Cinque partiti sono stati cancellati dal voto, tiè, quelli che sono rimasti sono solo una congrega di affaristi”. Napolitano è “Morfeo”, Veltroni è “Topo Gigio”, Berlusconi ha “la testa asfaltata”, Gianni Riotta “è un verme e mentre intervistava Berlusconi che mentiva è rimasto in silenzio, è una sottospecie del genere umano”.


Semplice, semplicistico… davvero utile per farsi una buona risata per poi tornare alla politica, quella seria e vera, con grande stima di “Morfeo” e di “Topo Gigio”, senza disprezzare Grillo.

RACCONTI DI STOCCOLMA

Gabriella Gallozzi, su L’Unità del 26 aprile riferisce che “Racconti di Stoccolma” è una pellicola impressionante che esce nelle sale il 30 aprile.

Sostenuto da Amnesty, il film girato come un thriller racconta storie vere di giornaliste picchiate o di giovani ammazzate dai familiari.


In Francia muore una donna ogni 4 giorni a seguito delle percosse del partner. In Italia 7 donne su 10 vengono uccise dal compagno o da un familiare.

Nel 2004 in Spagna 72 donne sono state ammazzate dai loro compagni o dai loro ex, nonostante a molte di loro fossero state garantite misure di protezione.

E ancora, in Svezia, il 50% delle donne è stata picchiata almeno una volta nella vita. Ed è proprio da qui, dal paese scandinavo presente nel nostro immaginario come esempio di civiltà e progresso, che arriva un film sconvolgente, un vero e proprio pugno nello stomaco per le nostre coscienze assopite nella ricerca del “nemico”.

lunedì 28 aprile 2008

GIGANTI E... NANI

Gandhi e Martin Luther King hanno cercato di delineare un'etica politica che potesse essere valida a tutti i livelli di organizzazione sociale, e l'hanno messa in pratica; in larga misura hanno avuto un risultato positivo, nel periodo di tempo in cui sono vissuti. Ma Gandhi e King erano moralmente dei giganti, dei geni dell'etica.

Noi viviamo invece in un'epoca diversa, governata dalle persone che ci meritiamo: nani dal punto di vista morale, eticamente sottosviluppati, etnocentrici dal punto di vista spaziale, limitati ad un periodo elettorale per quanto riguarda la prospettiva temporale.

Johan Galtung


"Odo che qualche occhiuto controllore italiano della legalità sparge dubbi, addirittura di costituzionalità, sulle nostre belle ronde padane, vanto dei patrioti padani. Può darsi che qualche persona estranea culturalmente alla mentalità dei padani non riesca a capirlo, ma le ronde nate e sviluppatesi guarda caso in Padania, sono la più pura espressione del senso civico che caratterizza i nostri popoli, usi a far da sè".

Mario Borghezio
Ansa 21 aprile

PADRE PIO IN EURO

Riporto da Repubblica di mercoledì 23 aprile queste righe di Jenner Meletti.


SAN GIOVANNI ROTONDO - C'è anche la Madonna, "miracolosa", in quello che i frati Cappuccini chiamano il "negozietto", dentro la chiesa di Santa Maria delle Grazie. Costa 860 euro e accanto c'è la Madonna di Fatima, 750 euro. Più a buon prezzo le statue di Padre Pio, dal giugno 2002 San Pio. Quella alta 20 centimetri costa 6 euro, quella di 80 centimetri 50 euro.

Non si sa per merito della Madonna miracolosa ancora invenduta o dello stesso Santo, ma il miracolo tanto atteso è già arrivato: dopo anni di crisi, finalmente, gli alberghi di San Giovanni Rotondo sono pieni. Da domani, il giorno dell'Evento (i pellegrini potranno vedere il corpo di Padre Pio, riesumato quarant'anni dopo la morte) sarà difficile trovare libero uno solo dei 9000 posti letto della cittadina.

Tutto esaurito nei 120 alberghi e pensioni, senza contare ostelli e case di accoglienza. E' il miracolo più atteso, da queste parti. Qui, per il Santo delle stigmate, c'è una fede di cemento armato, espressa con la costruzione di 120 hotel e di centinaia di ristoranti, negozi di souvenir e giardini per i picnic.

L'altro miracolo era arrivato nell'anno 2000, con il Giubileo. Allora c'erano "solo" 21 alberghi con 1250 posti letto. Tanti hanno potuto costruire in deroga al piano regolatore, e l'altopiano si è riempito di "Centro spiritualità Padre Pio Hotel 4 stelle", ristoranti Sollievo, trattoria I Santi, Grand Hotel degli Angeli, Hotel "con piscina e cappella" ...

PRIMI PASSI DEL NUOVO GOVERNO

1) Dare tutto il governo in mano alla Lega Nord

2) Per ora la cordata italiana per Alitalia è tutta nella fantasia di Berlusconi che pensa al ponte sullo stretto di Messina. Si vedono solo corde al collo dei lavoratori.

3) Formigoni aspetta e impazientisce ... L'attesa del nuovo governo, forte di una maggioranza inattaccabile sul piano numerico, si prolunga.

4) Abolire il 25 aprile e consegnare Roma in mano ai fascisti... E intanto l'Italia perde colpi sul piano della considerazione internazionale.

ELLEKAPPA su Repubblica di giovedì 24 aprile scrive: "Alitalia, grande successo di Berlusconi. Ha garantito l'italianità dei licenziamenti".

domenica 27 aprile 2008

INVITO ALL'IDOLATRIA E AGLI AFFARI

Il corpo del santo è già esposto davanti ai fedeli e resterà in mostra per almeno sei mesi. A San Giovanni Rotondo sono attesi 15mila visitatori, gli alberghi hanno già fatto il pieno e le prenotazioni arrivano ad ottobre.

I gadget invadono le strade: statue, rosari, bavaglini, magliette, e persino tegole per benedire la casa. E a vedere la salma nella teca potrebbe arrivare addirittura il papa.

Padre Pio è uno dei fenomeni idolatrici più vistosi e più studiati dai sociologi. Se esistesse ancora in vaticano la capacità di vergognarsi, sarebbe il caso di chiudere alla veloce questo indecoroso mercato, costruito sulla buona fede di tante povere persone e sull'affarismo di altri.

ASSISI

Anche ad Assisi un sindaco di Forza Italia fa parlare di sè.

Si sa che dove c'è turismo religioso, molti chiedono l'elemosina. Il fenomeno ha certamente degli aspetti ambigui.

Ma che cosa fa un sindaco razzista? Per lui chi chiede l'elemosina è un pezzente che sporca la città. Per lui è importante fare pulizia e allontanare dal paesaggio pio e turistico chi solleva problemi.

Di fatto le persone che tendono la mano per sollecitare una moneta, rappresentano un problema preciso: quello della società diseguale e ingiusta.

Proprio questo problema non bisogna allontanare dalla nostra vita quotidiana. Si tratta di una inquietudine che può essere salutare... e poi, prima di tutto, si tratta di persone da rispettare.

PENSIERI SPARSI

Ormai il cavaliere regna e paga, ma chi governa è Bossi. Da martedì sapremo nomi e cognomi dei ministri , ma è evidente che Bossi e i suoi rappresentano i veri timonieri. Il guaio è che sanno girare solo a destra.

Le notizie politiche di questi giorni si sono fatte scarne. C'è nell'aria (e soprattutto nel cuore) una certa ansia per l'esito delle elezioni amministrative. Roma rappresenta un test davvero indicativo. Se vincerà la destra, dovremo davvero ripartire daccapo. Se vince Rutelli, questo può rappresentare un segnale di forte ripresa, l'inizio di un rinsavimento di molti italiani. Ancora 24 ore di attesa . Sarebbe un guaio unire a Roma un sindaco nero al papa nero.


Avevo salutato con speranza l'avvio di una discussione interna alla Sinistra Arcobaleno, ma ora devo constatare con rincrescimento che è in atto un processo che sembra più di disgregazione che di riaggregazione. Il conflitto diventa aspro anche tra le persone e ritorna in campo la tentazione di riproporre un partito preciso, cioè Rifondazione. Quando la casa si fa piccola e stretta, cresce il rischio che il confronto diventi uno scontro. Speriamo che questi mesi estivi portino tanto ossigeno per guadare avanti e per trovare idee nuove.


In questi mesi ritorna in scena alla grande il ciclismo. Mentre le ultime nevi si sciolgono sulle nostre montagne, i corridori sono già reduci dalle classiche di stagione.
Se riuscissimo una buona volta a liberarci dal doping.... Sono già così drogate la politica, l'imformazione, il calcio, la pubblicità, le devozioni... che davvero avremmo bisogno di goderci un bel giro d'Italia "pulito".

sabato 26 aprile 2008

LA RAZZISTA

Ricevo e pubblico


La scena che segue si è svolta sul volo della compagnia British Airways tra Johannersburg e Londra.


Una donna bianca, di circa 50 anni, prende posto in classe economica di fianco ad un nero. Visibilmente turbata, chiama l'hostess. 'Che problema c'è signora?' chiede l'hostess. 'Ma non lo vede?' risponde la signora 'mi avete messo a fianco di un nero. Non sopporto di rimanere qui. Assegnatemi un altro posto.

'Per favore, si calmi dice l'hostess 'perchè tutti i posti sono occupati. Vado a vedere se ce n'è uno disponibile. L'hostess si allontana e ritorna qualche minuto più tardi. 'Signora, come pensavo, non c'è nessun altro posto libero in classe economica. Ho parlato col comandante e mi ha confermato che non c'è nessun posto neanche in classe executive. Ci è rimasto libero soltanto un posto in prima classe.'

Prima che la donna avesse modo di commentare la cosa, l'hostess continua: Vede, e' insolito per la nostra compagnia permettere a una persona con biglietto di classe economica di sedersi in prima classe. Ma, viste le circostanze, il comandante pensa che sarebbe scandaloso obbligare qualcuno a sedersi a fianco di una persona sgradevole'.

E, rivolgendosi al nero, l'hostess prosegue: 'Quindi, signore, se lo desidera, prenda il suo bagaglio a mano, che un posto in prima classe la attende...' E tutti i passeggeri vicini che, allibiti, avevano assistito alla scenata della signora, si sono alzati applaudendo.

FATTI E MISFATTI

La Corte Suprema della giustizia di New York non ha semplicemente preso uno svarione. L'assoluzione dei tre poliziotti bianchi, che hanno massacrato un giovane nero disarmato, dimostra ancora una volta quanto in USA il pregiudizio razziale sia tuttora vivo ed operante. Questa sarebbe la più grande democrazia del mondo?

Elle Kappa su Repubblica di sabato 26 aprile, con un disegno graffiante e con parole pungenti, ha scritto: "Berlusconi ha trascorso il 25 aprile con un fascista- Probabilmente anche Ciarrapico"... Dal che si deduce che erano in due...


"Non ho mai fatto la first lady e continuerò a non farla. Mio marito può portare sotto i riflettori la Brambilla mentre la moglie resta tranquillamente nell'ombra....
Con questo clima da Bagaglino, con le battute e le barzellette, si è un pò imbastardito il discorso sulla presenza femminile in politica". (Veronica Lario, La Stampa,25 aprile).

UN PAPA AMERICANO NON SERVE ALLA CHIESA

Il viaggio di Benedetto XVI negli USA ha avuto caratteri di eccezionalità. Di qui l'attenzione anche da parte del Movimento Internazionale We Are Church- Noi Siamo Chiesa che ha diffuso il 14 aprile un testo che poneva le questioni fondamentali che erano di fronte al Papa. Contemporaneamente We Are Church diffondeva le proprie considerazioni sui primi tre anni di pontificato. A partire da questi due documenti mi sembra necessario fare alcune osservazioni su un avvenimento che meriterà ulteriori analisi.

Il Papa mi è sembrato efficace nei ripetuti interventi sullo scandalo degli abusi sessuali da parte dei preti. Del resto Benedetto XVI non poteva non essere esplicito in relazione alla gravità ed all'estensione dei fatti successi. Per noi, dall'Europa, è però difficile capire bene quanta la severità proclamata sia poi veramente praticata e se ci sia, o ci sia stata, una vera generalizzata "purga" nei confronti dei preti colpevoli e soprattutto dei vescovi che li hanno coperti o tollerati. Aspettiamo di conoscere le opinioni delle organizzazioni di base sorte in seno alla Chiesa in seguito allo scandalo.

Importante è stato il riconoscimento delle "ingiustizie sofferte dalle native popolazioni americane e da quanti dall'Africa furono portati qui come schiavi". Sono parole molto diverse dal discorso di Aparecida in Brasile dello scorso maggio sui modi della evangelizzazione in America nel '500, sul quale Benedetto XVI dovette poi fare marcia indietro. Anche l'attenzione ai gravi problemi dell'immigrazione ispanica in USA è stato affrontato. Ugualmente importante è stato l'auspicio di un necessario consenso multilaterale per interventi sui problemi del mondo che è "in crisi a causa della sua subordinazione alle decisioni di pochi" (con indiretto riferimento al funzionamento del Consiglio di sicurezza condizionato dal diritto di veto delle superpotenze).

Benedetto XVI ha poi insistito ripetutamente, nei tanti discorsi fatti, sui temi preferiti del suo insegnamento, la messa in guardia nei confronti del relativismo, il problema della famiglia, il rispetto della vita dal concepimento alla morte naturale. Nonostante la tanto asserita diffusa religiosità presente negli USA, nella Chiesa cattolica la secolarizzazione e la distanza tra i cattolici e le indicazioni della gerarchia, soprattutto su tematiche relative al sesso e alla famiglia, si presentano in modo analogo a quanto avviene in Europa. Queste questioni sono da tempo sollevate da numerosi e vivaci movimenti di contestazione interni alla Chiesa che si lamentano dello scarso ascolto da parte della gerarchia (anche Benedetto XVI non ha voluto riceverli). Per esempio, Voice of the Faithfull ha pubblicato l'8 aprile una pagina intera, a pagamento, sul New Jork Times chiedendo chiarezza sulla questione dei preti pedofili e maggiore democrazia nella Chiesa.

Premessi gli aspetti interessanti del viaggio e dopo aver preso atto del suo successo mediatico e di partecipazione popolare, devo dire dei due momenti più importanti che hanno confermato -a mio giudizio- la linea di Benedetto XVI sulle grandi questioni del mondo all'inizio del terzo millennio. Mi riferisco all'incontro con Bush ed al discorso all'assemblea generale delle nazioni Unite. Il compleanno festeggiato sui prati della Casa Bianca, con canti e fanfare all'americana, l'assenza nel discorso di saluto del Papa a Bush e nella Dichiarazione congiunta diffusa dopo l'incontro di qualsiasi serio riferimento realmente critico alla guerra in Iraq o ad altri comportamenti imperiali degli USA hanno esibito una evidente consonanza con un Presidente fondamentalista, organizzatore di un grande riarmo e demolitore della legalità internazionale.

Si tratta –mi chiedo- di una definitiva svolta nella linea del Vaticano? Un Papa che appare omogeneo ed amico del maggior leader dell'Occidente come può non creare un appiattimento, nell'immaginario collettivo- penso ai paesi dell'islam- della Chiesa cattolica su una dimensione unilaterale e non universale, diversa da quella che Giovanni Paolo II forse riuscì a comunicare? Un Papa "americano" mi sembra sia un fatto grave per l'evangelizzazione nel mondo, che è il compito principale della Chiesa. Ma perché nessuno parla o scrive di queste cose, sia sulla stampa cattolica che su quella laica?


Il discorso all'ONU poi è consistito in una autorevole lezione sui diritti umani e sulla libertà religiosa, tematica molto importante ma più scontata e quasi celebrativa e sulla quale il consenso è condiviso, almeno formalmente (infatti la Dichiarazione universale sui diritti dell'uomo del '48 è sottoscritta da tutti gli Stati). Il grande problema della fame e del rapporto Nord/Sud del mondo è stato solo sfiorato con parole generiche mentre è stato del tutto ignorato-non una parola- quello delle guerre e del riarmo/disarmo.

Ma di cosa dovrebbe parlare il Papa all'ONU se non di queste cose ? Il mio sconcerto ed il mio smarrimento sono aumentati dopo aver riletto i precedenti interventi all'assemblea generale dell'ONU di Paolo VI nel 1965 e di Giovanni Paolo II nel 1995. In entrambi questi interventi le analisi e le denuncie su questi problemi furono esplicite e appassionate. L'assordante silenzio di Benedetto XVI all'ONU su queste grandi questioni del mondo conferma l'orientamento di questo pontificato che appare filoccidentale e ben poco impegnato ad essere voce dal basso sui grandi problemi dell'umanità, voce dei popoli e degli uomini senza voce.


Roma, 21 aprile 2008

Vittorio Bellavite
portavoce di Noi Siamo Chiesa
Italia

venerdì 25 aprile 2008

PADANIA TERRONA

"Ognuno ha il suo Sud. Da quando nel 2003 si sono aperte le frontiere, noi del Canton Ticino siamo stati sommersi dai frontalieri. Il problema sono i romeni, ma pure i comaschi che vengono qui a lavorare, non li controlla nessuno, si fanno pagare meno del dovuto, portano via lavoro ai ticinesi e riportano in Italia valuta".
Giuliano Bignasca, Leader della lega dei ticinesi
La Stampa 22 aprile

TANTE TANTE NOVITA'

La Confindustria si tinge di rosa. Ma in questo caso tra rosa e rosso c'è un abisso.

Berlusconi ha convocato il nuovo governo e, disperato per le liti interne e per il severo intervento dell'Europa rispetto al maxi prestito per Alitalia, ha intenzione di proporre a tutta la sua squadra un pellegrinaggio a padre Pio per vedere se il novello santo può dirottare qualche finanziamento da San Giovanni Rotondo e far volare Alitalia.

In questo caso bisogna dire che il novello uomo della provvidenza è in sintonia con il frate dei miracoli. Berlusconi crede più nei miracoli che nella cordata italiana. D'ora in poi, cari concittadini, volare sarà soprattutto un miracolo. Per questo sulla scrivania del cavaliere giace una proposta: "La compagnia si chiamerà Alitalia- padre Pio".

A PADRE PIO

Padre mio, padre Pio,
ormai tu sei un dio.
Bello come Dio t'ha fatto
dall'urna ti hanno estratto.

Ora sei in esposizione
e tutti lì in adorazione.
Che bella processione.....
ma sarà poi devozione?

Alberghi e ristoranti
prosperano con i santi.
Beh..dove arriva il pellegrino
trovi sempre un mercatino.

Soprattutto se son affari
lì trovi la chiesa dei denari.
Caro padre...padre Pio,
io credo soltanto in Dio.

E detesto la confusione
di chi chiama religione
tutta questa idolatria,
tutta questa santomania.

Caro caro padre Pio,
ma dov'è la fede in Dio?
non lo chiedo solo io,
caro caro padre Pio.

VERONICA, FERMALO

"C'è stato chi si è lamentato della decisione del presidente Barroso di cambiare il nostro portafoglio nella Commissione europea. Ma è molto più conveniente per noi interessarci di infrastrutture e di tasporti invece che di omosessualità".
Silvio Berlusconi, Ansa 23 aprile

giovedì 24 aprile 2008

TEMPO DI CONVEGNI...

Ad Albugnano (At) si sono svolti tre incontri finalizzati alla ricerca dell’essenziale per la fede. Nei numeri di aprile, maggio e giugno del mensile Tempi di Fraternità (www.tempidifraternita.it - oppure presso la Libreria Claudiana, via Principe Tommaso 1, Torino) sono reperibili i riassunti degli incontri svolti. Le comunità di base di Torino hanno dimostrato con questi incontri di avvertire la radicale e costruttiva volontà di “confrontare” il loro vissuto di fede con un contesto culturale e politico assolutamente nuovo.

Vicino a Bologna dal 25 al 27 aprile si svolge il XXXI Incontro nazionale delle comunità cristiane di base italiane. La località precisa è
Castel San Pietro Terme, presso l'Albergo delle Terme. Il tema “Società sobria, equa e solidale - culture e pratiche dal basso" verrà affrontato dialogando con un vasto arco di esperienze e approfondendo la ricerca in numerosi laboratori. Per informazioni: www.cdbitalia.it

A Chieri (To), la locale comunità cristiana di base e il gruppo biblico di Torino, invitano amici e amiche e chiunque sia interessato sabato 7 giugno a una giornata di studio e di confronto sul prezioso libro di Andrè Gounelle “Parlare di Cristo” (Edizioni Claudiana). Sarò presente con alcune note introduttive. Per informazioni Maria Zuanon 349 7206529 e Vilma Gabutti 349 6014039.

UN LIBRO PER QUESTO PONTE

Se hai la fortuna di avere un po’ di riposo in questo ponte o in quello successivo, leggiti un libro prezioso di Andrè Gounelle, Parlare di Cristo, edizioni Claudiana. Fra pochi giorni lo presenterò ampiamente su questo blog.

D’ACCORDO CON LUI

Giorgio Bocca, sul Venerdì di Repubblica del 18 aprile scrive un pacato elogio di Prodi.

“Ciò che in Prodi è insopportabile per i suoi avversari è la normalità, la sua vita privata è quella di una persona normale, civile. Non è un tycoon, non è un miliardario, non è un seduttore, un macho, e neppure un tiranno, è uno che essendo fra le persone più influenti nell’establishment dell’Iri, cioè nella concentrazione più alta della finanza e del potere pubblico, non ha rubato. C’è da far uscire pazzi di rabbia quelli che di ogni incarico pubblico fanno un affare privato.
Conosciamo i vizi e le assurdità del nostro Paese, e le ragioni serie dell’antipolitica, ma non al punto di rinunciare alle poche persone oneste e capaci, non al punto di rassegnarci alla sconfitta e alla disperazione”.

Sono stato e resto un grande estimatore di Prodi.

NEL SILENZIO

Io mi inchino a te, mio Dio,
nel tempio dei cieli,
nel tempio della natura
e nei molti templi delle anime
dei miei fratelli umani.
Voglio fondere i sussurri interiori
della mia devozione
con le preghiere di tutti,
per offrirli nel tempio
del silenzio e dell’azione,
finché non udrò i sussurri di lui
distintamente ovunque.

Rabindranath Tagore

QUESTA STRANA ITALIA

Ci sono molte povertà. Solo chi è cieco non lo vede però…ci sono anche moltissimi “piagnoni” in questa cultura dell’individualismo esasperato.

Guardiamo ciò che succede in questi giorni. Non è ancora scattata l’operazione “ponte” del 25 aprile e c’è già il tutto esaurito ai monti, al mare, nelle città… Insomma, questa è una strana povertà…

Oppure c’è chi può permettersi sempre più beni, vacanze, cose… e chi non può più permettersi nulla. La forbice, con il governo Bossi, aumenterà.

mercoledì 23 aprile 2008

IL PIENO E' FATTO

Ora la Lega Nord ha ottenuto tutto quello che voleva. Berlusconi ha consegnato il Paese alla Lega come il risultato elettorale impone.

E' emergenza democratica. In questo contesto è doloroso constatare che all'interno della Sinistra Arcobaleno la riflessione rischi di tradursi in una resa dei conti.

La prospettiva di Ferrero di ripartire da Rifondazione Comunista, che sembra delinearsi per ora come vincente, potrebbe trasformarsi in un isolamento.

Nichi Vendola, che già pensa al congresso di luglio, ha dichiarato: "Rifondazione non esce dalla crisi trasformandosi in un bunker chiuso". Penso che abbia ragione.

E ora, caro Partito Democratico, inizia il percorso di una opposizione chiara, serena, concreta. Cinque anni per ritornare a governare.

"RISSE SACRE"

Riporto da Repubblica di lunedì 21 aprile questa notizia "ecumenica".


Rissa nella Chiesa del Santo Sepolcro aggredito un prete greco-ortodosso.


GERUSALEMME - Rissa nella Chiesa del Santo Sepolcro a Gerusalemme. Un gruppo di fedeli armeni ha aggredito un religioso greco-ortodosso nel santuario costruito sul luogo dove avvenne, secondo la tradizione, la crocefissione, la sepoltura e la resurrezione di Gesù.

Un portavoce della polizia israeliana, Micky Rosenfeld, ha affermato che non è chiara la causa che ha scatenato la rissa.

"Vi sono sempre tensioni" tra i religiosi delle diverse confessioni che gestiscono il sepolcro, ha spiegato Rosenfeld," ed è per questo che la polizia era sul luogo prima del tempo per prevenire lo scoppio di liti o disordini". Nella ressa non vi sono stati feriti.

SPETTACOLO

Il viaggio del papa in USA è stato organizzato con una regia davvero perfetta. L'elemento dello spettacolo è stato pensato e realizzato alla perfezione.

L'istituzione cattolica ufficiale sa dare spettacolo. L'immagine cattolica è un po' risalita.


Soprattutto l'alleanza tra USA e Vaticano si è rafforzata. La guerra in Iraq è stata dimenticata... Questa alleanza doveva essere riaffermata anche in vista di un eventuale cambio alla presidenza USA.

LUGO

Riporto da L'Unità di lunedì 21 aprile queste righe:

Lugo presidente avrà nostalgia del Lugo vescovo e sacerdote?

"Alla nostalgia non si comanda. A volte mi vien voglia di tornare. Ma l'urgenza è un'altra: stare assieme alla gente per restituire quella dignità che mio padre si ostinava a difendere andando in galera. Impegno politico e fede nel messaggio della Chiesa credo possano convivere: la folla degli elettori lo trova naturale. Chi mi circonda a volte intuisce il dolore della rinuncia. Ma sono convinto che quando Dio mi chiamerà potrò rispondere di aver compiuto la sua volontà e il suo desiderio di giustizia".

Ormai le parole sono finite. Lugo deve smontare il medio evo per traghettare milioni di diseredati nel ventunesimo secolo.

VOI MI VEDRETE

Commento alla lettura biblica - domenica 27 aprile 2008

«Se voi mi amate, osserverete i miei comandamenti; e io pregherò il Padre, ed Egli vi darà un altro consolatore, perché stia con voi per sempre, lo Spirito della verità, che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete, perché dimora con voi, e sarà in voi. Non vi lascerò orfani; tornerò da voi. Ancora un po', e il mondo non mi vedrà più; ma voi mi vedrete, perché io vivo e voi vivrete. In quel giorno conoscerete che io sono nel Padre mio, e voi in me e io in voi. Chi ha i miei comandamenti e li osserva, quello mi ama; e chi mi ama sarà amato dal Padre mio, e io lo amerò e mi manifesterò a lui»(Giovanni 14, 15-21).



Il dato storico


Il Vangelo di Giovanni, con la costruzione dei suoi discorsi di addio, porta con sostanziale fedeltà sia i sentimenti di Gesù che quelli dei discepoli e delle discepole. Quando ebbe la percezione che per lui le cose si mettevano male, Gesù fu preso dalla preoccupazione che la sua morte potesse gettare nell'angoscia i suoi amici. Vedeva crescere l'opposizione e la congiura e voleva rassicurare i discepoli che Dio non li avrebbe abbandonati, che li avrebbe accompagnati e sospinti con la Sua forza, il Suo soffio vivificante.

Del resto gli stessi discepoli erano visibilmente turbati, anzi increduli di fronte a quella tragica ma possibile eventualità che l'opposizione crescente rendeva assai probabile.

Gesù aveva una sola carta da giocare, quella stessa che i profeti avevano sempre utilizzato quando il popolo attraversava momenti di smarrimento: "Non vi lascerò orfani ... Prego il Padre che vi manderà in altro modo la Sua consolazione, il Suo sostegno, la Sua forza, la Sua difesa, la Sua compagnia". La locuzione "altro consolatore", lo spirito di verità che starà con voi sempre, vuol esprimere esattamente questa incrollabile fiducia in Dio anche per il tempo in cui Gesù sarà fisicamente assente.

"Voi mi vedrete": Il Padre farà in modo che voi possiate continuare a stare in rapporto con me, a vedere con gli occhi della fede la strada che vi ho indicata.

Lo Spirito Santo


Quando, attraverso mille vicissitudini storiche, teologiche, linguistiche e soprattutto filosofiche, si costruì il dogma della Santissima Trinità, lo Spirito Santo divenne il terzo dopo il Padre e il Figlio.

Ma il linguaggio dogmatico è un altro continente rispetto al linguaggio ed al messaggio biblico. Per alcuni Trinità, due nature ed espiazione sostitutiva costituirebbero i tre pilastri del cristianesimo. La maggior parte delle dottrine classiche considerate ortodosse oggi sono respinte o reinterpretate da una stragrande quantità di teologi e di biblisti. Si conservano come delle mummie alcune "definizioni" come se fossero intangibili, immutabili, valide per tutti i tempi e tutti i luoghi.

Il grande teologo Andrè Gounelle scrisse: "Al giorno d'oggi, in particolare nel mondo ecumenico, si constata l'esistenza di un feticismo. Per esservi ammessi e rispettati, si deve rendere omaggio ai grandi concili, menzionare il Dio trinitario e parlare del Cristo vero Dio e vero uomo. Queste espressioni funzionano come formule magiche che aprono le porte, se non del Regno di Dio, almeno di quelle della chiesa e della comunità ecumenica. Se non le utilizzate, resterete al di fuori, nessuno vi ascolterà, nè vi prenderà sul serio. Se le usate, potrete manipolarle quanto vi pare, fino a far loro dire il contrario del loro significato originale. Poco importa, visto che avete pronunciato distintamente e correttamente la formula. L'etichetta conta più del contenuto." (Parlare di Cristo, Claudiana, pag. 20).

Per uscire da queste "bende dottrinali", bisogna ritornare a misurarci con il testo biblico dei due Testamenti. Lo Spirito Santo non è una persona autonoma o distinta dall'unico Dio di cui ci parla Gesù. E' il soffio, la vicinanza, l'azione calda, amorosa ed incalzante di Dio. Questa funzione di Dio nella definizione dogmatica di Costantinopoli (381) è diventata la terza persona della trinità.
Gesù ovviamente non sapeva nulla di simili categorie filosofiche. Egli sapeva benissimo, invece, che tutte le Scritture avevano parlato di questo vento, di questo soffio, di questa forza che veniva da Dio.

Gesù conosceva Gioele, Geremia, Ezechiele, Isaia. Da Genesi fino alla Sapienza, tutta la Bibbia ebraica parla dello Spirito Santo per descrivere la presenza di Dio forte, a volte impalpabile, imprevedibile, inarrestabile. "Santo", cioè che viene da Dio, che non è merce del nostro sacco.

Gesù aveva esperimentato nella propria vita di creatura e di profeta che da Dio proviene la forza per affrontare le difficoltà, la luce per vedere la strada, la gioia per sorridere alla vita, il vento che dissipa le nebbie ...

Gesù invita i discepoli e ciascuno/a di noi a guardare a Dio come un fuoco che non si spegne, una sorgente che non si esaurisce, una forza che ci sospinge verso il bene.

La fede biblica, allora, non ci impegna per nulla a credere in una "terza persona della trinità", ci dicono migliaia di biblisti. Le Scritture ci parlano di questo Dio che non ci lascia soli, ma ci accompagna, seppure misteriosamente, nelle vie della vita.

Lo Spirito della verità


Gesù, da vero maestro, non era solito indicare i comportamenti precisi da assumere e spesso stimolava i discepoli e le discepole a cercare in prima persona, con atteggiamento attivo, la risposta concreta ai loro problemi. Spesso gli incontri di Gesù con le persone si svolgevano sotto forma di dialogo. Gesù interpellava e stimolava, poneva domande e cercava insieme all'interlocutore.

Quando noi leggiamo la Bibbia non troviamo già "preconfezionate" le risposte, come se i versetti biblici potessero essere usati per dispensarci dal travaglio della ricerca e dalla maturante esperienza del dubbio.

La promessa dello Spirito di Dio, cioè la promessa che Dio non cesserà di darci il Suo amore e la Sua forza, riguarda il presente e il futuro della comunità. Quindi la comunità dei discepoli di Gesù non ha bisogno, per vivere la propria testimonianza nel mondo, di risposte rassicuranti, di alleanze forti, di garanzie umane. Non ha bisogno di allearsi con Bush ...

La sua unica forza è il soffio amoroso e vitale di Dio, quello che la Scrittura chiama "Spirito Santo". Quando noi non prendiamo radicalmente sul serio questa promessa di Gesù, allora cominciamo a poggiare la vita della comunità sui criteri umani del denaro, dell'immagine, del potere, dell'ortodossia, del prestigio.

Questa è la tragica esperienza che è purtroppo ancora molto presente nella nostra chiesa. Essa si è spesso costruita con un sistema di alleanze e di garanzie da rendere quasi superflua l'azione dello Spirito di Dio. Si è definita essa stessa, nelle sue istanze gerarchiche, come infallibile e, in tal modo, Dio diventa poco più che il garante delle prerogative ecclesiastiche, non la presenza che fa vivere, l'unica realtà su cui fondare la fede e la chiesa.

Lo Spirito della verità, cioè lo spirito che ci apre gli occhi e ci indica la strada del Vangelo, ci aiuta a discernere, a vedere il sentiero di Gesù tra mille proposte che generano confusione ed illusioni.
Dio non è muto e il Suo vento soffia ancora nelle vie del mondo ed anche dentro i nostri cuori. Certo, possiamo sbarrare tutte le porte e barricarci nella "stanza dell'ognuno per sè", ma Dio continuerà ad inviarci il Suo caldo soffio d'amore per vedere se un giorno si aprirà una fessura. Allora riprenderemo il "cammino dei comandamenti", cioè la via della solidarietà e della fiducia.

martedì 22 aprile 2008

DIO TI PERDONI... il dialogo continua

Il dialogo con don Votta riportato in un precedente POST è così proseguito.


(16 aprile) Franco sei un fenomeno! Certo avrai capito che la firma posta alla fine della mia mail che t'ho scritto così aulica era ironica...se non l'hai capito pazienza!

Certo che mi fai paura ma non quella di cui tu mi scrivi ma la paura di allontanarmi dal Signore in maniera ortodossa e gettare nella confusione le persone. Intanto desidero chiederti scusa del tono arrogante con cui ti ho scritto ma ero arrabbiato perchè sto aiutando una persona ad uscire dal caos in cui tu l'hai gettata (un uomo tutto d'un pezzo e non un squilibrato intendiamoci).

E poi, dai Franco, come puoi tirarmi fuori cavolate come queste. Tu vuoi modificare la storia di 2 mila anni? cambiare la teologia su cui la Chiesa si sostiene nel suo cammino e che la riconosce santa e peccatrice?

Beh complimenti mi sembri un giovanotto un pò troppo pieno di sè e delle sue idee... l'entusiasmo non ti mancherà certamente, complimenti ma sei troppo luterano. Vedi il casino che ha combinato Lutero? E poi? Forse le cose si appianeranno dopo la tua morte (e bada bene ti auguro di campare cent'anni).

Io sono un povero pretino che tenta di farsi santo e di santificare gli altri col messaggio di Cristo... ma sai, caro Franco, sono felice e realizzato. Non mi sento castrato dentro chissà quali regole (come forse pensi tu) e sono goduto di appartenere a questa Chiesa che tu hai rigettato (spiegami poi perchè).

E' bello vedere la gente che esce dalla Chiesa felice perchè ha sentito il calore di Gesù attraverso una poverissima persona come me; oppure vedere i giovani che s'innomorano poco a poco alla Chiesa anche gerarchica.

So bene che sei assai più istruito di me e più preparato quindi non potrei mai dialogare con te (te l'ho scritto sono un povero pretino di campagna) però sarei contento se cominciassi seriamente a metterti in discussione come del resto faccio anch'io tutti i giorni.

Sono viceparroco ad Orbassano con don Marco (che ti conosce e ti definisce una persona molto educata) se vuoi passa pure (ma avvisami perchè ho molti impegni... mai quanto te certo) ma per celebrare insieme l'eucarestia, no fratello caro sai che non si può.

Mentre ti rinoovo le mie scuse per come ti ho trattato certamente pregherò per te. Ciao!

don Stefano Votta, povero prete di campagna.


Caro don Stefano,

intanto apprezzo il fatto che mi hai risposto chiarendo ulteriormente le tue idee e la tua impostazione pastorale. La tua lettera è un gioiello di candore e di disinvoltura.

Quando entri sul terreno teologico diventi, a mio avviso, alquanto approssimativo, dogmatico e persino spassoso. Sei talmente cattolico "doc" che non corri nessun rischio di uscire dall'ortodossia. Anche la figura del "povero prete di campagna" è un abito che conferisce una comparsa di religiosa umiltà.

Insomma... hai tutti gli abiti confezionati su misura dalla benemerita ed ortodossa sartoria cattolica. E sotto gli abiti pulsa un cuore limpido, sincero, obbediente, gioviale. Ne sono convinto: Hai davvero un sacco di caratteritische positive.

Mi piacerebbe tanto sapere chi è quella persona che io avrei buttata nel caos, ma è probabile che ti chieda troppo. Se cerca ordine, retta dottrina e sicurezza ha trovato in te l'uomo giusto, ha bussato alla porta giusta.

Tra le "cavolate" di cui mi accusi (sei sempre molto dialogico, diretto e garbato rispetto al pensiero altrui!), ci sarebbe il fatto che io voglio "modificare la storia di duemila anni" e "cambiare la teologia su cui la chiesa si sostiene...". Esilarante e creativo il caro don Stefano...!

Credo che tu conosca molto bene (perché sei giovane e fresco di studi) che da Tertulliano, Origene, Ario... fino a Gounelle... di teologie ne abbiamo davvero parecchie, per nostra fortuna e per grazia di Dio. Ma la chiesa non è sostenuta da una o da mille teologie, ma dalla parola di Dio.

Sono troppo lutrerano? Credo di essere assai più "riformato" anche per il dialogo con i valdo-metodisti. E Lutero avrebbe "combinato un casino"? Che strana idea hai della Riforma Protestante e che singolare concezione hai dell'ecumenismo...

Definire Lutero un casinista non è un elogio della tua intelligenza, denota una lettura storica piuttosto ideologica e non fa onore ai tuoi studi sul protestantesimo. E' questo l'ecumenismo che pratichi nella tua parrocchia?

E chi ti ha "rivelato" che io ho "rigettato" questa chiesa? Non mi sono mai sentito parte e ministro della chiesa di Gesù come oggi. Solo che non mi sono mai innamorato della chiesa gerarchica.

Per la carità, don Stefano... Ognuno è libero di scegliere come, quando e di chi innamorarsi. Io ho preferito innamorarmi del profeta Gesù di Nazaret e lo amo ogni giorno di più. Per me il nazareno è la via che mi guida verso Dio, nella ricerca del Suo regno. Anche nel mio blog cerco di esprimere questo amore.

Certo, né tu né io siamo mai sufficientemente coinvolti nel cammino di conversione, ma è proprio "roba da preti" il continuo girare la frittata quando siamo sollecitati ad un dialogo umile, ma serio, rigoroso, documentato, fatto di confronti e studi e non di pensieri che sono premasticati vaticani.

Nella tua lettera ci sono poi degli enigmi che mi sembrano del tutto impenetrabili. Vuoi un esempio? Non ho capito che cosa intendi quando mi scrivi: "Forse le cose si appianeranno dopo la tua morte". Sarà l'argomento della nostra terza lettera o di un nostro dialogo di una sera d'estate? In ogni caso leggere una tua lettera è sempre un piacere, un vero piacere.

Nel salutarti ti auguro una vita ed un ministero ricchi di gioia e di fecondità. Il sapere che, come mi scrivi, sei un prete felice e realizzato, mi riempie di gioia perché, invece, conosco parecchi bravissimi preti che purtroppo sono poco sereni.

Salutami anche il tuo confratelo don Marco, di cui in questo momento non rintraccio il volto. Che Dio ci accompagni sempre con il Suo amore e con il Suo perdono.

Mi aspetto una terza lettera. Poi, caro don Stefano, pubblicheremo la nostra corrispondenza tra... l'eretico e l'ortodosso... Però, don Stefano, prima di chiudere questo amichevole dialogo epistolare, vorrei tanto darti un consiglio: non "tentare di farti santo o di santificare gli altri". Dio non ne ha bisogno.

Accontentiamoci di essere degli uomini onesti che hanno fiducia in Dio. Mi fanno paura i "santi", specialmente quelli "santo subito". Ce ne sono già troppi e la fabbrica ne sforna continuamente.
Ti abbraccio. Prega per me.

don Franco

GUARDANDO AVANTI

Intanto mi sembra proprio importante guardare avanti, muoverci in avanti. L’esito delle elezioni – che poteva certamente essere migliore – non ci ha paralizzati e il Partito Democratico può ora guardare al futuro a partire da una base reale. Ma io vorrei proporre quattro riflessioni.

1. Ora ho un gran desiderio di vedere il governo Bossi-Berlusconi in azione. I nodi vengono al pettine e il populismo viene alle corde. Cominceremo dalle tasse, vedremo se sarà quel paradiso promesso, se gli stipendi lieviteranno, se l’occupazione continuerà a salire. Voglio vederli con la cordata italiana per Alitalia…

2. Anche nel Partito Democratico occorre capire bene come si organizza l’azione sul territorio. Certo, l’azione parlamentare è di estremo rilievo, ma un partito per crescere e promuovere un percorso democratico ha bisogno di radicarsi tra la gente. Questo è tutto da fare per consolidare il risultato ottenuto e per creare una iniziativa politica in espansione e in profondità. Sotto certi aspetti vedo un po’ di mancanza di concretezza.

3. Per ora non è chiara la prospettiva verso la quale si muoveranno i partiti della Sinistra Arcobaleno che si stanno dolorosamente e seriamente confrontando sul loro futuro. La nota positiva, al di là delle incertezze che attraversano ogni ricerca di rinnovamento, è la consapevolezza, comune al Partito Democratico e alla Sinistra Arcobaleno, che esiste a sinistra un patrimonio di cultura, di esperienze e di lotte che non possono essere disperse, ma debbono essere valorizzate. Questo patrimonio è rappresentato in prima istanza dalle passioni di tante persone che hanno consegnato le loro vite ad un impegno politico per un “mondo altro”. In qualche modo il Partito Democratico deve sentire il dovere politico di rappresentare in Parlamento anche queste istanze e tener vivi sul territorio i ponti con tutte le forze della Sinistra Arcobaleno.

4. Ma c’è un punto che, come scrivevo tempo fa su questo blog, esige una svolta: è la sicurezza. Se un ubriaco sorpreso al volante può riavere la patente dopo sei mesi dopo aver causato incidenti anche mortali, allora questo suscita una giusta indignazione. Ci vogliono controlli rigorosi e misure adeguate. Questo è solo un esempio, ma c’è un crescente dispregio delle regole che resta troppo spesso impunito. Si ricomincia a fumare in treno negli scompartimenti in cui è vietato, gli eccessi di velocità sono normali, il bullismo viene catalogato come una ragazzata… Si lascia correre e…la gente vota a destra. Non bastano il controllo e la repressione, ma sono necessari.

PARLARE D’AMORE

Sabato 19, nel contesto della consueta riunione della Scala di Giacobbe, ho presentato al gruppo le coppie che negli ultimi mesi si sono presentate a me per avviare il loro cammino verso il matrimonio.

Intanto è singolarmente lieto, fecondo e costruttivo che percorrano insieme questo cammino coppie omosessuali, eterosessuali e transessuali. Coppie che si amano: ecco l’essenziale.

Abbiamo compiuto insieme, con una prolungata riflessione su 1 Corinzi capitolo 13 e sul capitolo 8 del Cantico dei Cantici, alcune considerazioni sul senso dell’amore secondo la testimonianza delle Scritture.

Come si è fatto con ogni celebrazione di matrimonio, anche questa volta un gruppo comporrà tutta la preghiera liturgica comunitaria (canone) per il matrimonio di Annarita e Ilaria di domenica 18 maggio.

Le spose mi hanno espresso il desiderio di una celebrazione in cui il presbitero rivesta i paramenti liturgici, cosa non così abituale nelle nostre eucarestie. Né la comunità né il sottoscritto hanno mai fatto opposizione a questa richiesta.

E’ stato davvero coinvolgente e costruttivo il racconto concreto dei percorsi personali e di coppia in una realtà in cui il pregiudizio la fa ancora da padrone. E poi, a fatica, l’amore si fa strada, sboccia, fiorisce e cambia i colori della vita.

Alcuni dei presenti che vivono un percorso in cui non è ancora comparso l’amore di coppia hanno espresso la loro gioia e insieme la consapevolezza che l’amore non è solo una realtà che si vive in coppia. Dio dà ad ognuno/a il Suo dono. Per questo non smetteremo mai di ringraziarLo.

lunedì 21 aprile 2008

IN ISRAELE SOLTANTO MATRIMONI RELIGIOSI

Riporto da “L’incontro”, periodico indipendente di Torino, la seguente informazione.


Se non è celebrato da un rabbino, il matrimonio non vale. La Knesset, il Parlamento israeliano, ha bocciato due progetti di legge per il riconoscimento dei matrimoni civili.

A proporre la validità giuridica di un unione non celebrata da una rabbino ortodosso erano stati i deputati David Rotem e Moshe Sharoni. “Questo voto sarà ricordato come uno sputo in faccia ai nuovi immigrati – ha commentato Rotem – e alle libertà civili del Paese”.

I membri del Partito di Meretz hanno spiegato di non avere appoggiato la legge a favore delle unioni civili in quanto considerata un apripista per i matrimoni tra persone dello stesso sesso.

Ma Gilad Kariv del Israel Religious Action Center (IRAC) ha dichiarato che “Il Parlamento israeliano continua ad abbandonare centinaia di migliaia di cittadini che non si possono sposare in Israele, mentre si arrende in modo indegno al monopolio degli ortodossi e ai loro emissari nella Knesset”.

Così l’israeliano che vuole sposarsi con rito civile è costretto a recarsi a Cipro, ove greci e turchi sono meno fanatici che in Israele.

MANI E MANI

L’annuncio della parola dovrà essere accompagnato dalla testimonianza dei gesti. Perché anche delle mani bisogna dare testimonianza.

Le mani dei testimoni, come le mani di Gesù, dovrebbero anch’esse essere segni di riconoscimento.

Mani che non abbiano paura di toccare gli impuri e le impure, mani che si avvicinino al dolore, mani capaci di consolare, capaci di posarsi con semplicità sulle spalle di chi ha offeso e dirgli “ti perdono”.

Mani di tenerezza per un mondo più disposto al pugno chiuso che alla carezza.

Mani che non accumulino egoisticamente il pane, ma che lo spezzino, lo condividano e benedicano Dio per questo.

Durante la loro esistenza storica, le mani di Gesù hanno avuto un campo d’azione limitato: il suo paese e i dintorni.

Le mani dei testimoni sono chiamate a moltiplicarsi e ad estendersi in tutte le nazioni. E in tutti i gesti che rendano possibile il riconoscimento.

Che per le nostre mani, quelli che vedono e toccano possano dire: “Sono loro, amano con le loro mani come ha amato il loro Maestro.”
Gloria Ladislao

RITA: SONO 99

"Grazie. Accetto questa età senza fatica, non mi vergogno delle mie doppie protesi acustiche, dei miei occhi che non vedono quasi più.
Voglio andare avanti. Non sono stanca di vivere. E non cerco la morte. Arriverà.Forse tra un mese, forse tra due anni, chissà.
Le mie colpe sono di scarsa entità. Spero di avere pochissimo da farmi perdonare".
Rita Levi Montalcini, che compie 99 anni

PAPA NERO E VESCOVO ROSSO

Così va il mondo... Mentre a Roma regna il papa nero che più nero non si può, in Paraguay è diventato Presidente il vescovo rosso, monsignor Fernando Lugo, il vescovo dei poveri.
Il suo sarà un compito estremamente difficile... Il papa nero ora scaglierà i suoi fulmini, ma Dio sta con il popolo povero: questo c'è nel cuore del "vescovo rosso".

domenica 20 aprile 2008

DOPO LA CADUTA

Riporto da un articolo di FURIO COLOMBO, comparso su L'UNITA' di domenica 20 aprile, queste poche righe: "Avrei preferito che la sinistra di Rifondazione non scomparisse dal Parlamento, visto che è viva e presente nel Paese. Però non apprezzo la vecchia e penosa pratica di passare la colpa, come fa il direttore di LIBERAZIONE accusando Veltroni".

RECENSIONE

ERMANNO GENRE, Con quale autorità? ripensare la catechesi nella postmodernità, Claudiana, Torino 2008, pagg 224, € 17,00.

Si può ancora testimoniare e "trasmettere" il messaggio e l'esperienza cristiana alle nuove generazioni? Come prendere sul serio, nell'esercizio di questo ministero il fatto che la società è in una radicale trasformazione? Come annunciare l'evangelo nel pluralismo delle fedi e come costruire una mentalità ecumenica?

L'Autore, pastore valdese, è docente di teologia pratica presso la Facoltà valdese di Teologia di Roma. Tra gli studiosi più apprezzati sul terreno della teologia pratica, l'Autore non si prefigge di fornire un quadro di risposte quanto di muovere i lettori e le lettrici a percepire lo spessore delle provocazioni che il nuovo contesto culturale ci pone.

Lo consiglio vivamente a chi si occupa di catechesi, ma può essere prezioso per genitori ed educatori attenti alla relazione tra fede e cultura.

SALMO SUFI

Così,
tra le rocce,
sui monti,
cerco il Tuo nome:
Cerco il Tuo nome
come lo cercano gli uccelli
volando nei cieli,
i pesci nuotando nei mari,
le antilopi correndo nelle pianure.
Come l'uomo che ama e desidera
cerco il Tuo nome, Dio.
Ho conosciuto il mondo e le cose,
ho imparato. Eppure
non conosco più il mondo nè le cose.
La mia testa è nuda, scalzi i miei piedi.
Rinuncio a tutto,
ma continuo a cercare il Tuo nome....
Con la voce di tutti quelli che
Ti amano e Ti chiamano,
amo il tuo nome.

sabato 19 aprile 2008

COLLOQUIO CONFIDENZIALE

Razinger: Bisogna convicere le donne a non abortire, mio caro George...

Bush: Possiamo usare la tortura, mio caro Joseph...

Lunga pausa di silenzio...

UNA BELLA CELEBRAZIONE

Domenica 13 aprile con la comunità cristiana di base di Saluzzo ho vissuto un pomeriggio intenso. La prima parte del pomeriggio abbiamo dialogato sul concetto e la pratica di una vita sobria con un confronto personale e politico, anche in vista dell'imminente incontro nazionale delle comunità cristiane di base italiane.

Beppe, l'animatore biblico della comunità, ha preparato la traccia per la celebrazione eucaristica rileggendo il libro di Giona: Dio si serve anche di un "profeta sbagliato", di un uomo ambiguo e mediocre come Giona. Dio non ha bisogno nè di santi nè di eroi . Però ha bisogno, anche Lui, che gli diamo una mano.

DARSI DA FARE

"Se non c'è stata vittoria non c'è neanche da avere i musi lunghi: ci sono state belle vittorie e soprattutto c'è un partito nuovo che non c'era due mesi fa, l'antipolitica pare finita e i giovani sono tornati a votare. Il programma è scritto e si sosterrà dall'oppttsizione: c'è una buona attività da svolgere di qui al prossimo anno, diciamo in un anno di governo Berlusconi"
Ettore Scola
Adnkronos, 14 aprile

FA SOGNARE IL PARAGUAY

E' addirittura un vescovo cattolico la nuova figura di politico popolare in Paraguay. Si chiama Fernando Lugo, 56 anni, sostenitore dellla Teologia della Liberazione, e domani si candiderà alla presidenza.

Contadini, senzatetto e paria delle città e tutto l'esercito dei miserabili sono la sua ampia base elettorale. A capo dell'Alleana patriottica per il cambiamento (una coalizione di nove partiti e di oltre 20 movimenti sociali) dovrà battere il Partito Colorado che governa da ben 61 annni e dovrà tenere insieme una moltitudine di forze che spesso sono in conflitto tra di loro.

In ogni caso, stretto tra Bolivia, Brasile e Argentina, il Paraguay vive un'ora decisiva pr la sua storia e il "vento" latinoamericano potrebbe soffiare a favore di Fernando Lugo

giovedì 17 aprile 2008

CORAGGIO E PROFEZIA

Questa piccola grande bambina dello Yemen che ha rifiutato e denunciato l'imposizione di un matrimonio costituisce un meraviglioso gesto di profezia.

Questa bambina ha compiuto una scelta quasi impossibile, inattesa, capace di mettere in crisi un intero sistema culturale e giuridico.

A questa "piccola-grande donna" dovremmo dedicare una piazza o una via in ogni nostra città

UN PAPA VENDUTO

Il viaggio papale in USA sta ormai terminando. Non pensavo che il papa potesse dichiararsi alleato degli USA fino a questo punto, così servile, venduto, indecoroso.

La sua politica rappresenta una vera prostituzione ad un potere oppressivo. Vergognati, vescovo di Roma, che sorridendo stringi le mani assassine di quel Bush che ha inventato una guerra.

Accolto come un imperatore, non ti accorgi che stai cancellando il Vangelo e metti in vendita la tua azienda ecclesiastica per "un piatto di lenticchie". Ma quello che l'azienda cattolica fa è uno scambio vergognoso di favori e di poteri.

E poi... hai recitato la solita litania moralistica tanto per nascondere e rimuovere i problemi reali.

IN PERFETTA SINTONIA

Tra un presidente guerrafondaio e un papa oscurantista l'accordo è stato totale, anche nel giorno in cui la suprema corte degli USA legittimava ulteriormente la crudele pratica dell'iniezione letale.

Che vergogna vedere questo papa elegantissimo tutto giulivo ed esaltato per questa accoglienza imperiale.

Ancora un volta abbiamo assistito ad uno sfarzo da faraoni che offende i poveri del mondo che muoiono di fame, di sete, di guerra e di emarginazione.

LETTER TO MAYOR MICHAEL BLOOMBERG

Ricevo e pubblico.


L'Arcivescovo Patrick Trujillo, che vive a North Bergen, NJ ha inviato questa lettera al Sindaco Bloomberg di New York City e ad alcuni giornali.

Vostro Onore,
ho fiducia che lei non intenda consegnare le Chiavi della Città di New York a Papa Benedetto XVI.

Questo papa, all'epoca Cardinale Ratzinger, a capo dell'ufficio che una volta era l'Inquisizione, conosciuto poi come Congregazione per la Dottrina della Fede, si è reso colpevole di aver mandato una direttiva a tutti i vescovi cattolici riguardo i crimini sessuali compiuti da preti e religiosi.

I vescovi, (secondo il video presente su internet intitolato "Solicitation of Crimes by the Vatican", edito dalla British Broadcasting Company (BBC)), sono stati obbligati al silenzio nei confronti delle vittime e dei loro familiari. In caso non avessero obbedito, sarebbero incorsi nella scomunica.

Purtroppo la giustizia e la carità vengono al secondo posto rispetto all'obbedienza.
Grazie.

Cordialmente,

Arcivescovo Patrick E. Trujillo, D.D.